GIALAL AD-DIN RUMI – CANZONE D’AMORE PER DIO [RUBAI’YAT]


GIALAL AD-DIN RUMI – CANZONE D’AMORE PER DIO [RUBAI’YAT]
PIETRO GRIBAUDO EDITORE – 1991

PREMESSA DELL’EDITORE p. 5

INTRODUZIONE p. 9

NOTA REDAZIONALE p. 31

Anima mia, la tristezza che prova è ancora più crudele di quanto tu possa immaginare: è dolore dell’animo, febbre e bruciore del corpo. Ogni cosa di cui ci si nutrisce, col tempo diminuisce, tranne il dolore: più me ne nurtrisco, più aumenta. (p. 38)

Ho messo il mio cuore su una strada in cui passa la sofferenza.[…]
Sono molte le persone che desiderano unirsi a Te, ma non so quante vi riusciranno. Certo, chi ti ha incontrato ha raggiunto la pace dell’anima. Ma a chi non ti ha ancora trovato la sofferenza della ricerca, a volte, può bastare. (p. 49)

Quando un albero non ha foglie non si dispera, non perde mai la speranza.
Se riesci a parlare della tristezza che porti chiusa nel cuore, potrai allontanarla da te. Spesso infatti, dentro di noi, sbocciano fiori che non possono mostrare il proprio colore né conservare il proprio profumo.
Stai lontano dalle parole di coloro che sono lontani dalla verità. Ascolta le parole di questo folle: come l’ape riempirai la tua casa di miele, se saprai stare lontano da loro.
Non rimpiangere il passato, non voltarti indietro. Tu sei figlio di questo istante che vive, ora. Sei giovane, sei il vincitore del tempo. (p. 50)

In me convivono miscredenza e pietà, purezza e dolore; io sono vecchio, giovane, bambino e neonato. Se io muoio non dire:
– Egli è morto.
Io ero morto, ora sono viso, il mio Amato mi porta con Sé. (pp. 50-51)

Nella morte c’è la vita eterna per colore che sono giusti e credono. l’anima pura accetta la morte perché questa morte, né punizione né ingiustizia, è solo apparenza.
C’è un tempo in cui si aspetta di morire: questo è il vero dolore. […]
Nel Giorno della Resurrezione che distruggerà il mondo, temi la freccia della vendetta che trafigge il cuore.
Tu, che nella notte dell’avidità ti sei addormentato di un lungo sonno, l’alba della morte è iniziata, temi il giorno. (p. 51)

Fai la carità perché colui che non dona nulla giunge senza meriti davanti a Dio.
Bisogna che il tuo spirito sia molto stanco.
Bisogna che tu abbia una cattiva reputazione.
Se tu sei un uomo, devi accontentarti degli uomini.
Se tu sei un angelo, devi salire fino al cielo.

Se obbedisci alle tue passioni e ai tuoi desideri, sappilo, morirai nella disperazione.
Se rinunci a tutto ciò, capirai chiaramente perché sei venuto e verso dove stai andando. (p. 52)

Quando sono triste e stanco, l’anima mia è felice. Quando sono tranquillo e silenzioso, come la terra, il mio urlo, come il tuono, sale alto fino al cielo. (pp. 54-55)

Nel cammino del desiderio sari solo; unico tuo compagno sarà il dolore.
Non temere la solitudine, il coraggio si rivela proprio nel giorno della separazione. (p. 58)

Tu non puoi liberarti del mondo ascoltandone le chiacchiere.
Tu non puoi liberarti di te stesso parlando le tue molte parole.
Tu non puoi liberarti, del mondo e di te, tranne che con il silenzio.

Ascolta, se puoi: per giungere fino a Lui devi abbandonare te stesso.
Silenzio: là è il mondo della visione. Là ogni parola non è che sguardo. (p. 59)

La vita è passata: Dio ci ha offerto un’altra vita. La vita è fuggita: Dio ci ha offerto una Vita eterna.
L’Amore è l’acqua dell’immortalità, tuffati in questa sorgente: ogni goccia, da sola, è un oceano di vita. (p. 80)

Per amore tuo, io cammino a testa alta; per cercarti, io cammino senza sosta. Mi hanno rimproverato di girare continuamente intorno a Te. In verità, io giro intorno a me stesso. (p. 81)

È tardi ormai e noi ci siamo persi in quest’oceano. Una barca, le nuvole, la notte…
Noi remiamo nell’oceano di Dio, con accanto la sua grazia e il suo aiuto. (p. 85)