INDRO MONTANELLI – LE STANZE

 

INDRO MONTANELLI – LE STANZE

RIZZOLI – Collana BUR SAGGI – I ed. Settembre 2004

LE STANZE. Dialoghi con gli italiani

PREMESSA p.7

LA STORIA p.9

PERCHÉ CI TURAMMO IL NASO E VOTAMMO DC p.11

«Quella» DC era l’unica DC di cui disponevamo per fare fronte al pericolo comunista che incombette sull’Italia nel’48 e tornò a incombervi nel ’76, quando il Pci andò ad un pelo dal diventare il partito di maggioranza e quindi dal prendere il potere, che avrebbe significato in un modo o nell’altro l’uscita dell’Italia dall’Occidente ed il suo aggancio ad una Unione Sovietica, che non era quella di Grbaciov, ma quella di Breznev, tuttora oppressiva, aggressiva ed armata sino ai denti. (p.11)

Io non ho mai conosciuto un conservatore inglese che abbia mosso a Churchill il rimprovero di essersi alleato a Stalin – altro che il naso dovette strizzarsi! – quando le armate di Hitler spazzavano tutta l’Europa. […]

Oggi che il muro di Berlino ci ha liberato dall’incubo del comunismo (parlo di quello vero), è facile fare processi a chi non aveva in mano altra arma elettorale che il voto alla Dc. Ed una cosa mi chiedo: tutti questi intransigenti eroi dell’anticomunismo, che oggi mi scrivono lettere d’insulti accusandomi di averlo tradito, dov’erano al tempo del comunismo vero, quando io ero uno dei pochissimi a combatterlo di fronte – con qualche conseguenza non del tutto gradevole sulle mie gambe -, e loro, incontrandomi per strada, fingevano di non conoscermi? (p.12)
16 Novembre 1995

LE CONFUSE IDEE DI BENITO MUSSOLINI p.14

[…] il fascismo non fu né di destra né di sinistra, in quanto fu di tutt’e due secondo le opportunità del momento. Tuttavia, pur nei suoi sbandamenti ideologici (il suo nazionalismo e gerarchismo erano certamente di destra, e di una brutta destra, così come lo statalismo e l’assistenzialismo erano di sinistra, e di una brutta sinistra), una sua coerenza, almeno sentimentale Mussolini la ebbe: nato a sinistra, a sinistra volle morire. Era anche un’altra c’è da riconoscergliene: nato povero, povero morì.(p.15)

18 febbraio 1996

COSÌ IL POTERE LOGORÒ I SOCIALISTI p.16

29 febbraio 1996

L’ITALIA, L’ITALIETTA E L’ITALIONA p.18

10 marzo 1996

SENZA LA GUERRA IL FASCISMO SAREBBE CONTINUATO? p.20

Mussolini ebbe il consenso della stragrande maggioranza degl’italiani. Cominciò a perderlo soltanto con le leggi razziali e con l’intervento in guerra fino a restare sepolto sotto le macerie della disfatta. […]

In Italia non c’era opposizione al fascismo, salvo quella di pochi avanzi della classe politica pre-fascista. (p.21)

11 aprile 1996

PER NON DIMENTICARE I CADUTI ISTRIANI p.23

3 giugno 1996

IL GHIRIBIZZO DI BOSSI E IL SEPARATISMO SICILIANO p.25

19 giugno 1996

SONO ABITUATO A COMBATTERE CONTRO I VIVI p.28

13 luglio 1996

COSÌ L’EUROPA PERSE LO STATUS DI CAPUT MUNDI p.30

16 ottobre 1996

QUANDO IL PSI MANCÒ LA GRANDE OCCASIONE p.32

29 ottobre 1996

IERI COME OGGI DALLA PARTE DELLE STREGHE p.34
24 novembre 1996

LA POLITICA DEI GIRI DI VALZER p.36

9 gennaio 1997

SALUTARE DIFFERENZA TRA IL POLITICO E IL MORALISTA p.38

25 gennaio 1997

GUARDARSI DALLE LEGGENDE SUL CONTINENTE NERO p.41

[…] ritirandosi dall’Africa l’Europa servì benissimo i propri interessi, non certamente quelli dell’Africa dove il poco di buono che c’è, nelle istituzioni e nelle attrezzature, è un lascito delle vecchie maltrattatissime potenze coloniali, i cui soprusi e prepotenze – che certamente ci furono – sbiadiscono in confronto a quelli dei piccoli satrapi locali che ne hanno preso il posto. (pp.41-42)

In realtà di servigi gliene stavamo rendendo con la costruzione di strade, di ospedali, di scuole. (p.43)

28 gennaio 1997

EBREI E BANCHE SVIZZERE: LA STORIA INFINITA p.44

24 febbraio 1997

CORPO DI SPEDIZIONE IN ALBANIA? DOVEROSO E INUTILE p.47

9 aprile 1997

UNA AUSCHWITZ ITALIANA è PROPRIO INIMMAGINABILE p.50

[…] una Aschwitz italiana è semplicemente inimmaginabile: non soltanto per l’umanità che fra tanti difettacci viene riconosciuta alla nostra gente, ma per l’incapacità di escogitare e montare una macchina dell’orrore come quella.
C’è, tra fascismo e nazismo, qualche differenza che potremmo, mi sembra, riassumere così: il fascismo merita una condanna senza diritto di appello; il nazismo, l’esecrazione. (p.52)

13 aprile 1997

AVREI DATO CON ENTUSIASMO L’ADESIONE AL GLADIO p.53

Anch’io mi sento scandalizzato, e un poco offeso. Ma solo dal fatto che nessuno mi abbia sollecitato l’adesione al Gladio: l’avrei data con entusiasmo.

7 giugno 1997

FINLANDIA: LA FAVOLA DEL GIAVELLOTTO p.56

1 luglio 1997

GLI ERRORI DI VITTORIO EMANUELE III p.58

Marciare, alla testa di un battaglione di granatieri e sventolando il tricolore, incontro a un Panzzer tedesco, era effettivamente un gesto da melodramma: che forse gli sarebbe costato la vita, ma avrebbe conservato il trono alla sua dinastia e soprattutto restituito un po’ di credito all’Italia e alla sua politica.

10 luglio 1997

AUSCHWITZ, HIROSHIMA E I SENSI DI COLPA p.61

Auschwitz è, almeno per me, inesplicabile.
Hiroshima, se fossi americano, non mi porrebbe – glielo confesso – nessun caso di coscienza.[…]
Hiroshima fece nella popolazione civile, dicono, duecentocinquantamila vittime. Quante ne risparmiò inducendo alla resa i giapponesi che sembravano decisi all’olocausto? (p.62)

Ma gli aviatori inglesi che rasero al suolo Dresda abitata solo da civili, facendo tra di loro pressappoco lo stesso numero di vittime che a Hiroshima, questi problemi, da quanto se ne sa, non li ebbero. Forse che la guerra all’atomo è più crudele di quella al fosforo? (p.63)

13 novembre 1997

CHI MISE IN MOTO I CARRI ARMATI SOVIETICI p.64

23 novembre1997

LE GUERRE COSTANO ANCHE A CHI LE VINCE p.67

Noi, bottini di guerra ne abbiamo sempre fatti pochi perché poche sono le guerre che abbiamo vinto. (p.68)

4 dicembre 1997

OCCORREVA UNA NORIMBERGA IN NOME DEL POPOLO TEDESCO p.69

22 gennaio 1998

SE QUELLA VOLTA AVESSE VISTO IL FRONTE POPOLARE p.71

18 marzo 1998

STRAGE DI VIA RASELLA: RITORNO AL PASSATO p.74

22 marzo 1998

ARDEATINE: UN PASSATO CHE AVVELENA IL PRESENTE p.77

26 marzo 1998

I PROTAGONISTI p.81

MI SONO ISCRITTO AL PARTITO DEGLI APOTI p.83

4 gennaio 1996

DE GASPERI: L’ULTIMO UOMO DI STATO p.85

31 agosto 1996

SALVEMINI: UOMO DI ACCIAIO E DI CRISTALLO p.87

7 settembre 1996

LA LEZIONE DEL MORALISTA SALVEMINI p. 91

23 settembre 1996

SCELBA? UN POLITICO DI ECCELLENTE FIUTO p.92

Caro Accasati, si ricordi che se la democrazia italiana riusciì in quel periodo a <<tenere>> contro una piazza completamente in mano ai rossi e con una borghesia in cui era aperta la gara a chi scappava di più o a chi meglio sapeva camuffarsi da rosso, lo deve ad una esiga pattuglia di uomini – in mezzo ad una folla di eunuchi – in testa De Gasperi, ma anche Scelba, che poi naturalmente furono fatti fuori dagli eunuchi, com’è logico che avvenga in un Paese di unuchi come il nostro. Di Scelba fu detto che era solo un poliziotto. Sì, è ero: Scelba fu anche questo, da Ministro degl’Interni, e guai a noi se non lo fosse stato. (p.93)

12 ottobre 1996

E SI CREÒ UN CAMPIONE DEL LIBERO PENSIERO p.94

26 novembre 1996

VOGLIO UN’ORCHESTRINA” DICEVA UGO LA MALFA p.97

13 marzo 1997

CHI HA PAURA DEL CARDINALE MARTINI? p.100

1 giugno 1997

CARLO CATTANEO IMBRACCEREBBE IL FUCILE CONTRO BOSSI p,103

19 giugno 1997

MA “IL CAPITALE” DI MARX SI CITA, NON SI LEGGE p.106

Ma perché di Marx è viva e leggibile solo quella ch’egli considerava la parte caduca del suo pensiero: gli articoli e i libelli polemistici. Ingiusto, settario, e in molte cose anche falsario, Marx è stato però un grande giornalista, trascinante nei suoi appelli e fulminante nelle sue invettive.
Un po’ come Mussoli, i cui editoriali sull’Avanti! E sul Popolo d’Italia, prima di diventare Duce, dovrebbero essere ristampati e assegnati in lettura nelle scuole di giornalismo, come modelli di chiarezza, concisione, efficacia.

Mentre l’opera dottrinaria quella che Marz considerava il Verbo del marxismo, cioè Il Capitale è assolutamente illeggibile. (p.106)

[…] la sua vera vocazione era quella del Profeta.
E basta vedere in cosa consisteva il suo Annuncio: la fine della Storia. Secondo lui, la Storia non era mai stata che quella delle lotte di classe. (p.107)

21 giugno 1997

MA TOGLIATTI FU DAVVERO IL MIGLIORE? p.109

12 luglio 1997

GARIBALDI, UN ONESTO PASTICCIONE p.112

11 settembre 1997

I CALZINI VERDI DEL PRESIDENTE EINAUDI p.114

8 ottobre 1997

ECCO COSA PENSO DEL NOBEL A DARIO FO p.117

13 ottobre 1997

IL “CHE”, SOUVENIR DI UN SOGNO SBAGLIATO MA PULITO p.120

5 novembre 1997

MARIA JOSÉ NEL FRIGIDAIRE DI CASA SAVOIA p.122

26 novembre 1997

VITTORIO EMANUELE III, OSTINATAMENTE RE p.125

2 dicembre 1997

IGNAZIO SILONE, ANTESIGNANO DELLE ABIURE COMUNISTE p.128

25 gennaio 1998

QUESTO ERA IL MIO AMICO GIOVANNINO GUARESCHI p.131

5 febbraio 1998

DE GAULLE? A QUATTR’OCCHI UN CONVERSATORE SMAGLIANTE p.134

7 febbraio 1998

ERNEST JUNGER, UNA VITA GUARDANDO NEGLI OCCHI LA MORTE p.136

21 febbraio 1998

RADETZKY, MARESCIALLO E GENTILUOMO p.139

19 marzo 1998

IL SOCIALISMO MODERNO DI GIUSEPPE SARAGAT p.142

Nel mio ricordo egli rimane l’uomo che sotto una gragnuola d’insulti e di minacce affrontava le piazze rosse per difendere la libertà e proporre un socialismo democratico, riformista, e insomma moderno: quello che oggi trionfa in Europa, ma che in Italia ignora di essere il figlio di Saragat.
Ultima postilla: dopo una vita interamente dedicata alla politica che gli aveva messo a disposizione vari posti di potere, Saragat morì senza un soldo.

21 marzo 1998

RITRATTO DI UN SOLDATACCIO ROZZO E MALACCORTO p.145

1 aprile 1998

IL MONDO p.149

RUSSIA: AUTORITARIA PER VOCAZIONE p.151

Alla restaurazione del comunismo in Russia, non ci credo. Credo bensì alla restaurazione di un regime autoritario per il semplice motivo che la Russia non ne ha mai, nei secoli, conosciuti altri. (p.151)

Insomma, la vocazione russa non è alla libertà, ma ad un autoritarismo temperato dai complotti e dagli attentati degli anarchici. (p.152)

13 gennaio 1996

SU BILL CLINTON MI SONO IN PARTE RICREDUTO p.153

14 gennaio 1996

RIFORMARE LA SCUOLA? PRIMA GLI ITALIANI p.155

22 settembre 1996

ITALIA. PAESE LAICO DI CULTURA CATTOLICA p.158

20 novembre 1996

IL CASO O’DELL E LA MENTALITÀ AMERICANA p.161

19 dicembre 1996

È NELLA SCUOLA CHE “SI FA L’ITALIA O SI MUORE” p.164

25 febbraio 1997

QUELLA RADICE EBRAICA DI GERUSALEMME p.166

17 aprile 1997

IL MESTIERE DI SCRIVERE? ECCO TRE REGOLE D’ORO p.169

30 aprile 1997

IL GRANDE INTERROGATIVO SUL FUTURO DELLA CINA p.172

13 luglio 1997

LA CULTURA FASCISTA? “UN TUBO VUOTO” p.175

Ma di una cultura fascista, francamente, io che ci ho vissuto dentro, non mi sono mai accorto. Quella esistente, Mussolini la trattò come aveva trattato tutto il resto: le impose la camicia nera, ma si contentò della camicia. (p.176)

PIONIERI, PELLIROSSE, SCHIAVITÙ E VERITÀ STORICHE p.177

20 settembre 1997

E UN BRAVO BRIANZOLO PARLÒ COME UN VILLICO TOSCANO p.179

28 settembre 1997

SE L’AMERICA FOSSE RIMASTA IN MANO AI PELLIROSSE p.181

2 ottobre 1997

IN DEMOCRAZIA NON C’È GUSTO A FARE SATIRA p.184

31 ottobre 1997

ABRAMO LINCOLN E L’ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITÙ p.186

27 novembre 1997

UNA MIA IDEA DA SOTTOPORRE AGLI AMICI DELLA CRUSCA p.189

8 dicembre 1997

CON KIPLING, TANTI AUGURI DI BUON ANNO p.191

2 gennaio 1998

QUEL MURO LEVATO TRA I LETTERATI E IL POPOLO p.193

26 gennaio 1998

POLITICA ESTERA AMERICANA VISTA DALL’ITALIA p.196

2 febbraio 1998

MAGARI IL TOSCANO SI FOSSE IMPOSTO PER SOPRAFFAZIONE p.199

16 febbraio 1998

CHE Può FAR L’ONU CONTRO I MASSACRI IN ALGERIA? p.202

18 febbraio 1998

CONDANNATO ALLA LAPIDAZIONE PERCHÉ REO D’AMARE p.205

22 febbraio 1998

AAA LADY DI FERRO CERCASI p.208

13 marzo 1998

COME TRASFORMARE I SUDDITI IN CITTADINI p.210

5 aprile 1998

I FATTI DEL GIORNO p. 213

COM’È DIFFICILE SALVARE VENEZIA p.215

22 novembre 1995

VOGLIO COMPRARE UN BOC NAPOLI p.218

8 gennaio 1996

Che siate entrambi comunisti, a me non fa né caldo né freddo perché io mi sono sempre rifiutato di misurare gli uomini sul metro dell’ideologia. Contro quella comunista mi sono sempre battuto. E uno dei motivi di questa mia ostilità era poprio la decisiva, ed anzi esclusiva importanza che il comunismo dava all’ideologia preferendo regolarmente il farabutto comunista (ce n’erano) al galantuomo liberale. Io ho sempre fatto esattamente il contrario: preferisco il comunista galantuomo al liberale farabutto (ce ne sono). Ed ecco perché stimo e apprezzo il comunista Bassolino e la sua giunta. (pp.218-219)

8 gennaio 1996

LE ORDE DI TURISTI NON MERITANO LA FENICE p.221

[…] un turismo di massa con la merenda al sacco, che fa i suoi bisogni sotto i loggiati[…] (p.221)

8 febbraio 1996

QUELLA CIVILTÀ DELL’ARISTOCRATICA VENEZIA p.222

24 settembre 1996

IL CITTADINO ONESTO È CONSIDERATO UN ALIENO p.224

Nei totalitarismi sembra che la corruzione non ci sia perché non c’è la libertà denunziarla. (p.224)

Dov’è, caro amico, la coscienza morale e civile degli italiani? C’è, intendiamoci. Ma costituisce l’esclusiva di un’esigua minoranza di eroi perché per agire da onesti in un paese come il nostro il coraggio non basta; ci vuole l’eroismo. E purtroppo questo eroismo nemmeno la democrazia basta ad ispirarlo e ad imporlo. […]

Ed è naturale. Perché in un paese qual è il nostro (ed è inutile che qualcuno protesti: anche lui sa che questa è la verità), il cittadino onesto non solo viene ridotto all’importanza, ma viene considerato come un elemento di disturbo, un «alieno», una scomoda pietra di paragone.

8 ottobre 1996

UNA NUOVA INUTILE COSTITUZIONE p.226

11 novembre 1996

CINQUE MILIONI DI AMBASCIATORI SENZA VOTO p.229

26 gennaio 1997

MEGLIO NON CONFONDERE IL VENETO CON VENEZIA p.232

23 giugno 1997

NEPPURE I PROGRESSISTI FANNO MIRACOLI p.235

Anch’io ho votato, dopo molte esitazioni, l’Ulivo. […]

Ma continuo a pensare che, se invece dell’Ulivo, avesse vinto il Polo, molto probabilmente non avremmo nemmeno quello. (p.235)

1 settembre 1997

NON SI PUÒ TRASFORMARE IL SUD TIROLO IN ALTO ADIGE p.237

23 settembre 1997

QUANDO LA FANTASIA NON BASTA p.240

E questo mi è capitato anche quando sono stato messo alla scelta tra Polo e Ulivo. Ho scelto l’Ulivo perché pensavo non che nell’Ulivo ci fosse più liberalismo che nel Polo ma perché lo consideravo, per il liberalismo, meno pericoloso del Polo. (p.241)

23 ottobre 1997

UMBERTO BOSSI? PER ORA VIAGGIA IN FOLLE p.243

29 ottobre 1997

COME RENDERE INOPERANTI RIFONDAZIONE E LEGA p.246

18 novembre 1997

I FALSI STORICI DELL’”INTELLIGHENZIA” DI SINISTRA p.248

10 dicembre 1997

RIMPIANGENDO IL GHISA CHE NON C’È PIÙ p.251

14 dicembre 1997

TUTTI GLI UOMINI SONO DELLE SCATOLE A SORPRESA p.253

Io non trovo mai nessuna difficoltà ad ammettere di essermi sbagliato perché sono convinto che l’infallibilità sia un’esclusiva di Dio e degli imbecilli. (p.253)

18 dicembre 1997

VORREI SAPERE CHE COSA SI RIMPROVERA A MILANO p.256

Milano non è la città più accogliente d’Italia; è l’unica che accoglie nel senso più vero e profondo della parola. (p.256)

Milano insomma non si limita ad accogliere il <<foresto>> che gli apporta un qualsiasi contributo di attività; lo milanesizza senza prevenzioni di sorta. […]

A me, in un certo senso, Milano non ha dato nulla, salvo due Ambrogini e quattro revolverate. In compenso, mi ha dato una patria e la sensazione di appartenervi: gli sconosciuti che sorridendo mi salutano per strada mi ci fanno sentire a casa mia. (p.257)

[…] un’esclusiva che nessuno può contestare a Milano: quella di essere l’unico melting pot, l’unico crogiolo capace di fendere le genti delle più svariate provenienze e di dar loro il senso di appartenere ad una cittadinanza.

12 gennaio 1998

GIANFRANCO FINI E L’EREDITÀ DELLA REPUBBLICA DI SALÒ p.259

13 gennaio 1998

LEONARDO MARINO UN CAPITALISTA? MA SE VENDE FRITTELLE p.262

15 gennaio 1998

PER ME LA TERRA È STRUGGENTE NOSTALGIA p.265

Sono sempre stato convinto che la parte migliore del mio carattere mi viene dalla terra, dal contatto con la natura, col bosco, con gli animali, dalla consuetudine con la gente della terra – i mezzadri, i guardiacaccia, i bracconieri, i padulanio – fra i quali sono cresciuto: tutto un mondo scomparso con la mezzadria, di cui negli anni Cinquanta fui – lo confesso – un anacronistico difensore.

19 gennaio 1998

MA CHI VUOLE CHE S’IMPEGNI AL DIGIUNO PER IL PDS? p.268

Ma, oltre e più che su questi introiti, il vecchio Pci basava il suo bilancio sulla contenutezza della spesa, dovuta al fatto che la stragrande maggioranza dei suoi funzionari o apparatchik erano dei volontari cui il partito rimborsava, al massimo, le spese.

Ecco la «diversità» del Pci dagli altri partiti, dove si entrava quasi esclusivamente per fare ciccia, cioè carriera, soldi e potere. Nel Pci, chi entrava per questi scopi, veniva presto eliminato perché in realtà quello non era un partito, ma una Chiesa, per la quale una tessera non bastava; bisognava prenderne i voti, tra i quali c’era anche, pena la scomunica, il digiuno.(p.269)

27 gennaio 1998

MI FA SORRIDERE LA RIVALUTAZIONE DEI REPUBBLICHINI p.271

Qualcosa di simile accadde anche in Francia con la caccia al «pétainista», soprattutto nel mondo della letteratura, del teatro e del cinema. Brasillach fu fucilato, Céline la scampò, ma in una galera di Copenaghen, Sacha Guitry e Cécile Sorel furono arrestati perché avevano seguitato a recitare nella Parigi occupata. (p.272)

29 gennaio 1998

IL PROGRAMMA DEL RIASCATTO È UN PREMIO AI SEQUESTRATORI p.274

1 febbraio 1998

CERMIS: IL RITORNO DEGLI AMERICANI p.277

8 febbraio 1998

PERCHÉ IL FEDERALISMO NON PUÒ ESSERE APPLICATO ALL’ITALIA p.280

28 febbraio 1998

SUL NEMICO VINTO NON SI INFIERISCE p.282

5 marzo 1998

L’UNICO MODO PER PORRE FINE AI SEQUESTRI p.285

9 marzo 1998

CASO PRIEBKE: CHIUDERE I CONTI COL PASSATO p.288

10 marzo 1998

IL LIBRO NERO DEL COMUNISMO? NESSUNA RIVELAZIONE p.291

14 marzo 1998

LA DITTATURA DELLA VIA EMILIA p.294

29 marzo 1998

LA “LINEA DI FERMEZZA” NEL CASO MORO p.297

4 aprile 1998

LA BICAMERALE? SOLO UN GIOCO POLITICO p.300

6 aprile 1998

PRODI? NON È IL MIO TIPO, MA LO RIVOTEREI p.303

11 aprile 1998

IL POTERE DEI PARTITI DI METTERE IN CRISI IL GOVERNO p.306

18 aprile 1998

C’ERA UNA VOLTA IL VESPASIANO p.308

1 marzo 1998

LE PROPOSTE p.311

UN’AUTORITÀ CONTRO IL NUCLEARE p.313

13 ottobre 1995

DELETERIA LA GUERRA TRA I POTERI DELLO STATO p.315

24 ottobre 1996

ALLE ORIGINI (MISTERIOSE) DEL CAPITALISMO p.317

21 dicembre 1996

ORMAI NON CI RESTA CHE L’AMNISTIA p.320

23 dicembre 1996

MAGISTRATURA E PORTI DELLE NEBBIE p.323

12 gennaio 1997

NON TOCCHIAMO IL DIRITTO DI APPELLO p.326

2 febbraio 1997

LA PAROLA CLONAZIONE MI METTE I BRIVIDI p.329

Io dico che non occorre esser scienziati per diffidare di esperimenti che intendono produrre esseri viventi.

14 marzo 1997

AI MAGISTRATI NON S’ADDICE LA PIAZZA p.331

15 aprile 1997

CARO MINISTRO, SE RIUSCIRÀ A SEMPLIFICARE L’ITALIA… p.334

10 maggio 1997

ABORTO, EUTANASIA E IL CORAGGIO DELLA COERENZA p.336

15 maggio 1997

LA “PRIVACY” TUTELATA PER LEGGE? SONO SCETTICO p.338

19 luglio 1997

LOTTIAMO TUTTI CONTRO IL GUAZZABUGLIO DI LEGGI p.341

21 settembre 1997

REGOLE SU REGOLE PER POTERLE MEGLIO EVADERLE p.344

Non sono, creda a me, le buone Costituzioni che fanno i buoni cittadini. Sono i buoni cittadini che fanno le buone Costituzioni fino al punto di non averne bisogno. E i buoni cittadini li fanno la famiglia e la Scuola, molto più importanti e decisive di qualsiasi Costituzione. Questo mi ha insegnato l’esperienza. La quale, purtroppo, non è trasmissibile.

16 ottobre 1997

IL FAR WEST DELL’INSEMINAZIONE ARTIFICIALE p.347

12 dicembre 1997

ECCO PERCHÉ LA GIUSTIZIA ITALIANA È ALLO SFASCIO p.349

27 dicembre 1997

IL BIZANTINISMO DELLA NOSTRA LEGISLAZIONE p.352

5 gennaio 1998

BASTA CON LE MANETTE PREVENTIVE p.355

Che cosa io pensi dell’onorevole Previti mi pare di averlo detto in termini talmente espliciti da apparire – a più d’uno – brutali: un personaggio che solo a guardarlo in faccia verrebbe voglia di applicargli le manette ai polsi prima ancora di sapere chi è e cosa ha fatto. (p.356)

31 gennaio 1998

DAI MAGISTRATI PRETENDO L’IMPERMEABILITÀ ALLE TENTAZIONI p.358

17 febbraio 1998

CHE COSA SUCCEDERÀ QUANDO AVREMO L’EURO p.361

20 febbraio 1998

NON SI DEVONO ALIMENTARE LE ATTESE PER LA CURA DI BELLA p.363

23 febbraio 1998

LA LIBERTÀ IN CAMPO ECONOMICO È CONTAGIOSA p.366

2 aprile 1998

UN PASSO E QUALCHE SALTO PER ENTRARE IN EUROPA p.368

3 aprile 1998

RENDERE COMPRENSIBILI LE LEGGI: OPERAZIONE DA EROI p.370

7 aprile 1998

DIVAGAZIONI p.373

DISCOTECHE, TORMENTO DEI GENITORI p.375

31 dicembre 1995

AUTARCHIA DEL PALLONE? È PURA RETORICA p.378

11 febbraio 1996

BATTETEVI SEMPRE PER LE COSE IN CUI CREDETE p.381

L’unico incoraggiamento che posso dargli, e che regolarmente gli do, è questo: «Battetevi sempre per le cose in cui credete. Perdere e, come le ho perse io, tutte le battaglie. Una sola potete vincerne: quella che s’ingaggia ogni mattina, quando ci si fa la barba, davanti allo specchio. Se vi ci potete guardare senza arrossire, contentatevi». (p.383)

20 febbraio 1996

GIOCANDO A TOMBOLA CON DIO…” p.384

24 marzo 1996

EBREI: ECCO IL SEGRETO DEI LORO PRIMATI p.387

3 aprile 1996

PASSÒ GIRARDENGO, REDIVIVO PER UNA LIRA p.389

13 ottobre 1996

PROVOCAZIONE STRETTAMENTE PERSONALE p.392

Io, dopo il distacco da quello fascista (non nel ’45, ma nel ’37 quando il distacco comportava parecchie scomodità), non ho più militato in nessun partito.

Quando mi chiamavano alle urne, votavo o per quello liberale o per quello repubblicano, salvo che nel ’48 e nel ’76, quando votai, <<turandomi ilo naso>>, per la Diccì, per impedire che i comunisti – quelli di allora, spalleggiati dai carri armati sovietici, non quelli di oggi, organi eredi del più clamoroso fallimento di questo secolo – facessero il famoso «sorpasso» che li avrebbe fatalmente condotti al potere e consegnato anche noi ai loro «commissari del popolo». (p.393)

4 dicembre 1996

SE IO AVESSI LA FEDE, DELLA STORIA M’INFISCHIEREI p.395

27 aprile 1997

ADDIO CON RIMPIANTO LA VERO CACCIATORE p.398

[…]la caccia è questa, non la smania di ammazzare. Il vero cacciatore, se al termine di una giornata come questa, interrotta soltanto dallo spuntino al sacco, condiviso a par condicio col cane; se al termine di una cosiffatta giornata ha messo nel carniere cinque o sei capi,[…] il vero cacciatore la considera una buona giornata; e reduce da questo bagno nella natura torna a essere più uomo di quelli che non se ne son mossi. Il vero cacciatore ama gli animali a cui dà la caccia, forse anche perché li considera complici di questo gioco in cui ritrova la sua origine esistenziale. Non spara, per esempio, sul bersaglio fermo: lo considera sleale. (p.399)

9 luglio 1997

SE COMINCIASSI OGGI? MI DAREI ALL’INSEGNAMENTO p.401

25 agosto 1997

CON IL FUCILE A CACCIA DI NATURA p.404

2 settembre 1997

SOLO DA ITALIANO POSSO PARLAR MALE DEGLI ITALIANI p.406

1 novembre 1997

LE MIE DIMISSIONI DA ITALIANO p.409

È la consapevolezza di non essere servito a nulla che ora fa di me – ma solo spiritualmente – una apolide, cioè un estraneo, incapace tuttavia di trovarsi non dico un’altra Patria, ma nemmeno un altro domicilio. Io all’Italia mi sento «condannato»; ma ci sto come un extracomunitario con diritto di soggiorno. (p.410)

23 dicembre 1997

LA SCONFITTA E IL BLASONE DELLA ANIME NOBILI p.412

[…]la coscienza è, per chi ce l’ha, il più scomodo dei giudici, l’unico che non possiamo ingannare. (p.413)

Ma anche se vincerla non potrete, un compenso lo avrete: quello di potervi guardare nello specchio senza arrossire di voi stessi, perché allo specchio, cioè al bilancio della propria vita, prima o poi ci si arriva.

E lo specchio non vi giudica dai successi che avrete ottenuto nella corsa al denaro, al potere, agli onori; ma soltanto dalla Causa che avrete servito. Tenendo bene a mente il motto degli idalgos spagnoli: «La sconfitta è il blasone delle anime nobili».

31 dicembre 1997

CON MUSSOLINI FINO ALL’IMPRESA D’ABISSINIA p.415

15 marzo 1998

INDICE DEI NOMI p.419

INDICE GENERALE p.427