DANIEL PENNAC – ERNEST E CELESTINE

 

DANIEL PENNAC – ERNEST E CELESTINE
FELTRINELLI – Collana: FELTRINELLI KIDS – II ed. Novembre 2014
[Le roman d’Ernest et Celestine]

TRADUZIONE: Yasmina Melaouah

Protagonisti della storia sono Celestine, una topolina che sogna di divenire pittrice e che per la pittura vive, ed Ernest, orso appassionato di musica… È la storia della loro amicizia quello che l’autore racconterà…

Ciao. Io sono l’autore. Quello che racconta la storia.Vi racconterò la storia di Ernest e Celestine. Ernest e Celestine sono i più grandi amici del mondo […] (pp.8-9)

Prima di conoscersi, topo e orso vivevano nei rispettivi mondi: nel mondo di sotto Celestine, in quello di sopra Ernest. Due mondi che da sempre non si frequentano, sebbene di notte i topi si rechino nel mondo di sopra a raccogliere denti…

All’inizio della storia, Ernest e Celestine non si conoscevano. è normale. Celestine viveva nel mondo di sotto, con gli altri topi, ed Ernest viveva nel mondo di sopra, con gli altri orsi. Il mondo dei topi di sotto e il mondo degli orsi di sopra non si frequenteano, è così da sempre.
Ma tutte le notti, da sempre, i topi si mettono lo zainetto in palla e vanno a fare provviste nel mondo di sopra. (p.10)

Una notte Celestine, salita nel mondo di sopra con il suo zainetto bianco, finisce per prendere il dente del piccolo orsetto Leon, figlio del pasticciere Geoges e della dentista Lucienne, l’uno di fronte all’altro i negozio degli scaltri orsi!… Uno guasta i denti, l’altra li ripara… Amante della pittura, la topolina, in attesa di prendere il dente che il piccolo Leon ha appena perduto e che gli varrà due euro dai genitori, si attarda a dipingere il quadro familiare dall’interno di una pantofola. Ma Leon la scorge, dando il via alle grida di Lucienne e alla strenua caccia di Georges (che finisce per fracassare numerosi oggetti di casa)… Gettandosi dalla finestra, Celestine trova infine rifugio nel secchione della spazzatura, secchione che poco dopo Georges riempie con gli oggetti rotti e che per poco non la soffocano… Con il dente da latte di Leon nello zainetto, Celestine si ritrova dunque prigioniera nel bidone…

Quella notte, dunque, Celestine (con il suo zainetto bianco) entrò in casa di Georges, Lucienne e Leon. Si infilò in camera del piccolo Leon, si nascose in una pantofola e cominciò a disegnare. (p.12)
Da quando era piccola, disegna tutto quello che vede e tutto quello che immagina. è la sua passione. (p.13)
Allora Celestine saltò semplicemente dalla finestra. Saltò senza pensarci, chiudendo gli occhi, e cadde in un bidone della spazzatura aperto. (p.15)
è stata una stupidaggine, perché poco dopo Georges l’ha riempito, il bidone. con tutte le cose che aveva rotto in casa. (p.16)
Ho subito messo il dentino nello zainetto bianco, Georges ha chiuso il coperchio del bidone e mi sono ritrovata al buio. (p.17)

In orfanotrofio, Celestine e gli altri piccoli ospiti, ogni sera si son sempre sentiti ripetere dalla Grigia, la direttrice, la storia del grande orso cattivo, storia che invero a lei non ha mai generato timore ritenendola un’invenzione… Ma, ora che un orso affamato ha appena sollevato il coperchio del bidone, la paura la coglie…

Perciò quando al mattino Ernest ha sollevato il coperchio del bidone della spazzatura e mi ha guardato con la sua aria affamata, la bava alla bocca e gli ochi fuori dalle orbite, ero sicura che fosse il Grande Orso Cattivo! (p.21)

Ernest si era svegliato nella sua casa ben nascosta nel bosco, affamato come non mai… Ma di cibo in casa neanche l’ombra!… Vestitosi, eccolo suonare in città per racimolare qualche soldo con cui comprare un po’ di cibo… Ma nessuno gli dà nulla, anzi, in breve è la polizia arrestarlo e a comminargli una multa…

Quindi quella mattina Ernest aveva così fame che decise di scendere in città per cantare qualche canzone, guadagnare qualche soldo, riempirsi la pancia e tornarsene nella sua casetta ben nascosta nel bosco per infilarsi a letto e riprendere a dormire: questo era il suo programma. […] Ma, per l’appunto, era una triste mattina d’inverno. Nessuno aveva voglia di sentire canoni. E ancora meno di tirar fuori le mani dalle tasche per dare un soldo al cantante. (p.24)
Qualcuno protestò. Arrivò la polizia. […] Sequestrò a Ernest gli strumenti e gli diede una multa. (p.25)

Vagabondando fino a sera, l’orso giunge infine fino a casa di Georges. Lì, sollevato il coperchio del bidone della spazzatura, si trova di fonte all’urlante Celestine (che lo crede l’Orso Cattivo)… La prende in mano, spalancando la bocca per mangiarla…

Ernest solleva il coperchio. E cosa vede, sprofondata nel sonno, con lo zainetto bianco stretto contro la pancia? Celestine! E quando l’ombra enorme di Ernest cala su di lei, Celestine si sveglia di soprassalto, sicura di trovarsi davanti al Grande Orso Cattivo. E lancia un lungo grido di terrore:
-AAAAAAAAAAAAAAH!
Ernest la prende fra il pollice e l’indice per guardarla più davcino. Quindi spalanca la bocca. (pp.25-26)

Celestine convince Ernest a non mangiarla, proponendogli di divorarsi i dolci presenti nella cantina del negozio di Georges!

Mentre l’orso entra nel negozio, Celestine si affretta a raggiungere la Clinica Bianca… È questa la scuola per i futuri dentisti e gli allievi sono incaricati di raccogliere denti nel mondo di sopra, denti da utilizzare per le protesi dei vecchi topi…
Ma Celestine ha un solo dente, quello di Leon, mentre gli altri dai cinque ai dodici… Il Grande Dentista si infuria e, scoperto il quaderno e i disegni, butta nel cestino lo zaino di Celestine ordinandole di tornare nel mondo di sotto solo dopo aver recuperato cinquantadue denti…

[…]e scenderai solo quando avrai i cinquantadue denti. Non uno di meno! (p.38)

Affranta, Celestine torna nel mondo degli orsi… Impaurita e sola, vorrebbe piangere…

Celestine era tornata su dagli orsi con il cuore più pesante di uno zainetto pieno di sassi. Cinquantadue denti! Non ce l’avrebbe mai fatta. […]
Aveva così tanta paura! Così tanta voglia di piangere! E si sentiva così sola! Si sentiva sola come se fosse stata l’unica topolina al mondo. (p.39)

È l’ora di ricreazione e, dalla scuola degli orsi, i numerosi studenti si recano al negozio di dolciumi di Georges, che, ovviamente, non vuol che Leon ne mangi per non guastarsi i denti… Di fronte al negozio di dolciumi, eccola scorgere la clinica di Lucienne, Dente per dente, e un’idea le sovviene: rubare i denti dalla cassaforte (di cui ha memorizzato al combinazione) e portarli alla Clinica Bianca, ottenendo così il permesso di dipingere a vita…

Sceso in cantina per trovare bastoncini di zucchero,Georges vi scopre Ernest che, dalla notte, ha spazzolato tutto quanto vi era ammassato… Nel tentativo di fuggire, il ghiottone rimane incastrato nella finestra, finendo arrestato dagli orsi bianchi della polizia…

Georges sollevò la botola dietro il banco, scese in cantina e si ritrovò naturalmente muso a muso con Ernest. La cantina era sottosopra. Un vero disastro. Ernest si era mangiato tutto! Sugli scaffali non c’era più niente! (p.48)
Quindi rimase incastrato nella finestrella, con la testa e le braccia in strada, la pancia e il sedere in cantina.[…]
E naturalmente la polizia arrivò subito. (p.49)

Arrestato e legato, Ernest viene caricato nella camionetta della polizia diretta al commissariato. Strada facendo una vocina lo chiama: è Celestine! che, in cambio di un grosso favore, gli propone di slegarlo… Ernest accetta e così in breve è slegato e in libertà…

I due poliziotti lo acciuffarono senza fatica, lo legarono e lo gettarono nella camionetta. (p.50)
Tutt’a un tratto gli parve di udire una voce.
Una vocina che lo chiamava per nome.
– Ernest… (p.51)
Sono io, Celestine! (p.52)
– Sì, il più grande favore del mondo! – rispose Ernest strappandosi da solo la corda che lo imbavagliava. – Te lo prometto, Celestine!
– In tal caso è libero, signor Ernest, – disse Celestine prendo la porta della camionetta della polizia che si era fermata a un semaforo. (p.53)

L’idea di farsi aiutare da Ernest le era venuta vedendolo trarre in arresto… Liberandolo avrebbe potuto fargli aprire la saracinesca del negozio di Lucienne e fargli trasportare il sacco dei denti fin nel mondo di sotto…

Lei era lì, davanti al Dente per dente, a chiedersi come svuotare il negozio. […]
«Ernest! Ernest è forte come un orso. Se lo libero, mi aiuterà a sollevare la saracinesca di ferro del Dente per dente, svuoteremo il negozio e la vetrina mettendotutto in un bel saccone. Ernest porterà il sacco fino alla Clinica Bianca, poi tornerà su e chi s’è visto s’è visto, addio Ernest, addio Celestine, e grazie tante!» (pp.54-55)

Compiuto il furto, Celestine è costretta a faticare parecchio per convincere l’assonnato orso a trasportare il sacco fin davanti la Clinica Bianca…

Ernest non voleva portare il sacco fino alla Clinica bianca. […]
– Perché? Perché è spaventosamente tardi e ho sonno, Celestine, ecco perché! (p.55)
– Dai, Ernest, l’ultima cosina che ti chiedo… Portami giù il sacco, ti supplico, sii carino…
E ovviamente Ernest aveva portato giù il sacco. Brontolando, ma l’aveva portato giù. Cascando dal sonno, ma l’aveva portato giù.
Ed eccoli giunti finalmente alla Clinica bianca. (p.57)

Il mattino, all’apertura della Clinica, il Grande Dentista è furioso nel ritrovarsi davanti alla porta d’ingresso Celestine addormentata su un sacco. La topolina lo zittisce mostrandogli il contenuto dello stesso: una miriade di denti d’orso!… Celestine recupera dal cestino il suo materiale da disegno, poi viene portata in trionfo per le strade…

E Celestine si sentì sollevare da terra. La portavano in trionfo, reggendola sopra le teste. (p.61)
Uscirono dalla Clinica per sfilare nelle strade e tutto il mondo di sotto quella mattina fu svegliato dal grido: VIVA CELESTINE! (p.62)

Ma, nel cortile della scuola, qualcosa di spaventoso accade…
Eh già… perché smarritosi, lo stanchissimo Ernest si è addormentato proprio nel cortile della scuola!…

Questo, infatti, vedevano: un orso steso nel cortile della scuola!
Un orso! Nel mondo di sotto!
Un orso ENORME. (p.65)

Il panico si diffonde tra i topi che fuggono all’impazzata facendo cadere Celestine che, in breve, diventa così loro bersaglio e maledetta…

[…]il corteo gridò: IL GRANDE ORSO CATTIVO! Tutti lasciarono cadere a terra Celestine e corsero via strillando. (p.66)
Gli stessi che prima gridavano VIVA CELESTINE! adesso urlavano:
– Maledetttaaa, Celestine, maledttaaaa! (p.67)

Aggrappatasi a Ernest, giusto in tempo i due riescono a raggiungere la botola di ghisa che dà sul mondo di sopra… Ma…

– Ce l’abbiamo fatta, Celestine, siamo salvi – disse Ernest sollevando la pesante lastra di ghisa che si apriva sul mondo di sopra.
Ma… (p.69)

Ma la botola si apre proprio di fronte al Dente per dente, dove Lucienne è giusto intenta a mostrare agli agenti i locali svaligiati… I sospetti cadono subito sul povero Ernest…
E dal lato opposto? La cantina saccheggiata di Georges, dove un fattorino si affanna a scaricare nuove derrate che estrae dal suo furgone rosso…

La strada dighisa si apriva proprio di fronte al Dente per dente. Il Dente per dente, con la sua saracinesca di ferro che Ernest aveva accartocciato. Lucienne in lacrime mostrava il ngozio devastato a cinque o sei poliziotti di sopra (orsi bianchi, vi ricordo). […]
– Di sicuro sarà stato Ernest a fare il colpo, – diceva un secondo poliziotto, – bisogna essere completamente suonati per rubare dei denti! (p.70)
Non era granché meglio, l’altro lato. Dall’altro lato la lastra dava sul Re dei dolciumi. Anche lì, polizia. (p.71)

Da sotto cominciano ad arrivare i ratti poliziotto…Devono agire e tentare l’unica mossa possibile: impossessarsi del furgone rosso del fattorino!… Ernest raggiunge il mezzo, mette in moto, ma il capo della polizia gli si para di fronte facendolo circondare…

Da sotto stavano arrivano i ratti poliziotto! […]
– Il furgone rosso del fattorino! – disse Celestine. – è l’unica soluzione. (p.72)
Mentre Ernest esitava, tutti gli orsi bianchi circondarono il furgoncino. (p.74)

Ma ecco che, inaspettati, giungono i ratti a gettare lo scompiglio nel mondo di sopra… Gli orsi bianchi abbandonano così Ernest per affrontare i nuovi venuti, consentendo ai ricercati la fuga…

Era vero! Dopo molte esitazioni, i ratti poliziotto erano sbucati in superficie. Non a migliaia, ma insomma!
Conseguenza?
Gli orsi bianchi si precipitarono a respingere l’invasione. (p.75)
Ebbene, mentre i poliziotti di sopra e quelli di sotto bisticciavano, Ernest aveva tranquillamente irato la chiave di accensione («Se lo possono scordare, che li aspetti!») e il furgoncino rosso era partito. (p.77)

Indisturbato, il furgoncino guidato da Ernest conduce i due fuggitivi fino alla casetta nascosta nel bosco dell’orso… Talmente felice di ritrovare la sua amata casa e di potersi sfamare con il contenuto del furgone, che l’orso si dimentica di Celestine… Lei lo chiama, ma lui non le bada invitandola ad arrangiarsi e a tornarsene a casa sua…

– Tu? Non lo so… Io sono arrivato a casa mia, tu torni a casa tua! […]
– Vabe’, addio Celestine. (p.82)

Celestine entra in casa, ma Ernest la scaccia ogni volta… Troppo forte il pregiudizio per cui un topo non può stare nella casa di un orso… Alla fine Celestine riesce tuttavia a convincerlo a farla restare in cantina…

Ernest aprì la botola che portava alla cantina.
– Benissimo, la tua cantina è perfetta, proprio quel che fa per me, – disse Celestin. – Io in cantina e tu di sopra, va bene? (p.88)

Celestine si diverte a guardarsi intorno, tra ritratti appesi alle pareti, vasetti di miele vuoti, cianfrusaglie, mobili e, soprattutto, strumenti musicali rotti che l’orso raccoglie per poi riparare… e tanta solitudine… Si sente sola Celestine, al punto da voler piangere. Si addormenta, ma gli esercizi musicali di Ernest la destano…

Celestine,
improvvisamente,
si sentì sola.
[…] e lei sentì
che le veniva da piangere… (p.93)
Devo dormire.
Per dimenticare che sono sola.
E Celestine si addormentò.
Ma poco dopo si risvegliò! Perché, sopra la sua tesa, Ernest non dormiva. Ernest faceva musica. (p.94)

Nel sopraggiunto silenzio la solitudine la assale nuovamente…

Ernest si era addormentato. Finalmente! Era ora!
Ma, nel silenzio ritrovato…
In tutto quel silenzio…
Quel silenzio profondo della cantina…
Ben presto…
Celestine si sentì spaventosamente sola.
Sola
come se fosse l’unico topolino al mondo! (p.95)

Si riaddormenta, ma un terremoto la sveglia: Ernest che russa, si accorge salendo fin nella sua stanza…

Ernest che russava! (p.97)

Celestine decide allora di passare il tempo a dipingere l’orso dormiente su un lenzuolo appeso di fronte al suo baldacchino… Un bel ritratto… Poi, stanca, torna a dormire, ma un terribile incubo la obbliga ad urlare: La Grigia e gli altri che la maledicono e la scacciano…

Siccome non avevo sonno, ho acceso alcune candele, mi sono piazzata tranquillamente con pennelli e colori davanti a Ernest che continuava a dormire e gli ho fatto un ritratto. (p.98)
A grandezza naturale. Molto somigliante! Una volta finito, l’ho lasciato lì, teso tra i montanti del letto, proprio davanti a lui, perché potesse vederlo appena sveglio. Solo allora sono tornata giù a coricarmi nella mia amaca. Mi aveva preso tempo, quel ritratto. Era molto tardi. Adesso avevo davvero sonno. (p.99)

Era un incubo! L’incubo della solitudine. Si svolgeva nel mondo di sotto. Celestine correva… Era inseguita da tutti i topi del mondo. «Vattene! Celestine, vaaaaatttttene! La Grigia in testa[…]
Celestine correva, ma restava immobile. (p.99)
E la Grigia la raggiungeva[…]
– AAAAAAAAAAAAAAH! (p.100)

L’urlo di Ernest al risveglio… Terrorizzato dal vedere un altro orso nel suo letto… Guardando meglio, si accorge trattarsi di un perfetto ritratto e così si decide ad andare ad affrontare Celestine che si è permessa di rovinare un suo lenzuolo salendo in casa… Ma, aperta la porta della cantina, la trova intenta ad urlare per il suo incubo… Toccato dalla scena, l’orso la prende in braccio, la calma, dicendole infine che non è sola perché potrà vivere con lui in casa… E dipingere…

No, non era il grido di Celestine, era il grido lanciato da Ernest al risveglio.[…]
Ernest si sfregò gli occhi. Gli ci vollero alcuni secondi per capire che non era un vero orso in peli e ossa. Era un quadro! (p.101)
Ma proprio quando apriva la botola…
– AAAAAAAAAAAAAAAH!
Questa volta era il grido di Celestine! […]
Era uno spettacolo talmente triste che Ernest saltò gli ultimi scalini, corse verso Celestine, la prese dall’amaca e se la strinse al petto. (p.102)
Solo allora Celestine si svegliò davvero.
Fra le braccia di Ernest. […]
E all’improvviso si mise a piangere. Ma a piangere… Pianse come non aveva mai fatto… Un fiume di lacrime. […]
– Mi hanno cacciata! Nessuno mi ama, sono sola al mondo… (p.103)
Tu sei una grande artista, Celestine! Forse la più grande pittrice del futuro. (p.104)

Per Ernest e Celestine inizia un periodo felice. La topolina si trasferisce in cucina, dipinge Ernest e tutto quanto c’è in casa. L’orso le dedica invece numerosi canzoni…

Descrivere l’immensa felicità di Ernest e Celestine è facile, basta una frase: «Ernest e Celestine erano immensamente felici». […]
1. La felicità di Celestine nel lasciare la cantina per trasferirsi di sopra, in casa di Ernest. (p.107)
3.La felicità di Celstine nel sistemare l’amaca nella cucina di Ernest, nell’essere svegliata dai primi raggi del sole e nel lavarsi nell’acquaio. […]
4. La felicità di Ernest nelcostruire un vero e proprio atelier per Celestine[…] (p.108)
6. La felicità di Celestine nel ritrarre Ernest…
7. La felicità di Ernest nello scrivere canzoni per Celestine. (p.109)
Una felicità inquieta, a volte. Come il giorno in cui Ernest si ammalò. (p.110)

Un giorno, mentre Celestine ritrae Ernest nei panni del Grande Orso Cattivo, l’orso emette un potentissimo starnuto: ha la febbre e per tre giorni la topolina lo accudisce costringendolo immobile al letto…

Era successo proprio il giorno in cui Celestine ritraeva Ernest nei panni del Grande Orso Cattivo. (p.111)
Celestine curò così bene Ernest che un bel mattino lui si svegliò guarito. (p.116)

Nel frattempo nel mondo di sopra cercano Ernest, in quello di sotto Celestine… Gli orsi bianchi perquisiscono tutte le case in cerca del fuggitivo, i ratti poliziotto interrogano e sospettano di tutti per rintracciare Celestine…

Nel frattempo, nel mondo di sopra, gli orsi bianchi cercavano Ernest.
Nel frattempo, nel mondo di sotto, i ratti poliziotto cercavano Celestine. (p.118)
Tutti sospettavano di tutti, tutti spiavano tutti, non c’erano più amici, c’erano solo sospettati.
Tutti erano inclini al nervosismo poiché ovviamente nessuno sapeva dove si trovassero Ernest e Celestine. (p.121)

Una forte nevicata avvolge di neve l’intera casa… A Celestine la neve non piace e la noia la assale… Rovistando in casa eccola imbattersi in una vecchia radio di Ernest… Funziona ma… sembra proprio che tutti i canali parlino delle loro ricerche e della loro presunta criminalità…

– Detesto la neve e mi annoio. […]
– Non ho più niente da dipingere! (p.122)

Fino a quando non intravide, sotto un mucchio di cuscini polverosi, un oggetto che non aveva mai notato. Era un vecchio apparecchio radio, con tanto di filo, spina e pulsanti. (p.123)
Si parlava di loro. In tutti i canali radiofonici! (p.124)

Ernest la tranquillizza: la neve li protegge dalle ricerche e lei può impegnarsi a dipingerla…

La neve ci protegge, tutti e due. […]
I pittori mediocri vedono solo il bianco, ma la neve è qualcosa di più raffinato, mia piccola Celestine. (p.126)
Celestine passò il resto dell’inverno a dipingere la neve. Forse sono isuoi quadri più belli. I fiocchi che cadono restando appesi al cielo… (p.127)
Fino al giorno in cui la neve cominciò a sciogliersi. E Celestine dipinse anche questo[…] (p.128)

La primavera è ormai giunta e, come tutti gli anni, Ernest si dedica alle pulizie di primavera… Guardando in giardino si accorge del camioncino rosso che inizia a sporgere dalla neve. Celestine risolve la situazione dipingendolo in modo tale da mimetizzarlo perfettamente al bosco…

No, Ernest. è la pittura. Ho dipinto il furgoncino con i colori della primavera, tutto qua. (p.132)

Celestine ed Ernest si divertono un giorno ad organizzare un picnic…

Ernest e Celestine avevano preparato un picnic. (p.133)

I due coniugi scoiattolo, Lucien e Marie, diffondono tra i loro amici l’incredibile notizia che inguaia i due ricercati nel momento in cui i ratti poliziotti ascoltano Nicolas l’orsetto lavatore raccontarlo a suo cugino Benjamin in un locale del mondo di sotto…

[…]lo scoiattolo Lucien diceva di aver visto un orso e una topolina fare un picnic insieme. (p.135)
Ma al tavolo accanto sono seduti due ratti poliziotto. (p.136)
Un orso e una topolina… Ernest e Celestine, è ovvio, – risponde il secondo ratto poliziotto. (p.137)

Il cielo imbrunisce costringendo Ernest e Celestine a correre verso casa. Nonostante la corsa folle, l’acqua li coglie inevitabilmente… Raggiunta casa, Celestine realizza che la pioggia laverà via il colore dal furgone e che il sasso metto sotto la ruota per frenarlo sarà trascinato via…

Infatti il cielo s squarcia come un vecchio lenzuolo e tuta l’acqua del mondo cade sulle loro teste.
Ernest corre nelle pozzanghere, lui e Celestine sono bagnati fradici. […] (p.138)
E se qualcuno fosse ancora fuori, cosa vedrebbe sotto i flash dei lampi?
Vedrebbe il furgoncino delle consegne perdere tutto il dipinto di Celestine. Vedrebbe la pioggia lavare il furgoncino. Vedrebbe tutti i colori di Celestine sciogliersi e colare via nei rigagnoli creati dalla pioggia intorno al furgoncino.
Il quale torna a essere rosso.
Rosso vivo nella luce dei lampi. (p.139)

E così, privo del sasso, il furgoncino parte all’indietro finendo per schiantarsi… Nel negozio di Georges!…

A furia di scavare sotto la ruota posteriore sinistra del furgoncino, l’acqua trascinò via il sasso che Ernest aveva piazzato sotto la gomma. Il furgoncino partì subito all’indietro. Prima piano, poi sempre più forte. Tanto che arrivò fino in città. […]
E che cosa la fermò, questa palla di cannone?
Un edificio, ovviamente.
Quale edificio?
Il negozio di dolciumi di Georges!
[…]
Il furgoncino rosso sfondò la vetrina del Re dei dolciumi e si schiantò contro la parete di fondo […] (p.140)

Al mattino Celestine bisticcia con Ernest che non vuol saperne di alzarsi dal letto… Mentre scalda la cioccolata per l’orso, la topolina scosta la tenda scorgendo degli abeti muoversi… Sono poliziotti!… Celestine si precipita allora da Ernest per avvertirlo e permettergli di nascondersi…

La polizia degli orsi! Poliziotti che si avvicinavano nascondendosi dietro giovani abeti appena tagliati. Celestine corse da Ernest. (p.146)

Travestitasi da orsetta, nascosta la botola della cantina sotto un tappeto e il cavalletto per dipingere, Celestine esce fingendo di spazzare l’esterno, ma il capo dei poliziotti la blocca invitandola a dichiarare il nascondiglio di Ernest… La piccola tiene duro, finendo per essere arrestata e portata via, sicura di aver così salvato l’amico…

– Vi toccherà cercare altrove, – sospirò Celestine.
– Tu… – tuonò il capo degli orsi bianchi, – tu, in prigione! Subito! (p.149)

In prigione Celestine tiene duro, evitando di parlare anche sotto la minaccia di essere uccisa con una trappola per topi…
Nello stesso momento, nel cortile della scuola del mondo di sotto, il capo dei ratti poliziotto interroga Ernest sul nascondiglio di Celestine. Ma l’orso rifiuta di parlare pur con la minaccia di essere ucciso con una gigantesca trappola costruita dagli orfani della Grigia… Ernest era stato arrestato dai ratti poliziotto subito dopo aver messo piede in cantina, poliziotti giunti fin lì dopo aver interrogato gli scoiattoli e gli altri animali che avevano diffuso la notizia del loro picnic…
E così, in breve, i prigionieri sono condotti in tribunale per il processo…

È così che ci siamo ritrovati in tribunale, Celestine nel mondo di sopra, giudicata dagli or, e io nel mondo di sotto, giudicato dai topi. (p.157)

L’aula di tribunale in cui si celebra il processo di Celestine è gremita di orsi…

L’enorme aula del tribunale era piena da scoppiare. Tutti gli orsi erano venuti ad assistere al processo di Celestine, in testa ovviamente Georges, Lucienne e il piccolo Leon… (p.158)

Stessa scena nel tribunale dei topi, dove imputato è Ernest…

Anche qui tutti erano venuti ad assistere al processo, il Grande Dentista e la Grigia in testa. Pensate, si doveva giudicare il Grande Orso Cattivo! (p.161)

Infiniti i capi d’imputazione a loro carico, identici i processi…

Insomma, i due processi erano molto simili. (p.166)

Durante l’infinita arringa dell’avvocato difensore di Ernest, (quello di Celestine dorme invece tutto il tempo), tutti si addormentano, ma l’orso, anziché fuggire, sveglia i giurati per poter prendere la parola. Ammette di aver commesso quel che gli viene imputato, ma ritiene che il processo sia dovuto unicamente all’aver rotto un tabù, quello della separazione tra orsi e topi. Identico processo e condanna gli sarebbero stati comminati dai suoi simili orsi… Un topolino gli viene in soccorso, presto seguito da altri che attaccano la Grigia. In breve in tribunale scoppia una rissa che finisce per provocare un incendio… Tutti abbandonano l’aula, ad esclusione del giudice che viene salvato da Ernest che con quello si butta nel canale… Il giudice gli chiede cosa voglia per ricompensa e lui risponde di voler tornare a vivere con la sua amica Celestine…

Mi processate perché io e Celestine siamo i più grandi amici del mondo! Ecco perché mi processate! Un orso e un tipo amici è qualcosa che non sta bene! Un tradimento! Un crimine orribile! Gli orsi di sopra, i topi di sotto, è così da sempre! Lo sanno tutti! Ecco perché mi processate. Processate l’amicizia di Ernest e Celestine! (p.168)
– Ascoltatemi, giurati, voi mi condannerete perché fin da quando eravate piccoli vi hanno ficcato in testa la storia del Grande Orso Cattivo. […]
No, che continui! – esclamò una voce nuova. – Sta dicendo la verità! (p.169)
Il mio compagno ha ragione! – esclamò un altro topolino. – Tutte le sere la Grigia ci spaventa con il Grande Orso Cattivo! (p.170)
I favorevoli, i contrari, i pugni, gli sganassoni: fu la rissa generale. […]
E la pedana del tribunale si incendiò.
– Al fuoco! […]
Panico generale. (p.172)
Niente da fare. Adesso l’incendio si era propagato alle tende. […]
Nel tribunale in fiamme rimasero soltanto Ernest e il presidente Castoro. (p.173)

L’incendio si propaga anche al tribunale degli orsi, con la toga del giudice che prende fuoco. A salvarlo è Celestine, subito dopo aver pronunciato un discorso identico a quello di Ernest…

E l’incendio si è propagato al tribunale i sopra![…]
Sì! Stavo facendo agli orsi più o meno lo stesso discorso di Ernest («State processando l’amicizia di Ernest e Celestine!») (p.173)

Ernest è riemerso reggendo il giudice Castoro, tutti i presenti l’hanno applaudito! […]
In particolare fare un buco nel condotto dell’acqua che passva sulla parete di fondo, due metri sopra la testa del giudice. (p.177)
Allora Ernest ha risposto tranquillamente:
– Ritrovare Celestine e non lasciarla mai più. (p.178)

Identico desiderio esprime Celestine al giudice che le chiede cosa voglia per ricompensa per averlo salvarlo…

Dimmi, piccolina, se ne usciamo vivi, che cosa ti farebbe veramente piacere?
– Ritrovare Ernest – disse subito Celestine. – E tornare con lui nella casetta ben nascosta nel bosco. (p.179)

E così ecco Ernest e Celestine di nuovo insieme nella casetta ben nascosta nel bosco…
Ernest convince un giorno la pittrice a disegnare il loro primo incontro, modificando un pochino la situazione reale… Nel quadro dovrà risultare rappresentato il ritrovamento di un topolino bebè abbandonato, salvato dall’Ernest spazzino… È il primo albo di Ernest e Celestine, intitolato La nascita di Celestine… Una serie di racconti che testimoniano i momenti di semplice felicità provati dai due, ma firmati Gabrielle Vincent. Albi che tutti leggono sia nel mondo di sotto che in quello di sopra…

Ecco. Così è nato il primo albo di Ernest e Celestine.
Si intitola La nascita di Celestine.
Ce ne furono molti altri. Ognuno racconta un momento di feliciità nella vita di Ernest e Celestine. Una di quelle minuscole felicità che, sommate, fanno immensa felicità senza storia di coloro che hanno scelto di volersi bene[…] (p.183)

Il romanzo è da Pennac dedicato alla sua amica di penna, la disegnatrice Monique Martin che, con lo pseudonimo di Gabrielle Vincent, ha pubblicato una serie di storie di un orso e di una topolina amici, Ernest e Celestine… Storie che lui leggeva sempre a sua figlia…

Un’amica epistolare. Lei si chiamava Monique Martin. […]
Alcuni suoi albi raccontavano la storia deliziosa di un orso e di una topolina: Ernest e Celestine. Lei aveva un debole per quegli albi, e li firmava Gabrielle Vincent. (p.185)

E se ho raccontato questa storia è perché tutti si ricordino della mia amica mai vista, mai sentita, la mia amica d’inchiostro,d’acquerello e di carta. (p.186)

RINGRAZIAMENTI p.187

INDICE p.189