LOUIS-FERDINAND CÉLINE – GUERRA

LOUIS-FERDINAND CÉLINE – GUERRA
LOUIS-FERDINAND CÉLINE – GUERRA

LOUIS-FERDINAND CÉLINE – GUERRA

ADELPHI – Collana BIBLIOTECA ADELPHI n. 748 – 2023

6 ill. col.

Titolo originale: Guerre

Traduzione: Ottavio Fatica

A cura di: Pascal Fouché

Con una premessa di François Gibault

PREMESSA

Di François Gibault p. 9

NOTA ALL’EDIZIONE

Di Pascal Fouché p. 19

Romanzo inedito pubblicato dopo il “ritrovamento” (o, meglio, la riconsegna?) dei fogli manoscritti trafugati dai partigiani a Louis-Ferdinand Céline dopo la sua partenza da Parigi nel 1944… Come sempre, ampia la presenza di temi autobiografici…

GUERRA p. 23

27 ottobre 1914. Poelkapelle. Belgio. Gravemente ferito a braccio destro, testa e orecchie, Ferdinand si ritrova ricoperto di sangue e pieno di dolori, unico sopravvissuto del suo battaglione, costretto ad avanzare tra rovine, bombe e morti… Mai completamente incosciente, racconta la sua vicenda, trauma che non lo abbandonerà mai più…

“Tolte le ore che mi hanno operato, non ho mai più perso del tutto conoscenza. Ho sempre dormito così nel rumore atroce dal dicembre del ‘14. Mi sono beccato la guerra nella testa. Ce l’ho chiusa nella testa”. (pp. 25-26)

“Sauf pendante les heures où on m’a opéré, j’ai plus jamais perdu tout à fait conscience. J’ai toujours dormi ainsi dans le bruit atroce depuis décembre 14. J’ai attrappé la guerre dans ma tete. Elle est enfermée dansa ma tete”. (pp. 25-26)

Dopo una notte e parte di un giorno dalla disfatta, tra fumi, rovine e cadaveri tutt’intorno, Ferdinand non può far altro che iniziare ad avanzare nella campagna circostante, sanguinante, stordito e barcollante su un terreno infido…

“Quel paese era piatto – ma i fossati traditori e belli profondi, pieni d’acqua, rendevano molto difficile avanzare”. (p. 28)

C’était plat ce pays-là – mais les fossés traitres et bien profonds, pleins d’eaux, rendaient l’avance très difficile. (p. 29)

Ecco apparirgli un soldato solitario. Un nemico? Un commilitone? No, un inglese, meno ferito di lui e, quindi, in grado di aiutarlo a marciare verso Yprèss… Ma Ferdinand soffre troppo, costretto ad accasciarsi al suolo dopo circa un chilometro di lento e gravoso cammino… L’altro lo sprona, fino all’arrivo di un gruppo di una dozzina di cavalieri inglesi… Ferdinand perde coscienza, riacquistandola in una precaria infermeria sistemata in una chiesa…

Tra dolori e visioni, Ferdinand si ritrova poi trasferito d’urgenza in treno, circa due giorni dopo, per l’avanzata del fronte e l’avvenuto bombardamento della chiesa… Scorge le immagini di commilitoni morti, nonché di personaggi della Leggenda di Re Krogold…

Due giorni dopo, dunque, Ferdinand si risveglia in uno dei letti sistemati in un edificio adibito ad ospedale militare a Peurdu-sur-la-Lys, il Virginal Secours.

Subito visitato, nota come le infermiere cerchino d’indovinare cos’abbia… Ignaro sulla situazione, Ferdinand preferisce simulare nuovi deliri… A sottoporlo a frequenti visite per scongiurare presunti problemi di minzione, è la “sondatrice”, Mlle L’Espinasse [Aline a inizio libro, Agathe alla fine], capo infermiera con la quale instaurerà una superficiale relazione, sottostando ai giochi di baci e carezze masturbatorie della donna… Il Dr Meconille lo opera al braccio, poi sono gli odiati genitori a fargli visita… Il padre, frustrato impiegato della compagnia La Coccinella, fissato con il bello scrivere e l’educazione; la madre, preoccupata per gli affari del suo negozio di merletti. Entrambi hanno la delicatezza di rinfacciargli di aver dovuto lasciare il lavoro per passare a trovarlo…

“[…] e mio padre non mancava di trovarmi per l’ennesima volta indecoroso” (p. 48)

“et mon père me trouvait bien indécent encore dans l’occasion”. (p. 52)

È L’Epinasse a cercare di mediare, scusando la scontrosità di Ferdinand come dovuta al delirio… Genitori che, peraltro, pagheranno il debito di 325 franchi contratti da Ferdinand con la taverniera della caserma, Onime, prima della partenza per il fronte…

Unico amico di Ferdinand è Bébert [poi Cascade, alias Julien Boisson], automutilatosi pur di abbandonare il fronte, e sposato con una giovane prostituta, Angèle, dei guadagni della quale beneficia per bere e frequentare il locale l’Hyperbole dove lavora alacremente Amandine Destinée…

Commoventi le lettere del padre, a rammentargli l’infanzia lontana…

“Nelle lettere di mio padre c’era tutta la mia gioventù carogna che era crepata. Non rimpiangevo niente, lui era solo un lurido stronzo, apprensivo, mi faceva orrore, ma era pure sempre il mio piccolo passato di moccioso viziato quello che delineava sulle cartoline postali preaffrancate e sottoposte a censura, con frasi ben calibrate e ben tornite”. (p. 55)

Cascade è colui che sostiene Ferdinand durante le passeggiate, principiate dopo circa cinque settimane dal ricovero… La speranza è che L’Epinasse possa fargli avere sei mesi di convalescenza…

Ma ecco un giorno presentarsi in ospedale il comandante Récumel a interrogare Ferdinand sulle circostanze della disfatta subita dal convoglio alla quale solo lui è sopravvissuto… (“puisque vous etes à présent le seul survivant de cette épopée grotesque” )

Ma Ferdinand pensa unicamente di cosa possano accusarlo… Del generale, tuttavia, non avrà più notizie…

Rimasi in silenzio. Non avevamo niente da spartire. […]

Io pensavo tra me, senza parlare, di cos’è che voleva incolparmi alla fin fine? Di diserzione davanti al nemico? Di abbandono della postazione? Di qualcosa di simpatico. (p. 59)

“Je me pensais, en parlant pas, de quoi qu’il voulait m’inculper finalment? De désertion devant l’ennemi? D’abandon de poste? De quelque chose de gentil…” (p. 65)

Il tempo passa e per Ferdinand restano l’insonnia, i dolori alla testa e al braccio, i ronzii alle orecchie… Chiede sempre a Cascade della sua Angéle, poi, insieme, trafficano i medicinali che lo scaltro compagno ruba… Distante e persistente, il rumore dei bombardamenti… La guerra sempre presente…

All’Hyperbole Ferdinand incontra Angèle, invaghendosene a prima vista. La ragazza, sebbene minuta e giovane, risponde a tono a Cascade, furente di vederla nel locale sovente in compagnia di truppe alleate africane e inglesi… Questi ultimi, ricchi, pagano i servigi della ragazza con biglietti da cento franchi che lei poi consegna al marito pappone…

Di rientro, sorprende una sera l’Epinasse aprire le bare dei morti, lei anche necrofila…

Cascade, invece, resta turbato dalla visione delle esecuzioni, iniziando a chiudersi sempre più in se stesso, in preda a un nefasto presentimento, anche per via di velate minacce di Angèle… Arriva perfino a confessare di chiamarsi Julien Boisson…

Badate che era uno sensibile Bébert. Tant’è che sapeva stare zitto, per ore, a pensare a questo e a quello, guardando dritto davanti a sé. (p. 74)

Ma ecco per Ferdinand un’incredibile e inattesa notizia: ha ricevuto la medaglia al valore e una menzione sul bollettino di guerra…

Lei è stato decorato dal maresciallo Joffre con la medaglia al valore. (p. 85)

“Vous venez d’etre décoré par le maréchal Joffre de la médaille militaire”. (p. 97)

I genitori lo passeranno a trovare per presenziare alla cerimonia di consegna e congratularsi con lui…

Con cinismo Ferdinand decide di accettare di buon grado l’inattesa onorificenza…

“c’est une question de vent qu soffule, tu ne seras jamais aussi atroce ed déconneur que le monde entier”. (p. 100)

I genitori, orgogliosissimi, giungono in compagnia di un ricco collega del padre, Harnache, particolarmente ben visto e osannato dalla madre pur essendo un vanesio interventista, come tutti gli altri, ed essendo stato riformato per problemi cardiaci… (“Ma mère alors elle en revenait pas de l’admirer” (p. 102)

All’Hperbole, dove si sono recati per il pranzo, invitati dal riccone, è presente anche L’Epinasse, a sua volta fervente interventista e tutta presa dalla retorica bellica, in estasi al passaggio delle truppe in parata… Ultima ad arrivare è Angèle… Lei e Cascade, complice l’alcool ingerito, finiscono per litigare, con la ragazza a svelare lo stato di bigamo del pappone, con uso di documenti falsi per il loro matrimonio…. “et puis il est bigame oui bigame et qu’il est marié avec de faux papiers” (p. 112)

Al rientro in alloggio, apprendono della visita di due gendarmi in cerca di Cascade…

L’indomani, L’Epinasse evita i due giovani…

Durante la solita passeggiata, Ferdinand esterna il suo lato sensibile, beandosi della vista della natura… Cascade si chiude invece nel silenzio e, dopo essere stati intercettati da un soldato che li invita ad allontanarsi in fretta per un prossimo attacco nemico, tenta di suicidarsi gettandosi nel fiume… Mangiano e bevono, placando alcuni dissapori, fino a rientrare in camerata… Cascade, che si sente alle strette, inizia a leggere qualsiasi cosa gli capiti sotto mano. Va avanti fino a notte fonda, negli armadietti, in precedenza zittito dalle infermiere e dagli altri ricoverati, fino all’arrivo di un gendarme che, all’alba, lo trae in arresto… Sarà fucilato quattro giorni dopo per l’automutilazione al piede…

Dopo quanto capitato a Cascade, in camerata tutti i ricoverati si spacciano per eroi, ingigantendo le proprie ferite, invidiosi della medaglia di Ferdinand…

Da quando si è saputo che alla fine Cascade l’avevano fucilato, si sono messi tutti a sproloquiare delle loro prodezze. All’improvviso erano tutti eroi. (p. 113)

“En tout cas ils étaient jaloux. […]

Et tout héros qu’on était plus ou moins, tous bien hypocrites.[…]

Les agoniques ils étaient pas sincères. J’en ai vu, quand L’Epinasse passait, crever en comédie”. (p. 132)

Nonostante il flirt con L’Epinasse continui, questa lo fa trasferire in un luogo isolato della struttura, lontano dagli altri…

A L’Hyperbole incontra ancora Angéle, rimasta dopo la morte di Cascade e impegnata in una relazione con Destinée… La ragazza, specializzatasi ora nell’abbordare gli ufficiali inglesi, chiede a Ferdinand di aiutarla nelle sue estorsioni, fingendosi il marito geloso che la sorprende mentre è a letto con l’amante di turno, un trucco già usato in Francia con un altro complice… Sapendo di avere un ascendente su di lui, Angéle lo convince definitivamente, concedendoglisi per una sera… L’indomani dovranno attuare la prima estorsione, ma Ferdinand si limita a osservare ammirato la prestazione di un energico e muscoloso scozzese che strapazza lungamente la ragazza… Angéle non si scompone, intimando a Ferdinand di ripresentarsi l’indomani… Stavolta l’abbordato è un anziano ufficiale, un cinquantenne non certo prestante… Ferdinand riesce così a recitare bene il ruolo del marito geloso… Tutto va per il meglio, anzi di più… Angèle, infatti, lo informa che l’uomo, il maggiore Cecil Purcell, è ingegnere proprietario di tre fabbriche, pronto a invitarla a Londra e… desideroso di conoscere meglio anche lui!… E così, l’indomani, i tre s’incontrano. Preso a benvolere dal militare, potrà recarsi in Inghilterra come suo ospite!…

Con fermezza Ferdinand chiede e ottiene da L’Epinasse un permesso di sei mesi di convalescenza da trascorrere in Inghilterra…

La partenza avviene due giorni dopo, in battello da Boulogne, tra la pioggia e il mare grosso durante la traversata… e con inattesi settanta franchi cucitigli in una tasca dalla buona Epinasse…

L’ultimo pensiero, di profonda umanità, è, come sempre, per gli umili sfruttati…

Destineé in effetti non l’ho più rivista. Non ho mai avuto nemmeno sue notizie. I proprietari dell’Hyperbole avranno sicuro fatto fortuna e allora l’hanno messa alla porta. Ci sono esseri così, è strano, sono carichi, arrivano dall’infinito, ti vengono a esporre sotto gli occhi i loro gran fagotto di sentimenti come al mercato. Non stanno attenti, spacchettano la loro mercanzia come vine viene. Non sanno presentare bene le cose. E tu non ha comunque il tempo di rovistare fra le loro sarabattole, passi, non ti giri, tu pure hai fretta. A quelli di sicuro gli dispiace. Che fanno allora, rimpacchettano tutto? Buttano via tutto? Non lo so. Che ne è di loro? Non se ne sa niente. Ricominciano daccapo finché gli resta ancora qualche cosa? E dov’è che vanno allora? Certo che è enorme la vita. Ti ci perdi dappertutto. (p. 134)

IL MANOSCRITTO. PAGINE SCELTE p. 135

5 ill a colori.

REGESTO DEI PERSONAGGI PRINCIPALI p. 143

«GUERRA» NELLA VITA E NELL’OPERA DI LOUIS-FERDINAND CÉLINE p. 147

NOTA DEL TRADUTTORE p. 155