LUIS SEPULVEDA E CARLO PETRINI – UN’IDEA DI FELICITÀ

LUIS SEPULVEDA E CARLO PETRINI – UN’IDEA DI FELICITÀ
GUANDA/SLOW FOOD EDITORE – Collana LE FENICI ROSSE – 2014

In questo libro, dedicato ai soli collezionisti delle opere di Sepulveda o ai seguaci di Petrini, il lettore s’imbatte in una prima sezione dove i due autori si scambiano opinioni attorno all’idea di felicità anche alla luce delle esperienze vissute, mentre nella seconda parte, ciascuno dei due sviluppa alcuni capitoli esternando le proprie concezioni della felicità e di quanto fare per rendere migliore la società…

UN’IDEA DI FELICITÀ. Conversazione tra Carlo Petrini e Luis Sepulveda

[…]il diritto al piacere. Inteso non come lusso, ma come la libertà che ti garantisce gioie semplici, anche solo passeggiare per la tua città, contemplare la vita, guardarti intorno e scoprire piccoli elementi di felicità. (p. 11)
Il discorso invece deve diventare universale e il messaggio deve risuonare ben chiaro: la vita è breve, bona, e c’è un diritto fondamentale che è il diritto alla felicità. Che non si manifesta e non si deve confondere con una sorta di diritto naturale a diventare ricco, o a soverchiare gli altri. Parliamo di un’altra felicità. Delle soddisfazioni piccole, che però valgono molto. (p. 12)
È vero, il cambiamento deve venire dal basso. (p. 30)
Il mito dell’università è stato criminale, negli ultimi vent’anni ha portato alla scompatrsa di tante, troppe professioni tradizionali. (p. 40)

SETTE IDEE DI FUTURO E IL RACCONTO DI UN’ISOLA FELICE
Di Luis Sepulveda p. 47

UN’IDEA DI FELICITÀ p. 49

Un’esistenza felice, nel senso più completo della parola. (p. 49)
Questo significa battersi per non soccombere al mito della vertiginosa velocità che, oggi, ci viene proposta come sintomo di rapida soddisfazione. l’idea è che se ci affrettiamo arriveremo prima: anche alla soddisfazione, anche al piacere. Questo perché pensiamo di vivere in un mondo in cui la velocità è al servizio dell’uomo. Ma non è vero. (p. 50)
[…]è necessario oggi rivendicare il diritto al nostro personale, singolare ritmo, e in particolare al diritto alla lentezza. Il mondo ha perso la capacità di vedere cose fondamentali, o gravissime, semplicemente perché non si ferma a guardarle. (p. 51)

UN’IDEA DI LETTERATURA p. 53

Il grande obiettivo che mi sono proposto come scrittore è condividere – perché scrivere è una forma di condivisione – questa simpatia per la lentezza, questo diritto alla lentezza, questo fondamentale diritto di dire: fermi, ho bisogno di tempo, decido io il ritmo a cui mi muovo e la direzione in cui mi muovo. (p. 59)

UN’IDEA DI NATURA p. 77

Credo che alla nostra società sia venuto a mancare un elemento importante: il riconoscimento del diritto a una vita in armonia con la natura. È un problema che siamo ben lontani, purtroppo, dal risolvere: la strada è ancora lunga prima che la gente capisca che l’unica forma possibile di rapporto con la natura è l’armonia, e comincia dire no allo sfruttamento irrazionale che oggi è la norma. (pp. 78-79)

E perché succede? Perché la dittatura invisibile sotto il cui giogo soffriamo tutti, la dittatura del mercato, non ha etica, non ha morale, non ha un codice di comportamento, non risponde a nessuna istituzione. Il mercato lavora da solo, è onnipotente, onnipresente. Il grande responsabile della devastazione economica del mezzo naturale è l’ambizione del mercato, lo strapotere di questa forma di dittatura. (p. 79)

UN’IDEA DI POLITICA p. 83

Anche nei paesi più democratici operano, come ho osservato, forme sottili ma non per questo meno violente di dittatura. Credo che il deficit di democrazia sia ancora forte, ovunque. […]
Cioè ovunque non siamo attenti e attivi nella difesa dei diritti di tutti. Ovunque lasciamo passare l’idea, per fare solo un esempio, che il lavoro non sia un diritto ma un privilegio, concesso dal potere e dal mercato, da difendere anche contro gli altri, abdicando alla solidarietà sociale. (p. 84)

SETTE IDEE DI FUTURO
Di Carlo Pertini p. 99