OSAMU TEZUKA – GRINGO

OSAMU TEZUKA – GRINGO
OSAMU TEZUKA – GRINGO

OSAMU TEZUKA – GRINGO

HIKARI EDIZIONI – 2016

TRADUZIONE: Pier Luigi Gaspa

GRINGO – PRIMA PARTE
PROLOGO. CANIVARIA – LUGLIO 1982

1982. Nella fittizia città di Canivaria, capitale di uno stato sudamericano, opera con una propria succursale la società giapponese Edo. Nuovo direttore è il trentacinquenne Hitoshi Hitomo che, dopo il passaggio di consegne con il vecchio predecessore, passa la serata in diversi locali. In uno di essi si esalta nell’assistere a un incontro di sumo trasmesso in TV, lui ex lottatore di tale disciplina… Tornato in albergo, vi trova ad attenderlo la moglie brasiliana del predecessore che confessa di averlo ucciso…
Il mattino seguente, arrivato in ufficio dopo aver scacciato in malo modo un barbone afro, mentre predispone l’acquisto di terre di basso valore sotto le quali si potrebbero celare giacimenti di minerali, una telefonata dal Giappone lo informa che il suo mentore, il presidente generale, Yabushita, è in procinto di rassegnare le dimissioni per via di una relazione extraconiugale. Scosso, esce nel vicino parco, rincuorato proprio dal barbone afro…

CAPITOLO 1 – UNA SCOMMESSA PERICOLOSA p. 47

Hitomi e un collaboratore si recano nei pressi delle terre del possidente Alvarez dove, l’indomani, assieme a un intermediario, sono condotti in aereo dal di lui contabile, Lunge…
Il vecchio rifiuta di vendere le terre se non in cambio del 50% dei profitti, ma, mostrando una foto in cui lo si ritrae da giovane con la divisa delle SS, Hitomi lo costringe a firmare…
Tornato a casa, il giapponese apprende da un telegramma di essere stato sollevato dall’incarico, con ripartenza a fine settimana… Furioso, decide di tornare subito al lavoro, ma, strada facendo, viene rapito…

CAPITOLO 2 – NELLE MANI DEI RAPITORI p. 81

I rapitori intimano a Himoto di contattare il suo vice, Kumagai, affinché recuperi il contratto di Alvarez e le prove che lo incastrano e le consegni al barbone Pepe, da tempo sempre appostato fuori della sede societaria. Per evitare che moglie e figlioletta possano subire ritorsioni, Himoto cede proprio allo scadere del termine…
Tornato a lavoro, scopre di essere destinato alla succursale di Santa Luna, destino che accetta con sommo dispiacere… Kumagai sarà il nuovo direttore…
Grazie a un giornalista, proprio prima della partenza in aereo per Santa Luna, Himoto scopre che Pepe è in prigione da sette giorni. Vi si reca e il barbone conferma. Che Kumagai lo abbia incastrato, lui protetto degli amministratori che hanno costretto alle dimissioni il direttore generale? Dopo il timbro sul passaporto, Himoto ha la conferma ai propri dubbi: Kumagai è presente in aeroporto a colloquio con uno dei rapitori, rimasto ferito a un dito durante il rapimento… Tenta invano di raggiungerlo, costretto infine a salire sull’aereo… Medita vendetta, atterrando a Esecarta dopo circa due ore di volo…

CAPITOLO 3 – ESECARTA – SETTEMBRE 1982 p. 121

Giunti a Esecarta, Himoto e famiglia sono accolti in maniera fredda e beffarda in una città devastata dalla povertà, dalla delinquenza e dalla guerriglia… La sede della società è una fatiscente stanza d’albergo dove ad accoglierli, dopo lo sventato furto delle valigie, c’è un giovane scansafatiche, Onigasoto, che annuncia la scomparsa da tre giorni di Yamabuki, impiegato della compagnia, recatosi in territorio della guerriglia… Himoto pretende di essere accompagnato al Ministero del Commercio dove gli viene spiegato che i giapponesi non sono ben accolti, non inviando aiuto alcuno allo Stato che cerca in realtà solamente l’acquisto di armi… Mentre discorrono si verifica un attacco della guerriglia. Onigasoto sposta per tempo l’auto, rivelando di essere un ex guerrigliero che ha litigato con il leader, José, per una questione di donne. Himoto si lancia all’esterno nonostante il fuoco, raggiungendo moglie e figlioletta. Helene chiede un posto sicuro dove vivere e così Onigasoto li conduce in un quartiere apparenemente pacifico che si rivela essere di prostitute…

CAPITOLO 4 – ALLE FRONTIERE DELLA CIVILTÀ p. 163

Himoto si reca a colloquio dal console per consultare documenti che possano fornirgli informazioni in merito a eventuali risorse non sfruttate della nazione. Dimesso e malato, quello sembra affetto da aids… Uscendo dall’ambasciata, viene agganciato da una bella giapponese Miho, che lo conduce fino a un hotel. Lì Onigasoto la colpisce, denunciandola come una delle amanti di José Garcia, causa del loro litigio. Garcia si è infatti ritirato sulle montagne dopo aver litigato con il suo alleato dopo un colpo di stato che ha ulteriormente impoverito la nazione…
Tra le carte Himoto si accorge che la montagna, il Montetombo, ha una miniera contenente metalli preziosi per la costruzione di apparecchi tecnologici mai sfruttata… Obbliga così Onigasoto ad accompagnarcelo, ma vengono fermati al posto di controllo governativo. Himoto viene addirittura condannato a morte come sospetto e solo l’astuzia di Onigasoto, che promette prostitute al capitano Mendoza, gli salva la vita. Durante la notte il giovane lo richiama: l’ubriaco capitano ha rivelato che il posto di controllo resterà sguarnito. I due possono così entrare in territorio rivoluzionario, giungendo infine al covo dei guerriglieri, che fin lì li hanno spiati, con José ad attenderli…

CAPITOLO 5 – IL MONTETOMBO – NOVEMBRE 1982 p. 211

José accoglie bruscamente i due ospiti, acconsentendo dopo lunga trattativa alla ricerca negli archivi della miniera ad opera di Himoto. Questi sembra trovare conferma della presenza di metalli rari e così si recano a verificare sul posto nei punti indicati. Nulla sembra però emergere, ma Onigasoto scopre che, a causa di un crollo, l’originaria galleria era stata chiusa. Riescono così a raccogliere campioni previo uso della dinamite. Himoto, emozionato, potrà così far eseguire analisi in città. Ad accompagnarli è Miho che, superato il check-in dei soldati senza problemi, abbandona la cassa in cui era celato Onigasoto affinché sia catturato, vendicandosi così dello schiaffo da quello ricevuto in città alcuni giorni prima…

CAPITOLO 6 – L’ALBERGO ESMERALDA p. 241

Le analisi di laboratorio confermano la presenza di metalli preziosi nei campioni di roccia prelevati. Entusiasta, Hitomi decide di comunicarlo al suo vecchio presidente, recandosi poi a ritirare gli esiti all’Università. Di lì si reca all’albergo Esmeralda da Miho che finisce per sedurlo. Invano Helene lo attende a casa dove si presenta invece l’ancora vivo, seppur malconcio, Onigasoto, torturato dai governativi dopo la cattura. Quando Hitomi rincasa se lo trova nel letto, apprendendo che i governativi, finanziati dagli USA, sono prossimi a un’offensiva e che è meglio gli esiti delle analisi non finiscano nelle mani di José. Contattata Miho, ottiene di poter passare da lei la notte successiva. Prima di recarvisi subisce il razzismo di camerieri e cittadini… Poi è costretto a nascondersi sul balcone per sottrarsi alla vista del sopraggiunto José. Caduto, si ferirà a un braccio facendo ritorno a casa fasciato. Lì, poco prima, Onigasoto ha cercato di baciare Helene dalla quale è fin dal primo momento stato attratto…

CAPITOLO 7 – ESECARTA. GENNAIO 1984 p. 291

Il contratto viene firmato e l’estrazione dei metalli ha inizio nel giro di un anno. Tramite la società Sdtco, fondata assieme al mentore Yabushita, Hitomi procura ingenti profitti alla Edo in difficoltà dopo la perdita dei diritti sulle terre di Alvarez a Canivaria…
Un eminente esponente della Godai, società rivale della Edo, viene intanto avvistato in città…
Miho tenta di conquistare il cuore di Hitomi, respinta dalla bellezza e dalla preparazione di Helene che organizza anche un riuscito party, prima del quale il presidente della nazione annuncia in TV prossimi bombardamenti sulle postazioni dei guerriglieri. Al mattino Hitomi apprende così con orrore l’avvio della battaglia che vede José ferito e trasportato da tre miliziani nel suo ufficio. Grazie a un medico compiacente, può essere operato d’urgenza… Miho risulta irreperibile e Hitomi la sorprende in albergo con il presidente della Godai che l’ha ingaggiata come interprete per la stipula di un contratto di sfruttamento minerario con il governo. Hitomi s’infuria credendo di esser stato tradito dalla donna, apprendendone invece l’autore nella persona del suo mentore, Yabushita, da sei mesi al servizio della Godai!…

CAPITOLO 8 – LA FUGA p. 365

In fretta Himoto torna a casa obbligando moglie e figlia a seguirlo e contattando Onigasoto che, poco dopo, lo passa a prendere con Miho e Josè. Fuggiranno oltre confine. Imbattutisi nel giornalista Kondo, giunto per portare notizie del manager della Godai, Onigasoto lo obbliga a seguirli…
Onigasoto pensa di aver individuato un posto sicuro nel villaggio di Puerto Negro, nei pressi dell’Orinoco, al quale potrà condurli l’amico Toto. A questi prospetta la possibilità di vendere ai governativi José una volta raggiunta la foresta dove diranno di averlo trovato… Per evitare l’esercito sono tuttavia costretti a numerose e pericolose deviazioni. Durante l’attraversamento di una palude, è proprio lo spavaldo Toto a finire in acqua dove è divorato dai piranha… Grazie ai consigli di José, il gruppo riesce a recuperare un’imbarcazione indigena con la quale poter risalire il fiume…

CAPITOLO 9 – IL VILLAGGIO DI PUERTO NEGROS – MARZO 1984 p. 396

Dopo aver superato le rapide, il gruppo arriva in vista di Puerto Negros. Ma ad accoglierli sono cadaveri di guerriglieri in putrefazione. All’approssimarsi di un battello corazzato governativo, José decide di sacrificarsi e di affrontare i soldati. Con lui resta nolente Miho, attardatasi per recuperare armi. La resistenza è strenua, stroncata a colpi di bazooka… Onigasoto, ormai guida del gruppo, propone di tentare di raggiungere la Bolivia…

CAPITOLO 10 – NEL VILLAGGIO DEGLI INCENDI p. 429

Il gruppo viene intercettato da alcuni guerrieri di una tribù della foresta. Questi isolano le donne per via del patriarcato, offrendo una lauta cena agli ospiti. Quando Helene irrompe comunicando a Hitomi il malessere di Renée, colpita da una forte febbre, questi si alza provocando la reazionedel capo tribù che lo sfida a duello (colpirsi al ventre con un bastone). Vince, ma nulla può fare per la piccola. Il capo tribù gli porta poi una pozioni che consente alla piccola di sfebbrare nella notte. Nel villaggio sembra essere presente l’AIDS e il capo tribù dichiara di esserne guarito grazie a quella stessa pozione. Hitomi decide così di restare ancora per conoscerne gli ingredienti ed eventualmente creare un farmaco anti AIDS da commercializzare. Helene è contraria, ma Hitomi insiste. Scoperto essere quella preparata con la frantumazione di mummie di guerrieri, opta per l’immediata partenza alla volta della Colombia…

CAPITOLO 11 – IL VILLAGGIO DI TOKYO – APRILE 1984 p. 469

Al mattino Onigasoto uccide un malato d’AIDS appropriandosi del linquido di una pianta prima di allontanarsi da solo dal villaggio. Avvertiti dal capo tribù, anche gli altri possono partire prima della scoperta dell’omicidio, accompagnati da un guerriero fino al limitare della foresta, dove si accampano per la notte. Al mattino, Hitomi si accorge di essere in presenza di un tempo shintoista, giungendo poco dopo alle porte di un villaggio giapponese. La guarnigione di difesa li cinge tuttavia d’assedio, costringendoli alla resa. Il villaggio si chiama Tokyo ed è abitato da soli giapponesi stanziativisi dalla seconda guerra mondiale. Da allora vivono sulla difensiva per evitare un attacco dei governativi. Hitomi viene tratto in arresto come spia ed Helene subisce le avances del sindaco. Venuto a sapere da alcuni ragazzini della visita della moglie al sindaco, Hitomi evade e la raggiunge. Con alcune mosse di sumo mette al tappeto le guardie, dimostrando così di essere indubbiamente giapponese. Kendo lo convince a rimanere, ma la notte stessa viene informato dal capo delle guardie che l’indomani Helene sarà espulsa in quanto non giapponese…

CAPITOLO 12 – IL CLAN DEI VINCITORI p. 527

Al mattino Hitomi, la figlia e la moglie partono presto ma, raggiunta la frontiera colombiana, sono respinti per mancanza di passaporto…
Rimasto solo, Kondo viene assoldato come redattore di falsi articoli sulla gloria dell’esercito pr il giornale locale…
Costretti a tornare al villaggio, sono accolti bruscamente ma con giustizia dal figlio del sindaco, Yamasato, il quale mette loro a disposizione un alloggio. Helene e la piccola dovranno però tingersi i capelli se vorranno condurre una vita in pubblico… Il villaggio vive ancora con il mito della guerra vinta…
Pestato dal tipografo per il pessimo articolo scritto, Kondo viene soccorso dai due coniugi… L’indomani Helene e Renee saggiano il razzismo nelle scuole in cui la piccola non può essere iscritta in quanto straniera…
Yamasato chiede notizie della guerra e del Giappone moderno a Himoto, ma il colloquio è interrotto dall’arrivo in lacrime di Renee… Che cosa significa essere giapponese?, si chiede il furioso Hitomi…

CAPITOLO 13 – LA VIGILIA DEL TORNEO DI SUMO p. 567

Yamasato torna al palazzo occupato dal padre dove si trovano contadini esasperati dall’ennesimo anno di siccità e cattivo raccolto. Il giovane, che è in possesso di una radio, sfida il padre a poter avere accesso alla modernizzazione, denunciando i problemi che lo sconvolgimento climatico sta causando. Il vecchio però lo zittisce, recandosi in assemblea. Lì accetta la proposta di organizzare un torneo di sumo per distrarre i cittadini. Manda così a chiamare Himoto affinché vi prenda parte. Vincendolo potrà assurgere al ruolo di eroe locale e permettere a Renee di frequentare la scuola e ad Helene di non essere maltrattata…
L’indomani, mentre si allena nel bosco, Jitomi riceve la visita della moglie. Seguita dal sindaco, che si era ivi recato per assistere agli allenamenti, la donna sta per essere da quello stuprata, salvata da qualcuno che lo colpisce al capo facendolo precipitare in un dirupo appena prima dell’arrivo di Hitomi… Quando si reca alla casa del sindaco lo trova sotto le cure del figlio e del medico che negano possa essere stato nel bosco… Il giovane, per evitare uno scandalo, ha infatti colpito il padre pur senza volerne la caduta…
Il mattino seguente Hitomi trova tracce di sangue in fondo al dirupo, ma Yamasato minimizza spacciandolo per sangue di lepre. Il giovane fa bruciare il cappello del padre rinvenuto in loco, apprendendo che lo stesso ha ingaggiato due brutali combattenti, tristemente noti per lesioni e uccisioni di avversari. Il vecchio li ha assoldati per uccidre Himoto, nel mentre intento ad allenarsi da solo nel bosco… Kondo lo passa a trovare con informazioni sugli sfidanti, lui che ha ricevuto il permesso di scrivere sul torneo… Hitomo dichiara di avere un asso nella manica e con fierezza accoglie il giorno del torneo…
*Opera incompleta per via della morte dell’autore…