L’inconscio ci comunica coi sogni
frammenti di verità sepolte:
quando fui donna o prete di campagna
un mercenario o un padre di famiglia.Per questo in sogno ci si vede un pò diversi
e luoghi sconosciuti sono familiari.
Restano i nomi e cambiano le facce
e l’incontrario: tutto può accadere.
Com’era contagioso e nuovo il cielo….
e c’era qualche cosa in più nell’aria.
Vieni a prendere un tè
al “Caffé de la Paix”?
su vieni con me.
Devo difendermi da insidie velenose
e cerco di inseguire il sacro quando dormo
volando indietro in epoche passate
in cortili, in primavera.
Le sabbie colorate di un deserto
le rive trasparenti dei ruscelli.
Vieni a prendere un tè
al “Caffé de la Paix”?
su vieni con me.
Ancora oggi, le renne della tundra
trasportano tribù di nomadi
che percorrono migliaia di chilometri in un anno…
E a vederli mi sembrano felici,
ti sembrano felici? .
medri lama’k khaddak ya ba
medri l-ghomar fogh
walla marida balini balwaw-inshidni l-batran ya ba
lesh wajhak asfar wajhak asfar
kull marad ma biyya ya ba
min dard il-asmar
walla sabini b’ayuno l’helwa
Traduzione:
Sulle palme
Sulle palme, lassù
sulle palme, lassù
non so se é la tua gota che brilla
o la luna, lassù.
Io non voglio, ma la pena mi tormenta.
L’insolente mi chiede:
“Perché giallastro é il tuo viso?”
Non ho nessuna malattia:
soffro per quella persona bruna
che m’imprigiona coi suoi dolci occhi.
Zeus la Terra,
Ade gli Inferi,
Poseidon il continente sommerso.
Apparve Atlantide.
Immenso, isole e montagne,
canali simili ad orbite celesti.Il suo re Atlante
conosceva la dottrina della sfera
gli astri la geometria,
la cabala e l’alchimia.
In alto il tempio.
Sei cavalli alati,
le statue d’oro, d’avorio e oricalco.
Per generazioni la legge dimorò
nei principi divini,
i re mai ebbri delle immense ricchezze
e il carattere umano s’insinuò
e non sopportarono la felicità,
neppure le felicità,
neppure la felicità.
In un giorno e una notte
la distruzione avvenne.
Tornò nell’acqua.
Sparì Atlantide.
quando noi vivevamo in attenzione
perché non c’era posto per il sonno
perché non v’era notte allora.Beati nel dominio della Preesistenza
fedeli al regno che era nei Cieli
prima della caduta sulla Terra
prima della rivolta nel dolore.
Tu volavi lieve
sui giardini della preeternità
poi ti allungavi
sopra i gelsomini.
Ho visto dei cavalli in mezzo all’erba
seduti come lo sono spesso i cani
e senza tregua vedo buio intorno
voglio di nuovo gioia nel mio cuore
un tempo in alto e pieno di allegria.
“Delenda Carthago”
con le dita colorate di henna su patrizi triclini
si gustano carni speziate d’aromi d’Oriente;
in calici finemente screziati frusciano i vini,
le rose, il miele.Nei circhi e negli stadi
s’ammassano turbe stravolte
a celebrare riti di sangue.
…Conferendis pecuniis
ergo sollicitae tu causa, pecunia, vitae!
per te immaturum mortis adimus iter;
tu vitiis hominum crudelia pabula praebes,
semina curarum de capite orta tuo.
dolcemente stesi sulle gambe
e il busto eretto e naturale
un minareto verso il cielo
cerco di rilassarmi e abbandonarmi
tanto da non avere più tensioni
o affanni.Come se fossi entrato in pieno sonno
ma con i sensi sempre più coscienti e svegli
e un grande beneficio
prova il corpo, il cuore e la mia mente
che spesso ai suoi pensieri m’incatena
mi incatena.
Somma la vista
ad occhi chiusi
sottrai la distanza
e il terzo scoprirai
che si espande e si ritrova
dividi la differenza.
Ne abbiamo attraversate di tempeste
e quante prove antiche e dure
ed un aiuto chiaro da un’invisibile carezza
di un custode.Degna è la vita di colui che è sveglio
ma ancor di più di chi diventa saggio
e alla Sua gioia poi si ricongiunge
sia Lode, Lode all’Inviolato.
E quanti personaggi inutili ho indossato
io e la mia persona quanti ne ha subiti
arido è l’inferno
sterile la sua via.
Quanti miracoli, disegni e ispirazioni…
E poi la sofferenza che ti rende cieco
nelle cadute c’è il perché della Sua Assenza
le nuvole non possono annientare il Sole
e lo sapeva bene Paganini
che il diavolo è mancino e subdolo
e suona il violino.
Seduto sotto un albero a meditare
mi vedevo immobile danzare con il tempo
come un filo d’erba
che si inchina alla brezza di maggio
o alle sue intemperie.Alla rugiada che si posa sui fiori
quando s’annuncia l’autunno
assomiglio
io che devo svanire
e vorrei
sospendermi nel nulla
ridurmi
e diventare nulla.
Dar daryâye zolmat khorshid ke nâpadid shod
dar pâyâne safar o zamân nuri shegeft âvar
negâhrâ por khâhad kard va afaqhâ barâye har kojâ
va andar khâmushi jazireye bâghhû khâdad derakhshid
Traduzione:
L’uomo dell’isola dei giardini
Nel Mar delle Tenebre
quando il sole svanirà
alla fine del viaggio e del tempo,
una luce mirabile occuperà
lo sguardo e gli orizzonti per ogni dove
e nel silenzio brillerà
l’Isola dei Giardini.