PAOLO SORRENTINO – LA GRANDE BELLEZZA

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PAOLO SORRENTINO – LA GRANDE BELLEZZA

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«Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato, è un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non si sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi, è dall’altra parte della vita»

Louis-Ferdinand Céline – Viaggio al termine della notte. Incipit

Roma. In una sonnolenta mattinata, la camera riprende le deserte strade, paesaggi e turisti, alcune coriste in canto… Dalla quiete al caos dei locali notturni. In uno di essi si celebrano il compleanno di Jep Gambardella, sessantacinquenne esperto critico teatrale e giornalista di costume, attorniato da una fauna composta da sballati, vip di mezza tacca, soubrette, tutti dediti al divertimento senza freni…

Jep, che così si presenta:

«A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: “La fessa”. Io, invece, rispondevo: “L’odore delle case dei vecchi”. La domanda era: “Che cosa ti piace di più veramente nella vita?”. Ero destinato alla sensibilità. Ero destinato a diventare uno scrittore. Ero destinato a diventare Jep Gambardella.» Tra gli amici Romano, scrittore teatrale con poco talento che si fa sfruttare da un’attricetta più giovane con aspirazioni letterarie… Di giorno Jep si aggira tra le meraviglie di Roma che contrastano con la decadenza dei costumi contemporanei… Nel pomeriggio, eccolo assistere a performance teatrali, a volte anche estreme (come quella di una donna che, denudatasi e dipintasi il pube con la bandiera dell’URSS, sbatte la testa contro il muro ed è incapace di spiegare la propria poetica)…

Jep è tenuto in considerazione in redazione,dalla direttrice Dadina, lui che ha pubblicato un unico libro, di buon successo, in gioventù…

Romano pressa Jep per una recensione positiva al suo testo, avendo già ottenuto un anticipo millantando un suo articolo favorevole…
Amico di Jep è anche il grossista di giocattoli Lello, donnaiolo che tradisce sovente la moglie Trumeau… Viola è invece una ricca borghese che ha problemi con il figlio psicolabile, Andrea…

Volevo diventare il re dei mondani… e ci sono riuscito, dichiara a sé stesso… Volevo avere il potere di far fallire le feste…
Un mattino si trova alla porta il marito di Elisa, donna che ha amato e della quale forse è stato innamorato, che trae seco un diario che ha violato nel quale la donna ha confessato di aver sempre e solo amato il giornalista…

Romano è felice di apprendere che Jep forse tornerà alla letteratura, mentre Stefania, scrittrice radical chic, non esita a stroncare l’unica opera del giornalista…

Jep fa la conoscenza anche di una spogliarellista, Ramona, ormai quarantaduenne, con la quale decide di principiare una relazione fino alla di lei prematura morte per un male incurabile…

Nel mentre Andrea si schianta volontariamente con la propria auto contro un muro… L’evento addolora fortemente Jeb che, forse, ne era il padre biologico…

Dopo aver incontrato un amico mago, si presenta dall’ex marito di Elisa per chiedergli del diario, apprendendolo buttato via. L’uomo si è ora accompagnato alla badante…

Jep cerca sollievo dalla vacua vita che conduce cercando di riassaporare le rare gioie del passato, come il primo innamoramento, la giovinezza, amici e conoscenti perduti, costretto però tutte le sere a riaffondare nella melma subumana delle feste…

Frequenta il cardinal Bellucci, più interessato al cibo che alla religione… Viene incaricato d’intervistare una suora da beatificare, Maria, ospite dello stesso cardinale, organizzando una cena in suo onore con tanto di falsi nobili Odescalchi che la vecchia aveva espresso il desiderio d’incontrare… Morirà, infine, la suora, ma avendo prima vissuto, come tutti…
“Mi chiedono perché non ho più scritto un libro. Ma guarda qua attorno. Queste facce. Questa città, questa gente. Questa è la mia vita: il nulla. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul nulla e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?». Sembra il segno di un fallimento durato un’intera vita: «Ho cercato la grande bellezza e non l’ho trovata»”…

Ma, durante un viaggio in traghetto verso l’isola d’Elba, ha modo di ritrovare la speranza per descrivere l’Altrove rivisitando gli incontri di gioventù con Elisa…