Charles Dantzig: Basta esaltare Céline, Roth, Franzen Storia di un termine trattato con sospetto Chi ha paura di un capolavoro

[banner][banner size=”300X250″][banner][banner size=”120X600″]da LA LETTURA n.63 pp.2-3

Di Stefano Montefiori

Afferma Dantzig che:

Tra le parti più interessanti del lavoro di Dantzig c’è la tirata contro
la «moda Céline» e i suoi appassionati difensori. «I lettori incolti si
inventano dei capolavori inesistenti. A 40, 50 anni, dopo terribili
studi di commercio e vent’anni di schiavitù e schiavismo in un’azienda,
si lasciano affascinare durante i 15 giorni di vacanza da un libro
celebre, chiassoso e impertinente. Tornano a Parigi e durante un
consiglio di amministrazione buttano lì “In Viaggio al termine della notte,
Louis-Ferdinand Céline… Conoscete Céline?”. La gloria esclusivamente
francese di questo romanzo è l’impostura letteraria di un Paese
provinciale e politicamente malato, che non si rassegna di avere perduto
la guerra dopo che De Gaulle gli ha fatto credere di averla vinta.
Céline è la passione di chi ha letto molto poco. Non per niente è
adorato dal nostro ex presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy». E
da uno dei più celebri e amati attori teatrali e di cinema francesi,
Fabrice Luchini. «Ma il danno che Fabrice Luchini ha fatto alla
letteratura francese negli ultimi 15 anni è considerevole. Luchini è un
istrione, un Alberto Sordi senza il genio di Alberto Sordi. Luchini ha
accreditato la tesi che Céline, come dice lui stesso, abbia inventato
uno stile, quei punti di sospensione con il punto esclamativo,ma è
falso: Céline li ha copiati dal poeta Jules Laforgue, lui sì autore del
capolavoro Les moralités legendaires».
beh, se lo scrive Dantzig… mah…