Ehi, Padre Eterno, che stai nei grattacieli, restacipuoi restare ancora un poco a casa tua
e poi lasciarmi alle mie miserie
oh, io su questa terra ci sto bene.
E ha un bel dire la gente che questa vita fa schifo
che è una porcheria, che è tutta un’immondizia
sarà così e questo è anche vero
però non ho mai gettato mio fratello nel pattume.
Ehi, Padre Eterno, qui in basso non si sta poi male
puoi vedere gli scimmioni dondolare appesi ai rami
e più vanno in alto, su fra le foglie
più vanno in alto e più gli vedi le vergogne.
E hai visto quella ragazza, anzi quella bambina
che a quattordici anni, ne sa più di me
è meglio lei di tante finte suore
che hanno fatto tutto ma arrivano vergini all’altare.
Ma io quella ragazza, Padre Eterno, io la voglio vicino
e non la voglio lapidare nella fossa
lei ha fatto il nido qui nel mio cuore
e domani volerà dove le pare.
Ehi, Padre Eterno, io non sono niente
un piccolo destino in mezzo a tanta gente
e se è così non ci facciamo guerra
a te lascio i grattacieli e a me questa terra.
ho solamente sedici anni…
Sto imparando a suonare la chitarra
con i miei amici giù nella cantina
è vero, alla faccia dei teoremi
di Pitagora e Talete.
Signorina l’abbiamo vista abbracciata
con Raimondo il poeta
quel ripetente di diciotto anni
che sta sempre agli ultimi banchi
poi lui è venuto a parlare insieme a noi
dicendo “Non avete mai capito niente
lei è come una bambina
lei è sola e disperata”.
Lulu, Lulu, Lulu, Lulu
Lulu, Lulu eh, portami più su
Lulu, Lulu, Lulu, Lulu
Lulu, Lulu eh, portami più su
fuori dalla noia dove niente è peccato
dove non ti senti solo e disperato.
Ma perché quella mattina
non si è presentata la signorina?
E dopo un’ora di mistero
è arrivato il supplente, sorridente
la signorina ha avuto un posto giù in Calabria
e nessuno sa quando ritornerà, è vero
lei era un cattivo esempio per tutti quanti.
Ed è passato quasi un anno
ed è arrivata ancora l’estate
Raimondo dice che andrà in vacanza
probabilmente giù in Calabria.
Ed io continuo a suonare la chitarra
con i miei amici giù nella cantina
è vero, alla faccia dei teoremi
di Pitagora e Talete.
Lulu, Lulu, Lulu, Lulu
Lulu, Lulu eh, portami più su.
Lulu, Lulu, Lulu, Lulu
Lulu, Lulu eh, portami più su
fuori dalla noia
3 – Pasqua
e forse che ho mangiato troppo
e non voglio più cioccolata.
E mentre si ride forte
il resto della gente si abbuffa
e arriva il conto che quasi fu una truffa
e usciamo fuori dalla trattoria
mentre un pazzo sta parlando alle mosche
nella mia anima c’è un cane enorme
che sbadiglia e muove piano la coda
lasciatemi solo, voi non mi chiedete
non so dove andrò
ma questa Pasqua non la scorderò.
Che farò, che farò
alle tre del pomeriggio e poi, e poi è Pasqua
che farò, che farò
alle tre del pomeriggio e poi…
E attraversato tutto il ponte a piedi
mentre il pazzo mi corre vicino
mi urla forte che ero anch’io un artista
che per la fame poi, ha perso la vista.
“Cinquemila lire, sussurra
ti faccio andare con mia sorella
non è un gran ché è vero
ma ho soltanto quella”
E poi mi tira forte per la giacca
urlando “Questa terra è tutta da bruciare”
Urla e si aggrappa forte ad un lampione
e poi mi chiede se ho da fumare.
Ma vattene scemo, vai
e vai ad impiccarti dove vuoi
che me ne torno per i fatti miei.
Che farò, che farò
alle sei del pomeriggio e poi
e poi è ancora giorno
che farò, che farò
alle sei del pomeriggio e poi…
E son tornato sotto casa tua
anche se non è più come allora
e il tempo è stato un giustiziere
per i miei e per i tuoi anni.
Ma si scoglie con il sole la neve
io non ricordo più le tue parole
tornassi indietro almeno proverei
le tue collane di girasole
quanto amore, quanto, quanto amore
una sigaretta illuminava le tue labbra
poi fra le mie tu giocavi col fumo.
Ma non mi dire no stasera
almeno tu non mi dire no
che questa Pasqua non la scorderò
che questa Pasqua non la scorderò.
4 – Cleo
e mentre agosto rosso tremava sull’asfalto
seduti dentro a un bar io l’ascoltavo ancora.
E lei ancora mi parlava
“Mio padre vende vino, è solo un commerciante
ma di cose lui me ne ha insegnate tante
una ragazza greca ha il cuore più pulito
una ragazza greca discende dagli dei.
sì ma io non sono Ercole di Lidia e a seguirla non riuscivo
se volava con la mente dentro il suo mistero.
Cleo, Cleo, Cleo, Cleo vergine bianca in un tempio
Cleo, Cleo se davvero tu puoi, scaccia da me queste ombre
io vivo in un paese che confonde e qualche volte sporca
il mio cuore e la mia mente, ma per Giunone e per Mercurio
postino degli dei via queste ombre
l’estate qui non dura eternamente e arriverà il cielo
e la pioggia di settembre lungo i marciapiedi
fra le case e in questo bar e nel mio bicchiere e dentro me.
Cleo, Cleo, Cleo, Cleo peccato che mio padre non sia ricco
ci ho pensato tante volte ma la strada è lunga da Torino a Salonicco
e in un’altra avventura io non mi ci ficco.
Fra qualche giorno qui si rientra tutti quanti
fra qualche giorno qui ricomincia tutto come prima.
Cleo ti sembrerà banale ma, che cosa mi è successo
che sensazione strana, proprio l’altra sera in biblioteca a scuola
ho aperto un libro che parlava degli eroi, ma soprattutto raccontava degli dei
e se penso a te quasi quasi io ci credo alle processioni in riva al mare
ai gesti e alle parole chiusi dentro il tuo mistero.
Cleo, Cleo, Cleo, Cleo vergine bianca in un tempio
Cleo, Cleo se davvero tu puoi, scaccia da me queste ombre
io vivo in un paese che confonde e qualche volta sporca
il mio cuore e la mia mente, ma per Giunone e per Mercurio
postino degli dei via queste ombre
agosto si allontana lentamente ed è arrivato il cielo
e la pioggia di settembre lungo i marciapiedi
fra le case e in questo bar e nel mio bicchiere e dentro me.
Cleo, Cleo, Cleo
se tu farai questo per me
io ti crederò.
5 – Oh mamma mia
Antonia era alle prove di una compagnia teatrale
a recitare un Pirandello metafisico informale.
E allora andammo in osteria, un’osteria per camionisti
a bere una bottiglia in pace senza esser visti.
E al quarto o quinto bicchiere di Barolo controllato
Antonia accavallò le gambe in un modo esagerato.
Oh mamma mia! Oh, mamma mia!
Oh mamma mia! Oh, mamma mia!
Oh mamma mia! Oh, mamma mia!
Uh sì, Antonia, Antonia, Antonia
Madonna, ti ricordi che sbornia?
Antonia, Antonia, Antonia
su il cappello, giù il cappello
per Molière e Pirandello.
E un energumeno peloso che aveva appena scaricato il fieno
fece pesanti apprezzamenti su Antonia e sul suo seno
E poi si alzò dì scatto, che quasi ci venne addosso
“A te ti rompo in due – mi disse – e la tua donna me la porto via”
Ma ecco all’improvviso, in mezzo ai lampi e i tuoni
apparve il nostro amico Gianni con il suo ciuffo alla Little Tony.
E volarono cazzotti e colpi bassi fra le gambe
finché si ritrovarono quasi tutti e due in mutande
Oh, mamma mia! Oh, mamma mia!
Oh, mamma mia! Oh, mamma mia!
Oh, mamma mia! Oh, mamma mia!
Uh sì, Antonia, Antonia, Antonia
Madonna, ti ricordi che sbornia?
Antonia, Antonia, Antonia
su il cappello, giù il cappello
per Molière e Pirandello.
Così ho preso Antonia, che non stava sulle gambe
e che in un modo informale voleva anche lei mettersi in mutande.
Oh, mamma mia!
E chiusi a chiave nel gabinetto, seduti sul cappello
Antonia mi parlava di teatro e di Pirandello
Oh, mamma mia! Oh, mamma mia!
Oh, mamma mia! Oh, mamma mia!
Oh, mamma mia! Oh, mamma mia!
Uh sì, Antonia, Antonia, Antonia
Madonna, ti ricordi che sbornia?
Antonia, Antonia, Antonia
su il cappello, giù il cappello
per Molière e Pirandello
6 – Tigre
Che tenerezza faceva il suo cappello spagnolosulle sue piccole labbra avrei toccato un flamenco. Tutto il mio amore, tutto il mio amore di tigre tutto il mio amore, tutto il mio amore di tigre. Che succedeva però quando lei mi guardava la mia balbuzie feroce allora mi condannava. Colpi di frusta sulla mia schiena di tigre rosso sul nero sulla mia pelle di tigre. Datemi per favore la mia giungla e non fatemi fare come quelli di Faenza che quando non ce l’hanno fanno senza. Notti solo, giorni solo per un tigre senza giungla. Notti solo, giorni solo per un tigre senza giungla. Così l’ho piantata come un patacca. riuscendo a dirle soltanto “Siamo bizantini ma non siamo cretini” Sono felice di ritornare normale giallo sul nero sulla mia pelle di tigre. Datemi per favore la mia giungla e non fatemi fare come quelli di Faenza che quando non ce l’hanno fanno senza. E allora notti solo, giorni solo per un tigre senza giungla. Notti solo, giorni solo per un tigre senza giungla |
7 – Digos Boogie
siamo tutti quanti poliziotti da quattro generazioni
crediamo nella legge che non perdona e che non sbaglia mai.
Siamo tutti quanti poliziotti, Digos boogie.
E così, camminiamo la notte per i vicoletti scuri, scuri
a spiare le coppiette appiccicate a far l’amore contro i muri.
Per un poco d’amore…
Siamo tutti quanti poliziotti, Digos boogie
teniamo per la di, di, di, di, di, di, Digos boogie
siamo tutti quanti poliziotti, Digos boogie.
E così, camminiamo la notte per i vicoletti scuri, scuri
a spiare le coppiette appiccicate a far l’amore contro i muri.
Per un poco d’amore…
8 – Ugo l’italiano
e in controluce sopra il molo, Ugo l’italiano
e sul giubbotto di velluto nero un drago d’oro.
Sette vergini imploranti lo hanno conosciuto
e con ognuna lui ha intrecciato fiori tropicali.
Ugo aveva perso tutto tranne la sua rabbia
la rabbia di uno come lui che aveva
sempre vissuto la sua vita a tempo di Rock and Roll.
E un ragazzino di colore da domani piangerà
e farà a pugni fra i banchi della scuola
perché la cattiveria ha quattro soldi
solo per sentirsi vivi, si costruiva sui modelli americani.
E poi e poi e poi e poi e poi e poi
E poi c’è sempre un divo da imitare
un divo da adorare.
La grande madre dai capelli ricci, la grande madre nera
con gli occhi di latte e di velluto aperti sopra il mondo
la grande madre ha trascinato Ugo, Ugo l’italiano
con un dolore strano dentro il cuore
giù fino al porto.
Gli occhi fissi nella nebbia, Ugo non sognare
pensare troppo alla tua terra ti può fare male
le dita strette alla chiusura lampo del giubbotto nero
soltanto un po’ di decisione e la nave che adesso vedi ferma
è già pronta per salpare.