Ivan Graziani – I Lupi

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IVAN GRAZIANI – I LUPI
BMG – 74321460202 – 1997 (Ristampa)
1 – I lupi
 Guarda arrivano i lupi, sulla campagna addormentata
hanno fame e sono in tanti, guarda arrivano i lupi.
Guarda arrivano i lupi, guarda arrivano i lupi
guarda arrivano i lupi.
E hanno le zanne come candidi pugnali
e gli occhi rossi da assassini e la montagna
li ha vomitati, sono sempre più vicini.
Uh! Guarda arrivano i lupi, guarda arrivano i lupi.
Pantaloni e scarpe rotte e la cravatta del matrimonio
i ricordi li ho portati in guerra col profumo della terra
e lunga e bianca è la strada che attraversa la Brianza
da cento giorni sul postale ed il cuore mi fa male
guarda arrivano i lupi, guarda arrivano i lupi.
No, signora no suo figlio non l’ho conosciuto no
signora no, nel sole e sotto al ghiaccio eravamo
in centomila e siam tornati solo in sei, guarda arrivano i lupi.
Questa notte stai con me sono stanco di lottare
fra i cespugli della Spagna ho sepolto la mia divisa
sette anni militare per la patria vilipesa
ed io ne ho presi sì di sputi e non ero peggio degli altri
degli altri, i lupi.
Le mie braccia dentro il fango
se vuoi puoi nascondere i tuoi occhi
ed io non voglio camminare, no, no, no
a quattro zampe come un animale.
Guarda arrivano i lupi, guarda arrivano i lupi.
E questa è la mia casa e il tavolo
di marmo sta annegando nel letame.
In fondo alla campagna qualcuno sta cantando
a squarciagola e la mia mente è confusa lacrime e miseria
ritorno a respirare, ho spezzato il mio fucile

2 – Motocross


Il 250 giallo di marca giapponese
due pacchi di cambiali
però avevo anche gli stivali di cuoio nero.
I due retrovisori e l’alberello di taglio natalizio
io mi sentivo forte, io ero il più invidiato
e stavo bene, e chi si lamentava
finché avevo di che pagarmi la linfa al mio motore.
Poi ho conosciuto lei ad una festa in piazza
lei era magra come un giunco coi fianchi da bambina
lei mi piaceva tanto abbiam mangiato noccioline americane
finché io non le ho detto: “Facciamo un giro in moto”
Evviva il cross, evviva il motocross
avevo anche la donna, evviva il motocross.
La nuova superstrada appena fuori dal paese
lei mi urla “Qui va bene, fermiamoci a fumare”
Ed il momento era perfetto, la stavo per baciare
quando all’improvviso una manaccia sulla spalla
mi fa gelare il cuore, due tipi da galera
ed un coltello puntato nella gola
proprio lei mi dice: “Calma amico! Vogliamo il tuo motore”
Evviva il cross, evviva il motocross
rischiavo la mia pelle, evviva il motocross.
Lei lo metteva in moto e mentre uno aspettava
accanto a un paracarro, quell’altro mi picchiava
e non guardava dove e se ne sono andati
in tre sul mio motore, lasciandomi soltanto
la rabbia da ingoiare, la rabbia da ingoiare…
La rabbia da ingoiare, la rabbia da ingoiare…
La rabbia da, la rabbia da ingoiare.
Evviva il cross, evviva il cross
evviva il motocross, per una donna ladra
evviva il motocross.
Evviva il cross, evviva il cross
evviva il motocross, per una donna ladra
evviva il motocross.

3 – Zorro

 Frangiflutti di cartacce al sole e cattedrali di immondizia
questo è il degno palcoscenico per lui, Zorro degli Stracci.
Sulle labbra ha il sorriso lieve di un bambino senza età
e canta al vento il suo mantello mentre infilza cavolfiori.
Lui non sa che il Messico è lontano
e l’Africa è vicina nei campi e nelle strade
e la sua anima passeggia come un lento pellicano
che lascia le sue tracce palmate sulla spiaggia.
Zorro è un uomo di cultura e se ti va lo puoi interrogare
fra le ossa del maiale e sveglie rotte Art Decò.
E’ marcio come un segretario, come un giornale del mattino
e sciacqua il cuore nella melma, Zorro degli Stracci.
Lui non sa che il Messico è lontano
e l’Africa è vicina nei campi e nelle strade
e la sua anima passeggia come un lento pellicano
che lascia le sue tracce palmate sulla spiaggia…

4 – Ninna nanna dell’uomo

 Cielo chiaro dentro agli occhi
in mezzo al mare tu non sei stato mai
e le colline che ti hanno generato
un giorno tu ritroverai.
Tu non devi conoscere il dolore
contro il vento come un quercia antica
devi sfidare il mondo e chi ci sta’
ed il coraggio non ti deve mancare.
Ninna, ninna nanna dormi tu che puoi
ninna, ninna nanna, dormi tu che puoi
Ninna nanna, ninna – o.
Adesso se tu mi hai ascoltato
quel cuore piccolo che hai
grande come una montagna si farà
ma solo amore ci deve stare.
Ninna, ninna nanna, dormi tu che puoi
ninna nanna nanna, dormi tu che puoi
Ninna nanna, ninna – o

5 – Lugano addio

 Po, po, po…
Le scarpe da tennis bianche e blu,
seni pesanti e labbra rosse e la giacca a vento.
Oh! Marta io ti ricordo così
il tuo sorriso e i tuoi capelli, fermi come il lago.
“Lugano addio” cantavi, mentre la mano mi tenevi
“Canta con me” tu mi dicevi ed io cantavo
di un posto che non avevo visto mai.
Tu, tu mi parlavi di frontiere
di finanzieri e contrabbando
mi scaldavo ai tuoi racconti
“E mio padre sì” tu mi dicevi
“quassù in montagna ha combattuto”
Poi del mio mi domandavi. Ed io pensavo a casa
mio padre fermo sulla spiaggia, le reti al sole
i pescherecci in alto mare, conchiglie e stelle
le bestemmie e il suo dolore.
Oh, Marta io ti ricordo così
il tuo sorriso e tuoi capelli, fermi come il lago.
Po, po, po…
“Lugano addio cantavi” mentre la mano mi tenevi
“addio” cantavi e non per falsa ingenuità
tu ci credevi e adesso anch’io che sono qua.
Oh, Marta mia addio, ti ricordo così
il tuo sorriso e tuoi capelli, fermi come il lago.
Po, po, po…

6 – Eva

 La, la, la, la, la – lei
Eva che dai da mangiare ai colombi
e il dito bagnato in direzione del vento
La, la… E sia, cento Lire nel comodino,
perdi tempo a cercarle adesso.
Tu puoi trovarle se vuoi
nella giacca dell’Assessore
e bruciarle col primo che trovi.
La, la, la, la, la – lei
Eva ricordi il tuo ombrello d’aprile?
frustava il vento come un corvo ferito
La, la… E sia, mille Lire in tasca
perdi tempo a cercarle adesso.
Tu puoi trovarle se vuoi
nella gonna del prete
e bruciarle col primo che trovi.
La, la, la, la, la – lei
Eva la ladra è sulla bocca di tutti
la Macchina Sesso ferma in fondo a Via Larga
La, la… E sia, un milione nelle calze azzurre
perdi tempo a cercarle adesso.
Tu puoi trovarle se vuoi
in un sorriso dai denti d’oro
e bruciarle col primo che trovi

7 – Il topo nel formaggio

 Sono un topaccio dei bassifondimangio di tutto anche poliuretano

e fu così che andando a caccia

mi sono ritrovato in una casa signorile.

Ma chi l’avrebbe detto, chi sospettava

che stavo andando

proprio incontro al mio destino

mi hanno incastrato, intrappolato

poi mi han buttato

nella gabbia di un pitone vivo.

Lui si è mosso appena mi ha visto

ero proprio io la sua colazione

lui mi voleva ipnotizzare

poi l’ho sentito

che era pronto ad attaccare.

Signore delle Fogne, aiutami tu

perché devo morire, dimmelo tu?

proprio quaggiù…

Coi gatti e con le scopeme la cavo, lo sai

ma un pitone e chi l’ha visto mai?

Io mai!

Lui si dondola un po’, arretro

poi salta dritto su me, mi sposto

picchia duro la testa sul vetro

resta stecchito lì contorto.

Con tutta calma l’ho divorato

non proprio tutto, non sono mica esagerato

e i suoi padroni, che bella festa

hanno trovato il pitone senza testa.

Il pitone senza testa, senza testa.

Signore delle Fogne, sei grande, lo sai

c’è una logica in tutto, anche se tu

tu non la vuoi.

C’è chi vuol fregare e rimane fregato

come quel pitone che ho divorato

digerito…

8 – Il soldo

 Di un momento passato a cambiare i contatti
recisi del cuore e a invidiare i cassetti
che alla fine vengono sempre richiusi.
E a leccarsi le mani odiando lo zucchero nero
comprato nel negozio specializzato
con l’uomo che ti dice: “Signore, le cadono i capelli”
E con il soldo che cade giù io domani mi ammazzo
quest’anno, quest’anno smetto alle Poste
e da grande farò l’attore, per la mia musica
per la mia musica…
E nient’altro di buono farò.
E a conservarmi idiota per il fiume e le mosche
e il cane che corre felice che insegue felice
l’ombra di un rospo perduto nel fango.
E l’orso viene di notte e neanche un dito
deve stare fuori dalle coperte
devi essere buono, tanto buono.
Domani c’è scuola.
E con il soldo che cade giù io domani mi ammazzo
quest’anno, quest’anno smetto alle Poste
e da grande farò l’attore, per la mia musica
per la mia musica…
E nient’altro di buono farò.
E la vita t’insegue, ti attraversa la strada
urlando, ballando, cantando
silenziosa come una gallina
ti guarda con l’unico occhio giallo.
Ma che brutta miseria col cesso sulle scale
e l’illusione del pane integrale.
Ti prego comprami un asciugamano
con la faccia del boia.
E con il soldo che cade giù io domani mi ammazzo
quest’anno, quest’anno smetto alle Poste
e da grande farò l’attore, per la mia musica…