ROBERT LOUIS STEVENSON – CHIRURGO CELESTE

ROBERT LOUIS STEVENSON - CHIRURGO CELESTE
ROBERT LOUIS STEVENSON – CHIRURGO CELESTE

ROBERT LOUIS STEVENSON – CHIRURGO CELESTE
VIA DEL VENTO EDIZIONI – Collana ACQUAMARINA n. 2 – 1997

Copia n. 1204 di 2000

A CURA DI: ROBERTO DEIDIER

REQUIEM

Sotto l’amplio cielo stellato,
scavo la fossa e mi lascio giacere.
Contento vissi e contento muoio,
e mi distendo con un desiderio.
Questa l’epigrafe che scolpirai per me:
qui riposa dove voleva stare,
tornato è il marinaio, tornato dal mare,
e il cacciatore tornato dalla collina. (p. 6)

CHIRURGO CELESTE

Se ho più o meno vacillato
nel mio gran dovere di felicità;
se mi sono mosso tra la mia razza
senza mostarre un bel viso di mattina;
se bagliori da felici occhi umnai
non mi hanno scosso; se i cieli mattutini,
i libri e il cibo e la pioggia estiva
bussarono al mio cupo cuore invano: –
Signore, prendi il tuo piacere più sottile
e accoltella il mio spirito da sveglio;
oppure, Signore, se ostinato,
scegli Tu, prima che lo spirito muoia,
una pena pungente, un peccato che uccide,
e fermali nel mio morto cuore! (p. 7)

ADDIO
Addio, e quando oltre
per le Porte dorate verso le Isole dorate
avanzo senza sorriso, sul mare dei sorrisi,
isola dopo isola, nei mari del sud,
isola dopo isola, mare dopo mare,
perché dovrei navigare, perché la brezza?
Sono stato giovane, ho avuto amici.
Una vela senza speranza ho spiegato, troppo tardi, troppo tardi.
Perché dovrei da isola a isola
navigare, marinaio senza speranza? (p. 21)

NOTA AL TESTO
Di Roberto Deidier p. 27