GIUSEPPE D’AMBROSIO ANGELILLO – IL CAVALIERE DEL SECCHIO. POESIE METROPOLITANE


GIUSEPPE D’AMBROSIO ANGELILLO – IL CAVALIERE DEL SECCHIO. POESIE METROPOLITANE
ACQUAVIVA – I ed Agosto 2003

UN BICCHIERE PIENO DI VISI

Un bicchiere pieno di visi.
Tutta questa gente che mi ha sorriso
e mi ha voluto bene.
E che non rivedrò mai più-
Tutto ciò è triste,
molto triste,
davvero del tutto tristissimo.
Significato: niente.
Le armi del dolore
scattano
e sparano dritto al cuore.
Tutto il mio mondo
in un bicchiere.
Mentre l’ultima goccia
è naturalmente un pensiero per lei. (p. 15)

L’ESPERIMENTO MONDO

Continuo ancora a sperimentare
questo cazzo di mondo
mentre i vigliacchi
vanno in processione
dietro il santo
che loro stessi hanno ammazzato. (p. 66)
Io sperimento tutto.
Ma più di tutto sperimento il nulla
che io stesso sono. (p. 70)

LA NATURA SE NE FOTTE DI PARLARE INGLESE

Siamo sul pianeta
dove i violini si suicidano
suonando mari in tempesta
in bottiglie di rum piene di puttanesco ardore.
Dove i migliori sorrisi sono al manicomio
per darsi fuoco come bonzi inghirlandati.
Dove le troie e i boia e le guardie
sono sciacalli acquattati nelle tenebre,
dove tutte le teste prima o poi
cadono in una fossa senza futuro. (pp. 143-144)

MENTONO TUTTI, SOPRATTUTTO I POETI p. 351

Gli stadi sono pieni di malati
che applaudono i loro idoli miliardari
mentre loro fanno la fila di tre ore
anche per prendere le pillole per cacare[…]
Annegato
continui a crederti
un marinaio d’alto mare
alla ricerca di nuovi inesplorati continenti,
impiccato
ti credi ancora
un angelo in volo
sempre in cerca di quel Bene Assoluto
che possa infine salvare tutti,
mentre tu sei stecchito,
crepato,
morto del tutto
da almeno 5000 anni. (p. 352)