OSAMU TEZUKA – DELITTO E CASTIGO

OSAMU TEZUKA – DELITTO E CASTIGO
OSAMU TEZUKA – DELITTO E CASTIGO

OSAMU TEZUKA – DELITTO E CASTIGO

J-POP – 2019

Traduzione: Roberto Pesci

Pietroburgo. Alla vigilia della rivoluzione, in città si aggirano masse di poveri derelitti. Tra di essi, il giovane studente Raskolnikov che, rimasto senza soldi dopo aver ceduto tutti i propri beni all’avida gestrice di un monte dei pegni, Alena, carico d’odio nei di lei confronti, decide di ucciderla. Il colpo riesce, ma, mentre deve lasciare l’edificio, si trova disturbato da due imbianchini al lavoro nell’appartamento del piano di sotto prima, da due gentiluomini poi. Sono proprio questi a rinvenire il cadavere della vecchia e a dare l’allarme… Nella fuga Raskolnikov perde un orologio d’oro che riviene uno dei due operai, Nikolaj, di rientro dall’inseguimento del collega che gli aveva fatto uno scherzo, per questo arrestato come sospetto omicida… Nonostante i pestaggi e le pressioni, l’uomo si professa innocente e il giudice è costretto a richiedere nuove indagini che affida al detective Zamenov… Questi si reca al bar Pattumiera, noto ritrovo di sbandati e delinquenti, al cui interno Razumicin, amico di Raskolnikov, sta offrendo da bere a tutti facendo cadere in terra il mite avventore Marmeladov che difende poi dalle derisioni derivanti dalla prostituzione della figlia… Il giudice istruttore Profirij, suo parente, gli chiede se conosca Raskolnikov… È il mio migliore amico, risponde il giovane che, più tardi, lo conduce nella di lui abitazione… Il giudice dichiara infatti di volerlo conoscere per chiedergli maggiori informazioni in merito a un saggio in cui ha espresso la teoria degli uomini straordinari che si trovano nella società, destinati ad essere seguiti dalle masse, che sovente non li comprendono, ed autorizzati, in alcune occasioni, anche a violare la legge…

Raskolnikov, nel mentre, trafelato, rincasato, colto dal timore d’esser scoperto, si allontana con il bottino che seppellisce sotto alcune pietre. Al rientro trova ad attenderlo l’amico e il giudice con il quale inizia a parlare della sua teoria… I due finiscono per litigare, con Raskolnikov infuriato per l’insinuazione di poter essere colpevole di un delitto… Lo studente ha peraltro poco prima ricevuto una lettera dalla madre che lo informa della prossima venuta a Pietroburgo assieme alla sorella, Dunja, che, dopo l’assassinio della sig.ra Marfa, ricca presso la quale impartiva lezioni private, ha accettato la proposta di lavoro e di fidanzamento dal ricco Luzin…

Uscito di casa, ostile alla decisione della sorella, si ferma al Pattumiera dove legge l’articolo di giornale sulle indagini dell’omicidio dell’usuraia e ascolta le parole di Zametov presente in loco. Il giovane lo affronta, dichiarandosi colpevole… Uscito il commissario, richiamato da un sottoposto, il giovane fa la conoscenza dell’ubriaco Marmeladov che riaccompagna per un tratto di strada. L’uomo, modesto funzionario di settimo livello, si ritiene un fallito e per questo spende i pochi soldi che guadagna e quelli derivanti dalla prostituzione della figlia, Sonja, nelle bettole…

Poco dopo l’uomo viene investito da un cavallo trainante uno stracolmo carro… Trasportato a casa, vi muore poco dopo. Raskolnikov dona i duemila yen ricevuti dalla madre a Sonja, litigando con il presente Luzin…

Tornato a casa trova madre e sorella ad attenderlo, informandole della propria decisione di non vedere Dunja sposata con il ricco… Mentre parlano giunge Sonja a ringraziarlo dei soldi per conto della madre invitandolo alla veglia funebre prevista per la sera… Le due donne si allontanano per andare a incontrare Luzin che finisce per svelare la propria natura di dispotico classista dopo l’arrivo di Raskolnikov… Madre e figlia ripartono in treno, mentre Luzin medita vendetta. Infila mille yen in una tasca del vestito di Sonja dichiarando di non presenziare alla veglia…

A sorpresa, mentre i convitati si azzuffano tra di loro, arriva Luzin ad accusare Sonja di avergli sottratto una banconota da mille yen… Ma un inquilino dello stabile, Svidrigajlov, smaschera il complotto per aver assistito al deposito della banconota nella tasca… Raskolnikov trova anche il movente: svergognarla davanti a lui per vendicarsi della fuga di Dunja… La rissa termina quando la padrona di casa caccia tutti…

Più tardi, Raskolnikov ferma Sonja di ritorno dall’ospedale dove ha lasciato la madre tisica, chiedendole di smettere di prostituirsi. La ragazza è costretta dalla bisogna, convinta tuttavia di poter ricevere il perdono divino cui il giovane non crede…

Raskolnikov si reca poi a colloquio dal giudice, da quello convocato per delle scuse tramite l’amico… Con il tempo il colpevole si tradirà da solo, dichiara il togato al giovane che accusa poi apertamente. Non ha al momento prove per incastrarlo e quindi attende la sua confessione… Pensieroso, lo studente se ne va, raggiunto dall’esaltato Svidrigajlov che, pistola in pugno, ammettendo di aver ucciso Marfa, la ricca per la quale lavorava Dunja, gli intima di divenire un sovversivo. Raskolnikov rifiuta, raggiunto da un colpo di pistola alla spalla. L’altro ne se va repente al fragore di alcune esplosioni, mentre lo studente viene soccorso da Sonja che lo convince a costituirsi proprio mentre tutt’attorno imperversano gli scontri tra polizia e studenti… Nel mezzo della piazza il giovane grida la propria colpevolezza, invero ignorato dai combattenti e dalle persone di passaggio in precipitosa fuga…