MICHAEL RADFORD E MASSIMO TROISI – IL POSTINO

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Sud Italia, estate del 1952. Il giovane Mario Ruoppolo, disoccupato figlio di pescatori timido e introverso, soffre spesso di reumatismi, raffreddore, totalmente incompatibile con la vita di mare… Spronato dal padre, si presenta per l’incarico della consegna della posta a Pablo Neruda, celebre poeta cileno in esilio proprio sull’isoletta, il cui arrivo è stato preceduto da non poche polemiche… Il lavoro è reso gravoso per il fatto che Neruda è amato dalle donne per le sue poesie d’amore e celebre per la sua militanza comunista. La paga è irrisoria, ma lui accetta…

Sorpreso dall’incredibile numero di lettere che riceve, soprattutto da donne, finisce per entrarci sempre più in confidenza, facendosi infine autografare un libro di poesie… La dedica, invero, un banale “cordialmente”, lo lascia deluso, lui che avrebbe voluto vantarsi della sua amicizia con il poeta… Questi, con il tempo, diventa per lui un vero maestro, non solo di letteratura ma anche di vita…

La vita di Mario viene poi sconvolto dall’incontro con la bellissima Beatrice, nipote della proprietaria dell’osteria del paese… Lo racconta subito a Pablo che lo aiuta, andando insieme a trovarla in osteria e aiutandolo a recitare versi (del poeta) che, con il tempo, la fanno innamorare, nonostante le proteste della di lei zia, donna Rosa… Questa ritiene Mario abbia solo intenzioni materiali, recandosi anche da Pablo per denunciare le mire del giovane, ignara le citazioni siano proprio da sue opere!… La poesia “Nuda”, dal poeta dedicata alla moglie, Matilde Urrutia, è invero un po’ azzardata e gli costa il divieto di rivedere Beatrice…

La ragazza, tuttavia, fugge e raggiunge l’amato, assieme al quale si presenta dal parroco, con Pablo a fargli da testimone, sebbene dal prelato ritenuto un comunista mangiabambini…

Durante i festeggiamenti, il poeta comunica di aver ricevuto una lettera dal Cile: l’esilio è terminato e può tornare in patria assieme all’amata Matilde a seguito della revoca del bando…

E così, l’indomani, il poeta riparte… Commosso il commiato tra i due amici, con Mario a consegnargli le ultime lettere e rifiutare i soldi offertigli…

Di lì in avanti, il giovane inizia a comporre sue poesie, lui tornato disoccupato a passare il tempo all’osteria di Beatrice… Con distacco osserva la campagna elettorale del politico della DC Di Cosimo, per il quale rifiuta di preparare i pasti, seguendo invece con attenzione i viaggi e i premi di cui Pablo è insignito… La speranza è che un giorno possa tornare in Italia a salutarlo…

Le elezioni, per il dispiacere di Mario e del suo amico Giorgio, il direttore delle poste, sono vinte dai democristiani…

Beatrice rimane incinta e Mario vorrebbe chiamare il nascituro Pablito in onore del poeta. Moglie e Rosa non sono molto d’accordo su ciò, dato che Neruda non ha più dato notizie di sé da oltre un anno… Ma con una lettera gli viene richiesta la spedizione di alcuni effetti personali lasciati sull’isola…

Mario, aiutato da Giorgio, inizia registra sue poesie o suoni raccolti in paese. Lo strumento gli era stato mostrato proprio da Neruda che gli aveva chiesto di registrare una cosa bella dell’isola. Ma lui era stato solo in grado di pronunciare il nome di Beatrice Russo, sua amata…

Cinque anni dopo, a sorpresa, Pablo torna con Matilde sull’isola, sorpreso di trovare un bambino con il suo nome, Pablito. Il poeta apprende che Mario è morto pochi giorni prima della nascita del bambino, ucciso dalla polizia durante una manifestazione comunista. La voce del postino rivive in quella registrazione mai spedita per la sua prematura dipartita… Canto per Pablo Neruda è una poesia che lui aveva scritto e registrato in suo onore, recitata in un tragico affollato comizio prima della morte…

Impressionato dalla vicenda, Pablo non dimenticherà mai né Mario né l’isola…