MARIO MONICELLI – LE ROSE DEL DESERTO

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1940. Il maggiore Stefano Strucchi scrive lettere alla moglie lontana, Lucia, impegnato con la sezione sanitaria dell’Esercito, la Minotauro, in Libia, durante la campagna nordafricana…
Colto e sensibile, Strucchi non è invece molto propenso al comando e alla vita militare, alle prese peraltro con la penuria di mezzi e l’ottusità del Regio Esercito, convinto dai comunicati ufficiali che a breve la guerra avrà termine grazie alle vittorie naziste… È pressato peraltro anche dalle richieste del frate domenicano Simeone che chiede un medico e beni alimentari e medicinali per i fedeli del posto… Tra i sottoposti c’è il tenente Salvi, appassionato di fotografia…
Gli italiani aiutano gli autoctoni, fraternizzano con essi, non facendosi mancare anche amori…
Ma, d’un tratto, ecco che la guerra si fa viva all’improvviso con gli attacchi aerei della controffensiva inglese…
L’arrivo dei nazisti dell’Afrika Korps, sbarcati pochi giorni prima a Tripoli, li costringe a lasciare l’inutile postazione…
Dopo lunga marcia, durante la quale non mancano attriti e risse, in una delle quali Sanna, desideroso di tornare in Italia per sposare l’amata incinta Immacolata, trova la morte per aver pestato un nazista che aveva tolto del pane a un piccolo arabo, si ritrovano a retroguardia delle truppe che devono assaltare Tobruk… Tre spie inglesi sono individuate e impiccate… Il maggiore è peraltro devastato dalla notizia della morte della moglie, desideroso ora soltanto di raggiungerla… L’avanzata è così rallentata e il generale s’infuria. Informato dei problemi del maggiore, questi nomina Salvi nuovo comandante… Il primo incarico da portare a termine, durante la notte, è quello di un cimitero per i soldati italiani e tedeschi impegnati più avanti al fronte…
Al mattino il generale s’infuria per il mancato completamento dell’opera, pretendendo ora l’installazione di una croce per identificare il cimitero all’ingresso… Salvi non sa cosa fare, ma Simeone lo convince a recarsi a Bengasi, dove, presso la Chiesa di San Teodoro, potrà recuperare una croce in pietra… La città è stata bombardata, ma la croce è per loro fortuna rimasta intatta… La popolazione sembra tuttavia vivere con normalità e Salvi l’ammira e fotografa… Un’esplosione lo richiama verso il porto… Una mina ha provocato il ferimento di un commilitone, il romano Pilotto… Convinto di essere ormai prossimo alla morte, questi si confessa a Simeone, dichiarando di essere il padre del figlio del fratello… Vorrebbe glielo comunicasse, ma il prete rifiuta… Pilotto si salva e i commilitoni scoprono, da un articolo di giornale, che Lucia tradiva Strucchi…
Durante una marcia d’allontanamento con predoni arabi al seguito, il maggiore torna indietro per recuperare le lettere scritte alla moglie, della quale ignora il tradimento perpetrato con il cugino Alfredo, in casa del quale è morta nel corso di un bombardamento, finendo ucciso da uno dei banditi. I sottoposti lo seppelliscono così assieme a lettere, fotografie e libri, riprendendo la marcia verso le retrovie…