LADISLAO VAJDA – MARCELLINO PANE E VINO

LADISLAO VAJDA – MARCELLINO PANE E VINO

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In un paesino spagnolo, nel giorno di San Marcellino, mentre la folla festante sale la collina per raggiungere il convento e omaggiare la tomba del santo, un francescano, la voce narrante della storia, scende in paese per far visita a una bambina ammalata… A lei racconta la storia del piccolo Marcellino…
Decenni prima, terminata una guerra franco-spagnola, tre frati francescani si recano dal sindaco, Don Emilio, chiedendogli di poter occupare il castello abbandonato dalla guarnigione francese sconfitta e ridotto a misero rudere, al fine di edificarci un convento. Il sindaco, che nella battaglia al castello ha perso il padre e ha combattuto personalmente, acconsente. In breve il convento prende forma, con il fondamentale aiuto di alcuni uomini del paese…
Alcuni anni dopo, ormai dodici i frati, il portinaio trova all’esterno del convento una cesta con un bambino abbandonato. Portatolo all’interno, convince, assieme agli altri, il superiore a non portarlo subito in paese, battezzandolo e chiamandolo Marcellino, dal nome del santo del giorno. Cercheranno comunque i genitori in paese. Ma le ricerche sono vane, nessuno può permettersi di adottarlo e i pochi che potrebbero, come l’iracondo Don Pasquale, si rivelano inidonei alla potestà genitoriale. Il piccolo resta così a vivere in convento, dove i cittadini fanno pervenire offerte anche per il suo sostentamento…
Alla morte di Don Emilio, il nuovo sindaco, Don Pasquale, uomo al quale era stato negato in affidamento, si presenta al convento pretendendo di avere Marcellino in adozione. Il padre superiore gli nega il consenso e così quello prova a togliere il possesso del convento ai frati, scontrandosi però con l’oppositore dei consiglieri…
Passano gli anni e Marcellino ha ormai sei anni. È vivace e legato a tutti i frati, ai quali ha affibbiato vari nomignoli…
Un giorno, nei dintorni del convento si ferma un carro con una ruota danneggiata. Fa così la conoscenza, per la prima volta, della madre di un figlio suo coetaneo, Manuel. Inizia quindi a porre ai frati domande sulle madri…
Per combattere la solitudine di cui soffre, Marcellino inizia a parlare con l’amico immaginario Manuel…
Unico divieto impostogli dai frati, è quello di non salire mai la scala che porta in soffitta, dove si trova un uomo grande e cattivo che lo porterebbe via…
Un giorno il piccolo sporca con una palla di fango la camicia del sindaco che va a protestare con i frati. Nell’allontanarsi, Marcellino gli fa una linguaccia lanciandogli dietro un sasso. Ma uno scorpione lo punge sul piede provocandogli un forte dolore. Nel delirio della febbre inizia a chiedere come si possa raggiungere il cielo, ricevendo come risposta “con l’essere buoni, quando il Signore lo vorrà”…
Un giorno, rimasto solo, con l’amico immaginario Manuel raggiunge la soffitta trovandovi un uomo gigante che lo spaventa, facendogli crede alle parole dei frati sulla presenza di un uomo cattivo…
Un giorno uno dei frati si fa accompagnare in paese da Marcellino. Vi è in corso la fiera e mentre l’uomo benedice una malata, il piccolo si aggira per le strade, provocando, nel rubare una mela, un colossale parapiglia che causa enormi danni…
Furioso, il sindaco obbliga i consiglieri a firmargli lo sfratto dei frati entro un mese…
Sempre più solo, Marcellino decide di tornare in soffitta. Aperta una finestra, si accorge che all’interno vi si trova un crocifisso gigante. La magrezza e la sofferenza della figura lo colpiscono, inducendolo ad andare a rubare del pane in cucina. A sorpresa la statua si anima, ricevendo e mangiando il pane offertogli. Gesù parla al piccolo che, di lì in avanti, costantemente gli porta pane e vino. Il Signore lo appella così, amichevolmente, Marcellino pane e vino… Il suo comportamento muta insospettendo i frati, anche per delle manche che quotidianamente si verificano nelle cucine. Frate Tommaso, detto Pappetta, viene incaricato di sorvegliare e seguire il bambino. Scopre così che il piccolo sale in soffitta per parlare con Gesù!… Sconvolto, pensa trattarsi di una allucinazione…
Gesù intanto, chiede a Marcellino cosa voglia in premio della bontà dimostrata. Il piccolo chiede unicamente di vedere la propria mamma e la Madonna. Lo prende sulle ginocchia, facendolo così morire tra le sue braccia. Alla scena assiste Tommaso, in lacrime, che chiama gli altri in stato d’agitazione e tra le lacrime… All’arrivo degli altri, tutto è tornato alla normalità e il piccolo giace esanime su una sedia, volato in cielo come suo desiderio…
Tutti gli anni, sindaco compreso, i paesani si recano da allora al convento per rendere omaggio alla statua di Marcellino Pane e Vino…