MARCO CARUCCI E PAOLA RAMELLA – SERGIO RAMELLI. QUANDO UCCIDERE UN FASCISTA NON ERA REATO

MARCO CARUCCI E PAOLA RAMELLA – SERGIO RAMELLI. QUANDO UCCIDERE UN FASCISTA NON ERA REATO
FERROGALLICO – Collana ANNI ‘70 – 2017

Sceneggiatura: Marco Carucci
Disegni: Paola Ramella

PREFAZIONE
Di Guido Salvini p. 4

SERGIO RAMELLI. QUANDO UCCIDERE UN FASCISTA NON ERA REATO p. 13

Milano. Nel settembre 1972 Sergio Ramelli inizia a frequentare il secondo anno dell’istituto tecnico Molinari, ritrovandosi subito in mezzo alle agitazioni politiche e alle prepotenze perpetrate dai gruppi organizzati degli studenti di sinistra…
Un giorno s’imbatte in un volantino del Fronte della Gioventù, gruppo degli studenti del MSI…

Settembre 1974. Prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, Sergio continua a dedicarsi all’oratorio, giocando peraltro nella squadra di calcio San Martino, e al Fronte della Gioventù…
In Via Mancini, sede del MSI e del FDG ha modo di conoscere e frequentare anche iscritti più grandi, tra i quali Ignazio La Russa, nonché la bella Flavia, della quale s’invaghisce. Viene anche invitato a stare in allerta, giacché la scuola che frequenta è controllata dai violenti esponenti di Avanguardia Operaia, soliti aggredire gli oppositori con le grosse chiavi inglesi da 36…

Ottobre 1974. Sergio subisce in classe sempre più attacchi da parte dei comunisti, non rinunciando tuttavia all’impegno per il Fronte, soprattutto con opera di volantinaggio in vista delle elezioni politiche…

Dicembre 1974. In un tema libero, che finisce nelle mani degli studenti di AO, Sergio tratta dell’uccisione di due militanti del MSI, uccisi in sede a Padova dalle Brigate Rosse nel corso di un assalto…
Alcuni giorni dopo, tra scritte minatorie tra cui “Ramelli fascista sei il primo della lista”, e intimidazioni varie, Sergio viene prelevato a forza durante la lezione per essere “processato” dal Tribunale Popolare Studentesco che lo condanna a lasciare la scuola per poi pestarlo al suo rifiuto… Tornato a casa con il volto tumefatto, viene informato dalla madre di telefonate minatorie…

22 dicembre 1974. Sergio, dopo la partita con la squadra dell’oratorio, si vede con la preoccupata Flavia. Minimizza, arrabbiandosi per l’inerzia delle istituzioni che permettono alle organizzazioni extraparlamentari di sinistra di perpetrare continui omicidi ai danni di iscritti al MSI (che vengono citati)…

13 gennaio 1975. Giunto a scuola, Sergio trova ad attenderlo quelli di AO che esigono la pulizia della scritta “Il comunismo non passerà” apparsa sui muri a firma FdG… Dopo esser stato costretto a farlo con la forza, gli viene sottratta la carta d’identità e scattata una foto al fine di schedarlo come militante del MSI…
I genitori continuano a insistere affinché cambi scuola…

Fine gennaio. Dopo l’ennesima aggressione in strada, il padre impone al figlio il cambio di scuola…

3 febbraio 1975. Recatisi al Maiorani per richiedere al preside i documenti per il trasferimento, padre e figlio sono aggrediti dagli studenti di sinistra…

2 marzo 1975. Sergio esce con gli altri per affiggere manifesti in onore del militante del FUAN. Mantakas, ucciso a Roma a seguito degli scontri in occasione dell’avvio del processo agli assassini dei fratelli Mattei nel rogo di Primavalle…
Nella sede di Alternativa Operaia, presso la facoltà di Fisica dell’Università Statale, si progetta intanto un “salto di qualità” e, quale vittima della prossima aggressione, viene scelto Sergio…

9 marzo 1975. Il bar di viale Argonne frequentato anche da Sergio e dai suoi amici viene circondato dai giovani di AO, ma l’arrivo di un missino li costringe ad allontanarsi…

11 marzo 1975. Nella sede di Avanguardia Operaia viene decisa una nuova aggressione ai danni di Sergio, attacco che dovrà essere eseguito dagli studenti della Facoltà di Medicina al momento del ritorno a casa del giovane per il pranzo…

13 marzo 1975. Di ritorno a casa per il pranzo, Sergio viene ferito a morte a colpi di chiave inglese mentre sta posteggiando il motorino…
Trasferito in ambulanza al Policlino, vi viene ricoverato in coma e, anche qualora dovesse salvarsi, a causa delle fuoriuscita di materia cerebrale dal cranio fracassato difficilmente potrebbe riacquistare la parola e la capacità di muoversi…
La notizia fa il giro della città, raggiungendo la sede dell’MSI e venendo rilanciata in consiglio comunale dal missino Staiti…
Luigi, il fratello di Sergio, viene intanto minacciato al rientro a casa, con l’intimazione di lasciare la casa entro quarantotto ore. La madre lo obbliga così a recarsi a Lodi, dagli zii…
I membri di AO presidiano intanto l’ingresso del reparto d’ospedale in cui Sergio è ricoverato per fotografare e schedare tutti quelli che si recano a trovarlo…

15 aprile 1975. Durante la manifestazione per il diritto alla casa, l’estremista Claudio Varalli resta ucciso dal colpo di pistola esploso da un giovane di destra aggredito dentro la propria auto. Il giorno seguente i comunisti inscenano una manifestazione di protesta che si conclude con l’assalto alla sede dell’MSI di via Mancini. Nel corso degli scontri una camionetta dei carabinieri investe e uccide il militante Giannino Zibecchi…

28 aprile 1975. La città si riempie sempre più di volantini attinenti l’aggressione a Sergio e scritte sui muri che ne fanno apologia…
La madre, intanto, protesta per la finestra che le infermiere tengono sempre aperta nella stanza di Sergio…

29 aprile 1975. Sergio muore per un arresto cardiaco dovuto alla complicazione causata dalla polmonite contratta proprio in ospedale…
I camerati di Sergio iniziano a presidiare l’ingresso del palazzo di via Paladini, onde evitare che scritte infamanti vengano vergate sui muri dell’edificio…

30 aprile 1975. La polizia preme affinché le esequie non vengano svolte a Milano, al fine di evitare gravi disordini e incidenti tra opposte fazioni…

01 maggio 1975. All’obitorio due agenti tentano di portare via la salma di Sergio al fine d’impedire lo svolgimento dei funerali…

02 maggio 1975. La polizia impedisce ai missini di trasportare a spalla la bara, trasferita in chiesa a bordo di una volante, caricando i giovani ed eseguendo arresti…
Volantini con la scritta “Sergio vive” sono distribuiti in città, raccolti anche da giovani passanti…