ANGELO BRANDUARDI – COGLI LA PRIMA MELA

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[banner size=”300X250″]ANGELO BRANDUARDI – COGLI LA PRIMA MELA
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TRACKLIST
1) COGLI LA PRIMA MELA 3.25

2) SE TU SEI CIELO 3.10

3) LA
STREGA 4.18

4) DONNA TI VOGLIO CANTARE 3.25

5) LA RACCOLTA
4.51

6) COLORI 3.30

7) IL SIGNORE DI BAUX 4.29

8) IL GUFO E
IL PAVONE 3.10

9) NINNA NANNA 7.23

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Quinto disco di Branduardi, “Cogli la prima mela” (1979)
è leggermente “inferiore” ai precedenti (mi riferisco ad
“Alla fiera dell’est” (1976) e soprattutto a “La pulce
d’acqua” (1977)), testimoniato dal fatto che le parti strumentali
a fine brano aumentano esponenzialmente e non solo in canzoni lunghe
(come “Ninna Nanna” 7’23”). Il disco mantiene tuttavia un
livello decisamente alto con i soliti testi “poetici”
(frutto di Luisa Branduardi) e musiche accattivanti in grado di farti
viaggiare indietro nel tempo, sebbene ancora un po’ acerbe, “grezze”
(non è un caso che il cd musicalmente più maturo, a mio avviso, sia
“Il dito e la luna” del 1998, mentre a parte va considerato
il miglior disco in assoluto di Branduardi: “L’infinitamente
piccolo” del 2000).
Tra le canzoni spiccano indubbiamente
“Cogli la prima mela” e la stupenda “Il signore di
Baux”, canzone nella quale il testo si accompagna ad un parte
musicale impeccabile: con le percussioni ed i tamburi sembra di
essere al cospetto di eserciti medievali marcianti agli ordini del
signore (di Baux), mentre gli squilli di tromba che compaiono qua e
là ci rimandano a fantastici tornei dell’epoca, accompagnandoci
(anche con l’immancabile violino) in un viaggio nel passato dei
cavalieri medievali.
Di estrema POVERTÁ il libretto dei testi: 5
pagine in tutto, con i testi scritti su pagine monocromatiche senza
una foto o altro di extra. Minimalista anche la copertina (più bella
quella del precedente “La pulce d’acqua”).
TESTI
1) COGLI LA PRIMA MELA 3.25
Bella che così fiera vai
non lo rimpiangerai.
Cogli
la prima mela
cogli la prima mela
cogli la prima mela – a.
Bella che così fiera vai
non aspettare mai.
Cogli la prima
mela
cogli la prima mela
cogli la prima mela – a.
Danzala la vita tua
al ritmo del tempo che va
ridila la tua
allegria
cogli la prima mela – a.
Danzala la vita tua
al
ritmo del tempo che va
ridila la tua allegria
cogli la prima
mela – a.
Bella che così fiera vai
non lo rimpiangerai.
Cogli
la prima mela
cogli la prima mela
cogli la prima mela – a.
Bella che così fiera vai
non ti pentire mai.
Cogli la prima
mela
cogli la prima mela
cogli la prima mela – a.
Stringilo forte a te
l’amico che ti sorriderà.
E fortuna a
chi se ne va
Cogli la prima mela – a.
Stringilo forte a te
l’amico che ti sorriderà.
E fortuna a
chi se ne va
Cogli la prima mela – a.
Bella che così fiera vai
non lo rimpiangerai
Cogli la prima
mela
cogli la prima mela
cogli la prima mela – a.
2) SE TU SEI CIELO 3.10
Se tu sei cielo
è a te che tornerò
e sul tuo seno
le
ali piegherò…
Per il mio sonno sei notte
e sole al mattino
e
tiepida pioggia
sulla terra che ho.
Se tu sei vento
vento di mare…
prima tempesta
e poi
riparo.
Il tuo passo leggero
mi segue sulla via,
sei tu che cammini
sulla terra che ho.
Se tu sei tempo
con me tu passerai,
bella stagione,
profumo
mi darai…
e vendemmia per noi
l’autunno che verrà,
poi le
foglie cadranno
sulla terra che ho.
Ma tu sei cielo
e a te io tornerò
e del tuo seno
il nido
mi farò…
sei la strada accogliente
che il mio passo sa già
e
sei vento, sei tempo,
sei la terra che ho.
3) LA STREGA 4.18
Era una festa d’estate
e dodici anni lei
compì,
fu la prima volta che
negli occhi un uomo la
guardò…
Curava l’orto di suo padre
e a guardarla lui si
fermò:
era uno strano uomo che
quel che sapeva le insegnò.
E l’oro ora lei nella sabbia sa trovare
in lucido argento la
cenere mutare…
Un corvo nero sarà, fuoco folletto
se solo lo
vorrà
e quando lei canterà farà la luna trasalire.
Quello
che c’è da sapere di questo mondo ora sa:
quel che stato
già,
tutto quello che sarà.
Era una festa d’estate
il giorno che passò di là
e fu la
prima volta che
negli occhi un uomo la guardò…
Era una festa
d’estate,
felice lei lo seguì,
lasciò la casa di suo padre
e
per amore se ne andò.
E all’alba ora lei a piedi nudi sa ballare,
e strane erbe lei
in fondo ai pozzi sa trovare…
un corvo nero sarà, fuoco
folletto se solo lo vorrà
e quando lei canterà farà la luna
trasalire.
Quello che c’è da sapere di questo mondo ora
sa:
quello che è stato già,
tutto quello che sarà.
4) DONNA TI VOGLIO CANTARE 3.25
Donna ti voglia cantare
donna la madre, donna la fine
donna
sei roccia, donna sei sabbia
e a volte nuvola sei…
Donna sei acqua e sei fiamma
donna paura, donna allegria
donna
saggezza, donna follia
e a volte nuvola sei…
Donna, donna sei l’ombra
donna sei nebbia, donna sei
l’alba
donna, donna di pietra
a volte nuvola sei…
Donna, donna l’amica
donna sei nave, donna sei terra
donna,
donna sei l’aria
e a volte nuvola sei…
Donna sei sete e vendemmia
donna sei polvere, donna sei
pioggia
donna saggezza, donna follia
a volte nuvola sei…
Donna ti voglio cantare
donna sei luce, donna sei cenere
donna
sei ansia, donna sei danza
e a volte nuvola sei…
Donna, donna sorgente
donna sei erba, donna sei foglia
donna,
donna sei pietra
e a volte nuvola sei…
5) LA RACCOLTA 4.51
Calde notti l’estate con sè
ci ha portato già
rossi fuochi
hanno acceso
su ogni campo per ballare…
Della raccolta è il dolce tempo
da domani il grano cadrà
e
curiosa anche tu
ti chiedi chi u coglierà…
Son tornati sui campi
in lunghe file per ballare
fino
all’alba hai spiato
i lori fuochi da lontano…
Della raccolta è il dolce tempo
la calda estate finita è
già…
e curiosa anche tu
aspetti chi ti coglierà…
Sei la spiga più bella
che hanno scordato di tagliare
sei
la mela più alta
che nessuno mai raggiungerà…
Passato è il tempo della raccolta
la calda estate finita è
già
e curiosa ancora tu
ti chiedi chi ti coglierà…
6) COLORI 3.30
E’ il volto tuo che ho disegnato
chino per terra io l’ho
dipinto:
ho usato il nero per i tuoi occhi
e bianca sabbia per
la tua pelle
Quando la pioggia l’avrà lavato
e i tuoi colori
confuso,
e quando il vento sarà passato
sarò alla fine
guarito.
E’ il volto tuo che ho disegnato,
mi son seduto ed ho
aspettato:
ho usato il nero per i capelli
e rossa sabbia per la
tua bocca.
Verrà la pioggia e lo laverà,
confonderà i tuoi
colori,
e quando il vento sarà passato
sarò alla fine
guarito.
7) IL SIGNORE DI BAUX
La casa sua il signore di Baux
l’ha costruita sui sassi…
La
casa sua il signore di Baux
l’ha costruita sui sassi…
Passi di mille cavalieri
segnanò i suoi sentieri,
vegliano
dall’alto nella notte
gelidi i suoi pensieri…
La casa sua il signore di Baux
l’ha costruita sui sassi…
Gemono nel sonno i suoi cani
sognando della caccia,
siede a
banchetto la sua dama
lo sguardo assorto…
fuoco e calore
nelle tue sale
danze, colori e allegria,
canti e rumori, suoni
di risa
nella tua casa, signore di Baux.
La casa sua il signore di Baux
l’ha costruita sui sassi…
e
ancora lei rimane là
e guarda passare gli anni…
voli di
uccelli verso il mare,
l’ombra dei suoi pensieri,
ha imbiancato
le sue sale
il vento salato…
fuoco e calore nelle tue sale
danze, colori allegria
canti e
rumori, suoni di risa
nella tua casa, signore di Baux.
8) IL GUFO E IL PAVONE 3.10
“Non è il pavone che mi prenderà
mi hanno data al gufo
che con sè mi porterà.
Ora e per sempre sia malanno a voi
sarà
il grigio gufo cieco che
io seguirò”.
“Il tuo pavone d’oro perderai
un’altra mano le sue piume
sfiorerà,
il tuo pavone d’oro perderai
ed al suo nido gufo
cieco seguirai…”.
“Ora e per sempre sia malanno a voi”
sarà il grigio
gufo cieco che mi prenderà,
si è fatto il nido là in mezzo ai
rovi
e lo so con quelle spine io mi ferirò.
“Il tuo pavone d’oro perderai,
in un altro nido lui
riposerà,
da un’altra mano l’acqua prenderà
il tuo pavone
d’oro che mai più tu avrai…”.
9) NINNA NANNA 7.23
“L’ho addormentato nella culla
e
l’ho affidato al mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai
più non ritorni da me”.
L’hanno detto giu nelle cucine;
la voce ha risalito le scale
e
tutta la casa ora lo sa:
ieri notte piangeva un bambino.
L’hanno detto giù nelle cucine
e tutta la casa lo sa
che
ieri lei aveva un bambino
e che oggi lei non l’ha più.
“Adesso alzati e dillo a me,
lo so che avevi un
bambino,
tutta la notte ha pianto e perchè
ora tu non l’hai
più con te?”.
“L’ho addormentato nella culla
e l’ho affidato al
mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da
me”.
“Adesso alzati, vieni con me
questa sera andremo in
città,
lava le mani, lavati il viso,
metti l’abito grigio che
hai”.
L’abito grigio non indossò
per andare quella sera in
città,
vestita di bianco la gente la vide
davanti a sè
passare.
“La scorsa notte dalla mia padrona
le ho pettinato i
capelli
poi mio figlio ho addormentato e
l’ho affidato al
mare”…
Non lo sapeva certo mia madre
quando a sè mi stringeva
delle
terre che avrei viaggiato,
della sorte che avrei avuta.
“L’ho addormentato nella culla
e l’ho affidato al
mare,
che lui si salvi o vada perduto
e mai più non ritorni da
me”. 

 

 

 

 

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