MARCO FAGIOLI E STEFANO LANUZZA – ARLETTY, SARTRE E LOUIS-FERDINAND CÉLINE

MARCO FAGIOLI E STEFANO LANUZZA – ARLETTY, SARTRE E LOUIS-FERDINAND CÉLINE
MARCO FAGIOLI E STEFANO LANUZZA – ARLETTY, SARTRE E LOUIS-FERDINAND CÉLINE

MARCO FAGIOLI E STEFANO LANUZZA – ARLETTY, SARTRE E LOUIS-FERDINAND CÉLINE

AION – Collana CRITICA n. 10 – 2016

ARLETTY, SARTRE E LOUIS-FERDINAND CÉLINE

Di Marco Fagioli p. 7

Léonie Bathiat, al secolo Arletty, e Louis-Ferdinand Destouches, Céline, erano nati a Courbevoie, la prima il 15 maggio 1898, il secondo il 27 maggio 1894.

[…] Arletty interpreta dei personaggi decisivi nei capolavori di Carné a ridosso della guerra[…]. (p. 9)

Arletty avrebbe incontrato Céline avanti il luglio del 1941 a casa di William von Bohse, avvocato tedesco, attaché all’Ambasciata di Germania. (p. 10)

Il rapporto tra Arletty, l’autorità di occupazione nazista e il governo collaborazionista di Vichy fu in realtà più complesso di quanto sia stato finora delineato. Il suo ménage amoroso con Soehring, ufficiale della Luftwaffe presso lo Stato maggiore tedesco, le garantiva di fatto una posizione di privilegio che generava senza dubbio un’avversione verso di lei per il suo presunto ‘collaborazionismo’. In più il fatto veniva aggravato dal carattere di “donna compiacente con il nemico”.

Tuttavia, nel quadro generale della cultura francese collaborazionista nel periodo dell’occupazione Arletty ha un posto marginale: l’attrice non sembra avere mai partecipato a nessuno dei tanti viaggi di artisti francesi a Berlino in visita a Hitler e Goebbles[…]. (p. 11)

L’attrice partecipò, pur con qualche riservatezza, alla vita ufficiale dello spettacolo e dell’arte a Parigi sotto l’Occupazione, ma sembra non essersi mai distinta, al di fuori della relazione amorosa con Sohering, per fatti di delazione o, peggio ancora, di attiva partecipazione ad azioni filotedesche. (p. 15)

C’è insomma in Arletty un carattere di aristocrazia popolana, di spirito antiborghese che può essere stato uno dei motivi di attrazione per Céline[…]. (p. 17)

La posizione di Céline nella Parigi del periodo dell’Occupazione è stata oggetto di valutazioni diverse, talora pregiudiziali. Rimane fuori discussione che l’antisemitismo dello scrittore fu radicale con punte di assoluta violenza verbale, fino a risultare inaccettabile eticamente e ingiustificabile come ha scritto uno dei suoi maggiori studiosi, Henri Godard. Tuttavia un libro così ferocemente antisemita come Bagatelles pour un massacre (1937) rimane tra i testi più affascinanti e decisivi della letteratura francese tra le due guerre, in cui la ferocia ideologica contro gli ebrei si unisce a pagine di grande espressività sull’esistenza, la società civile, la natura umana e la storia votate ad un’esaltazione delle danseuses e del balletto, assumendo verso la danza un punto di vista originale, come centro dell’energia della vita. (p. 18)

L’antisemitismo céliniano è quasi il punto di sbocco d’una tendenza antiebraica presente in tutta la cultura francese tra l’Otto e il Novecento, basti pensare ai cattolici Léon Bloy e Léon Daudet, tendenza che coinvolse molti scrittori. Ma l’antisemitismo di Céline, certo condotto fino al delirio, riguarda prima di tutto un’identificazione degli ebrei con la plutocrazia, con la borghesia capitalistica, con il potere finanziario dominante, gli Stati massoni, il bolscevismo. Idee, queste, non solo della destra e del fascismo, ma anche di parte della sinistra culturale.

L’antisemitismo di Céline si accentua dopo la sua delusione in seguito al viaggio in Russia del 1936, che si oggettivizza in Mea culpa, libello che, pubblicato all’inizio del 1937, precede appena Bagatelles e nel quale l’autore constata con disgusto certa corrispondenza tra capitalismo e comunismo, sconfina nel delirio, in un risentimento che gli fa vedere nell’ebreo un simbolo e la causa di tutto il male del mondo. (p. 19)

Arletty jeune fille dauphinoise resta un canto d’amore per l’attrice francese, che nel 1948, al momento della stesura del testo, aveva cinquant’anni, era nella piena maturità e in quell’anno avrebbe partecipato al primo film dopo l’interruzione causata dalla sua disavventura giudiziaria sotto l’accusa di collaborazionismo durante l’occupazione tedesca e il suo rapporto con Sohering, ufficiale della Lutwaffe. (p. 23)

In Arletty, Céline manifesta qualcosa di più segreto del suo ‘amore letterario’ per l’attrice, e mostra un’inconscia corrispondenza elettiva con questa essenza della figura femminile e, come in altri testi ove si sente emotivamente e biograficamente coinvolto, si cela dietro il velo dell’ironia. (p. 24)

Nei romanzi di Céline, la ‘femmina’ è sempre ‘conturbante’. (p. 27)

Arletty non corrispondeva affatto alle donne dei romanzi di Céline, sempre legate nel bene e nel male alla funzione del sesso e dei suoi aspetti solo riproduttivi[…].

Arletty + invece una figura di amore puro: la danseuse. (p. 31)

Se Arletty, jeune fille dauphinoise (1948) è un petit roman d’amour, À l’agité du bocal, scritto da Céline nello stesso anno, è un perfetto récit de la haine. Ed ecco le due facce d’un autore ‘bifronte’ che, come Giano, indica due diversi aspetti dell’animo umano: l’amore e l’odio.

A scrittura dei due testi riconosce le figure ‘rappresentate’ all’unità dello scrittore: féerie giocosa, quasi elegia musicale della bellezza è l’Arletty; delirio rabelaisiano, libello alla Jonathan Swift, è L’agité dove Céline riesce nell’impresa di trasferire in una prosa catastrofica e altamente icastica una violenta risposta alle accuse mossegli da Sartre nel Portrait de l’àantisemite pubblicato da “Les Temps Modernes” del dicembre 1945. (pp. 36-37)

Il Voyage e Mort à crédit non sono il prodotto di una vena espressionista, ma il frutto più maturo della fine del Naturalismo nella letteratura francese. (p. 46)

L’incontro di Céline con Arletty, avvenuto negli anni 1941-’43, è stato raccontato in modi sostanzialmente simili dall’uno e dall’altra seppure con qualche incertezza. (p. 47)

È stato scritto che il rapporto tra Céline e l’attrice si fondasse soprattutto sull’appartenenza al loro comune luogo di nascita[…].

[…] i due si ritroveranno uniti nell’altra vicenda decisiva della loro vita, la ‘compromissione’ con il regine francese filotedesco: il primo per il suo acceso antisemitismo dopo le Bagatelles, la seconda per la sua relazione con l’ufficiale nazista, e ambedue per la comune frequenza di personalità francesi collaborazioniste fino alle comuni vicende giudiziarie.

In realtà il legame tra Céline e Arletty per qualcosa di più sottilmente profondo[…]. (p. 48)

la presenza-assenza di Arleyy diviene una sorta di simbolo e una creatrice di bellezza. (pp. 48-49)

Stando al racconto di Souvais e a quanto Arletty gli avrebbe riferito nel 1949, lei, malgrado l’insistenza di Paraz, avrebbe respinto la proposta sia di leggere, sia di recitare lo Scénario di Céline[…].

Quali siano sette le ragioni che avrebbero spinto Arletty al rifiuto è possibile immaginarlo solo attraverso delle congetture. (p. 50)

Nel luglio 1944, dopo che Céline e Arletty sono stati condannati a morte come collaborazionisti, il primo in notizie di Radio Londra, la seconda in una lista trasmessa da Radio Algeri, lo scrittore le propone di fuggire insieme a lui, la moglie Lucette, l’attore Le Vigan e il fatto Bébert, per raggiungere, attraverso la Germania bombardata, la Danimarca dove lui aveva depositato i propri risparmi. Ma Arletty, così come aveva respinto la proposta di Sohering di seguirlo in Germania, rifiuta scegliendo di restare a Parigi[…]. (p. 52)

[…] Monnier ricorda altri progetti di Céline per il cinema, prima di Scandale aux abysses: nel 1936 la nouvelle Secrets dans l’ile[…]. (p. 54)

Sempre Mahé riferisce che, nel 1936, Céline gli avrebbe scritto un’altra breve sinossi, Gangster holiday[…]. (p. 55)

Arletty, insomma, non ci spiega la ragione di questa denominazione attribuitale da Céline se non come un soggettivo “plaisir”. Lo scrittore associa l’attrice al Delfinato[…]. (p. 57)

Sarebbe dunque la visione d’una Arletty giovane ribelle di una regione dove l’idea di libertà religiosa, legata al movimento ugonotto e poi agli ideali della Rovoluzione del 1789, che sembra spingere Céline a usare tale termine. (p. 58)

All’interno del saggio, Céline viene indicato una volta sola e in relazione con le idee antisemite di Charles Maurras[…].

La parte ingiuriosa del testo sartriano non riguarda propriamente l’analisi dell’antisemitismo di Céline quanto l’accusa, infondata – un’assoluta falsità -, che Céline avesse ricevuto denaro dai nazisti.

Cosa può aver mosso Sartre a una calunnia così grave non è dato sapere. Céline venne a conoscenza dell’accusa nel novembre 1947[…]. Lo scrittore preparò una risposta e la inviò a Jean Paulhan che, di concerto con Gibault, decise di non pubblicarla[…]. (pp. 69-70)

Tuttavia nel 1948, quando Paraz pubblica Le Gala des Vaches, o scritto che inizialmente Céline aveva intitolato Lettre à J. B. Sartre fu cambiato in À l’agité du bocal[…]. (p. 70)

TRADUZIONI E NOTE

A cura di Stefano Lanuzza p. 77

UN RAGAZZO SEMPLICE

Di Louis-Ferdinand Céline in risposta all’inchiesta della rivista “Crapouillot” dell’aprile 1950 p. 79

ARLETTY, JEUNE FILLE DAUPHINOISE, SCÉNARIO (1948) p. 81

AL FORSENNATO NEL BARATTOLO p. 93

LA VIOLENZA, LA SCRITTURA, LA RAFFINATEZZA. Un’intervista a Louis-Ferdinand Céline (Lectures pour tous 17 luglio 1957) p. 103

SCELTA BIBLIOGRAFICA p. 111