Sotto Casa
E TU VAI VIA
Edizioni Linea Due / Casi Ciclici
Non è più
come fu per caso
in cortile,
io col naso
alla finestra
perso a guardare
giù…
che ti ho vista
e in un secondo
già ero in fondo
alle scale:
“Scusa se domando…
vivi qui pure tu?”
Dov’è quell’incanto,
dove le tue dita?
Odio ogni momento
in cui non t’ho capita!
Vivere di assenza
chiusi in una stanza…
odio la coerenza
tua sconsiderata!
Non è
detto
che
tutto
debba cambiare,
che l’amore
sia banale
dopo il primo baleno,
non c’è
niente che
più mi faccia dolore
dell’immagine di te
col tuo prossimo amore…
RIT.:
e tu vai via…
scegli di corsa
le tue cose
e poi vai via…
ti metti in borsa
anche le scuse
e poi vai via…
la bocca morsa
da una frase
e poi vai via dalle mie mani,
via dalle lenzuola,
via dai nostri buoni
sintomi di allora…
via dai miei progressi,
via dall’assoluto
come se non fossi
ancora innamorato!
Dov’è
quella che
se mi blocco
e sto male
smette il troppo
che ha da fare
per restare
con me…
che un mattino
ritornando
dopo il pieno
di mare,
disse: “Amore,
pensa a quando
poi saremo
in tre!”
Dietro le pareti,
dietro l’illusione
dei miei baci dati
per ostinazione!
Non è
detto
che
tutto
debba cambiare,
che l’amore
sia banale
dopo il primo baleno,
non c’è
niente che
più mi faccia dolore
dell’immagine di te
col tuo prossimo amore…
RIT.:
e tu vai via
mi fissi
gli occhi come un cieco
e poi vai via…
strascico passi
da ubriaco
e tu vai via…
potessi
cominciar da capo,
ma vai via dai miei ricordi,
via dalla ragione,
via dai nostri sguardi
in mezzo alle persone…
via dai compromessi,
via dall’infinito
come se non fossi
ancora innamorato!
Cos’è
che di me
già da un po’
non ti piace?
Io non ho
quasi più
voce…
dimmi tu
che cos’è!
BUON COMPLEANNO
Il vantaggio
di avere
a disposizione
almeno le prime ore
del pomeriggio
e passeggiare
sta tutto
nel tuo quasi astratto
abituale
dosaggio
nelle cure
che rivolgi al cane
e non rimane
che lasciarti fare.E’ così che immaginavo noi
da grandi,
che tra miliardi
e più di sguardi,
eroi,
vertigini, promesse
e abbracci
quanto tempo
a farci
di carezze,
e quale inciampo
al cuore
fosse
allora per me non sai
quel guardarti rimanere
come starebbe un fiore
sotto la neve.
RIT.:
Buon compleanno,
bellissimo
amore!
Riuscissi
soltanto
a spiegarlo
a parole
il tanto
che danno
le singole ore
d’estate
passate
con te!
Di che cosa
sono
fatte
tutte
le emozioni
e dove piano
aspettano distratte
che una scusa
di bufera
o terremoto
le sprigioni
da quell’ angolo remoto
di ogni stupida paura?
Così
accade negli incontri
casuali
che due amanti
chiusi
com’è chiuso il pugno
dei più soli
si ritrovino le braccia
come ali,
che il destino consapevolmente faccia
verità di un sogno
dove sboccia un fiore
sopra la neve.
RIT.:
Buon compleanno,
bellissimo
amore!
Riuscissi
soltanto
a spiegarlo
a parole
il tanto
che danno
le singole ore
d’autunno
passate con te!
Buon compleanno
e se tra mille
di questi
ci troveranno
i resti
uniti in eterno,
non eran soldati
né stelle,
diranno,
ma due semplici innamorati!
Penso
a chi non ha più senno
e meraviglia
di questa
nostra
condizione
di animali
strani
che a qualsiasi cenno,
verso,
battito di cuore
o ciglia
sempre
si dimostrano
praticamente
uguali.
RIT:
Buon compleanno,
bellissimo
amore!
Riuscissi
soltanto
a spiegarlo
a parole
il tanto
che danno
le singole ore
d’inverno
passate con te!
Buon compleanno
e se tra mille
di questi
ci troveranno
i resti
uniti in eterno,
non eran soldati
né stelle,
diranno,
ma due semplici innamorati!
SOTTO CASA
Apra la sua porta,
faccia presto…
non importa
cosa crede lei
di questo
movimento,
ma l’avverto
che al suo posto
non ci penserei
due volte,
dato l’imminente
arrivo di Gesù,
perché poi non torna più!
Mi son reso conto
che serpeggia
tra i credenti
il malcontento
per la pioggia
di mancati
appuntamenti
nei millenni,
ma si metta
nei Suoi panni…
quell’incetta
di pianeti
da salvare…
di pianeti da salvare!
Possa la bontà
del vostro cuore
riscoprire
che la verità
si cela
spesso
dentro una persona
sola
e non è tanto
il sesso
a consolare
l’uomo
dal suo pianto,
ma l’amore
buono
ed il perdono
santo
del Signore.
Lasci
che le spieghi
in due parole
com’è facile
sentire
gli echi
bassi ed immorali
di comportamenti
frivoli e meschini
quali
certi
omini
in abito da donna,
la vergogna
che neanche gli animali!
RIT.:
Apri un istante
e ti farò vedere io
che nasce sempre
il sole
dove
cerco Dio,
in tutti
i poveretti
che hanno perso
il senso immenso
della vita!
Non chiedo mica
un regno
intero,
dico io…
sono un indegno
messaggero
e cerco Dio
in chi vendette
onore
per denaro
e ora nel cuore
mette
un muro!
Lei non si dimostra
illuminato
dalla grazia della vostra
Santa Vergine Maria,
lo chiami pure, se ritiene,
il capo
della polizia,
ma a chi conviene
tutta quella baraonda
se l’ozono
s’è ridotto
a un colabrodo
e basta
un solo
farabutto
a fare in modo
che dell’uomo
non rimanga
neanche l’ombra…
e poi ficcatevelo in testa:
non si viene
al mondo tanto
per godere,
ma soltanto
perché un Bene
Superiore
ci ha creati!
RIT.:
Apri
un istante
e ti farò vedere io
che nasce sempre
il sole
dove
cerco Dio,
in tutti
i poveretti
che hanno perso
il senso immenso
della vita!
Non chiedo mica
un regno
intero,
dico io…
sono un indegno
messaggero
e cerco Dio
in chi vendette
onore
per denaro
e ora nel cuore
mette
un muro!
So che sei lì
dentro…
non ti muovi,
ma ti sento!
Oggi te la cavi,
sì…
ma non finisce qui!
RIT.:
In tutti
i poveretti
che hanno perso
il senso immenso
della vita!
Non chiedo mica
un regno
intero,
dico io…
sono un indegno
messaggero
e cerco Dio
in chi vendette
onore
per denaro
e ora nel cuore
mette
un muro!
I TUOI MALEDETTISSIMI IMPEGNI
Se tu lavori
tutto il giorno
a che mi serve
vivere?
Aspetto fuori
il tuo ritorno
pensando sempre
e solo a te.
Ma tu
coi tuoi discorsi strani:
cantare le canzoni
oggi non basta più!
RIT.:
E non c’è una soluzione se non quella
di rimpicciolirmi a dismisura
fino al punto di traslocare nella
borsa tua con gran disinvoltura…
oppure supplicare e supplicare la tua ombra
di cedermi la possibilità
di rimanere là
a disposizione
cambiando se tu cambi posizione…
o essere l’involucro
di ogni
funambolico
pensiero che ti viene
quando le giornate sono piene
dei tuoi maledettissimi impegni!
nel petto
quando
mi getto
vino
in gola…
e più ti respiro
e più t’ingoio
più voglio
rivederti ancora!RIT.:
Forse c’è una soluzione buona in più:
potrei farti da fermaglio
per capelli
se per sbaglio
ti venisse voglia di tenerli
su…
oppure travestirmi da molecola di vento
e accarezzarti impunemente
il viso mentre
non hai tempo…
non hai tempo!
RIT.:
E non c’è una soluzione
se non essere l’involucro
di ogni
funambolico
pensiero che ti viene
quando le giornate sono piene
dei tuoi maledettissimi impegni!
ATTO DI FORZA
Evade il buio arcigno
come una bolla d’aria,
verde perfetto
svaria
in comignoli,
dov’è pieno
di pioggia
qualche abbaglio asciutto,
e un tuono
di carta ondeggia.
Il cielo rivela filamenti
di nubi strette
e le braci violette
fosforescenti
del sole
già nato
fanno il lago lento
e sottile
un laminato
d’argento.
Evapora immerso
di nebbia
come lenzuoli,
e in mezzo
alle labbra
due fili
d’erba
lei tira sassi
ricurva sui buchi
nell’acqua riflessi:
ci specchia i suoi pochi
vent’anni di età.
Ma
dietro il cappello
di paglia
lui calmo
ritaglia
un po’ d’ombra
e si vanta
ad un palmo
da lei per quello
che appare da tanta
bellezza
ed immonda!
Perché la ragazza
ha tradito, lasciando
in lui prati
di niente
e un fuoco distante
a incendiarlo.
Pulsa l’aorta
nel collo
della ragazza nuda…
lo stallo
una volta
voluto
è carne che grida:
“Aiuto!”
Si attacca
alla panchina,
un vento di latta
la frusta sulla schiena
e aspetta
la grandine
come un ceffone…
farfuglia strambi
cadaveri di parole.
Fasci
di gelo
inchiodano
gli alberi allo sfondo
e quest’ingombro
di nuvole in nero
sfoga
rovesci
come minacce.Il calo verticale
l’attraversa
appieno,
e com’è diversa
la vita reale…
i nubifragi
son miti
e fragili
stalattiti
di cielo!
LA MIA LIBERTA’
Non mi è bastato,
no,
l’amore avuto
in prestito
da te…
vuoto
a rendere,
riprenditelo tu
così com’è.Stai cadendo
giù
come intonaco dalle
pareti
e sprechi
un mondo
tuo di balle
che non reggono più…
li ho già
grattati via
come un solletico
d’inconveniente
i tuoi profeti
e certe
assurdità
sull’utopia.
Non trovi meno astratto
che l’autonomia sentimentale
sia
abolita sempre
dal concetto
esatto
per il quale
un sintomo d’amore
si misura in dosi come
un recipiente?
RIT.:
Ma poi se ti guardo
mi eviti gli occhi
come quando
si è colpevoli o vecchi,
e sai che c’è?
C’è che ognuno
fa quello che vuole,
e tu non
hai idea
di cosa sia
l’amore…
e no!
Cosa ne sai del fatto
che si spacca
in due la testa,
il mondo,
tutto
quando
un altro affetto
ci si attacca
addosso
e poi non resta
che quel chiasso
in mente
a forza di capire
il più importante.
L’hai capito
o no?
Si può avere
tutto e subito,
però
non è così che va
la mia libertà!
RIT.:
Se vuoi, se ci tieni
e l’idea ti consola,
da domani
mi puoi stringere
ancora
e sai che c’è?
C’è che ognuno
fa quello che vuole
e tu non
hai idea
di cosa sia
l’amore,
e no…
no!
Ci sei
riuscita intanto
a lasciarmi un altro
buco in petto
e i miei
segreti
che ti ho detto
come biancheria sporca
lì ammucchiati
sulla porta …
e avanza
anche da sé
come una pelle
o la mia barba
questa bugiarda
convinzione
di confondere te
con un’usanza
di quelle
che riguardano
il cuore.
IL NOME DELLE STELLE
Sono un alchimista,
un ingegnere
fantasista,
forse sognatore…sono un uomo che possiede
solo un’anima e non chiede,
ma cosa può importare
in un paese forse troppo diverso
che non sa ascoltare…
in un paese dove sono diverso
ed è diverso l’amore…
con la mano sopra il cuore
sorrido
e ti ringrazio ancora.
RIT.:
Basterà quest’acqua
per ricchezza
che scorre, che piove,
che scorre, che piove
e mi specchia…
basterà l’odore
della notte
e posso dare
un nome a tutte le stelle
che riaccendono i miei occhi
quando sono troppo tristi,
ma sempre così innamorati…
che sono sempre così…
ancora così innamorati.
Ho scoperto il freddo ed il rumore
tra l’indifferenza e una ragione…
guarda come scende questa neve,
la porterò a mia madre
per fargliela toccare.
A volte io mi sento molto solo,
a volte io mi sento meno vivo…
a volte io mi sento molto solo,
a volte meno vivo…
con la mano sopra il cuore
sorrido
e ti ringrazio ancora.
RIT.:
Basterà quest’acqua
per ricchezza
che scorre, che piove,
che scorre, che piove
e mi specchia…
basterà l’odore
della notte
e posso dare
un nome a tutte le stelle
che riaccendono i miei occhi
quando sono troppo tristi,
ma sempre così innamorati…
che riaccendono i miei occhi
quando sono troppo tristi,
ma sempre così innamorati…
che riaccendono i miei occhi
quando sono troppo tristi,
ma sempre così innamorati…
che sono sempre così…
che sono sempre così innamorati…
innamorati.
Sono un alchimista,
un ingegnere,
(a volte io mi sento solo)
forse un sognatore.
Sono un alchimista,
un ingegnere,
(a volte io mi sento solo)
forse un sognatore.
(a volte io mi sento solo)
…un sognatore.
CON CHI SARAI ADESSO
Edizioni Linea Due / Casi Ciclici
Come sarai adesso?
Forse i capelli più corti,
un taglio diverso…
non ce la faccio a scordarti,
tre settimane
che abiti male
il mio stomaco…
ti ho mandata via, ma tu
ormai
non te ne vai
più!
E dove sarai adesso?
In quale stanza non smetti
di piangerti addosso…
se per un attimo uscisse
da me quest’ultima tosse
per buttarti fuori!
Ma resti imbottigliata qui,
sei lontana eppure mi
divori!RIT.:
Tu, la tua gelosia maledetta…
che l’aria mi stava stretta
ed i tuoi sguardi eran sassi
se uscivo di pomeriggio
solo per farmi due passi…
e non capivi che è peggio!
Io senza respiro costretto
da questo tuo chiodo fisso
a lasciar perdere tutto
e risparmiarti l’abisso
del nostro amore perfetto!
Cosa farei adesso
che giorno e notte
ci penso
e ancora m’illudo
quando mi chiedo
se i nostri
eran silenzi maldestri
di chi si allontana
o soltanto
bastava
anche a te
avere accanto
me.
RIT.:
Tu, la tua gelosia maledetta…
che dall’amore si scappa
quando ce l’hai dappertutto
come l’assedio di un’ombra…
ed ora guarda che hai fatto:
il nostro amore che affonda!
Io che sono stato costretto
da questo tuo chiodo fisso
a lasciar perdere tutto
e risparmiarti l’abisso
del nostro amore perfetto!
RIT.:
Tu, la tua gelosia maledetta…
quando però stavi zitta
con le domande già in bocca!
Sai quante volte ti ho vista
fare una faccia corretta
e dentro il cuore che scoppia!
Io senza respiro costretto
da questo tuo chiodo fisso
a lasciar perdere tutto
e risparmiarti l’abisso…
con chi sarai adesso?
Gli strapperei via di dosso
il sorriso che ha messo…
QUEL CERINO
Vento
che scalci nelle sere
e qualcosa fai cadere
dai tavoli all’aperto…
vento
che sai muovere
i capelli,
sfogli pagine
ed incolli
le foglie alle ringhiere…
vento,
ma se basta un altro
idiota,
la scintilla e una folata
per ricominciare il male,
ho soltanto
una domanda:
vento,
non ti accorgi che se incendia
è aria che devi fermare?
RIT.:
Vento,
che ti ho guardato anche
soffiare
contro il moto orizzontale
delle onde e farne venature
bianche…
ti ho visto da lontano
come un gigante
nero
all’orizzonte
diventare
un uragano!
Vento,
lo trovi divertente
quando la nebbia è un muro
stare lì a
non fare niente?
Ma ti ho visto anche sicuro
spazzare via
dal cielo
nuvole di veleno.
Vento,
capirai
perché ogni volta
che fai
sbattere una porta
poi
ci sobbalza il cuore…
vento,
siamo intrisi
di paure,
gente allergica al dolore,
ai soprusi
e allo spavento…
vento,
ma se basta un altro
idiota,
la scintilla e una folata
per ricominciare il male,
ho soltanto
una domanda:
vento,
non ti accorgi che se incendia
è aria che devi fermare?
RIT.:
Vento
che ti trastulli
in giro
a fare caroselli
di cartaccia
in qualche abbandonato
anfratto…
vento
se almeno
per dispetto
in un dannato
giorno di bonaccia
avessi spento
quel cerino!
Vento,
soltanto
una domanda:
non ti accorgi che se incendia
è aria che devi fermare?
L’AMORE DI LILITH
Essere infido
della notte,
il più antico seme
di donna creata,
la prima che fu ripudiata…
sono il grido
che viene
alle civette.
Di bocca
fessura corrotta
e labbra nere
come pece,
ho i denti
filiere
di luce
e gli occhi due lenti
di vuoto.
RIT.:
Non volli, perfido Giove,
il tuo viscido
Adamo
giacendogli sotto:
(L’amore di Lilith)
il mio cuore,
capisci,
è più libero, estremo,
supremo,
perfetto!
(L’amore di Lilith)
Signora devota
dell’aria,
una remota
cattiva ribelle
madre di certa
lussuria,
in cerca
di maschi nelle culle.
Ho amato creature viziose,
demoni astrali
in acque chiuse,
e i miei sono figli
con le ali,
vampiri crudeli
e maligni!
RIT.:
Non volli, perfido Giove,
il tuo viscido
Adamo
giacendogli sotto:
(L’amore di Lilith)
il mio cuore,
capisci,
è più libero, estremo,
supremo,
perfetto!
(L’amore di Lilith)
Ammiralo attento
il mio nudo
dipinto:
il seno di perla è sodo
e intorno alle gambe
un grande
serpente si crea,
la coda
che serve da fallo
nel caso una dea
mi richieda
di farlo.RIT.:
Non volli, perfido Giove,
il tuo viscido
Adamo
giacendogli sotto:
(L’amore di Lilith)
il mio cuore,
capisci,
è più libero, estremo,
supremo,
perfetto!
(L’amore di Lilith)
Eva, tu fragile amante
l’avrai capito solo dopo
che fosti la prima di tante…
di tante.
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