MICHAEL ENDE – FIABE E FAVOLE

MICHAEL ENDE – FIABE E FAVOLE

MONDADORI – Collana Oscar Junior – I ed Aprile 2010

TRADUZIONE: Glauco Arneri

ILLUSTRAZIONI: Adelchi Gallone

L’ELEFANTE PIEGHETTATO p. 7

Nel cuore della giungla indiana viveva il vecchio e saggio elefante Filemone Larghefalde, felice e in armonia nella giungla. Gli piaceva pensare, lui filosofo, beandosi nell’osservare semplici “miracoli” del creato quali la Luna o un fiore. Pensieri grandi alla sua semplice mente, ma che gli riservavano lo scherno delle scimmie…

Lungo le rive del fiume da lui presidiate, sopra un ammasso di erba marcescente prolifera una colonia di fastidiose mosche che ritengono di essere gli animali più importanti del mondo. Un giorno, per dimostrare definitivamente la questione, gli insetti decidono in riunione di sfidare gli altri animali in una partita di calcio. Creano un comitato, iniziando a battibeccare su quali animali sfidare per primi. Gli animi si scaldano e una giovane mosca provoca una tigre giunta per bere e che, infastidita, fugge via. Le mosche si esaltano e decidono di confrontarsi con Filemone, giudicato unico degno avversario… Una delegazione va a comunicargli la sfida, convinta che il pachiderma, invece assorto nei propri pensieri, abbia acconsentito. Una nazionale viene costituita e il campo allestito. Di fronte a numerosi spettatori, le mosche dominano la gara mentre Filemone non si accorge di nulla, assorto nei propri pensieri. In trionfo le mosche tornano al fiume dove la sera le acque del fiume, ingrossate dalla sopraggiunta pioggia, le travolgono… Filemone guarda invece la luna…

IL MANGIASOGNI p. 49

A Sonnonia dormire è la cosa più importante che ci sia e la qualità del sonno lo è ancor di più. Re viene infatti eletto chi dorme meglio di tutti… In un tempo passato Pisolina, figlia dei regnanti dell’epoca, la sera faceva di tutto per non andare a dormire poiché aveva paura di prender sonno e far brutti sogni che la tormentano. Il re e la regina ne sono preoccupati, dormono male nonostante la posizione che ricoprono, chiamando infine a consulto i più insigni medici del regno. I medicinali prescritti non danno esito positivo e nessuno dei rimedi naturali proposti da contadini, pastori e marinai si rivela altrettanto valido. Il re emana allora un bando con il quale promette una grossa ricompensa a chi sappia liberare Pisolina dai brutti sogni. Ma nessuno si presenta e così il re in persona decide di girare il Mondo in cerca di un rimedio. Interroga persone di ogni dove, ma nessuno è a conoscenza di un qualcosa valido contro i brutti sogni… Affranto, l’uomo prosegue la marcia ritrovandosi in inverno in mezzo alla neve. Lì scorge uno strano individuo, un omino dalla larga bocca e i capelli a punta con la pelle del color della Luna che dichiara di essere affamato. Il re gli chiede informazioni su come uscir dalla brughiera, ma l’altro dichiara che solo lui è in grado di condurne fuori qualcuno a patto che questi lo abbia invitato a pranzo. Ascoltando il forestiero parlare di brutti sogni, l’ometto salta di gioia: ha trovato il suo pasto! Lui è il Mangiasogni e, scritta una formula magica, la consegna al re affinché la consegni a Pisolina e gliela faccia recitare. I brutti sogni potrà così mangiarli lui liberando la contempo la bambina dagli incubi che la tormentano… Ma come tornare in tempo al castello dopo aver tanto camminato, chiede il re? Il Mangiasogni lo fa salire sulle spalle e, pronunciata dall’umano la formula, in un lampo attraversano il globo ritrovandosi nella cameretta di Pisolina. Lì il re consegna alla piccola il foglio con la formula e così, da allora, la piccola fa sogni d’oro protetta dal Mangiasogni. Per proteggere anche gli altri bambini e ricambiare l’ausilio ricevuto dall’ometto, il re fa stampare la presente storia affinché tutti possano invocarlo e dormire tranquilli recitando la formula scritta per la figlia…

TRANQUILLA PIEPESANTE p. 81

La tartaruga Tranquilla Piepesante, ascoltato da due colombe delle prossime nozze del leone Leone XXVIII, alle quali tutti gli animali son stati invitati, decide di mettersi in marcia, lenta ma inarrestabile… Fermatasi a mangiare una foglia, viene salutata dal ragno Fatimo Crocedifilo, il quale, venuto a sapere del suo viaggio per assistere alle nozze, la invita a desistere per via della sua lentezza. Ma Tranquilla non gli bada e in breve il cammino riprende… Camminando giorno e notte, eccola raggiungere uno stagno presso il quale si ferma a bere e dove incontra la chiocciola Serasade Scialucente che la informa di star camminando nella direzione sbagliata. Tranquilla non demorde, nonostante lo sposalizio sia previsto di lì a due giorni, ci arriverò comunque in tempo, replica… Per giorni e notti Tranquilla si dirige stavolta nella giusta direzione. Strada facendo s’imbatte nel lucertolone Zaccaria il Vanitoso che, intento a prendere il sole su una pietra, la informa che le nozze sono state rimandate alla fine della guerra che lo sposo ha dovuto intraprendere contro la tigre Zebulone Dentedisciabola… Ma Tranquilla dichiara di voler proseguire e così fa per altri giorni e notti fino ad arrivare presso un albero dove giacciono appollaiati inerti numerosi corvi. Apcì Abacuc, il più saggio di essi nonché capo, le chiede dove sia diretta, informandola poi che Leone è morto a seguito delle gravi ferite riportate nello scontro con Zebulone. Ma Tranquilla prosegue la marcia nonostante la tetra notizia, arrivando infine a una radura dove numerosi animali son già ivi radunati in attesa delle nozze di Leone XXIX!… Stanca ma felice, la Tartaruga ha così fatto in tempo ad arrivare come sempre dichiarato…

OFELIA E IL TEATRO DELLE OMBRE p. 113

In una piccola vecchia città vive l’anziana signorina Ofelia, che i genitori avrebbero voluto attrice di teatro. Di lì la scelta del nome… Ma Ofelia cresce e attrice famosa non diventa, pur lavorando nel teatro cittadino come suggeritrice. Passano gli anni e a teatro van sempre meno persone. La sera dell’ultima rappresentazione la donna resta nella “buca” ben oltre la fine dello spettacolo. Lì scorge un’ombra che, incredibilmente parla e non appartiene a nessuno. Poveraccia il suo nome, una di quelle ombre in sovrappiù che nessuno vuole. Impietosita e a lei accomunata da una vita di solitudine, decide di prenderla con sé… Qualche tempo dopo, in chiesa, l’ombra Tremebonda le si palesa chiedendole di esser adottata e Ofelia accetta. Ogni giorno che passa la donna ne accoglie una nuova, ritrovandosi in breve la casa piena di esse. Ma le ombre litigano e così decide di placarle insegnandogli i testi delle tragedie e delle commedie utilizzate per anni per lavoro… E le ombre imparano e recitano per lei e con i suoi suggerimenti, rifugiandosi di giorno nella sua borsetta… Ma la gente mormora, la trova strana e il padrone di casa la obbliga ad andarsene raddoppiandole l’affitto… La donna parte in treno con i pochi effetti personali posseduti, fermandosi infine in riva al mare dove, sulla spiaggia, si addormenta. Le ombre decidono di aiutarla e al risveglio le espongono il piano: recitare i testi imparati. Grazie a un lenzuolo la prima rappresentazione ha luogo e qualche spicciolo viene lasciato dai pochi e divertiti spettatori… Da lì in avanti viaggia di villaggio in villaggio con la sua compagnia di ombre, “Il teatro delle ombre di Ofelia”, che immenso successo riscuote in ogni dove… In giro per il mondo con una vecchia auto comperata, un giorno Ofelia si ritrova bloccata nella neve. Un’ombra gigantesca le si palesa, Morte il suo nome. La vecchina la accoglie ugualmente, ritrovandosi dopo il di lei abbraccio in Paradiso. Lì le ombre si son trasformate in angeliche anime salve che l’accompagnano nel Teatro di luce di Ofelia dove recitano i testi imparati e che lei suggerisce…

NORBERTO NUCAGROSSA p. 145

C’era una volta nella savana un giovane rinoceronte, Norberto Nucagrossa che, per filosofia di vita, non si fidava mai di nessuno a parte se stesso… Con il tempo si fa sempre più cattivo e paranoico impedendo di fatto una vita serena agli altri animali che sono così costretti a riunirsi in assemblea per trovare una soluzione al problema. Ma nessuna delle numerose proposte avanzate viene approvata. L’ultima, quella della gazzella Tilde, prevederebbe la migrazione. Ma ecco che, mentre la si boccia, di lontano giunge l’eco del furioso avanzare di Norberto in corsa per ucciderli ritenendoli impegnati a tramare qualcosa ai suoi danni. Gli animali riescono a mettersi in salvo e molti di loro, udite le minacce del rissoso pachiderma, iniziano a cercare un altro posto più tranquillo dove vivere… E così, dopo pochi giorni, la sola rimasta è la bufaga Agrippina Agrappati che, rimasta ormai senza “clienti”, eccetto Norberto, decide di sistemarlo per le feste… Lo istiga così ad avere un monumento come spetta a un grande sovrano vincitore, ma quello non sa di certo lavorare la pietra. L’uccello, prima di migrare, gli dice di divenire lui stesso il monumento di se stesso e, fattolo salire sopra un enorme masso, lo fa mettere in posa intimandogli di rimanere immobile. Qualora dovesse scendere rovescerebbe il monumento e se stesso, dovendosi giustiziare da sé, oppure fuggire in eterno per non farsi arrestare e giustiziare (sempre da sé)… Passano i giorni e l’egocentrico e ottuso rinoceronte resta fermo al suo posto, iniziando a sospettare di essere il peggior nemico di se stesso… Dimagrisce sempre più e un giorno, ormai stremato, scivola fuori dalla corazza cadendo in terra. Inizia a mangiare, ma, alzando lo sguardo, impazzisce di paura nel guardare l’imponente corazza-monumento e, proprio come gli altri animali nel passato, fugge via a gambe levate… Qualche tempo dopo gli animali, saputo che la corazza è ormai vuota, tornano nella savana lasciando tuttavia in piedi il monumento come monito alle generazioni future…

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