CURZIO MALAPARTE – COPPI E BARTALI

CURZIO MALAPARTE – COPPI E BARTALI
ADELPHI – Collana BIBLIOTECA MINIMA n. 35 – 2009
TITOLO ORIGINALE: Les deux visages de l’Italie: Coppi et Bartali

Scritto nel 1949 e pubblicato prima del Tour di quell’anno, in questo libriccino Malaparte, dopo aver osannato la bicicletta, passione italica, descrive le figure di Coppi e Bartali (conterraneo peri l quale esprime una non celata predilezione)…

In Italia la bicicletta appartiene a pieno titolo al patrimonio artistico nazionale[…]. (p. 11)

[…]amo i campioni del ciclismo. Li amo da tanti anni, fin dalla più tenera infanzia.[…]
quegli eroi del ciclismo erano i miei Achille, i miei Ettore, i miei Aiace. La prima epopea della bicicletta fu la mia Iliade. […]
la domenica andavo a piazzarmi ai bordi delle strade, mescolandomi alla folla che attendeva il passaggio dei “centauri”. Perché allora li chiamavamo così. (p. 17)

Questa rivalità rappresenta uno degli aspetti più moderni della disputa tra credenti e liberi pensatori. Gino è figlio della fede. Fausto è figlio del libero pensiero.

Entrambi figli del popolo, discendenti dai migliori ceppi del popolo italico […], rappresentano in qualche modo le due grandi correnti del pensiero italiano contemporaneo.
Bartali appartiene a coloro che credono alle tradizioni e alla loro immutabilità, Coppi a coloro che credono al progresso. Gino è con chi crede al dogma, Fausto con chi lo rifiuta, nella fede, nello sport e nella politica così come in ogni altro campo. Bartali crede all’aldilà, al paradiso, alla redenzione, alla resurrezione, a tutto ciò che costituisce l’essenza della fede cattolica. Coppi è un razionalista, un cartesiano, uno spirito scettico, un uomo pieno di ironia e di dubbi che confida solo in se stesso, nei propri muscoli, nei polmoni, nella buona sorte. […]
Gino è un ispirato, Fausto uno scettico. (p. 25)

Questi due atleti perfetti, fra i più grandi che esistano, sono tanto diversi fra loro quanto possono esserlo due diverse rappresentazioni del mondo, due modi diversi di concepire l’universo e l’esistenza.
Il duello fra questi due rivali, fra questi due nemici fraterni, è il più bello, il più puro, il più nobile al quale sarà mai dato di assistere. (p. 29)

Bartali è il campione di un mondo già scomparso, il sopravvissuto di una civiltà che la guerra ha ucciso: rappresenta quel romanticismo inquieto e inquietante che ha raggiunto l’apice fra le due guerre e perpetua nel mondo moderno lo spirito eroico della vecchia Europa.
Coppi è il campione del nuovo mondo partorito dalla guerra e dalla liberazione: rappresenta lo spirito razionale, scientifico, il cinismo, l’ironia, lo scetticismo della nuova Europa, l’assenza d’immaginazione delle nuove generazioni, il loro credo materialista. (pp. 29-30)

In Bartali, nato da una famiglia di agricoltori toscani, prevale il contadino, con la sua mistica elementare, la sua fede in Dio, il suo attaccamento ai valori tradizionali della terra.
In Coppi prevale invece l’operaio, sebbene anche lui sia nato in un famiglia di contadini. Ma mentre Bartali è passato dall’aratro alla bicicletta, Coppi, quando ha sposato la bicicletta, aveva già ripudiato la terra. (p. 30)

Bartali è un uomo, Coppi un robot. (p. 31)

Ho insistito su certe differenze di ordine tecnico fra Bartali e Coppi per dimostrare che il loro antagonismo non è così personale come si crede. (p. 35)

Non c’è odio nella loro rivalità. Perché dovrebbero odiarsi? Lo sport non è la politica. (p. 36)

Se Bartali emana calore umano, Coppi comunica un sentimento di profonda solitudine.[…]
Coppi è un uomo solo, un uomo triste. La sua solitudine, la sua tristezza sono le stesse delle macchine d’acciaio.
La vita di Coppi, come quella delle macchine, risiede nel movimento, solo nel movimento. Quando Bartali è seduto o disteso è un atleta a riposo. Quando è seduto, immobile e in silenzio, Coppi è una macchina ferma. Quando si riposa, attorno a lui si respira un’atmosfera da fabbrica in sciopero o chiusa per ferie. (p. 38)

I DUE VOLTI DELL’ITALIA
Di Gianni Mura p. 41