1 – Maledette malelingue
Lo sai cosa fa, lo sai con chi va e con chi si vede?
Il pomeriggio dopo palestra verso le sei
lei sale da lui, all’ultimo piano
lei va quell’uomo, un uomo maturo
si dice sposato, tanto più grande di lei.
Ma che cosa faranno, che cosa diranno per più di due ore?
Si toccheranno, si baceranno, ah! Se suo padre sapesse!
Qualcuno di noi, con un po’ di coraggio, glielo deve dire
e che diamine! Qua ci vuole sicuro un po’ più di moralità
ma la gente non lo sa che…
Federica ha quindici anni, anche se una donna è
così la gente vede il male, anche dove non ce n’è
lei sta coi grandi e non frequenta quelli della sua età
oh! Maledette malelingue, la gente la distruggerà…
La gente la distruggerà…
Si dice che sì… Si dice che no… eh
Mah!.. Vedrai, vedrai, vedrai, qualcosa ci sarà
Metti la paglia sul fuoco e un incendio poi scoppierà
Lui l’hanno cacciato, allontanato in un’altra città…
E si dice che a lei suo padre le ha date di santa ragione
Adesso sta chiusa in casa e per un bel pezzo non uscirà
vedi, un po’ di coraggio e certe puttane, vanno punite
e che diamine! Qua ci vuole sicuro un po’ di moralità
ma la gente non lo sa che…
Federica ha quindici anni, anche se una donna è
così la gente vede il male, anche dove non ce n’è
lei sta coi grandi e non frequenta quelli della sua età
oh! Maledette malelingue, la gente la distruggerà…
Federica ha quindici anni, anche se una donna è
oh! Maledette malelingue, la gente la distruggerà…
La gente la distruggerà…
2 – Poppe poppe poppe
Ma io non so com’è nata questa cosa qui |
e quando mai è cominciata.
Sarà stata mia zia con quei seni anni cinquanta
a contagiarmi in questa mia mania.
Poppe, poppe, poppe
poppe, poppe, poppe.
Poi la mia prof. di Petralia di Sotto
che aveva due tette che sembravano quattro.
E cosa dire della Preside, laureata in Ostetricia
aveva due spade proprio dentro la camicia.
Scollature, panettoni
rigoglio sano di femminili ormoni
colline bianche e solchi misteriosi
dove si appuntano gli sguardi dei golosi
perché al mondo, al mondo ci sono troppe
poppe, poppe, poppe
poppe, poppe, poppe.
E mi ricordo dal barbiere le donnine profumate
con quelle tette da illusioni disperate.
E dal meccanico della Pirelli il calendario
aveva in copertina un seno leggendario.
E non ho mai guardato più in giù della cintura
perché è di sopra che si esprime la natura.
E io voglio annegare nella gommapiuma
su due tette ricoperte di bagnoschiuma.
Scollature, panettoni
rigoglio sano di femminili ormoni
colline bianche e solchi misteriosi
dove si appuntano gli sguardi dei golosi
perché al mondo, al mondo ci sono troppe
poppe, poppe, poppe
poppe, poppe, poppe.
That’s right.
3 – Avrò bisogno ancora di te
E non sarà tuo padre e non sarà tua madre |
non sarà per loro che ti trasformerai.
E neanche tuo fratello
che tu ami tanto, neanche quello…
Tu sei come sei e non cambierai
sei una tenera bambina che sa
che prima o poi arriverà
il finale travolgente, l’attimo fuggente.
E si apre una fessura
fra l’istinto e la natura
tu sei là, ed io…
Avrò bisogno ancora di te
per quelle cose che non so spiegare
ti studierò, ti starò a guardare
mi sorprenderai.
Avrò bisogno ancora di te
se alle mie angosce non so dare voce
ti canterò le stesse canzoni, amore
ascoltale perché avrò bisogno di te.
Ti canterò le stesse canzoni, amore
tu le ascolterai.
Ma è così strana tua madre, così lontano tuo padre
ti aspetti le parole che non diranno mai.
Ma se un amico cercherai, lo sai
che prima o poi mi troverai.
Tu mi dai una speranza io forse l’esperienza
ma anche in questa parte tu rimani la più forte
amore mio perché avrò bisogno di te.
Avrò bisogno ancora di te
per quelle cose che non so spiegare
ti studierò, ti starò a guardare
mi sorprenderai.
Avrò bisogno ancora di te
se alle mie angosce non so dare voce
ti canterò le stesse canzoni, amore
ascoltale perché avrò bisogno di te
avrò bisogno ancora di te.
Ti canterò le stesse canzoni, amore
ascoltale perché avrò bisogno di te.
4 – Il topo (Signore delle fogne)
mangio di tutto anche poliuretano
e fu così che andando a caccia
mi sono ritrovato in una casa signorile.
Ma chi l’avrebbe detto, chi sospettava
che stavo andando
proprio incontro al mio destino
mi hanno incastrato, intrappolato
poi mi han buttato
nella gabbia di un pitone vivo.
Lui si è mosso appena mi ha visto
ero proprio io la sua colazione
lui mi voleva ipnotizzare
poi l’ho sentito
che era pronto ad attaccare.
Signore delle Fogne, aiutami tu
perché devo morire, dimmelo tu?
proprio quaggiù…
Coi gatti e con le scopeme la cavo, lo sai
ma un pitone e chi l’ha visto mai?
Io mai!
Lui si dondola un po’, arretro
poi salta dritto su me, mi sposto
picchia duro la testa sul vetro
resta stecchito lì contorto.
Con tutta calma l’ho divorato
non proprio tutto, non sono mica esagerato
e i suoi padroni, che bella festa
hanno trovato il pitone senza testa.
Il pitone senza testa, senza testa.
Signore delle Fogne, sei grande, lo sai
c’è una logica in tutto, anche se tu
tu non la vuoi.
C’è chi vuol fregare e rimane fregato
come quel pitone che ho divorato
digerito…
5 – Voglio un mondo minorenne
voglio che il tempo fermi la sua corsa
e i loro volti non invecchino mai
voglio che l’anima rimanga sulla tela
come quella di Dorian Gray.
Voglio un mondo minorenne.
Entra, sei il benvenuto nella mia stanza dei giochi
è una piccola, piccola stanza ma mi protegge dai mostri.
Ma come sempre arrivano i nostri a massacrare gli indiani
ma io ho sempre il mio arco e le frecce, se no ci sono le mani.
Ehi, ehi tu non farmi uscire, no, non ci provare
io non ci riuscirei, fuori c’è il mondo
con le sue paure, le lascio volentieri a te.
Voglio un mondo minorenne.
La vita è come la scala di un pollaio
una scaletta a pioli è corta, sporca
e quando cadi giù si cade sempre da soli.
Ma a te che sei fuori non ti voglio spaventare
ti metteresti a sparare
io nella mia stanza mi posso esercitare
io mi posso sfogare…
Ehi, ehi prova un po’ a picchiare su una batteria
dal ritmo fatti trascinare via
scaccia la violenza via dai tuoi pensieri
e tornerai pulito come ieri.
Dentro un mondo minorenne.
A chi c’è, a chi mi vuol sentire
una proposta farò: voglio un mondo
un mondo minorenne.
6 – Sempre dritto in mezzo al cuore sparerò
Lei passeggiò, sulla strada accanto a me |
per un po’ senza dire neanche una parola
ed era strano, strano quel suo modo di camminare
di evitare, come se inciampasse fra le alghe secche
e le conchiglie in riva al mare.
Poi mi parlò, all’improvviso in mezzo
al sole che franava da un palazzo
illuminandole i capelli.
Mi disse piano, piano “Tu non sei certo
come quelli, tu sei gentile, sei diverso
ma se mi deluderai, io non mi arrenderò
e sempre dritto in mezzo al cuore sparerò”
Poi mi disse ancora mentre il vento gonfiava la sua gonna
“Sai, sono stata anche insieme ad una donna
ma tu mi puoi capire, lo so è questione di tenerezza, insicurezza
o che ne so, comunque non la scorderò…
Mio padre è andato, si son divise le nostre strade
e lui è via, lontano da me e da mia madre
ma lei ci pensa a quel bastardo ed io la sento singhiozzare
quando è sera, quando è sola quando è troppo sola
ma io no, io non mi arrenderò
e sempre dritto in mezzo al cuore sparerò”
E non c’è posto per quelle come me, prostitute della vita
ma è la gente, sai, che me lo costringe a fare
sparare sempre dritto al cuore
sempre al cuore…
E ciao e via, via sorridendo se n’è andata ed io son qui
al bar, con una birra disperata qui davanti al cielo di settembre
con le sue nuvole di perla così strane, agitate, confuse
proprio come lei, proprio come lei, come quella là
che non si arrenderà e sempre dritto in mezzo al cuore
dritto in mezzo al cuore sparerà.
7 – La bella Gina
La bella Gina viene a fare un provino |
per la Statale Sabina scende giù in città
odora di buono, di mammole e miele
ma a Roma chissà se durerà…
“Signor regista, io non mi son mai spogliata
e neanche mia madre mi ha mai vista nuda”
“Ma figliola cara, tu non vuoi capire
che per imparare a recitare ti devi prima spogliare”
E cominciamo dalle scarpe, il maglione e i pantaloni
la camicia e il reggiseno così ad occhio tu puoi farne a meno…
E fatti guardare, io ti devo studiare e voglio capire che tipo sei
e quanti soldi posso guadagnare con te. Con te…
La bella Gina se mette a piagne, ma due mani son poche
a coprir le vergogne e mentre lei piange, lui si avvicina
lui si avvicina cortese, ma con delle pretese.
“E adesso vieni sul divano, adesso dammi la tua mano
vieni qui che io ti voglio cioè, da vicino ti vedo meglio.
Ma vuoi fare del cine? Vuoi fare del cine?
Se vuoi fare l’attrice, vuoi fare del cine
leva anche quelle mutandine.
E parte lo schiaffo, come fosse una bomba
il regista vola via, contro una serranda.
Così gira la ruota, la ruota della vita
c’è un sì o un no, non c’è mai un chissà
la bella Gina non tornerà.
La bella Gina non tornerà.
8 – Le mani di Giulia
le mani di Giulia, proprio dentro
al mio giaccone.
Pioveva forte lì e mi piaceva, lo sai
anche se la pioggia in vita mia
no, io non l’ho amata mai.
Mi disse: “Ho freddo, me le fai scaldare?”
Ho provato qualcosa che non so spiegare
le sue mani, chiare, come due pietre preziose
che nel ricordo fanno male come le spine delle rose.
Le mani di Giulia lontane, lontane
come un treno in ritardo, fermo lì nella stazione,
ma se ci penso adesso, se guardo bene laggiù
dietro al finestrino ci sono io, ci sei anche tu.
Le mani di Giulia.
Suono un poco la chitarra, ma non è facile
ore ed ore, chissà se a suonarla io riuscirò…
Arpeggiava una canzone proprio dentro al mio giaccone
fu malizia o innocenza, chissà per quanto viva, non lo scoprirò
e a cosa penso adesso io lo so e penserò
alle mani di Giulia…
Ma se ci penso adesso, se guardo bene laggiù…
Le mani di Giulia.
9 – L’orsacchiotto Sughy Pooh
sul vetro del gabinetto fra la crema sprecata.
“Ho solo tredici anni ma ho sofferto
come una di cent’anni e più
ho solo tredici anni ma mi aspetto
qualche cosa di più” That’s right.
E’ uscita in punta di piedi senza svegliare i genitori
mettendosi soltanto in tasca quella foto a colori.
La foto sotto l’albero di Natale, si faceva a chi scherzava di più
lei è lì sorridente col suo orsacchiotto Sughy Pooh.
Sughy Pooh, Sughy Pooh…
Sughy Pooh, Sughy Pooh…
La notte avvolge le cose, sembra proprio pesare su tutto
le sembra pieno di pietre anche in suo zainetto.
Lei lo stringe forte, forte mentre cammina nel buio
mentre pensa impaurita “Se avessi mio padre vicino!”
Suo padre le vuol bene sì, ma di sua madre non se ne può più
lei adesso è lì da sola col suo orsacchiotto Sughy Pooh.
Sughy Pooh, Sughy Pooh…
Sughy Pooh, Sughy Pooh…
Dalla finestra sul tetto lei spaventata sta rientrando
e va a strappare il biglietto che è ancora lì dentro il suo bagno.
Poi si infila piano, piano nel letto, nel letto senza far rumore
e giura “Fuggirò un’altra volta ma soltanto per amore”
Poi si infila piano, piano nel letto e giura “Non lo faccio più!”
E’ stanca, poi si addormenta col suo orsacchiotto Sughy Pooh.
Sughy Pooh, Sughy Pooh…
Sughy Pooh, Sughy Pooh…