YUKIO MISHIMA – IL MIO AMICO HITLER


YUKIO MISHIMA – IL MIO AMICO HITLER
GUANDA – Collana QUADERNI DELLA FENICE – AGOSTO 2009

TRADUZIONE: Lydia Origlia
TITOLO ORIGINALE: Waga tomo Hittora

Giugno 1934. Berlino. Residenza ufficiale del Cancelliere.

ATTO PRIMO p. 7

Hitler arringa la folla con uno dei suoi enfatici discorsi. Alle sue spalle si trovano Ernst Rohm, capo delle SA, Gregor Strasser, membro del partito della prima ora in disgrazia per le sue simpatie socialiste, e Gustav Krupp, potente industriale dell’acciaio… Quest’ultimo inizia a parlare con Rohm che lo considera un mero capitalista opportunista, in contrasto con lo spirito rivoluzionario propugnato dalle SA che, però, Hitler sembra in procinto di smantellare per poter divenire presidente in luogo del morente Hindenburg…

R: Io appartengo all’esercito vivo, giovane, impetuoso, l’esercito che non teme nulla, che mangia e beve con avidità, che rompe con un calcio una vetrina, se ne ha voglia, o versa il suo sangue per difendere il popolo oppresso: a un esercito violento e autenticamente cavalleresco. (pp. 9-10)
È il mio sogno, quello di capo di Stato maggiore delle Truppe d’assalto. Che un simile esercito divenga l’essenza della Reichswehr e scacci i generali diabetici… E invece dicono che la missione della SA è finita… (p. 10)

Rohm attribuisce la volontà di sopprimere le SA al vanesio Goering…

La colpa è di Goering, quel maniaco delle decorazioni. (p. 11)
E oltre a questo p un ignobile, un ignobile vigliacco. Ha dichiarato che Truppe d’assalto non servono più, che bisogna scioglierle. (p. 12)

Strasser ha un rapido scambio di battute con l’inviso capitalista Krupp prima di poter comparire al cospetto di Hitler…

S: […] Sono qui perché Hitler, che da tempo non mi permetteva di avvicinarmi a lui, mi ha improvvisamente convocato. Deve aver chiamato anche Rohm e così ora noi due ci troviamo spiacevolmente faccia a faccia. (p. 16)
S: Probabilmente mi confiderà di voler troncare ogni legame con i capitalisti e i reazionari come lei. (p. 17)

Hitler conclude intanto il proprio comizio… Decide d’iniziare i propri colloqui personali con Rohm, chiedendo agli altri di attenderlo in sala d’attesa…

H: Vieni tu per primo, Ernst. (p. 20)
H: Ti ho convocato per una semplice ragione. Perché desidero sottrarmi almeno per un poco ai miei noiosi impegni politici e rievocare il passato con un vecchio amico col quale possa confidarmi. (p. 21)

Rohm, rimasto negli anni un fedelissimo, rivendica i meriti delle proprie SA, rievocando il comune passato militare e di militanza con Hitler. Le sue sono rimaste idee estremiste, da rivoluzione permanente… Lo appoggerà alla successione alla carica di presidente dell’ormai morente Hindenburg, purché faccia piazza pulita della vecchia politica, del vecchio esercito e degli affaristi capitalisti…

R: Ho trascinato dalla tua parte l’esercito, con i suoi fondi segreti ti ho comprato un giornale, con la sua autorità ho radunato un corpo di volontari e di ex combattenti: tu ho insegnato i principi dell’arte militare, e ci siamo lanciati, fianco a fianco, nel turbine della tempesta di quell’epoca di inganni e di tradimenti. (p. 22)
R: E allora mi esprimerò benevolmente. anch’io sono favorevole che tu divenga il successore del maresciallo Hindenburg. Ti aiuterò con tute le mie forze, sentendoti con il nuovo esercito di tre milioni di uomini delle Truppe d’assalto. (p. 27)
R: Un momento. Io sono però contrario che tu divenga il successore di una politica corrotta e reazionaria. (p. 28)
R: In Germania esiste un esercito rivoluzionario. I tre milioni d’uomini della mie Truppe d’assalto… Senti, Adolf. Dopo una pulizia generale stenderemo sulla piazza di Berlino un grande tappeto candido e tu sarai nominato presidente. Non dimentcare. La rivoluzione non è ancora compiuta. Dopo la prossima rivoluzione, la Germania rinascerà veramente, la bandiera con la croce uncinata garrirà al vento, il paese di Wotan, libero da tutta la corruziobe e dal laido vecchiume, sarò riedificato, risorgerà a nuova vita. […]
R: E allora non devi trattare con l’esercito. […]
R: Sì. Hai al tuo fianco le Truppe d’assalto. (pp. 28-29)

Hitler fa ragionare Rohm, enunciando tutti gli sbagli commessi da comandante delle SA e ordinandogli infine, per chetare i militari che gli hanno intimato di deporre le milizie irregolari, a sospendere l’attività fino a fine luglio…

H: Mah! Ammettiamo che sia stata una parentesi. Tuttavia, Ernst, parlando francamente, non credi che si potrebbe definire le tue Truppe d’assalto un esercito caratterizzato prevalentemente dalla nostralgia del passato? […]
Pensi che si apossibile considerare tre milioni di soldati un gruppo eminentemente politico? Non sarà piuttosto il nostalgico «gioco della guerra» la loro ragione di vita? Ernst, tu sei libero di rimpiangere il vecchio buon esercito, ma non devi corrompere e trasformare in esaltati tutti questi giovani. Le Truppe d’assalto non sognano una guerra futura, ma quelle del passato. (p. 31)
H: Ora quelli della Reichswehr pensano di te: «Quest’uomo sta tramando per impadronisri, prima o poi, del potere militare e per scatenare una nuova rivoluzione.» (p. 32)
H: Mi hanno ingiunto di scegliere una delle due alternative. (p. 33)
R: Adolf, devi decidere. È il momento decisivo, per noi come per il nazismo. Nessun compromesso. […]
Dovviamo fare una nuova rivoluzione. Ritrovare le nostre energie dei tempi di Monaco. (p. 34)
H: Hai dimenticato qualcosa, una lezione importante he non si deve scordare. Non si può avere contro l’esercito. […]
Rifletti attentamente, Ernst. Anch’io mediterò profondamente questa notte. Domani mattina ci incontreremo a colazione e ti esporrò il mio pensiero… Ah, dì a Strasser, che è di là nela sala d’attesa, di venire. (p. 35)

Uscito Rohm, è la volta di Strasser presentarsi a colloquio con Hitler… Anche le sue idee sono rimaste le stesse, quasi comuniste… Hitler gli chiede consiglio e lui risponde con franchezza: inimicarsi l’esercito per le SA e i capitalisti non gli consentirà di sostituire Hindenburg…

S: Mi litimo a ripetere come un pappagallo gli antichi ideali, ideali che ora sono andati perduti.
H: Ora sono perduti?
S: Non è forse vero? Che ne è stato dei princìpi del partito? Dove sono l’anticapitalismo, l’annientamento della Prussai, il Parlamento autonomo del fronte fascista che avrebbe dovuto sostituirsi all’attuale Parlamento? Non è forse rimasto tutto come un tempo? (p. 36)
H: Si lamenta che l’ala sinistra del partito non si distingue dai rossi. (p. 37)
S: È lei che deve pensarci. Se intende diventare presidente con l’appoggio dei militari. […]
Immagini quello che vuole. È certo però che, se si continua così, il partito si frantumerà e non ne resterà più nulla. Non rimane che adottare certe misure.
H: E quali misure, dunque?
S: Tornare allo spirito dei princìpi del partito. Schierarsi nettamente dalla parte dei lavoratori e promuovere il nazionalsocialismo. (p. 39)

Congedando Strasser, Hitler lo invita a colazione per l’indomani, come già fatto con Rohm, al fine di renderlo edotto delle proprie decisioni, chiedendo poi l’ingresso di Krupp…

ATTO SECONDO p. 43

La mattina seguente a colazione ci sono solamente Rohm e Hitler, non essendosi Strasser presentato. Il leader delle SA è estasiato e accetta volentieri e ingenuamente la sospensione delle attività delle SA fino alla fine di luglio… Si ritiene amico e camerata di Hitler, con il quale rievoca numerosi aneddoti come quello del topo Adorst… La prospettiva è di poter poi essere nominato capo dell’esercito…

H: Che importanza ha la forma? Io ordino che i tre milioni di uomini delle Truppe d’assalto siano congedati per l’intero mese prossimo, vale a dire fino alla fine di luglio. Durante il congedo sar loro proibito indossare l’uniforme, fare dimostrazioni, partecipare a manovre. Tu farai una dichiarazione su queste mie direttive per gli uomini delle Truppe d’assalto… Non c’è altro. (pp. 43-44)
R: L’espediente di restare tranquilli fino a quado tu non sarei divenuto presidente ci proteggerà dai generali prussiani furibondi. (p. 44)
H:[…]E quando diverrò presidente, sarà facile trovare il modo per affidarti l’intero esercito. (p. 45)

Dopo la promessa di eliminare Strasser in caso di opposizione alla nomina di Hitler e il richiedergli una maggiore azione come nel passato, Rohm si congeda…

R: Se quell’individuo mostrerà l’intenzione di ostacolare la tua nomina a presidente, non gliela lascerà passare liscia. Sarà facile dare una lezion a quel sobillatore. Se gli operai si agiteranno, le Truppe d’assalto li faranno tacere. (p. 48)
R:[…] Tu passi i giorni scarabocchiando firme. Mentre langue dimenticata la forza del braccio che brandiva la spada. Cos’è mai il potere? Che cosa la forza? Non è altro, ormai, che il movimento dei sottili, esili muscoli di pallide dita che firmano. (p. 49)

Uscito, Rohm, ecco giungere Krupp che ha origliato tutta la precedente conversazione… La morte del presidente si avvicina e l’industriale descrive Hitler come la Tempesta in arrivo…
Nei corridoi, intanto, trafelato Strasser raggiunge e ferma Rohm al quale prospetta un’alleanza, con l’apporto dell’indeicso Krupp, al fine d’impedire un epurazione ai loro danni da parte di Hitler. Ovviamente Rohm, idealista, non accetta di allearsi e non congedare le SA trattando l’altro come un miserabile traditore…

S: «Dobbiamo fare un’altra rivoluzione.» È questo che tu pensi. Ma anch’io ho la stessa idea. Credo che non ci manchino argomenti su cui discutere.
R: Ma il mio metodo è diverso. E anche il fine.
S: È come guardare in uno specchio, la tua destra è la mia sinistra. E la mia destra è la tua sinistra. Ma se rompessimo lo specchio, forse combaceremmo perfettamente. (p. 60)
S: […]Krupp non ha ancora deciso da che parte schierarsi.
R: Sì, ho fiducia in Hitler. Quando diventerà presidente si realizzeranno anche i sogni a lungo accarezzati dalle mie predilette Truppe d’assalto. (p. 62)
S: E credi che le autorità militari si lasceranno ingannare da una simile messinscena? Se è Hitler che lo crede è un perfetto imbecille. Se sei tu a crederlo, sei un autentico pazzo. […]
R: Sei un individuo ignobile. Vuoi seminare zizzania tra me e Adolf. (p. 63)
S: Proprio così. Le autorità militari sono molto rigide. Se non scioglierai le Truppe d’assalto, Hitler non avrà la certezza di diventare presidente. Sei proprio tu che ostacoli le sue ambizioni, caro Rohm. E nello stesso tempo hai puntato tutte le tue speranze sulla nomina di Hitler a presidente: non è questo il comportamento di un bambino capriccioso? (pp. 64-65)
S:Vedi, Rohm, è semplice: si tratta del piano di una rivoluzione che insieme, tu e io, dobbiamo intraprendere. Uniamo saldamente le nostre forze, ora, subito, scacciamo Hitler dal partito nazionalsocialista, affinché tu stesso possa divenirne il capo. […] In realtà è la tua unione con Hitler a incutere timore all’esercito prussiano. E io, con l’appoggio della tua forza militare, potrà progressivamente realizzare una politica socialista; von Papen sarà eletto temporaneamente presidente, io cancelliere e tu comandante in capo dell’esercito. Per i finanziamenti non c’è di che preoccuparsi. Se ci riconcilieremo, non esisteranno più problemi finanziari.
R: Perché?
S: Perché Krupp passerà dalla nostra parte. (p. 66)
S:[…] E tuttavia, Rohm, se ora noi due non ci rinconcilieremo e non scacceremo Hitler, se non compiremo una fulminea rivoluzione riunendo le nostre forze… se non riusciremo a farlo… se perderemo quest’occasione… cosa pensi che accadrà? (p. 67)
S:… La morte.
R: Di chi?
S: Di noi due. (p. 68)
S: Ti permetto di chiamarmi traditore. Ma la situazione richiede un intervento immediato. Se non ci uniremo contro Hitler…
R: Che cosa ci accadrebbe? La morte? (p. 69)
R: Confessa: hai intenzione d’insistere nell’ostacolare la nomina di Adolf a presidente?
S: Se potrò. Se vi riuscirò, la Germania sarà salva. Ieri mi sono tolto la maschera e l’ho dichiarato apertamente a Hitler. […]
S: Sono previsioni elementari. Se ci uniremo, salveremo entrambi la vita e riusciremo inoltre a fare la rivoluzione. Se non saremo uniti, prima o poi io sarò ucciso da Hitler o da te, il che si equivale. (p. 71)
R: Già. Percgé è impossibile che Adolf voglia uccidermi. (p. 72)
R: Perché Adolf è mio amico. (p. 73)
R: La fede nell’uomo, ho detto. L’amicizia, la fratellanza politica, il cameratismo di antichi compagni d’armi, tutte le qualità più nobili, virili e sacre. Senza questi valori, la realtà stessa si sgretolerebbe. E di conseguenza anche la politica. Adolf e io siamo uniti su queste fondame ta che rendono possibile la sussistenza stessa della realtà. […]
È questo magma a muovere il mondo, Strasser, a infondere coraggio nei combattenti, a indurli ad azioni in cui rischiano la vita, a colmare i cuoir dei giovani con il desiderio ardente della gloria: è la sorgente della forza che fa ribollire il sangue di tutti quelli che combattono coraggiosamente. (p. 74)
S: Va bene, Rohm, mi rendo conto del tuo sato d’animo… Ma ascoltai ancora un istante. Voglio proporti un compromesso. Mi costa molto, ma non c’è altro mezzo per evitare il peggio… Che diresti se rinunciassimo a deporre Hitler? Cerchiamo di coinvolgere anche lui! […]
S: Proprio così. Se uniremo subito le nostre forze, sarà possibile. Io mi dedicherò alla politica, tu all’esercito e Hitler alla gloria. Almeno a questo potrai acconsentire. (p. 77)
[…]sarà un bene anche per Hitler, accetta il temporaneo disonore di essere considerato un ribello e insorgi oggi stesso, immediatamente, con le sue Truppe d’assalto. Non devi assolutamente disarmarle.
R: […] Sia ben chiaro: non ho mai disobbedito a un ordine di Adolf. E non gli disobbedirò mai. (p. 78)
S: Ho capito. Mi accusi di essere falso, e per questo non voglio più dirti nulla, ma se ci separeremo così, tu morirai e morirò anch’io. È evidente. Sarai ucciso dal tuo amico Hitler. Paragonandoti a me, potrai considerarti lievemente più fortunato.
R: Che idiozia! Come potrebbe Adolf uccidermi!
S: Che imbecille… (p. 79)
S: Rohm, se proprio vuoi andare a Wiessee, fatti almeno scortare dalla tua guardia del corpo di capo di Stato maggiore. Non ti sto mentendo. Lo dico per il tuo bene. (p. 81)

Dopo il disperato vano tentativo, Strasser si allontana con la certezza della prossima morte delle fazioni di destra e di sinistra del partito…
In scena torna un irrequieto Hitler che incarica Goering e Himmler di eseguire il piano d’azione predisposto…

H: Generale Goering. Comandante Himmler… Sono in procinto di partire. Nel corso del mio viaggio vi invierò istruzioni riservatissime su ciò che sapete. Desidero che, non appena le riceverete, agiate immediatamente con la massima discrezione. Portate a termine la faccenda radicalmente, senza la minima esitazione o pietà. Iniziate subito i preparativi. (p. 82)

ATTO TERZO p. 83

Mezzanotte del 30 giugno 1934. È la notte dei lunghi coltelli e un insonne e turbato Hitler ottiene la compagnia di Krupp, ormai sottomesso ai voleri nazionalsocialisti… Hitler ha infatti decretato l’eliminazione di Rohm e seguaci così come di Strasser e oppositori di sinistra accusati di vari crimini tra cui il tradimento. Potrà così divenire cancelliere… In città riecheggiano ancora lontani colpi di fucile…
K: Oh, benvenuto! So che è tornato dal viaggio ieri notte. Questa convocazione improvvisa mi ha stupito. (p. 83)
K: Finalmente ha preso una decisione.
H: Già. È stata una misura inevitabile.
K: Tutti e due?
H: Sì, tutti e due.
K: E oltre a loro sono stati eliminati tutti i quadri delle Truppe d’assalto. (p. 84)
K: E per essere convincente introdurrà nel suo discorso qualche accenno alle colpe di Rohm e di Strasser, non è vero?
H: Esattamente. Rohm, anzitutto, era profondamente corrotto… […]
H: Ma la colpa più imperdonabile è che Rohm progettava una rivolta. Quando rivelerò questo segreto tutto il popolo approverà senza alcun dubbio il mio operato. (p. 85)
K: Le sue SS sono state molto impegnate: dovevano spostarsi continuamente per compiere quelle visite individuali, segno di particolare deferenza, e formare qua e là piccoli plotoni di esecuzione. Il numero dei convitati era decisamente eccessivo. (p. 87)
K: Ogni giorco della rivoluzione è finito… Più nessuno sognerà nuovamente la rivoluzione. Oggi il suo respiro è stato soffocato per sempre, e da oggi le autorità militari sosterranno unanimi. Lei possiede finalmente tutti i ruoli per diventare un legittimo presidente. È così che doveva essere. (p. 95)
K: Già, ora possiamo affidarle tutto tranquillamente. Adolf, lei ha agito nel modo migliorel con uno stesso fendente lei ha decapitato prima la sinistra e poi, raddrizzandosi, anche la destra.
H: Sì, è necessario che la politica segua la via di centro.
SIPARIO
13 OTTOBRE 1968 (pp. 95-96)

APPENDICE p. 97

CONSIDERAZIONI DELL’AUTORE SU IL MIO AMICO HITLER p. 99

NOTE A IL MIO AMICO HITLER p. 101

DUE OPERE A CONFRONTO: MADAME DE SADE E IL MIO AMICO HITLER p. 104

NOTIZIA SULLA VITA E LE OPERE DI YUKIO MISHIMA p. 106