Max Gazzè – Sotto casa


MAX GAZZÈ – SOTTO CASA
VIRGIN – 2013
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A tre anni di distanza da Quindi? Max Gazzè torna con un uovo album d’inediti lanciato dalla partecipazione al festival di San Remo 2013. È un Gazzè più maturo e meno ironico rispetto al passato, capace di mescolare sonorità semplici ma coinvolgenti, testi raffinati e poetici, creatività e sarcasmo. Il risultato è uno dei migliori dischi dell’artista romano, dal livello elevatissimo. Difficile trovare una canzone mediocre. Forse l’unica un po’ avulsa dal contesto è l’ultima, L’amore di Lilith.
Curata, come sempre, la grafica e il libretto testi. Disco consigliato anche ai non fan di Gazzè… 

E TU VAI VIA

Autori Francesco Gazzè, Massimiliano Gazzè, Gianluca Pascucci

Edizioni Linea Due / Casi Ciclici

Non è più

come fu per caso

in cortile,

io col naso

alla finestra

perso a guardare

giù…

che ti ho vista

e in un secondo

già ero in fondo

alle scale:

“Scusa se domando…

vivi qui pure tu?”

Dov’è quell’incanto,

dove le tue dita?

Odio ogni momento

in cui non t’ho capita!

Vivere di assenza

chiusi in una stanza…

odio la coerenza

tua sconsiderata!

Non è

detto

che

tutto

debba cambiare,

che l’amore

sia banale

dopo il primo baleno,

non c’è

niente che

più mi faccia dolore

dell’immagine di te

col tuo prossimo amore…

RIT.:

e tu vai via…

scegli di corsa

le tue cose

e poi vai via…

ti metti in borsa

anche le scuse

e poi vai via…

la bocca morsa

da una frase

e poi vai via dalle mie mani,

via dalle lenzuola,

via dai nostri buoni

sintomi di allora…

via dai miei progressi,

via dall’assoluto

come se non fossi

ancora innamorato!

Dov’è

quella che

se mi blocco

e sto male

smette il troppo

che ha da fare

per restare

con me…

che un mattino

ritornando

dopo il pieno

di mare,

disse: “Amore,

pensa a quando

poi saremo

in tre!”

Dietro le pareti,

dietro l’illusione

dei miei baci dati

per ostinazione!

Non è

detto

che

tutto

debba cambiare,

che l’amore

sia banale

dopo il primo baleno,

non c’è

niente che

più mi faccia dolore

dell’immagine di te

col tuo prossimo amore…

RIT.:

e tu vai via

mi fissi

gli occhi come un cieco

e poi vai via…

strascico passi

da ubriaco

e tu vai via…

potessi

cominciar da capo,

ma vai via dai miei ricordi,

via dalla ragione,

via dai nostri sguardi

in mezzo alle persone…

via dai compromessi,

via dall’infinito

come se non fossi

ancora innamorato!

Cos’è

che di me

già da un po’

non ti piace?

Io non ho

quasi più

voce…

dimmi tu

che cos’è!

 

BUON COMPLEANNO

Autori Francesco Gazzè, Massimiliano GazzèEdizioni Linea Due / Casi Ciclici

Il vantaggio

di avere

a disposizione

almeno le prime ore

del pomeriggio

e passeggiare

sta tutto

nel tuo quasi astratto

abituale

dosaggio

nelle cure

che rivolgi al cane

e non rimane

che lasciarti fare.E’ così che immaginavo noi

da grandi,

che tra miliardi

e più di sguardi,

eroi,

vertigini, promesse

e abbracci

quanto tempo

a farci

di carezze,

e quale inciampo

al cuore

fosse

allora per me non sai

quel guardarti rimanere

come starebbe un fiore

sotto la neve.

RIT.:

Buon compleanno,

bellissimo

amore!

Riuscissi

soltanto

a spiegarlo

a parole

il tanto

che danno

le singole ore

d’estate

passate

con te!

Di che cosa

sono

fatte

tutte

le emozioni

e dove piano

aspettano distratte

che una scusa

di bufera

o terremoto

le sprigioni

da quell’ angolo remoto

di ogni stupida paura?

Così

accade negli incontri

casuali

che due amanti

chiusi

com’è chiuso il pugno

dei più soli

si ritrovino le braccia

come ali,

che il destino consapevolmente faccia

verità di un sogno

dove sboccia un fiore

sopra la neve.

RIT.:

Buon compleanno,

bellissimo

amore!

Riuscissi

soltanto

a spiegarlo

a parole

il tanto

che danno

le singole ore

d’autunno

passate con te!

Buon compleanno

e se tra mille

di questi

ci troveranno

i resti

uniti in eterno,

non eran soldati

né stelle,

diranno,

ma due semplici innamorati!

Penso

a chi non ha più senno

e meraviglia

di questa

nostra

condizione

di animali

strani

che a qualsiasi cenno,

verso,

battito di cuore

o ciglia

sempre

si dimostrano

praticamente

uguali.

RIT:

Buon compleanno,

bellissimo

amore!

Riuscissi

soltanto

a spiegarlo

a parole

il tanto

che danno

le singole ore

d’inverno

passate con te!

Buon compleanno

e se tra mille

di questi

ci troveranno

i resti

uniti in eterno,

non eran soldati

né stelle,

diranno,

ma due semplici innamorati!

 

SOTTO CASA

Autori: F. Gazzè/ M. Gazzè/F. De BenedittisLinea Due/Casi Ciclici

Apra la sua porta,

faccia presto…

non importa

cosa crede lei

di questo

movimento,

ma l’avverto

che al suo posto

non ci penserei

due volte,

dato l’imminente

arrivo di Gesù,

perché poi non torna più!

Mi son reso conto

che serpeggia

tra i credenti

il malcontento

per la pioggia

di mancati

appuntamenti

nei millenni,

ma si metta

nei Suoi panni…

quell’incetta

di pianeti

da salvare…

di pianeti da salvare!

Possa la bontà

del vostro cuore

riscoprire

che la verità

si cela

spesso

dentro una persona

sola

e non è tanto

il sesso

a consolare

l’uomo

dal suo pianto,

ma l’amore

buono

ed il perdono

santo

del Signore.

Lasci

che le spieghi

in due parole

com’è facile

sentire

gli echi

bassi ed immorali

di comportamenti

frivoli e meschini

quali

certi

omini

in abito da donna,

la vergogna

che neanche gli animali!

RIT.:

Apri un istante

e ti farò vedere io

che nasce sempre

il sole

dove

cerco Dio,

in tutti

i poveretti

che hanno perso

il senso immenso

della vita!

Non chiedo mica

un regno

intero,

dico io…

sono un indegno

messaggero

e cerco Dio

in chi vendette

onore

per denaro

e ora nel cuore

mette

un muro!

Lei non si dimostra

illuminato

dalla grazia della vostra

Santa Vergine Maria,

lo chiami pure, se ritiene,

il capo

della polizia,

ma a chi conviene

tutta quella baraonda

se l’ozono

s’è ridotto

a un colabrodo

e basta

un solo

farabutto

a fare in modo

che dell’uomo

non rimanga

neanche l’ombra…

e poi ficcatevelo in testa:

non si viene

al mondo tanto

per godere,

ma soltanto

perché un Bene

Superiore

ci ha creati!

RIT.:

Apri

un istante

e ti farò vedere io

che nasce sempre

il sole

dove

cerco Dio,

in tutti

i poveretti

che hanno perso

il senso immenso

della vita!

Non chiedo mica

un regno

intero,

dico io…

sono un indegno

messaggero

e cerco Dio

in chi vendette

onore

per denaro

e ora nel cuore

mette

un muro!

So che sei lì

dentro…

non ti muovi,

ma ti sento!

Oggi te la cavi,

sì…

ma non finisce qui!

RIT.:

In tutti

i poveretti

che hanno perso

il senso immenso

della vita!

Non chiedo mica

un regno

intero,

dico io…

sono un indegno

messaggero

e cerco Dio

in chi vendette

onore

per denaro

e ora nel cuore

mette

un muro!

I TUOI MALEDETTISSIMI IMPEGNI

Autori: F. Gazzè / M. Gazzè / M. Buzzanca Edizioni Linea Due/Casi Ciclici

Se tu lavori

tutto il giorno

a che mi serve

vivere?

Aspetto fuori

il tuo ritorno

pensando sempre

e solo a te.

Ma tu

coi tuoi discorsi strani:

cantare le canzoni

oggi non basta più!

RIT.:

E non c’è una soluzione se non quella

di rimpicciolirmi a dismisura

fino al punto di traslocare nella

borsa tua con gran disinvoltura…

oppure supplicare e supplicare la tua ombra

di cedermi la possibilità

di rimanere là

a disposizione

cambiando se tu cambi posizione…

o essere l’involucro

di ogni

funambolico

pensiero che ti viene

quando le giornate sono piene

dei tuoi maledettissimi impegni!

nel petto

quando

mi getto

vino

in gola…

e più ti respiro

e più t’ingoio

più voglio

rivederti ancora!RIT.:

Forse c’è una soluzione buona in più:

potrei farti da fermaglio

per capelli

se per sbaglio

ti venisse voglia di tenerli

su…

oppure travestirmi da molecola di vento

e accarezzarti impunemente

il viso mentre

non hai tempo…

non hai tempo!

RIT.:

E non c’è una soluzione

se non essere l’involucro

di ogni

funambolico

pensiero che ti viene

quando le giornate sono piene

dei tuoi maledettissimi impegni!

ATTO DI FORZA

Francesco Gazzè, Massimiliano GazzèEdizioni Linea Due /Casi Ciclici

Evade il buio arcigno

come una bolla d’aria,

verde perfetto

svaria

in comignoli,

dov’è pieno

di pioggia

qualche abbaglio asciutto,

e un tuono

di carta ondeggia.

Il cielo rivela filamenti

di nubi strette

e le braci violette

fosforescenti

del sole

già nato

fanno il lago lento

e sottile

un laminato

d’argento.

Evapora immerso

di nebbia

come lenzuoli,

e in mezzo

alle labbra

due fili

d’erba

lei tira sassi

ricurva sui buchi

nell’acqua riflessi:

ci specchia i suoi pochi

vent’anni di età.

Ma

dietro il cappello

di paglia

lui calmo

ritaglia

un po’ d’ombra

e si vanta

ad un palmo

da lei per quello

che appare da tanta

bellezza

ed immonda!

Perché la ragazza

ha tradito, lasciando

in lui prati

di niente

e un fuoco distante

a incendiarlo.

Pulsa l’aorta

nel collo

della ragazza nuda…

lo stallo

una volta

voluto

è carne che grida:

“Aiuto!”

Si attacca

alla panchina,

un vento di latta

la frusta sulla schiena

e aspetta

la grandine

come un ceffone…

farfuglia strambi

cadaveri di parole.

Fasci

di gelo

inchiodano

gli alberi allo sfondo

e quest’ingombro

di nuvole in nero

sfoga

rovesci

come minacce.Il calo verticale

l’attraversa

appieno,

e com’è diversa

la vita reale…

i nubifragi

son miti

e fragili

stalattiti

di cielo!

 

LA MIA LIBERTA’

Autori Francesco Gazzè e Massimiliano GazzèEdizioni Linea Due / Casi Ciclici

Non mi è bastato,

no,

l’amore avuto

in prestito

da te…

vuoto

a rendere,

riprenditelo tu

così com’è.Stai cadendo

giù

come intonaco dalle

pareti

e sprechi

un mondo

tuo di balle

che non reggono più…

li ho già

grattati via

come un solletico

d’inconveniente

i tuoi profeti

e certe

assurdità

sull’utopia.

Non trovi meno astratto

che l’autonomia sentimentale

sia

abolita sempre

dal concetto

esatto

per il quale

un sintomo d’amore

si misura in dosi come

un recipiente?

RIT.:

Ma poi se ti guardo

mi eviti gli occhi

come quando

si è colpevoli o vecchi,

e sai che c’è?

C’è che ognuno

fa quello che vuole,

e tu non

hai idea

di cosa sia

l’amore…

e no!

Cosa ne sai del fatto

che si spacca

in due la testa,

il mondo,

tutto

quando

un altro affetto

ci si attacca

addosso

e poi non resta

che quel chiasso

in mente

a forza di capire

il più importante.

L’hai capito

o no?

Si può avere

tutto e subito,

però

non è così che va

la mia libertà!

RIT.:

Se vuoi, se ci tieni

e l’idea ti consola,

da domani

mi puoi stringere

ancora

e sai che c’è?

C’è che ognuno

fa quello che vuole

e tu non

hai idea

di cosa sia

l’amore,

e no…

no!

Ci sei

riuscita intanto

a lasciarmi un altro

buco in petto

e i miei

segreti

che ti ho detto

come biancheria sporca

lì ammucchiati

sulla porta …

e avanza

anche da sé

come una pelle

o la mia barba

questa bugiarda

convinzione

di confondere te

con un’usanza

di quelle

che riguardano

il cuore.

 

IL NOME DELLE STELLE

Autori Giorgio Baldi, Massimiliano Gazzè, Girolamo SantucciEdizioni Linea Due / Casi Ciclici

Sono un alchimista,

un ingegnere

fantasista,

forse sognatore…sono un uomo che possiede

solo un’anima e non chiede,

ma cosa può importare

in un paese forse troppo diverso

che non sa ascoltare…

in un paese dove sono diverso

ed è diverso l’amore…

con la mano sopra il cuore

sorrido

e ti ringrazio ancora.

RIT.:

Basterà quest’acqua

per ricchezza

che scorre, che piove,

che scorre, che piove

e mi specchia…

basterà l’odore

della notte

e posso dare

un nome a tutte le stelle

che riaccendono i miei occhi

quando sono troppo tristi,

ma sempre così innamorati…

che sono sempre così…

ancora così innamorati.

Ho scoperto il freddo ed il rumore

tra l’indifferenza e una ragione…

guarda come scende questa neve,

la porterò a mia madre

per fargliela toccare.

A volte io mi sento molto solo,

a volte io mi sento meno vivo…

a volte io mi sento molto solo,

a volte meno vivo…

con la mano sopra il cuore

sorrido

e ti ringrazio ancora.

RIT.:

Basterà quest’acqua

per ricchezza

che scorre, che piove,

che scorre, che piove

e mi specchia…

basterà l’odore

della notte

e posso dare

un nome a tutte le stelle

che riaccendono i miei occhi

quando sono troppo tristi,

ma sempre così innamorati…

che riaccendono i miei occhi

quando sono troppo tristi,

ma sempre così innamorati…

che riaccendono i miei occhi

quando sono troppo tristi,

ma sempre così innamorati…

che sono sempre così…

che sono sempre così innamorati…

innamorati.

Sono un alchimista,

un ingegnere,

(a volte io mi sento solo)

forse un sognatore.

Sono un alchimista,

un ingegnere,

(a volte io mi sento solo)

forse un sognatore.

(a volte io mi sento solo)

…un sognatore.

 

CON CHI SARAI ADESSO

Autori Francesco Gazzè e Massimiliano Gazzè

Edizioni Linea Due / Casi Ciclici

Come sarai adesso?

Forse i capelli più corti,

un taglio diverso…

non ce la faccio a scordarti,

tre settimane

che abiti male

il mio stomaco…

ti ho mandata via, ma tu

ormai

non te ne vai

più!

E dove sarai adesso?

In quale stanza non smetti

di piangerti addosso…

se per un attimo uscisse

da me quest’ultima tosse

per buttarti fuori!

Ma resti imbottigliata qui,

sei lontana eppure mi

divori!RIT.:

Tu, la tua gelosia maledetta…

che l’aria mi stava stretta

ed i tuoi sguardi eran sassi

se uscivo di pomeriggio

solo per farmi due passi…

e non capivi che è peggio!

Io senza respiro costretto

da questo tuo chiodo fisso

a lasciar perdere tutto

e risparmiarti l’abisso

del nostro amore perfetto!

Cosa farei adesso

che giorno e notte

ci penso

e ancora m’illudo

quando mi chiedo

se i nostri

eran silenzi maldestri

di chi si allontana

o soltanto

bastava

anche a te

avere accanto

me.

RIT.:

Tu, la tua gelosia maledetta…

che dall’amore si scappa

quando ce l’hai dappertutto

come l’assedio di un’ombra…

ed ora guarda che hai fatto:

il nostro amore che affonda!

Io che sono stato costretto

da questo tuo chiodo fisso

a lasciar perdere tutto

e risparmiarti l’abisso

del nostro amore perfetto!

RIT.:

Tu, la tua gelosia maledetta…

quando però stavi zitta

con le domande già in bocca!

Sai quante volte ti ho vista

fare una faccia corretta

e dentro il cuore che scoppia!

Io senza respiro costretto

da questo tuo chiodo fisso

a lasciar perdere tutto

e risparmiarti l’abisso…

con chi sarai adesso?

Gli strapperei via di dosso

il sorriso che ha messo…

QUEL CERINO

Autori Francesco Gazzè e Massimiliano GazzèEdizioni Linea Due / Casi Ciclici

Vento

che scalci nelle sere

e qualcosa fai cadere

dai tavoli all’aperto…

vento

che sai muovere

i capelli,

sfogli pagine

ed incolli

le foglie alle ringhiere…

vento,

ma se basta un altro

idiota,

la scintilla e una folata

per ricominciare il male,

ho soltanto

una domanda:

vento,

non ti accorgi che se incendia

è aria che devi fermare?

RIT.:

Vento,

che ti ho guardato anche

soffiare

contro il moto orizzontale

delle onde e farne venature

bianche…

ti ho visto da lontano

come un gigante

nero

all’orizzonte

diventare

un uragano!

Vento,

lo trovi divertente

quando la nebbia è un muro

stare lì a

non fare niente?

Ma ti ho visto anche sicuro

spazzare via

dal cielo

nuvole di veleno.

Vento,

capirai

perché ogni volta

che fai

sbattere una porta

poi

ci sobbalza il cuore…

vento,

siamo intrisi

di paure,

gente allergica al dolore,

ai soprusi

e allo spavento…

vento,

ma se basta un altro

idiota,

la scintilla e una folata

per ricominciare il male,

ho soltanto

una domanda:

vento,

non ti accorgi che se incendia

è aria che devi fermare?

RIT.:

Vento

che ti trastulli

in giro

a fare caroselli

di cartaccia

in qualche abbandonato

anfratto…

vento

se almeno

per dispetto

in un dannato

giorno di bonaccia

avessi spento

quel cerino!

Vento,

soltanto

una domanda:

non ti accorgi che se incendia

è aria che devi fermare?

L’AMORE DI LILITH

Autori Francesco Gazzè e Massimiliano GazzèEdizioni Linea Due / Casi Ciclici

Essere infido

della notte,

il più antico seme

di donna creata,

la prima che fu ripudiata…

sono il grido

che viene

alle civette.

Di bocca

fessura corrotta

e labbra nere

come pece,

ho i denti

filiere

di luce

e gli occhi due lenti

di vuoto.

RIT.:

Non volli, perfido Giove,

il tuo viscido

Adamo

giacendogli sotto:

(L’amore di Lilith)

il mio cuore,

capisci,

è più libero, estremo,

supremo,

perfetto!

(L’amore di Lilith)

Signora devota

dell’aria,

una remota

cattiva ribelle

madre di certa

lussuria,

in cerca

di maschi nelle culle.

Ho amato creature viziose,

demoni astrali

in acque chiuse,

e i miei sono figli

con le ali,

vampiri crudeli

e maligni!

RIT.:

Non volli, perfido Giove,

il tuo viscido

Adamo

giacendogli sotto:

(L’amore di Lilith)

il mio cuore,

capisci,

è più libero, estremo,

supremo,

perfetto!

(L’amore di Lilith)

Ammiralo attento

il mio nudo

dipinto:

il seno di perla è sodo

e intorno alle gambe

un grande

serpente si crea,

la coda

che serve da fallo

nel caso una dea

mi richieda

di farlo.RIT.:

Non volli, perfido Giove,

il tuo viscido

Adamo

giacendogli sotto:

(L’amore di Lilith)

il mio cuore,

capisci,

è più libero, estremo,

supremo,

perfetto!

(L’amore di Lilith)

Eva, tu fragile amante

l’avrai capito solo dopo

che fosti la prima di tante…

di tante.

 

 

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