GIACOMO PUCCINI – LA BOHÈME (DVD, INVITO ALL’OPERA 1, 1977)

GIACOMO PUCCINI – LA BOHÈME (DVD, INVITO ALL’OPERA 1, 1977)

DE AGOSTINI – Collana INVITO ALL’OPERA n. 1 – 2006

Registrazione live al Metropolitan di New York del 15 marzo 1977

MIMÌ: Renata Scotto

RODOLFO: Luciano Pavarotti

Il libretto contiene vari testi d’introduzione all’opera, immagini a corredo, e i versi annotati dell’opera…

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*Disponibili sottotitoli in italiano

TRAMA

QUADRO PRIMO

IN SOFFITTA

Parigi, 1830.

I giovani Rodolfo, poeta, e Marcello, pittore, sono soli nella gelida soffitta che occupano. Marcello prova a dipingere, nonostante le dita dal freddo bloccate, un paesaggio del Mar Rosso… Pensa alla sua Musetta che sembra non più corrisponderlo…

Per combattere il freddo, prima che l’amico bruci la tela, Rodolfo getta sul fuoco un suo dramma. Il calore è invero di breve durata…

Poco dopo, arriva un altro coinquilino, il filosofo Colline, piccato giacché nessuno alla vigilia di Natale fa prestiti su pegno… Ma ecco il ritorno di Schaunard, musicista, con un paniere pieno di viveri e i soldi ricevuti da un giovane inglese in cambio di lezioni… È la vigilia di Natale, vuol quindi che si esca a festeggiate per le affollate strade dopo una gioviale bevuta… Ad interromperne il gaudio, è l’arrivo del padrone di casa, Benoit, a pretendere il pagamento dell’affitto. Gli mostrano i soldi, poi, parlando delle di lui presunte avventure amorose, lo scacciano infine, riprendendo i festeggiamenti…

Terminato di bere, escono dunque in strada per recarsi al caffè Mamus, con il solo Rodolfo ad attardarsi per terminare la redazione di un articolo per il giornale Il castoro… Una bellissima ragazza, la fioraia e ricamatrice Mimì, bussa alla porta. Le occorre un lume per accendere il proprio, spentosi sulle scale… Ha un mancamento non appena la luce è riaccesa… Ha perso la chiave… I lumi si spengono… Cercano al buio e Rodolfo, per restare con lei un po’ di più, nasconde la ritrovata chiave in tasca… La consola, riscaldandole la gelida manina…

Che gelida manina!

Se la lasci riscaldar.

Cercar che giova? Al buio non si trova.

Ma per fortuna è una notte di luna,

e qui la luna l’abbiamo vicina.

Aspetti, signorina,

le dirò con due parole

chi son, che faccio e come vivo. Vuole?

(Mimì tace: Rodolfo lascia la mano di Mimì, la quale indietreggiando trova una sedia sulla quale si lascia quasi cadere affranta dall’emozione.)

Chi son? Sono un poeta.

Che cosa faccio? Scrivo.

E come vivo? Vivo.

In povertà mia lieta

scialo da gran signore

rime ed inni d’amore.

Per sogni, per chimere

e per castelli in aria

l’anima ho milionaria.

Talor dal mio forziere

ruban tutti i gioielli

due ladri: gli occhi belli.

V’entrar con voi pur ora

ed i miei sogni usati

e i bei sogni miei

tosto son dileguati.

Ma il furto non m’accora,

poiché vi ha preso stanza

la dolce speranza!

Or che mi conoscete,

parlate voi. Chi siete?

Via piaccia dir?

Mimì

(È un po’ titubante, poi si decide a parlare; sempre seduta.)

Sì.

Mi chiamano Mimì,

ma il mio nome è Lucia.

La storia mia

è breve. A tela o a seta

ricamo in casa e fuori…

Son tranquilla e lieta

ed è mio svago

far gigli e rose.

Mi piaccion quelle cose

che han sì dolce malìa,

che parlano d’amor, di primavere,

di sogni e di chimere,

quelle cose che han nome poesia…

Lei m’intende?

Mimì ha l’animo poetico e, a sua volta, s’innamora di Rodolfo a prima vista… Gli amici reclamano dabbasso il poeta che Mimì decide di accompagnare nel locale…

QUADRO SECONDO

AL QUARTIERE LATINO.

LA VIGILIA DI NATALE

Al caffè Momus, Rodolfo e Mimì raggiungono gli altri bohèmiens. Il giovane ha comprato per la sua amata una cuffia rosa. La presenta agli altri…

“Eccoci qui – Questa è Mimì

che a me s’appaia – gaia fioraia.

Il suo venir completa – la bella compagnia

perché io sono il poeta – essa la poesia. (p. 14)

L’arrivo di Musetta, amata da Marcello, in compagnia di un vecchio, Alcindoro de Mitonneaux, attira l’attenzione dei bohèmiens…

La donna, notato il pittore, riesce infine a far uscire dal locale Alcindoro con la scusa di fargli comprare un nuovo paio di scarpe per risolvere un sopraggiunto dolore al piede…

Dato che i giovani non hanno i soldi sufficienti per pagare il conto, la scaltra Musetta fa metter tutto su quello di Alcindoro, mentre, all’esterno, passano i soldati in ritirata… I giovani lasciano il locale, con Musetta ora tra le braccia di Marcello…

QUADRO TERZO.

LA BARRIERA D’ENFER

In un nevoso febbraio, i doganieri lasciano passare le lattaie dirette alla locanda Cabaret dove Marcello è intento a realizzare dipinti e ritratti, vivendo lì assieme a Musetta…

Alla locanda si presenta una malata e debole Mimì a chiedere di Marcello al fin di confessargli le proprie pene d’amore… La vita con il geloso Rodolfo è diventata un inferno, ma non riescono a lasciarsi… Marcello prova a calmarla, lui stesso ha problemi con Musetta che, lasciva, non rinuncia ad avventure con uomini facoltosi. Ma il loro è un amore gaio e leggero…

Rodolfo m’ama. Rodolfo m’ama

mi fugge e si strugge per gelosia.

Un passo, un detto,

un vezzo, un fior lo mettono in sospetto…

Onde corrucci ed ire.

D’un tratto compare Rodolfo, che lì ha passato la notte, fuggito di casa dopo l’ennesimo litigio, con Mimì a nascondersi e ad ascoltarne le parole… Il giovane confessa la propria assurda gelosia, il proprio villano contegno, dettato invero dalla certezza della prossima morte della ragazza, la cui bellezza è vieppiù sfiorita a causa della povertà nella quale l’ha costretta a vivere…

Mimì: Fuggì da me stanotte dicendomi: è finita.

Rodolfo: Ebbene no, non lo son. Invan nascondo

la mia vera tortura.

Amo Mimì sovra ogni cosa al mondo,

io l’amo, ma ho paura, ma ho paura !

Mimì è tanto malata!

Ogni dì più declina.

La povera piccina

è condannata!

Marcello

(sorpreso)

Mimì?

Mimì

(fra sé)

Che vuol dire?

Rodolfo

Una terribil tosse

l’esil petto le scuote

e già le smunte gote

di sangue ha rosse…

Marcello

Povera Mimì!

(Vorrebbe allontanare Rodolfo.)

Mimì

(piangendo)

Ahimè, morire!

Rodolfo

La mia stanza è una tana

squallida…

il fuoco ho spento.

V’entra e l’aggira il vento

di tramontana.

Essa canta e sorride

e il rimorso m’assale.

Me, cagion del fatale

mal che l’uccide!

Mimì di serra è fiore.

Povertà l’ha sfiorita;

per richiamarla in vita

non basta amore!

Al tossire della disperata Mimì, Rodolfo s’avvede della di lei presenza… Concordano sul doversi lasciare, salvo poi farsi ancora vincere dall’amore… Si diranno addio in primavera…

“Ci lasceremo alla stagione fiorita”…

Di ritorno da un incontro amoroso, Musetta provoca la gelosia di Marcello. I due si lasciano senza problema alcuno…

QUADRO QUARTO

IN SOFFITTA

COME NEL QUADRO I

Marcello e Rodolfo sono soli in soffitta a ripensare alle donne della propria vita dalle quali sono stati lasciati… Marcello scorge passare Mimì nella carrozza di un viscontino con la quale si è da tempo accompagnata… Rodolfo la ricorda poeticamente…

Mimì te ne andasti e più non torni.

O giorni lontani e belli

piccole mani, odorosi capelli

collo di neve, oh gioventù breve

Sto poche morte cose a riguardare

foglie di rose già posate a segno di pagine care.

Questa piccola fiala

che olezzi un giorno ed or veleni esala

e tu, cuffietta lieve,

ch’ella sotto il guancial partendo ascose

e tutta sai la breve

nostra felicità, vien sul mio cuore!

Sul mio cuor morto, poiché è morto amore.

Anche Marcello ricorda la sua Musetta…

All’arrivo di Colline e Schaunard, i giovani iniziano goliardicamente a danzare. Ad interromperli è il trafelato sopraggiungere di Musetta, ad annunciare la gravità delle condizioni di Mimì. Quest’ultima, incontrata poco prima, è fuggita dal visconte e vuole ora morire nella soffitta dell’amato Rodolfo… Tra un mancamento e l’altro, Rodolfo la rincuora. Musetta s’impegna gli orecchini per comprare del cordiale, dei manicotti e mandare a chiamare un dottore, con Colline a contribuire con il suo vecchio cappotto…

Sei il mio amore e tutta la mia vita, dichiara Mimì all’amato che di lei ha conservato la rosa cuffietta…

Muore, infine, poco dopo il ritorno di Musetta, prima che il dottore possa giungere a visitarla…

Rodolfo non può far altro che ripeterne il nome…