ROBERT BRASILLACH – LÉON DEGRELLE E L’AVVENIRE DI REX


ROBERT BRASILLACH – LÉON DEGRELLE E L’AVVENIRE DI REX
IL CINABRO – Collana ORFEO n. 2 – 1997

TRADUZIONE: Giulia Ferrari
TITOLO ORIGINALE: Léon Degrelle et l’avenir de “REX”

PRESENTAZIONE. ROBERT BRASILLACH E LÉON DEGRELLE: LA FIEREZZA E LA SPERANZA
Di Mario Michele Merlino

I – LA GIOVINEZZA DI LÉON DEGRELLE p. 33

In questa prima parte del libro, Brasillach ripercorre le principali tappe della formazione di Degrelle…

“Rientrato in Europa, dopo la sua esperienza messicana, era diventato un uomo, e sapeva quello che voleva. […]
Non ancora venticinquenne, rientrava in Belgio forte di queste tre esperienze capitali, e deciso all’azione”. (p. 60)

II – COS’È IL REXISMO p. 63

La seconda parte del saggio è dedicata al movimento Rexista di cui Degrelle è stato fondatore e leader indiscusso… Brasillach scrive in contemporanea, nel 1936, in occasione di un suo viaggio in Belgio dove ha potuto studiare il “fenomeno” sul campo…

Nel giugno del 193 furono costituti, al di fuori degli ambienti studenteschi borghesi, i primi gruppi di uomini di ogni età e di ogni classe sociale, che presero il nome di Fronte popolare di Rex e che furono particolarmente attivi a partire dall’autunno. (p. 68)

Come tutte le vere rivoluzioni, Rex è dunque allo stesso tempo una rivoluzione politica e una rivoluzione morale. (p. 78)
Benché tollerante per tutte le confessioni religiose, Rex non ha mai nascosto di essere un movimento cattolico, sostenendo anche che il solo mezzo per lottare contro il bolscevismo è il cristianesimo. (pp. 78-79)
Naturalmente, questa rivoluzione morale si ridurrebbe a delle belle parole, se non si accompagnasse a una rivoluzione economica. Per i combattenti rexisti, due sono i nemici giurati: il bolscevismo e l’ipercapitalismo. Questi sono del resto molto più affini di quanto non pensino, poiché il loro sviluppo non conduce ad altro che a concentrare in poche mani, quelle di un’oligarchia incontrollata, tutta la vita di una nazione. (p. 80)
Così come fa col bolscevismo, il capitalismo, e il mostruoso statalismo, Rex condanna anche quella che chiama “l’odiosa ipocrisia manchesteriana”, vale a dire il liberismo economico. (p. 81)

III – DEGRELLE VIVO p. 97

L’ultima parte del libro è dedicata al Degrelle contemporaneo, incontrato da Brasillach nel suo viaggio in Belgio, intervistato e seguito durante alcuni comizi…

Ciò che stupisce, appena ci si avvicina a questo movimento, è la sua giovinezza. […]
La verità è che al suo debutto il rexismo fu in effetti un gruppo giovanile. Successivamente, gli si sono aggregati uomini di ogni età, e la vera giovinezza è quella dello spirito. (p. 97)