DINO BUZZATI – I DISPIACERI DEL RE



DINO BUZZATI – I DISPIACERI DEL RE
EDIZIONI HENRY BEYLE – 2014

*Copia numerata n. 291 di 375

Un uomo dalla faccia simpatica che conduceva per mano la sua bambina attraversava la piazza della città in una bella mattina di sole. Si chiamava Antonio Gilardoni. (p. 9)

D’un tratto un uomo lo colpisce energicamente sulla spalla. Un coetaneo che non riesce a riconoscere. Quello insiste, dispiaciuto di non essergli noto… Si presenta: il suo vecchio compagno di banco alle elementari, Ricciardi. I due non si vedono da trent’anni e sul capo del Ricciardi è collocata una sorta di casco metallico a scaglie che si rivela essere una corona. L’altro è infatti il re, divenutolo al termine di decenni di sacrifici…

“Ho faticato molto. Ma adesso sono re”. (p. 13)

Gilardoni è invece un umile sarto che vive pacificamente e serenamente con la famiglia… Ricciardi si dichiara a sorpresa angosciato, decidendo di mostrargliene il motivo dalla torre della reggia. Ed ecco alla vista apparire un palazzo nero, un albero a foglie verdi, una mucca nera con le corna bianche, una statua nera, un cigno nero, un cavallo nero e una nuvoletta nera, che, tra i suoi sterminati e innumerevoli possedimenti, lo tormentano per non esser mai riuscito a farli propri contattandone l’ignoto proprietario…

[…]sarei pronto a dare tutto il mio regno, compresi gli sterminati tesori d’argento, di oro e di pietre preziose. Ho faticato vent’anni per essere il più ricco e potente di tutti, ed eccomi qui: un pover’uomo senza pace… (p. 23)

Gilardi e la figlia alla fine si accommiatano. La piccola chiede al padre come mai, pur essendo il proprietario di quanto quello vorrebbe avere, non gli abbia detto la verità in cambio delle sue stesse ricchezze…

Usciti che furono, la bambina prese finalmente la parola: “Ma perché, papà, non gli hai detto, al re, che quella casa o quell’albero, e quella mucca, e quella statua, e quel cigno, e quel cavallo e quella nuvoletta sono tuoi? (p. 24)

Non lo ha fatto per non divenire infelice a propria volta…

“Fare il cambio?” disse Antonio. “Per diventare come lui? Non hai visto che disgraziato?”. (p. 24)