ALEJANDRO JODOROWSKY – PSICOPOSTA. CONSIGLI PSICOMAGICI PER LA CURA DELL’ANIMA

ALEJANDRO JODOROWSKY – PSICOPOSTA. CONSIGLI PSICOMAGICI PER LA CURA DELL’ANIMA

 

CASTELVECCHI – Collana LE NAVI n. 62 – I ed Novembre 2007

 

TRADUZIONE: Redazione de “La Repubblica XL”

 

Nel libro sono raccolti alcuni consigli psicomagici che Jodorowsky dispensa a persone che si sono a lui rivolte per cercare di risolvere problemi psicologi che ne disturbano e bloccano l’esistenza. Consigli paradossali che comportano la rottura degli schemi che limitano l’io racchiudendolo entro barriere che la società, la famiglia ci impongono e che noi stessi ci autimponiamo, consigli, insomma, per imparare a volere, osare, potere e far tacere il chiacchiericcio interiore…

 

I – UOVA E MARZAPANE, LA RICETTA PSICOMAGICA PER RITROVARE SE STESSI p. 5

 

Ti capisco: la tua irritazione è rivolta tutta verso tua sorella. Eppure, il vero colpevole di questa sgradevole situazione è tuo padre.

Da quel che mi racconti, deduco che avrebbe desiderato un figlio maschio «nel quale continuarsi». Anzi, nel suo cuore cera posto solo per un erede maschio, Tua madre si piegò alle sue aspirazioni diventando sua complice. A tua sorella toccò fare sforzi giganteschi per soddisfare tuo padre e per diventare la sua continuatrice, vale a dire, tuo padre stesso. (p. 9)

 

E, siccome è tua sorella colei che si dà l’obiettivo di tuo padre – la continuazione degli affari – tu non hai diritto a esistere. Tua sorella sì. Qualunque cosa tu faccia, ti sarà criticata e sarà considerata un difetto, perché l’ideale della perfezione per i tuoi genitori è l’altra. Che, in ogni caso, avendo più anni di te, è stata durante l’infanzia la più forte, quella che sembrava essere più intelligente. Hai vissuto oppressa dai seguenti complessi:

 

  • Il complesso di inferiorità di tua madre, votata alla visione del mondo del marito machista.
  • Il complesso narcisista e misogino di tuo padre, che ha voluto creare una discendente a sua somiglianza.
  • Il complesso di un solo posto da dividere in due, di cui soffre tua sorella.

 

La tua nevrosi da fallimento è a causa di tutto questo. Non ti sentire in colpa se non provi affetto per tua madre e tua sorella. Hanno creato lo squilibrio familiare di cui sei vittima. E tuttavia, nel profondo di te stessa, continui a tentare di farti amare. Il tuo intelletto è quello di un adulto, ma il tuo cuore rimane infantile.

Questa richiesta non sarà mai soddisfatta a meno che tu e loro non vi sottoponiate a un trattamento psicoanalitico. Cosa che nessuna delle due ti concederà. Loro due vivono ancora in coppia: tua madre, come d’abitudine sottomessa alla figlia-marito, tua sorella nel ruolo di figlia prediletta-padre dominante.

Per migliorare la tua vita, di’ addio alla speranza di essere amata come una bambina. Quel che non ti hanno dato nell’infanzia, non te lo daranno mai. Questo è un dato acquisito. (pp. 10 – 11)

 

II – LIBERARSU DU PAPÀ E MAMMA E DEL POTERE MACHO: UNA SALSICCIA PUÒ SERVIRE P. 15

 


Non si può chiedere qualcosa che va contro natura: una donna che ama un uomo, prima o poi sentirà il desiderio di creare con lui una famigliai vale a dire, ubbidirà all’istinto che la porta a desiderare di essere madre.

Lei accetta i rapporti sessuali, la tenerezza, l’amore romantico, ma quello che non accetta in alcun modo è di diventare padre. Nel suo subconscio, diventare padre è per lei diventare suo padre. Quando un uomo, per il fatto di non avere ricevuto nell’infanzia l’affetto necessario, odia suo padre, per e- liminarlo o adotta uno pseudonimo, per togliere di mezzo il cognome (lei si firma Casanova 3000), o si rifiuta di avere dei figli (per non perpetuare il cognome), o non riconosce i figli, così che questi porcino il cognome della madre.

D’altra parte se sua moglie ha un bambino smette di essere amante e diventa madre, vale a dire una scimmiottatura di sua madre, cosa che la fa inorridire.

Io    non le dirò che è «cattivo», ma sì immaturo. (pp. 18 – 19)

Se lei continua così, diventerà un pietoso vecchio seduttore e finirà per spendere molto denaro con donne avide che si faranno passare per amanti appassionate. Se lei non vuole formare una famiglia è perché suo padre e sua madre non stavano bene insieme e le hanno dato un triste esempio, facendole credere che sia impossibile che un padre e una madre possano vivere insieme felici.

È bene che capisca che lei non ama le donne perchè non le accetta come sono. E vorrebbe che si comportassero come lei, vale a dire come uomini. Al momento, l’unica donna che sopporterà le sue condizioni sarà o una donna incapace di amare o una masochista 0 una nevrotica o una che odia se stessa. Non le sembra che sia arrivato il momento di smettere di desiderare che il mondo Sia Come lei vuole – capriccio infantile – e di decidersi a cambiare e accettare il mondo così com’è?

Lei deve trovare risposte positive che si adattino alla realtà: «Non tutti i padri sono come mio padre. Non tutte le madri sono come mia madre», «Esistono coppie equilibrate e felici e capaci di costruire famiglie dove i figli si sentono amati e accettati per quello che sono». (p. 19)

 

***

Cara futura grande dottoressa,

purtroppo, il nostro mondo è dominato dal potere maschile. Sono uomini quelli che governano, che gestiscono l’economia, che controllano la scienza, che impongono i valori culturali. Sono uomini i padroni della religione.

Quattro vette sono offerte ai maschi: possono pretendere di diventare campioni, eroi, geni o santi. Quattro vette sono offerte anche alle donne: possono pretendere di diventare madri, vergini, puttane

 

  • stupide. H novanta per cento dei padri, quando la donna è incinta, desidera che il primogenito sia maschio. Questa gerarchia insensata regna anche tra
  • medici. Ce un’enormità di medici, ma alle donne si lascia il ruolo subalterno di infermiere. Ci comportiamo ancora come dei trogloditi: la donna deve essere al servizio dell’uomo.

 

Capisco bene perché lei, trovandosi di fronte al suo fallico professore, si blocchi. Essendo donna, condannata a essere stupida, cameriera di un ristorante o prostituta domestica, lei si svilisce. Le hanno inculcato il disprezzo per se stessa. (p. 22)

 

III – LEI LO AMA, LUI NON È LIBERO. CHE FARE, ASPETTARLO? NO, CAMBIAR VITA. E NOME P. 25

 

Dolce Paola,

i bambini hanno delle pulsioni normali per la loro età, ma se crescendo restano, diventano patologiche. È normale che una bambina, alla sua maniera infantile, sia innamorata del padre. Questo le consentirà, nella pubertà, di cercare un compagno sul quale trasferire naturalmente questi desideri e sentimenti.

Capita che questo «incesto» infantile sia frustrato perché i genitori hanno un basso livello di coscienza (o pregiudizi religiosi) e respingono i segni della sessualità dei figli, o perché muoiono presto, senza aver potuto stabilire i legami emotivi necessari, o perché uno dei due prova gelosia per il bambino e si interpone nel rapporto. Quando ciò accade, anche se la persona si sviluppa correttamente sul terreno emotivo o su quello sessuale (o su entrambi), resta in uno stato infantile, cercando di realizzare l’incesto frustrato. A giudicare da quello che mi scrivi, credo che questo sia il tuo caso. (P. 28)

 

Come oggetto del tuo amore hai scelto un uomo che potrebbe essere tuo padre: vuol dire che hai proiettato su di lui la tua richiesta infantile incestuosa. Vedi la sua compagna come un ostacolo. In lei proietti tua madre. Dici che non l’ama: lo stesso che probabilmente ti sei detta quando desideravi a- vere per te tutto l’affetto di tuo padre, quando volevi essere la sua fidanzata, il sogno di tutte le bimbe. (P. 29)

 

Per questo motivo ti rifugi nella speranza: stai con lui perché non ti ama (cosi soddisfi la tua identità infantile), ma un giorno ti amerà.

È la speranza che ti permette di mantenere questo rapporto nevrotico.

«E quando io avrò trentaquattro anni, lui ne a- vrà cinquantacinque. Io sono la stella». Le stelle, per quanto siano belle, sono lontane nel cielo, irraggiungibili. La sua compagna sta nella sua casa, è parte della sua realtà, tu sei nei suoi sogni. (p. 30)

 

In questo tipo di relazione, l’uomo immaturo promette di separarsi, ma non lo fa. Ti sacrifica.

Se vuoi guarire devi accettare di cambiare. E cominciare una nuova vita emotiva, con qualcuno che esiste per se stesso, diverso da te ma complementare, capace di darti il cuore del suo cuore e di non tenerti, come il tuo attuale amante, lontano dalla realtà, in un ruolo secondario.

Questi sono i miei consigli di psicomagia.

Innanzitutto devi sapere che una pulsione, quando non si realizza nel momento appropriato, resta attiva finché non è soddisfatta la sua richiesta. Tu vuoi avere un rapporto con tuo padre. Accettalo senza sentirti in colpa e realizza l’incesto in maniera metaforica. (p. 31)

 

IV – QUANDO LA VITA E IL LAVORO TI OPPRIMONO DEVI IMPARARE A OSARE p. 33

 

Caro Valerio,

il    tuo problema è che ti hanno educato come un codardo. Temi «il non possedere», il «mi mancherà tutto». Immagini di vivere in un mondo ingiusto, pieno di gente falsa e bastarda. Sei rimasto un bambino.

Per questo motivo, vivi un conflitto nel quale vuoi assumerti la responsabilità di un figlio, ma assumendotela ti castreresti, sottoposto a un lavoro che ti distrugge. Sai che devi lasciare quel lavoro, ma non osi. In fondo, non vuoi lasciarlo, per continuare ad essere così come ti ha educato tua madre, un


bambino timoroso e non realizzato. Le Ferrovie dello Stato che ti hanno relegato in quell’ufficio- carcere rappresentano il padre distruttore, severo, terribile. Quell’uomo che tua madre odia. Se diventi adulto, perdi l’amore materno.

Nella magia tradizionale ci sono quattro concetti chiave: volere, osare, potere e tacere. Per ottenere qualcosa devi volerla con tutto il tuo essere. Poi, subito, devi osare, lanciarti nell’azione rinnovatrice, affrontando tutti i cambiamenti della personalità che ciò comporterà. Poi, vincendo la nevrosi da fallimento, devi poter trionfare. Il potere si ottiene concentrandosi sul presente, lasciando da parte i divieti infantili del passato e i timori per

il    futuro: tutto ciò che conquisterai sarà per il tuo bene. Infine, devi tacere, far smettere le idee pazze, il chiacchiericcio mentale, e intraprendere la strada che ti suggerisce il tuo intuito. «Solo procedo lungo strade che hanno cuore» (San Giovanni della Croce). (PP. 36 – 37)

 

V – LA FORZA DI CONFESSARE AI GENITORI LA TUA OMOSESSUALITÀ P. 41

 

Dico questo perché è necessario che tu usi tutta la tua forza di volontà per andare oltre i tuoi limiti al più presto possibile. Perché se non lo farai, sprecherai molti anni sprofondato nell’insoddisfazione. Ascolta bene. I tuoi due principali problemi sono:

 

  • ) vivere nel paese dove sei nato,

 

2) non avere il coraggio di rivelare ài tuoi genitori che sei omosessuale.

Si potrebbe dire che ancora non riesci ad accettare che sei adulto. Resti attaccato alla tua infanzia, vivendo con una personalità falsa per comprarti l’affetto dei tuoi genitori. (P. 44)

 

VI – I GENITORI PERFETTI TI ROVINANO LA VITA? DIVENTA UN PAGLIACCIO p. 48

 

Caro Davide,

gli elementi chiave del tuo problema sono: credi di venire da una famiglia felice, perfetta, con genitori che non hanno mai litigato, che non si sono mai traditi, che non hanno mai urlato, ecc. Eppure, tuo padre è morto relativamente giovane, tu avevi diciassette anni.

Non riesci a elaborare il lutto e sei rimasto senza evolverti, attaccato all’innocenza perduta. Risultato: non sei un uomo maturo, non vuoi avere figli. Temi un amore che ti distrugga.

Se voglio farti fare un passo avanti verso la coscienza, per liberarti, allo stesso modo in cui un chirurgo taglia le parti incancrenite di una ferita, devo dirti cose che potrebbero farti soffiare.

Ascolta bene. La tua famiglia assolutamente felice è un mito. I genitori non sono perfetti perché non litigano, o non si picchiano o non urlano.

Secondo la psicomagia poi, gli incidenti e le morti non dovute alla vecchiaia devono essere considerati dei suicidi metaforici. Tu, protetto dai tuoi genitori, non lasci l’infanzia e vivi in un Eden limitato. Consideri la morte di tuo padre, senza che tu te ne sia reso conto, un abbandono.

Dici a te stesso: «Se divento un padre perfetto come lo è stato il mio, avrò dei figli e poi morirò quando uno di loro avrà diciassette anni: non ne vale la pena! (p. 53)

 

VI – ENERGIA SESSUALE IN ECCESSO? PROVATE A RICICLARLA COSÌ P. 57

 

Per fare ciò, per il momento, non possiamo fare altro che vincere la morte. Individualmente siamo mortali, collettivamente possiamo essere immortali.

È a questo fine che lenergia divina attiva il tuo sesso affinché tu moltiplichi la vita. È un’energia della quale non devi vergognarti e che devi liberare dal sozzume morale con il quale l’hanno ricoperta, sbagliando, alcuni sacerdoti fanatici.

Nei tuoi testicoli porti la materia più sacra dell’orbe, il seme. Smetti di considerare i tuoi desideri dei «peccati» e scorda la «fedeltà»: alla tua età, gli ormoni ti chiedono di fare il maggior numero possibile di esperienze, affinché tu impari a rapportarti alle donne – i tuoi spiriti complementari – con u- na delle quali, quando raggiungerai la maturità, creerai altri fabbricanti di coscienza.

Ti consiglio di non disprezzare i tuoi impulsi e di lasciarli circolare per tutto il tuo corpo come caval-

 

  • indomiti, finché raggiungeranno le tue mani. Prova a caricare le tue mani di quell’energia sessuale e poi posale sul corpo delle persone depresse, sofferenti. All’inizio ti sembrerà di non riuscire a dar loro delle energie positive. Ma, ripetendo questa pràtica, si svilupperà in te il potere di far star meglio la gente. (pp. 60 – 61)

 

 

VIII – LA BAMBINA RAGNO SI DEVE TRASFORMARE IN DONNA FARFALLA. E FARE LA GUERRA P. 69

 


Fatichi a renderti conto che non ti hanno mai a- mato per quello che eri.

Quando dici «i miei genitori» ti riferisci a tuo padre, nel mondo della tua psiche tua madre conta poco o niente. Tuo padre, che non accetta che tu sia u- na donna e che insiste nel vederti come un uomo senza fallo, una castrata, ti ha comprato un negozio per il futuro, perché pensa che sarai sempre da sola, incapace di formare una coppia «normale». Ti mette in una scatola, ti rinchiude a vendere carta, profumi, giornali, cose che svaniscono, perché sente che tu non vali niente, che non hai una tua propria esistenza.

Ti hanno condannato alla solitudine, ti hanno dimostrato che non sei capace, per il fatto di essere donna, di sopravvivere senza di loro, senza di lui. ..

Non riesci a essere indipendente e non sei una vera proprietaria, né del tuo negozio né di te stessa: stai ancora facendo la brava, non guadagni denaro per poter ricevere quello di tuo padre, denaro che sostituisce l’amore e un riconoscimento di quanto vali che inutilmente attendi da lui. Quando dici «ho le palle piene» tratti te stessa come se fossi un uomo, ma allo stesso tempo hai una vagina vuota.

Ti hanno trasformato in un ragno immobile nella sua tela, in attesa di cacciare meravigliose mosche portatrici di amore.

Vivi qualcosa che non hai mai scelto, te lo hanno imposto e tu hai lasciato che te lo imponessero: la bambina continua a scusarsi di non avere un fallo e non sa volersi bene. Se hai una tale rabbia è per l’impotenza che senti per non essere in grado di rispettarti.  (pp. 73 – 74)

 

IX – COMPLESSO DI EDIPO E ALTRI TRAUMI: I RIMEDI DI UNO PSICOMAGO p. 77

 

Piccola Gemma,

quando una ragazza come te stringe una relazione con un uomo più vecchio e stabilisce un rapporto di amore-odio dal quale non riesce a liberarsi nonostante la separazione, tutto indica che in fondo non soffre per l’uomo che è stato il suo compagno, ma per suo padre.

Quando nell’infanzia gli impulsi incestuosi vengono repressi e i bambini colpevolizzati perché li hanno, nella bambina si crea un nodo psicologico difficile da districare. Se la bambina non viene colpevolizzata per questi impulsi (che vengono invece trasformati in tenere carezze dai genitori), la piccola può più tardi disfarsene proiettandoli in maniera sana su uomini con i quali non entrerà in conflitto. L’Edipo, come lo chiamano gli psicoanalisti, può essere sublimato in attività spirituali o creative quanto si vuole, ma non può essere eliminato. (pp. 82 – 83)

 

X – IPPOPOTAMI D’ACCIAIO DENTRO L’ANIMA: LIBERATEVENE COSÌ P. 85

 

Caro Paolo,

sei sprofondato nelFEgo spirituale. Per imparare ad essere bisogna prima imparare ad amare, a creare, a vivere.

Se vuoi arrivarci senza sacrificare ventanni sul lettino dello psicoanalista o in uno zafu (un cuscino, ndr) da meditazione zen, immobile per intere ore come un cadavere, allora lanciati a vivere un’avventura forte, che in un sol colpo estirpi in te l’odio che provi per una madre che ti porti appresso, come un ippopotamo d’acciaio.

Odi la tua femminilità, perché la porti dentro l’anima. Non ti conosco, ma queste parole le sta dettando il mio Rebe (guida interiore). (p. 89)

 

XI – IL BULLO TI TORMENTA? PER SCONFIGGERLO CI VUOLE UNA SORPRESA-SHOCK P. 93

 

XII – SE TI SENTI IN GUERRA CONTRO IL MONDO REGALA MONETE DA UN CENTESIMO P. 101

 

Quando qualcuno mi scrive che si sente amorfo, che è in guerra con il mondo, che vive male fino al punto di aver consumato droga, che si sente un uo- mO fallito, triste, e che soprattutto cerca «la pace», noti posso non pensare che questa persona sia stata messa al mondo da genitori che non la desideravano, che ha vissuto un infanzia senza essere vista, che è stata maltrattata, non amata, che è cresciuta con rabbia perché nessuno le ha insegnato a riconoscere i valori che porta in sé. Insomma, che ha a- vuto un padre tiranno e crudele, oppure, se non è stato così, se il padre è stato assente, che la madre sia stata tiranna e crudele.

Riguardo ai soldi, hanno trasmesso a questa persona una nevrosi sociale che le impedisce di guadagnarne in abbondanza. Tu sei cresciuto senza amare te stesso, disprezzandoti, amorfo per non avere avuto un modello genìtoriale. E, soprattutto, in guerra contro quella che tu vivi come una società opprimente. Il tuo lavoro ti pesa e non ti arricchisce, nonostante tu sia un uomo – si capisce dall’ansia di progredire e di esistere – che ha un’anima. Un’anima che si sente imprigionata in un carcere dove ciò che essenzialmente manca è l’immaginazione. La fantasia è importante tanto quanto l’intelletto. È la chiave che può evitarti di cadere nella trappola di una routine quotidiana nella quale tu sei solo un operaio schiavo che non ha la possibilità di conoscere il suo altro io, vale a dire, Tessere essenziale della sua persona, la sua infinita fonte di ricchezza interiore, il suo miglior alleato, in altre parole: il suo inconscio.

C’è un proverbio sufi che dice: «Non ti lamentare della sete quando sei in mezzo a un lago». Sotto la ristretta caricatura individuale che la tua famiglia, la società che ti circonda e là tua cultura ti hanno scolpito in testa, nel profondo di te stesso, tu – come tutti gli esseri umani – possiedi ciò che io chiamo il «Dio Interno». Quello è il tuo vero essere, oggi ancora dormiente. Svegliamolo!

Per sottrarti alla trappola della routine quotidiana, dei gesti stereotipati, di un concetto misero di te stesso, devi fare qualcosa che non hai mai fatto, qualcosa di così diverso da te da farti uscire dalla routine. Poiché vivi in quella che ritieni una società repressiva e opprimente, concretizzala in un solo simbolo: un poliziotto. Le tue angosce economiche provengono dal bambino che ce in te: la fatica che fai per guadagnare denaro equivale agli sforzi che devi fare per essere amato. Devi imparare a smettere di chiedere per imparare a investire, a dare. (pp. 104- 105)

 

XIII – VUOI DIVENTARE ADULTO? BUTTA LE IDEE SBAGLIATE E TORNA A RESPIRARE… (P. 107)

 

Caro Fabio: spero che, dopp aver letto questa lettera, tu capisca: devi mettere la testa dentro un i- deale «secchio pieno d’acqua». Devi sapere che se i j, tuoi genitori non hanno mai appoggiato le tue scel- J te è perché hanno fatto in modo che tu rimanessi a un livello infantile… Lo stesso livello infantile in cui! loro erano rimasti intrappolati.

Fabio, hai vissuto la tua vita in maniera totalmente vuota. La tua noia è quella dei tuoi genitori. Ma tu hai una sola vita come tutti. Per ognuno di noi non è mai lunga come vorremmo, ma è meravigliosa: tuffati nella vita. Lascia che la vecchia personalità svanisca. Rinasci. E un’altra cosa per finire: cambia anche il tuo nome… (p. 112)

 

XIV – NIENTE PAURA DEGLI INCUBI, QUELLE BRUTTE NOTTI AIUTANO A VIVERE MEGLIO p. 113

 

ggio di vivere e che vedi come angosciose mostruosità. Approfitta del fatto che stai dormendo per inquietarti, risvegliare la tua curiosità, chiamarti, pregarti e perseguitarti affinché tu entri nel suo regno, che è quello della tua vera e meravigliosa esistenza. Smetti di avere paura. Affrontalo.

Se l’inconscio ti invia l’immagine di un mostro che desidera divorarti, consegnati e lasciati mangiare. Non fuggire, non lottare.


Chiediti: «Cosa vuole dirmi?», in altre parole: «Cosa mi voglio dire?». E poi: «Cosa vuole che io accetti di me?»,vale a dire: «Qual è la barriera morale che devo abbattere, per essere ciò che sono veramente e non ciò che gli altri mi obbligano a essere?».

Io    ti dico: sii coraggiosa, smetti di fuggire, vedi gli incubi come messaggi cifrati della tua «divinità».

Continui così nella tua lettera: «Nel momento in cui ho l’assoluto bisogno di svegliarmi, rimango intrappolata tra sogno e realtà e non riesco a muovermi, sono immobilizzata… ». Questo succede perché sei fuggita dalle immagini che il tuo inconscio ti invia nel tentativo di rifugiarti nella veglia. Non ti puoi muovere perché il tuo essere essenziale non vuole che tu proceda nella vita prima di aver risolto gli enigmi interiori. È una supplica nella quale ti dice: «Per favore, non fuggire da ciò che sei, deciditi a essere te stessa, ribellati contro un’educazione infantile sbagliata. Non hai intrapreso la strada della realizzazione, ma quella della frustrazione. Ritorna a me, al tuo mondo creativo, alla tua benedetta immaginazione. Non sei un forziere pieno di nullità, dentro di te, nel cuore della tua anima, vive la Dea Interiore». (pp. 116- 117)

 

XV – IL LAVORO È UNA GUERRA? SUONA LA BATTERIA PER VINCERE IL MOBBING P. 123

 

Mia cara Deborah,

la realtà è un proseguimento del nostro inconscio. Quello che ci succede deve essere analizzato come se fosse un sogno. Devi dirti: perché mio marito sogna un uomo più forte che lo tortura? Ti renderai conto che Wolfram è terrorizzato come un bambino di fronte a un padre che abusa di lui. A causa della sua incapacità di uscire dalla sua infanzia e affrontare da adulto ad adulto il suo capo, si sente come violentato da lui. E questo gli impedisce di agire rispetto alla figlia come un padre in grado di proteggerla. (p. 127)

Chiedi a te stessa perché hai sognato di sposare un uomo che si sente così vittima. Forse la sua debolezza ti fa sentire forte. Sei tu Tuomo di famiglia? Forse i tuoi genitori volevano un maschio e non una bambina. (p. 128)

 

XVI – CON LA JODO-TERAPIA PUOI STRAPPARE DAL CUORE UN AMORE SBAGLIATO PO’. 129

 

XVII – MAMMA E PAPÀ SONO DUE IPOCRITI? LEGALI CON L’AMORE P. 137

 

XVIII – MITIZZI LA TUA RAGAZZA E NON RIESCI AD AMARLA? UNA MASCHERA TI AIUTERÀ P. 145

 

Caro ragazzo,

ogni relazione amorosa possiede una radice nevrotica. Da bambini, di solito, si hanno desideri di tipo incestuoso nei confronti dei propri genitori e nel caso degli uomini un tale sentimento nei confronti della propria madre si fa ancora più intenso: per capirci stiamo parlando di quello che Sigmund Freud chiamò «Complesso di Edipo». Se cresciamo in maniera corretta, arriva il momento in cui


spostiamo questo tipo di desideri verso altre donne e diamo a questo sentimento la definizione di «amore».

Se la madre, come sicuramente nel tuo caso, per ragioni differenti, in un dato momento allontana da se stessa il proprio piccolo, questo conserverà nel proprio cuore una ferita che avrà bisogno di molti anni per cicatrizzarsi.    …,,. ,. v

Quel bimbo ferito, deluso e collerico, rimane nell’inconscio dell’adulto e ogni volta che costui tenta di relazionarsi con una donna il bambino prende possesso della sua mente, facendogli rivivere i sentimenti infantili dell’abbandono. Tu vivi una sorta di delirio da proiezione, succede così che le donne di cui ti innamori altro non sono che schermi dove proietti tua madre. (pp. 148 – 149)

 

XIX – DIVENTARE IMPRENDITORI, CHE BELLO MA CHE FATICA, SERVE UN AIUTO PSICOMAGICO p. 153

 


Mio caro Stefano,

nel tuo messaggio emerge un odio verso il denaro e il lavoro e più in generale una sfiducia e un rancore nei confronti della società in cui vivi, ma anche nei confronti dei tuoi genitori e dell’educa- zione rigida che ti hanno dato. Un insieme di cose che, a prescindere dalle tue eccellenti qualità, fa in modo che tu non riesca ad amare te stesso. Questa mancanza di amore verso te stesso la proietti nel mondo che ti circonda, sentendo che nessuno ti valorizza, che tutti ti sfruttano e che nessuno ti a- ma. Così facendo, in maniera del tutto inconscia, scateni il rifiuto da parte di coloro che ti potrebbero offrire un impiego, perché in verità, odiando come odi l’educazione crudele che ti è stata impartita e il significato doloroso del denaro che ti inculcavano da bambino, non desideri che ti diano un impiego, perché punti così a preservare la

tua libertà. In realtà ti limiti a chiedere in maniera infantile perché non desideri investire e, com’è noto, chi non semina non raccoglie. In fondo non miri a guadagnare denaro, perché hai timore dell’avarizia che hai appreso dai tuoi genitori. In altre parole, se guadagnassi del denaro, diventeresti a- varo così come lo era tuo padre e questa è una cosa che non riusciresti proprio a sopportare. (pp. 156- 157)m