LUIS SEPULVEDA – UNA SPORCA STORIA


LUIS SEPULVEDA – UNA SPORCA STORIA
TEA – Collana TEADUE n. 1327 – I ed 2006

TRADUZIONE: Ilide Carmignani

MOLESKINE p. 5

È un taccuino con la copertina nera che mi accompagna sempre e in cui riverso i miei dubbi, i miei stupori e le mie rabbie di ogni giorno. Sulle sue pagine butto giù articoli, capitoli di romanzo, racconti, ricette di cucina, dichiarazioni d’intenti o promemoria di impegni che in genere dimentico. […]
I testi che seguono sono tratti dalle tre Moleskine che ho finito tr ail gennaio 2002 e il marzo 2004[…]. (p. 5)

LA FURBIZIA INTERNAZIONALE p. 91

C’è gente che loda i furbi e si riferisce alla furbizia come se fosse piena di virtù. Niente di più sbagliato, perché il furbo non ha altro scopo che far ranni al riparo dell’impunità concessa dall’accettazione della furbizia come male minore, e persino simpatico. (p. 91)

PATTI FRA GENTILUOMINI p. 103

In un passato per fortuna ancora abbastanza recente i gentiluomini stringevano patti che venivano suggellati con una stretta di mano. Non avevano bisogno di documenti, né di notai, perché un alto concetto dell’onore vegliava sulla parola data e i patti o gli impegni venivano rispettati a ogni costo. Questo atteggiamento di etica sana ed elementare disgraziatamente non mai entrato a far parte delle modalità della politica e l’onorata stretta di mano è stata soppiantata da una formula che suona più o meno così: “Mi impegno davanti alla cittadinanza a realizzare quanto promesso durante la campagna elettorale, sempre che questo non leda gli interessi dei miei soci che proponevano l’esatto contrario”. (p. 103)

FINANZIARE LE TENEBRE p. 115

[…]perché disgraziatamente gli esseri meno dotati dal punto di vista intellettuale di solito trovano nella politica la soluzione ai loro fallimenti[…]. (pp. 115-116)

LA LUCE p. 196

È il discorso della terra, delle migliaia di differenti minerali che si sono formati nel corso di milioni di anni e ci ricordano che la vita è effimera, fragile, e che questo pianeta è di tutti e non solo dei padroni del denaro. Io ho ascoltato questo discorso e l’ho fatto mio, grazie alla Luce, che è la voce della vita. (p. 198)