VLADIMIR MAJAKOVSKIJ – COME FAR VERSI?

VLADIMIR MAJAKOVSKIJ - COME FAR VERSI?
VLADIMIR MAJAKOVSKIJ – COME FAR VERSI?

VLADIMIR MAJAKOVSKIJ – COME FAR VERSI?
ACQUAVIVA – MAGGIO 2008
Traduzione: Marija Antipova

1 p. 2

[…] in contrasto con i critici mi è spesso capitato, se non di scompigliare, quanto meno di denigrare
la poetica. Naturalmente, la vecchia poesia, di per sé innocente, è stata toccata poco. È stata presa di mira solo quando gli zelanti difensori delle anticaglie hanno cercato riparo dall’arte nuova dietro le natiche dei monumenti. (p. 2)
Il nostro odio continuo e basilare si avventa sul filisteismo critico-romanzesco. (p. 3)
Lo ripeto ancora una volta con la massima energia: non fornisco alcuna regola che trasformi un uomo in un poeta che gli faccia scrivere versi. In generale queste regole non sussistono. Si chiama poeta appunto colui che crea tali norme poetiche. (p. 5)
L’ottanta per cento delle assurdità rimate viene pubblicato dalle nostre redazioni solo perché i redattori o non hanno alcun’idea della poesia del passato o non sanno a che cosa sia necessaria la poesia. (p. 6)
Come renderla poetica? Le vecchie regole, con «cuore—amore» e il verso alessandrino, non servono più. Come immettere in poesia la lingua parlata, e come strappare la poesia dalla conversazione quotidiana? (p. 9)
I centenari manuali sull’arte di far versi non sono affatto di questa specie. Essi contengono la semplice descrizione di metodi storici, di corrente uso. 11 loro titolo corretto non è «come si scrivono», ma «come si scrivevano» versi. (p. 13)
Quali componenti sono fondamentali per dare avvio al lavoro poetico?
Primo. La presenza nella società, di un problema la cui soluzione è concepibile solamente con un’opera poetica. L’ordine sociale. (p. 14)
Secondo. La conoscenza precisa o, meglio, la comprensione dei vagheggiamenti della propria classe (o del gruppo che si rappresenta) riguardo al dilemma dato, ossia una posizione finalistica.
Terzo. Il materiale. Le parole. L’ininterrotto arricchimento delle raccolte, delle scorte del proprio cervello con parole essenziali, decise, insolite, immaginate, perfezionate, ricavate e qualsivoglia altro genere.
Quarto. Gli strumenti dell’officina e i congegni di produzione. Penna, matita, macchina da scrivere, telefono, un vestito per passar la notte al dormitorio pubblico, una bicicletta per portarsi in redazione, uno scrittoio bene organizzato, un ombrello per scrivere in caso di pioggia, una superficie
abitabile dove percorrere quel dato numero di passi ch’è necessario al lavoro, il collegamento con una agenzia di ritagli per l’invio di materiale sulle questioni che interessano la provincia, ecc, ecc, nonché la pipa e le sigarette.
Quinto. Le consuetudini e gli sviluppi di lavorazione delle parole, illimitatamente individuali, che si conquistano dopo anni di lavoro quotidiano: rime, rapporti, allitterazioni, immagini, cadute di stile, enfasi, finali, titoli, forme grafiche, ecc ecc. (pp. 15-16)
Di proposito affino, rendo semplice e rendo caricaturale il mio pensiero.[…]
Intento del mio articolo non è riflettere su modelli o procedimenti già noti, ma tentare la rivelazione del processo stesso di produzione della poesia.
Come si fa una poesia? (p. 19)
Il lavoro comincia molto prima che si riceva l’ordine sociale e se ne prenda coscienza. (p. 20)
Il mio tempo lo dedico interamente a provviste, che mi occupano diciotto ore su ventiquattro, e quasi sempre mi lamento tra me di qualcosa. (p. 22)
Questo “libretto d’appunti” è uno dei requisiti principali per fare una cosa valida. (p. 23)
In tutte le circostanze il poeta disamina ogni incontro, ogni segno, ogni cambiamento soltanto come materiale a cui dare un’elaborazione verbale. (p. 24)
Pertanto, ultimata una poesia, la imprigiono in un cassetto per qualche giorno, poi la continuo e subito ne vedo i difetti che prima mi erano scappati. (p. 42)
Il ritmo è la forza sostanziale, l’energia essenziale del verso. (p. 45)
La prima quartina definisce tutta la poesia. Avendo in mano questa quartina, già preciso quante ne siano necessarie sul tema dato e come dispone per causare un effetto migliore (architettura della poesia). (p. 57)
Appartiene all’elaborazione tecnica anche la qualità sonora della realtà poetica: la combinazione delle parole. (p. 67)
Conclusioni:
1. La poesia è creazione. Difficilissima, molto complessa, ma creazione.
2. L’apprendistato poetico non consiste nello studio del modo in cui fabbricare un tipo determinato e circoscritto di cose poetiche, ma invece nello studio dei metodi di ogni lavoro letterario, nello studio delle consuetudini di lavoro, che favoriscono la realizzazione di nuove consuetudini.
3. La novità, l’innovazione del materiale e del procedimento, è necessaria per ogni opera di poesia.
4. 11 verseggiatore deve agire ogni giorno per raffinare il mestiere e accumulare riserve poetiche.
5. Un buon quaderno d’appunti e la capacità di servirsene sono più apprezzabili del saper
scrivere senza errori secondo metri ormai decrepiti.
6. E inutile mettere in funzione una grande fabbrica poetica per costruire acciarini. Bisogna respingere frivolezze poetiche tanto irragionevoli. Bisogna afferrare la penna solo quando non vi sia un altro mezzo d’espressione dal verso. Bisogna riadattare le cose già pronte solo quando si apprende una chiara ordinazione sociale.
7. Per capire correttamente l’ordinazione sociale, il poeta deve essere al centro delle cose e degli avvenimenti. (pp.75-76-77)
8. Per eseguire nel modo migliore l’ordinazione sociale il poeta deve porsi all’avanguardia della sua classe, deve combattere, insieme con la classe, su tutti i fronti.
Bisogna mandare in frantumi la favola dell’arte apolitica.[…]
9. Solo un comportamento produttivo verso l’arte elimina la fatalità, la scarsità di principi nei gusti, il personalismo nei giudizi. (p. 77)
10. Non si può attribuire al procedimento, alla cosiddetta elaborazione tecnica, un valore autonomo. Ma proprio questo lavoro rende l’opera poetica adatta al consumo. Solo il diverso modo di elaborare una poesia rende differenti i poeti, solo la conoscenza, il perfezionamento, l’accumulazione e la varietà
dei procedimenti letterari fanno lo scrittore professionale.
11. L’ambiente quotidiano agisce sulla creazione di un’opera autentica come tutti gli altri fattori. (p. 78)
12. Noi del Lef non asseriamo mai di essere i possessori esclusivi dei segreti della creazione poetica. Ma siamo gli unici che vogliono rivelare questi segreti, gli unici che non vogliono contenere la poesia in una adorazione artistico religiosa per fini speculativi. (p. 79)