ROBERTO BENIGNI – LA TIGRE E LA NEVE

ROBERTO BENIGNI – LA TIGRE E LA NEVE
ROBERTO BENIGNI – LA TIGRE E LA NEVE

ROBERTO BENIGNI – LA TIGRE E LA NEVE

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Roma, marzo 2003. Il poeta e professore universitario di letteratura italiana Attilio De Giovanni sogna con ricorrenza di sposare l’amata Vittoria in una notte di luna piena, tra reperti archeologici e Tom Waits al piano ad accompagnare l’ingresso della sposa. Tra i presenti anche i suoi poeti preferiti…
Allegro, estroverso, gioviale e sognatore, Attilio ha due figlie, Rosa ed Emilia, alle quali cerca d’inculcare la bellezza della poesia così come ad alunni e conoscenti… Spesso le figlie gli chiedono della propria abilità di poeta e di come se ne sia appassionato…
Una collega, Nancy Brahm, insiste affinché tornino insieme, ma lui non la corrisponde…
Dopo aver assistito a una conferenza di un poeta iracheno, Fuad, prossimo al rientro in patria, assieme all’amico Ermanno, incontra Vittoria che sul poeta sta scrivendo una biografia. Fuad osanna il libro di Attilio, La tigre e la neve… Lei chiede ad Attilio di lasciarla stare, accettando tuttavia un di lui invito a cena. Quando ormai l’uomo crede di poterci fare l’amore, lei, divertita, se ne va… L’indomani le dichiara il proprio (insincero) disinteresse…
Quando Fuad, tornato a Baghdad, gli telefona informandolo che Vittoria, che è con lui partita, è in fin di vita all’ospedale dopo un bombardamento statunitense, è colto d’angoscia e smanioso di raggiungerla… A causa dello scoppio della guerra i voli sono però soppressi e così è costretto a spacciarsi per chirurgo operatore della croce rossa…
Giunti in Iraq, quando la spedizione è costretta a deviare per Bassora, Attilio s’oppone, proseguendo da solo il viaggio alla guida di un bus… Contattato Fuad fuori città, è da questi prelevato e condotto in ospedale dove l’amata Vittoria giace in coma profondo per via di un’edema alla testa… Amico e medici ritengono non ci siano speranze, ma Attilio, di carattere allegro e solare, non accetta il responso medico… Un farmaco da somministarle entro 4 ore potrebbe salvarla e così Attilio si aggira per la città alla ricerca disperata e impossibile di una farmacia aperta. Fuad decide di accompagnarlo dal suo vecchio amico, Al Giumeili, droghiere e farmacista. Questi spiega di non poter creare il farmaco per mancanza di materia prima, consigliandogli un preparato a base di glicerina che, almeno temporaneamente, potrebbe salvare Vittoria. Con l’aiuto di Fuad il medicamento è pronto e Attilio lo somministra alla donna, tenuta su di una barella nel sottoscala dell’ospdale, unico posto disponibile, da lui vegliata e protetta ininterrottamente… In giro per la città reperisce delle flebo, rudimentali maschere e una bombola d’ossigeno, un ammazzamosche e un mangianastri… Le sue cure non sono tuttavia d’effetto alcuno e così decide di recarsi a bordo di una motocicletta a reperire veri farmaci nella sede della croce rossa. Ma il veicolo si ferma nei pressi di una casa abbandonata e il cammello sul quale è salito lo riporta verso Baghdad. Un inserviente della croce rossa poco dopo lo soccorre, donandogli l’occorrente. A un check-in i soldati statunitensi lo fermano facendogli perdere tempo, lasciandolo proseguire dopo averlo perquisito e interrogato…
Con l’ausilio del medico la flebo e i farmaci sono somministrati a Vittoria… Di ritorno da un’uscita di preghiera con Fuad, apprende del risveglio dal coma di Vittoria. Felice torna in strada, rubando un paio di scarpe prima di trovarsi in un campo minato dal quale esce indenne… Giunto a casa di Fuad per comunicargli la buona novella, lo trova impiccato, addolorato per la condizione del proprio Paese, lui che ha lanciato vari messaggi ad Attilio che non li aveva colti, troppo preso dall’amore per Vittoria. Devastato dal dispiacere, Attilio si aggira per le strade, incurante della battaglia in corso tra terroristi e statunitensi… Scambiato per un terrorista, viene recluso in un campo prigionieri… A lungo grida I’m italian prima d’esser riconosciuto da uno dei soldati del check-in… Viene così rimpatriato, ma in aeroporto posto in stato di fermo per via di una vecchia causa di pignoramento alla quale non si è mai presentato…
Aggirandosi per le vie di Roma, Vittoria ha la visione di una tigre fuggita da uno zoo che attraversa la strada tra il bianco polline degli alberi, ricordandosi così di Attilio, al quale aveva dichiarato di sposarlo quando ne avrebbe vista una sotto la neve, citando un suo libro, lui nel mentre tornato a casa… Attilio le si presenta in giardino, dove lo accolgono le figlie. Si scopre così do averle avute da Vittoria, sebbene i due non si siano mai sposati, da tempo separati… Quando lui la bacia in fronte, Vittoria ha un flash: è lui il misterioso geniale medico italiano che l’ha risvegliata dal coma in Iraq… Lo saluta sorridendo alla sua ennesima smemoratezza mentre dal giardino esce e s’allontana…