LOUIS-FERDINAND CÉLINE – NORMANCE (Féerie pour une autre fois II – Normance)

LOUIS-FERDINAND CÉLINE – PANTOMIMA PER UN’ALTRA VOLTA. NORMANCE
LOUIS-FERDINAND CÉLINE – PANTOMIMA PER UN’ALTRA VOLTA. NORMANCE

LOUIS-FERDINAND CÉLINE – NORMANCE
(Féerie pour une autre fois II – Normance)
TRADUZIONE di Giuseppe Guglielmi

Uno dei migliori libri di Céline è, a nostro avviso, Féerie pour une autre fois II (Normance). Il delirio, la tragicomicità, il climax di situazioni assurde, la lingua raffinata ma anche popolare che hanno contraddistinto l’autore, raggiungono qui punte inarrivabili. Alcuni episodi sono ancora più spassosi di quelli di Morte a Credito….
Dopo tanto tempo, finalmente dunque ristampato questo magnifico libro, in un unico volume con Pantomima come nell’edizione Folio della Gallimard…

(A Plinio il Vecchio)A Gaston Gallimard

Ferdinand riprende il racconto…

Raccontare tutto questo, dopo… è una parola… è una parola!… Si ha, comunque, l’eco ancora… brroumn!… la capa ti oscilla… anche con sette anni passati… la zucca!… il tempo non è niente, ma i ricordi!… e le deflagrazioni del mondo!… le persone che si sono perse… le pene… i compagni sparsi… gentili… malvagi… smemorati.. le ali dei mulini… e l’eco ancora che ti scuote… (p. 213)

Raccolto in strada dai vicini, Ferdinand è portato nel suo appartamento dove rinviene dolorante e semincosciente… Ma niente di rotto per lui…

io ve lo dico!… mi hanno tirato su in cima…[…]
Ero caduto sopra l’ascensore dalla porta aperta… no!… a più sotto ancora… più sotto caduto!… nella cantina!… Brroum!… che chiamavo Lili!… che chiamavo Bébert… chiamavo tutto!… Mi avevano raccolto fuori… i quattro cavalieri e le dame, tirato su in asa mia… è no da ieri che faccio i braoum! Dal ‘14 a dire vero… (p. 213)
«Ci hai niente? Ci hai niente…» è ridicolo!
– No! E Bébert?
Ecco come sono, corpo e anima… la mia cura… il mio pensiero primo: il tallo.
– Lascia stare Bébert… ma te? (p. 214)

– Niente fratture, caro? niente fratture?
Sono medico, come no! lo sono! potevo più aprire gli occhi… ero caduto sui sopraccigli!… le arcate spaccate! ma niente di rotto d’altro! ah no! sanguinavo da tutta la faccia è tutto… specie dalle tempie… sgocciolavo… delle botte insomma!… Avrei potuto ammazzarmi un poco più sotto… la gabbia al primo!… ripeto!… la mia fortuna! … ma mi ero suonato ben bene!… i rimbombi della vertigine!… ci vomitavo nel mio letto… scazzavo, e lo sapevo!… tanto peggio! coraggio avanti tutto!..1, socchiudo un occhio, guardo attorno… il cassettone è più contro il muro… ha ballato il ribelle!… è passato per la porta… ha rumbato al pianerottolo!… C’è stato tremolamento dell’immobile! sto scossone! tutti i pianerottoli! […]
Mi rispondono tutti… io capisco niente… ronzo troppo… sono lì a pancia in giù nel letto… C’è mica solo il cassettone, c’è altri mobili che rumbano fuori… e che ci si urta e spacca i piedi!… c’è il bombardamento… che birba che è il nostro cassettone!… ci ritorna nel corridoio!…
Vi dicevo dunque, Ottavio, Charmoise, il signore e la signora Gendron mi hanno portato fin sopra al mio letto… Mi hanno trovato sopra alla fogna di fronte da Jules… Arlette mi fa una camomilla…(p. 215)

I bombardamenti intanto impazzano… Lui non vuole che Arlette torni dal perverso alcolizzato, avaro e ladro nemico-amico Jules…

E poi delle bombe! Che cos’è che casca! Sfilze su sfilze! Non c’è solo il cassettone che vacilla nel corridoio c’è il rimbombo delle mine e la Lili e la sua tazza… tin! Tin!… ben inteso, è finito, c’è più allarma… ma scusate! Le bombe!… ce n’è a scoppio ritardato che dicono… Brroum! Qualcosa!…
Non voglio che lei mi lasci!… Non voglio che ridiscenda giù da Jules! C’è abbastanza acqua c’è abbastanza latte! Se ce n’è di più, se ne fa poi a meno.[…]
Per Lili l’ho avuta buona, la vita mi ha portato pure Jules, di fronte, dabbasso, faccia di culo, scellerato!… lo dico quello là: un immondo! che sconcezza!… In fondo cosi com’è mi è caro… ah, non ho per niente illusioni… cul-in-terra, carraddobbo!… un putrido d’animo e di cuore! l’egoista mezzo-porco non si discute! una natura vile… porco intero se potesse!… sei avvisato… ubriacone, mentitore, scroccone, guitto, ma un fascino irresistibile, il malvagio spassoso…(p. 216)
Jules in più dei suoi altri vizi, è ubriacone tutti gli alcolici, lubrico e fannullone, ve lo faccio presente… e avaro da spellare un pidocchio, per giunta!… insomma un carattere alla brillantina!… e io riassumo: un ladro!… lascia scappare niente!…
Mi informo di cosa gli è successo?… ho manco amor proprio dopo il suo comportamento abbietto… come che ha strapalpato Lili, sotto i miei occhi… approfittando delle circostanze…
– Jules ha no avuto guai Lili?
– No, va più che bene, sembra…
Sono dovuto restare senza conoscenza almeno tre quarti d’ora davanti a casa sua… Sarebbe manco venuto, lui, a soccorrermi!… (p. 217)
Deve essere stato abominevole il vituperio di sto pagliaccio! gobbo cul-in-terra geloso veleno, mentre che io crepavo sul marciapiede!Lei mi ripeterà mai… intanto capirei nemmeno… il colpo dell’ascensore mi ha steso!… sono finito… mi rialzerò più…
– Allora stai meglio Ferdinand? Ci hai niente di rotto? E la tua testa?
Ottavia che ritrova la parola… mi domanda questo, forte, all’orecchio. (p. 218)
Il bombardamento è sempre più forte, ma ormai è tardi, non può più fuggire. Con la sua nomina poi! Gli aerei imperversano in cielo, illuminato e variopinto…

– Ma le sirene le senti? Io le invento no le sirene! Ricominciano! Tutto ricomincia! (p. 219)
I mobili diventano delle persone, che sdondolano… vogano… e i muri! Anche i muri!… (p. 220)
eccolo l’ordigno! Un aereo gigante tutto ali, tutto livido, terreo sul giallo!… il giallo d’atmosfera!… e sfiora il tetto, il nostro tetto!… ci rasenta… tutta la carbona trema! Ci vogliono condizioni di Diluvio perché un immobile di sette piani si trovi scosso di questa specie! Vi rendete conto?… da sopra in giù l’immobile freme!… le correnti d’aria in attacco gli scrostano i muri!… allora se l’armadio torna a vagare!… sono mica pazzo!… tampona un muro!… poi l’altro!… scricchiola!… va a spaccarsi!… è un bell’armadio antico.
– Si è rotto, dì, Lili?… Guarda!
Vedo Lili che ci va… vacilla… ondeggia, ah!… il piancito voga, sbolgia, per forza!… tutta al balera oscilla… ah, un vetro scoppia! Esplode in polvere!…
– Mica sogno, Lili?
Un’altra carica spunta dal fondo… giù da Francoeur… sono almeno dieci, venti aerei!… e ti spetazzano!… scivolano in risalita! Hanno rovesciato i loro orrori… (p. 221)
i fiocchi di proiettili li inseguono attraverso le nuvole… in solchi verdi, blu, arancione… serpentini… serpentini splendidi!… e bigodini crepitanti… C’è della rabbia alla Contraerea!… le sirene smettono più di miagolare, no lo stesso tono degli aerei, ma quasi… tutto l’orizzonte a merletti… in sottili ragne di luci… (p. 222)
ho visto dei «Pont-Neuf » tante di quelle volte! ho sentito urlare la folla! che cos’è che urlerebbe adesso la folla! le folle! se avessero ancora la forza!… ma loro sono nel metrò, le folle!… le case stanno per crollare, fanno bene a rimpiattarsi le folle! d’interrarsi sotto le fogne! andrei anch’io uguale, se non avessi quel che sapete, sta reputazione germanosa, «collaborante», mortale!… mi lincerebbero forse al metrò se scoprissero la mia presenza!… e poi le scale da scendere tutto fiatoso! tutto barcollante!… è troppo tardi!… (pp. 224-225)
uno che è beccato! Nell’aria! Del cielo!, capitombola fiammante farfalla! E poi torcia!… azzurra.. torcia roteante… tutta la circonferenza dell’orizzonte fiammeggia di bombe! Il Nord, l’Est soprattutto al momento… sono il semplice testimone oculare… gli aerei rispuntano insomma: Ovest… Est!… è la loro nuova traiettoria! Un percorso di faville e di proiettili!… traccianti, i proiettili! Venti colori!… aerei inseguiti! Braccati! Mica soltanto a proiettili! Dai proiettori elettrici! Dardeggianti! Pugnali fasci crudi bianchi!… (p. 226)

Lili non vuol più scendere, vuole guardare anche lei, da una finestra all’altra, la pioggia di bombe… La mobilia vibra, si sposta, va in pezzi…
L’odio per Jules non lascia Ferdinand, lui che lo guarda lì di fronte, il deforme, su un mulino, sperando che muoia… Lo insulta, lo incita a buttarsi giù… Come è arrivato fin lassù?, continua a chiedersi… Ma Lili si preoccupa per lui!, gli dice che ha sete e questo lo fa inalberare ancor di più… Ferdinand è peraltro sempre più convinto che sia Jules a dirigere il tutto e schiaffeggia Lili che insiste invece per andare da lui…
Céline si proclama cronista, si limita lui a riportare i fatti in una situazione disperata, proprio come a suo tempo Plinio il Vecchio, sul Vesuvio…

come che ha abusato! Diluvo no diluvio! Ho manco il tempo di pensare a lungo a sta abiezione di mezzo essere… altri immobili si sollevano!… si sradicano, dieci alla volta!… e partono alle nuvole![…]
Avverto Lili.
– Scendiamo!
Ma lei non vuole scendere Lili! Ah manco per sogno!… (p. 229)
– Scendi giù da Jules?
Lei mi fa la domanda a me! È il mondo alla rovescia!
– Me, da Jules?
– Lui è su per aria! Lo vedi no sul mulino?
Lei mi ha quasi manco sentito!
– Mai più andrò da lui![…]
Ma lei vuole più guardare fronte sud, vuole guardare lato nord, l’altra finestra! Ci andiamo… ci si incammina come si può… mica dritti!… barcollanti!… e poi strisciante… fra i pezzi di vetro!… il lampadario è scoppiato, semplice!… […] Sta vista lato Nord vale la pena, parola! È da quella parte l’eruzione grandiosa!… dieci volte, venti volte il cratere Renault! E le bombe tombolano ancora a grappoli! Risprizzano verde! Blu! Geyser attraverso le nuvole!… (p. 230)
e il Jules attirava! Fiocchi!… c’è dei segni nei cieli!… saperli decifrare è tutto! È questo la verità, il dovere! Io l’ho detto a Lili, lì lì! L’osservazione delle cose prima di tutto!
– Jules il tuo storpio tronco ubriacone infame tastatore ceramista è uno stregone che deve bruciare! Lui per primo! Chiamalo che salti! Che le sue smanie durino più! (p. 231)
Riprendo a ogni modo la mia idea:
– Lili dovremmo scendere!…
– No! (p. 231)
È diventata curiosa come me, vuole vedere gli aerei risalire da in fondo a Caulaincourt… che cos’è che rovesciano in cima alla Butte![…]
il tavolino sballa, incurva… il pianerottolo è ostruito… eh malora! Bestemmio un poco! Vedo un piccolo mobile «Luigi XV» che rimonta! Sicuro rimonta! Può più riscendere… rimonta al piano di sopra! ah. Due vasi di porcellana si affrontano, si spaccano!… che bello che è! E il carosello nell’aria, delle nuvole riprende verso Issy!… io giudico, mi sbaglio mica molto, dalla direzione dei fiocchi… dei fiori a mazzo da quella parte! Dei folli fasci, crepitanti! E poi zigzaganti! E poi inceneriti… poi niente di niente…[…]
– I fosfori sgrondano! Di’ a Jules che fermi tutto! Gridagli dalla finestra! (p. 232)
– Quel che deve avere sete!
Lei mi risponde…
– Ha niente da bere là sopra…
Tutta preoccupata del suo benessere!
Allora me io gli urlo:
– Ci hai sete, sfessato? Ci hai sete!
È una misura per urlare! Tre quattrocento metri!… lui domina, cul-in-terra torretta!
– Ci va a crepare! Predìco! Ne ho abbastanza! Accidenti! Lo vedo proprio morire lassù in un turbine di faville!… calore! (p. 233)
– Salta! Che gli grido… Salta! Artista! Salta nel forno!
Voglio ridere!
Salterebbe, si librerebbe forse?… è il carraddobbo capace di tutto!… oh, ma mica balengo! Si lancia no! Spacca nemmeno la balaustra![…]
intanto per cominciare perché è lassù? Come l’hanno issato? A braccia? A dorso? Con pulegge? (p. 234)
c’è da pensare lo stesso!… che il Jules è complice?… è possibile! È lassù! Certo!.. certo!… e ha dei gesti… vedeste… direste: lui è nella partita!… si rivolge agli elementi!… orchestra tutto! È lui che orienta le folgori!… le cariche di aerei! I proiettori!… le bordate di Contraerea anche!… gli shrapnel verdi… gialli… lui è solo sulla piccola piattaforma, Jules! Solo sopra il cataclisma, l’avvampamento di tutto l’orizzonte!.. guarda tutto, becco nell’aria!… domina Parigi a modo!… e gli eventi! Ah, ha sete tronco navigatore!
– Salta orso! Salta!
Se svolta pazzo di sete poi salta!… e se salta finisce arrostiti! Farà più gesti! Orienterà più i fulmini! Gli araerei lo vedranno più! Fa semaforo lassù! Semaforo dei gesti! Ah, tronco d’artista-alla-creta! Coraggio! Al forno!
Ma mica pazzo per niente sto schifoso! Gironzola nella sua gondola! Fa la volta!… dietro-front! Si ritrova! Se beccheggia un poco la sua piattaforma”… (p. 235)
Era esatto.
– Va che arrostisce a fuoco lento! Nessuno gli porterà da bere! Arsura no arsura!… guardalo circolare! Come gira!… e rabbioso di sete è tutto! Non ha che da saltare nel fuoco, ti dico io, Lili!… […]
– Se l’hanno issato da dentro perché non lo ridiscendono?[…]
– Allora accidenti, che si lanci un poco! Che resti no a bordeggiare lassù!
Aveva due modi di finire: essiccare sopra… abbrustolire sotto… c’era la decisione da prendere!… me, io trovo il tutto per il tutto, che avrebbe fatto meglio a prendere il volo!… rischiava i cespugli di sotto! Ma aveva dei trucchi segreti, ero certo, volevo vedere… si sarebbe lanciato nel vuoto, sarebbe forse restato nell’aria? Volante? Involatore? Uccello?… ah?… sospeso là?… a vogare nel vento?… ad acchiappare gli aerei, chi sa? Tutta la funamboleria celeste!… affascinante Jules affascinatore! (p. 236)
ah, clown storpio io ti ritroverò!… in cassa! Fuori cassa! Ma l’enigma lo sesso comunque! L’enigma? Chi l’aveva fatto salire là sopra? E come poi reggeva?… e giravoltava tutti i sensi! Una piccola piattaforma grande così!… direste due tavole di larghezza… tre tavole… l’acrobata! Smette no!… ogni enorme burrasca lui manovra… […]
Lo sento benissimo… fra due terribili bombe… una pausa… è da bere che vuole! Ah, da bere? Avrà mai![…]
– Totò-la-cassa! Eh, salta! Cocco!
Mi ha trattato da crucco, da spione! Da venduto! Posso trattarlo anch’io, di tutto! (p. 237)
Non hai sete Lili?
Lei guarda solo che Jules!… occhi solo per Jules! Jules là sopra, l’acrobata delle bombe! Ci grido io al Jules!
– Forza, bellezza! Tuffati! (p. 239)
Si ciuccia il pollice, a bottiglia!… che vuole trincare!…
Ci mostra!…
– Vedi! Ha sete!
– Anch’io ci ho sete, strega! Bevo niente però!…
Lei se ne fotte che io abbia sete!
– Jules! Jules! (p. 240)
– Vuoi mica morire, maiale?
Ci grido.
Non vuole morire per niente! Trottola nella sua cassa…
La sete! La sete!… il suo pollice!
Ha lo stesso vento di forno che noi! E non si ha da bere più di lui![…]
Adesso sono in collera, da vero! Tutti gli affronti mi tornano su, gli oltraggi terribili che ho subiti da sto carraddobbo! Tronco cesso mascalzone lassù, traditore da aerei! Che è colpa sua tutto! Cataclisma e fulmini di Dio! Questo non la tocca, lei, Lili!… c’è Jules, ha sete, lo compiange!… del cuore per Jules!… vi rendete conto?… solo che per Jules! (p. 241)
e che è causa di tutto!… sì! Lui! Lui! Il mulino si raddrizza… è da non credere ma è così… il Jules è tornato ai gesti!… fa il direttore d’orchestra! Orienta col suo bastone… una raffica… brroum! Là!… e ancora un’altra!… attira tutta una carica di aerei… tutto un ciclone!… da oltre Passy! Almeno dirò cinquanta aerei! Che arrivano rombando, cigolando, furiosi…[…]
– Arlette!… Arlette!
La chiama…
Lei andrà mica!
– Lili! Piuì! Piuì!
A sto modo, la invita!
«Ma è mostruoso!» esclamerete! Certo che sì! Sono più che d’accordo! Verità da vero! Vi ho detto: mentirò niente… […]
con due bastoni adesso!… dirige… bisognerebbe che Lili attraversi le fiamme per andare a portargli da bere?… (p. 242)
là, è flagrante! Di direttore d’orchestra! Lui orienta! Anche fra cent’anni, verrebbe a dirmi: ero mica io! Ero mica io! Scusate! (p. 243)
– Io ci vado!
– Come? Come?
Lei vuole ancora? Rivuole! Incredibile! Incredibile! Plaf!… una sberla! Ah mio malgrado! Ah! È troppo forte! E plof! Un’altra! Lei piange… (pp. 247-248)
– Tu sai che è lui! È lui il maiale! Là sopra! Hai visto? Hai visto tu come segnala? Se li fa piombare da sta parte? (p. 249)
– Direttore d’orchestra, Lili! Vedi? Io ti ho detto Lili? È lui! È lui! Guarda! Guardalo!
Lei guarda. […]
– Ha sete, sai!… Ha sete!
– Lo so che ha sete, porco salato! Mezzo porco salato!
Ah, lei mi dà sui nervi, accidenti! Stufo di parlamentare! Un brivido mi attraversa! Mica di freddo, porco di un dio! Mica di freddo! Di rabbia![…]
Jules le faceva pietà, è tutto… la pietà, il suo debole…
Per Jules, pietà! (p. 250)
– Tu lo ami! Dillo! Lo adori! Ci tieni, sto cesso! (p. 251)
ah, lui ammassa gli aerei! Guardalo! Guardalo bene!
Era vero, assolutamente esatto! Li faceva riaffluire dal Sud… da sopra Bercy… venivano ai suoi gesti! Piombavano!… venivano tutti!… li intruppava dalle nuvole… e scaricavano tutto sopra di noi!… trombe! Cataratte!… […]
– Mi ha trattato da Crucco! Vorresti portargli da bere?
– No, Ferdinand! No, Ferdinand!
Lei mi abbraccia… mi abbraccia… (p. 252)

Un po’ per Bébert da ritrovare, un po’ per il pericolo sempre maggiore e con tutti gli altri inquilini in fuga, Ferdinand insiste con Lili affinché scendano anche loro…

Non credi che si dovrebbe scendere giù?…
Lei mi ridomanda… Ah! Ah!
– Per andare a cercarlo?
– No per lui, andiamo! Per Bébert! Per essere da basso! È vero, c’è Bébert… Dov’è Bébert? (p. 252)
squadroni interi che cercano Jules… che caricano sopra di lui! Lo sfiorano… oh! Ma il sudicio tronco, anche bloccato, rincantonato, smolla… fa segno… si rivolge a noi… spedisce più i suoi gesti al cielo!… a noi, che si rivolge! (p. 253)
Lui, solo che una torcia, il mulino, le ali, la gondola, ecco quello che vorrei!… questo ci insegnerebbe a stregare, a incantare la povera Arlette e tutte le sue ballerine! A chiamarmi: «Crucco» davanti alla gente! (p. 258)
L’armadio si è sganciato dalla porta! Ah va bene! Ci si sposta anche noi! Come le ali! Come le ali! Si è aspirati dal corridoio! Fortuna che trattengo Lili! E sempre più forte!… alla vita!
– Si scende Lili!… si scende!…
Dio sa se Lili era coraggiosa!… l’eroismo naturale in lei!… inebriata, direi di coragio… come avevo visto al 12° certi uomini e degli ufficiali, che si scagliavano nel fuoco, alla mitraglia, e che ci si stordiva… uguale, Lili!… […]
che il soffitto crepa, che il pavimento salta, ondeggia, scoppia, lei era in estasi, così dire… era tutto un balletto per lei… (p. 266)

Il soffitto salta e così sono costretti a iniziare la discesa che si rivela un’altra rocambolesca impresa: le bombe li fanno ritornare indietro, sobbalzare, sbattere, mentre gli insulti a Jules non si placano. Lili se la ride, dandogli del geloso… Ma ancor più comici sono i Normance… André Normance, rappresentante di carta e già pollivendolo, è il più spassoso: 160kg, forse 200, un elefante sballottato ugualmente dalle vibrazioni. La minuta moglie, Delphine è con lui…

Vieni a cercare Bébert!…[…]
È cero, tutte le famiglia di sopra… di sotto anche… scendono! Nessuno resta! Li sento scendere… c’è l’istinto!… anche i più ottusi, testardi, mollano… abbandonano i loro cari alloggi… si intrufolano, strisciano… tra i mobili… il pianerottolo! La scala!… un gradino!… un altro gradino!… ed è la gran ruzzolata!… le nonne,i marmocchi avanti, i padri dietro che sbraitano… (p. 267)
– Tocca seguire la gente! Che io dico…. Lili! Tutto va a fuoco! (p. 270)
in più del Jules-tronco-la-gondola che è il peggio di tutti i «verticali»! Che è a rotelle, che manda i fulmini! Che è come a casa sua nei diluvi! Come nel suo studio di satiro! Plasticatore, pisciatore a moncherini! Che orchestra i flutti dei fosfori! Ah, il soprannaturale maiale! Né in piedi, né coricato… rotolante! Volteggiante! Ce l’ho con Jules, direte… ci ho del rancore! Che è mascalzone! Ha mica tutto fatto apposta? Ci avessi ben chiuso la ghigna quando mi ha chiamato «Crucco» da basso… nella sua stalla… contro il divano… davanti almeno a venticinque persone… io avessi stretto il gargarozzo un colpo… farebbe più l’infernale adesso!… addenserebbe più gli aerei… farebbe mica il semaforo a braccia! Io vi parlo di Jules, lo maledico, vi parlo delle ballerine, vi parlo delle famiglie che scendono giù, vi parlo di Bébert, vi parlo dell’Avenue Gaveneau che è in torrenti di fuoco, vi mescolo tutto! Che racconto! Vi ci ritroverete? C’è un filo continuo giuro!… è roba «tutti frutti»? Bene! (p. 275)
– Tu l’adori? Va’ là!
Le grido… tutto contro! Che senta!
– Fintona!
Lei si sganghera… ne può più dal ridere!… come mi trova buffo!… io vedo doppio! Vedo giusto!vedo Jules! E ostia! Triplo! Tutto nell’aria! Brroum! Vi faccio il genere di effetto dei suoni… me, comico?… a quattro zampe, a culo indietro!… (p. 277)
– Te sei geloso! Che mi grida… lei, Lili! Così proprio fra le mie braccia… all’orecchio! E ridendo! Mica del Jules! Due persone ci arrivano in pieno!… ci rotolano sopra… dei ritardatari da sopra l’edificio… e bolidi!… uno schianto! (p. 278)
Ah, i Normance! il grosso… sua moglie… i nostri vicini… tentano uguale… slittano… ruzzolano… risalgono! rotolano all’inverso! sanno mica ancora prendere gli scossoni si fanno rialzare di quattro gradini!… eppure lui pesa qualcosa!… 160 chili… me lo ha detto, mi ha consultato per dimagrire… con le restrizioni attuali, c’era da credere che ce la potesse fare… no!… 160 chili, c’è della zavorra!… ebbene, può manco scendere giù… risale!… è riruzzolato! un ciocco! un altro! la pesantezza rovesciata, ecco un effetto di ciclone!… sua moglie è la natura mingherlina resiste solo che per lui! e al suo collo! tutta sola, fuscello, sarebbe partita, volata via da un pezzo! credereste: lui sta per schiacciarla!… uno spintone! vraaoufl… riappiattirla!… no! no!… no!… l’elefante cauto, eccolo Normance, io lo vedo là, tutti gli urti per lui!… (pp. 278-279)

I mobili si schiantano sul pachiderma che però resiste… Si ritrovano nell’androne insieme agli altri inquilini, ed è già notte, ma nessuno gli vuol dar retta sul fatto che sia Jules a orchestrare i bombardamenti…

ma lui altra cosa in fatto di quadratura! Io vorrei avere la sua ampiezza, il suo peso, la sua taglia! Ci fa più di 160, è sicuro! 180, direi!… forse 200… lo confessa mica, sbafa come dieci!… come venti!… è come tutti, mentono tutti! Lui mente per 200 chili! Ah, 160?… 166? per chi mi prende? […]
È mica lui che si muove, è l’immobile! Anche mettiamo duecento chili… che pesi i duecento… lui può mica lottare!… risale, ritorna indietro! È preso nella tempesta come noi… c’è gli elementi! È altra cosa che un ippopotamo! Mille chili, fuscello, per gli elementi! Lui prende male l’ondata… va a sbattere!… sta angoscia della sua piccola stronza!… (p. 279)
Normance rimbalza! Ah contro di noi! Tutto contro! La sua fraschetta! Un grido! (p. 280)
Gli inquilini sotto la tavola non capiscono il maleficio! che è lui lassù che scossa tutto!… che attizza i fulmini! non uno che guarda dalla finestra!… non uno che vede Jules!… vedono un fico secco!…(p. 281)

È lui l’unico a preoccuparsi per la distruzione di monumenti, case, fabbriche, carta… di Bébert… delle manovre di Jules…
Gli torna in mentre che Normance vende carta di cui lui ha bisogno per concludere i suoi manoscritti. Prova allora, invano, a chiedergliene, ma Normance se la dorme!…

i vedo i piani… i sette piani… curvare… sfrangiare… si è più a casa nostra! Davvero! C’è l’uragano che comanda! Che ha la forza! Che fa quello che vuole delle persone… dell’ascensore… […]
– Eh, Normance! Normance!
Io lo chiamo… gli urlo.
– Da dove tirano?
Mastodonte idiota lui non sa!…
– Che? Che?
Broum! Broum!
– Ippopotamo, accidenti!
C’è no conversazione possibile. (p. 283)
– E Bébert?
Dov’è sto Maramaldo?… ah, il Bébert! Più sornione rubaldo che il Jules!… e perdio!… dov’è salito? Salito dove? […]
Lili lo chiama.
– Bébert! Bebert! […]
Niente poesia! Normance Lotta! All’estremo! «Hi! Haa»! Che Pancrazio! Rotola insieme al tavolino, lo vedo, ci ha due grossi armadi addosso lui… due!… adesso. (p. 284)
Lo spettacolo che dà alla ringhiera, Jules! Il modo che bordeggia… voga… rischia… e manco si ribalta!… l’ondata di fiamme!… navigatore cataclista!… il vizio su rotelle!…
Gli grido agli altri, che sappiano un poco… alle carni ammassate… che si rendono conto…
– Se tutto crolla, è poi Jules! Guardatelo! Guardatelo bene! Gli aerei, le bombe, è roba di Jules!
Posso mica essere più categorico!…
– Lili! Lili! Gridagli che salti! (p. 289)
Gli inquilini sotto la tavola non capiscono il maleficio! Che è lui lassù che scossa tutto!… che attizza i fulmini! Non uno che guarda dalla finestra!… non uno che vede Jules!… (p. 291)
Broum! Un’altra levata di sisma! Tutta la balera ribalta! Tutti gli inquilini, riappiattiti! Rigettati sotto la tavola! E altri in più che arrivano da sopra… e da fuori!… la bamboccia Toinon! Ah, lei!… la piccola Murbate! Toinon Murbate! E il suo cagnetto! È passato attraverso le fiamme, il cagnetto!… arrostisce ancora nella coda… hanno attraversato la strada… Lili gli spegne la coda, con la sua sottana… lei, si occupa mica del suo cagnetto, la bamboccia… si caccia subito già sotto la tavola, fra le persone, nell’amalgama dei colli, dei piedi… ragazzina niente robusta Toinon! Scompare! Piram vorrebbe uguale seppellirsi… vorrebbe seguire la sua piccola padrona, annusa… guaisce… non può!… c’è una compressione là sotto! E gli urli! (p. 294)
Un corpo solo pieno di piedi, pieno di mani… qua fa solo che un corpo, pieno di bocche che urlano! (p. 295)
nelle «carte» che è Normance! Più nei pollami!… […]
me che avevo tanto bisogno di carta! Dove avevo la testa.[…]
«Carta, Normance! Carta o muori!» (p. 296)
Incrimino Jules?… ma forse che Normance è peggio!… con le sue donne sui ginocchi… Delphine e Hortense… bloccano la credenza in tre… fa niente Normance, ronfa… ronfare, ronfare, non è cinico?… specie cosi forte! mica credibile! che anche là, attraverso le bombe, me che ho solo che un orecchio lo sento!… vrromb!… rrarra!… si schiarisce nella gola!… è appena un poco raffreddato… vedete, sono preciso… vi infastidisco con i più minuti particolari? ah, tanto peggio! tanto peggio!… faccio mica l’artista, il pressapochista! «io ero li, la tal cosa mi capitò » ecco la mia legge! […]
Il grosso, ben coccolato, lisciato… mica da omettere!… le sue due mignotte sui ginocchi… no! non mignotte!… sua moglie, sua cognata!… Normance ronfatore, Tonfante, grufolante!… ah, tutto lo stabile può traballare, sbriciolare, i soffitti cascare! vi pago delle ciliege se questo lo risveglia! gli altri sotto la tavola sono scossi… sbraitoni strafocati… «Aiuto! » (p. 304)

Alla finestra osserva Jules dirigere gli aerei, anche se nessuno gli crede… Perfino la Toiselle si preoccupa per lo storpio, che ha sete e che rischia di bruciare…

– Ha sete Dottore! Ha sete!
Tutto quel che osserva, sta faccia di frittata! Sciupata… gialla, molle…
Jules faceva dei segni che aveva sete… e allora? Allora? Si ciucciava il pollice! Aveva solo che da lanciarsi! Bravo! Zomparte! Di sotto, vedrebbe!… forse che riacchiapperebbe gli aerei? Al volo? Maligno tale! Magico uguale!
– Dottore! Dottore!
La sua gondola ondeggia, roteggia.. e allora?
– Sta per bruciare! […]
a ogni bomba Normance grugnisce grufola… più forte! (p. 310)
ma Madama Toiselle?… il suo parere?
– Oh, Signor Jules! Oh, Signor Jules! (p. 311)

Bébert è sparito, in compenso c’è lì Piram, il cane dell’undicenne Toinon Murbate, odiosa ragazzina che si è sempre divertita a picchiare il cane in sua presenza per provocarlo, così, se l’avesse toccata, il padre, capitano di un gruppo partigiano, avrebbe potuto eliminarlo…
Normance continua a dormire e si piscia anche sotto nel sonno! Ma nessuno che abbia voglia di salire sul mulino per far smettere il terribile Jules che, anzi, fa loro estrema pena, assetato lassù. Non una donna che non voglia aiutarlo. Vorrebbe andarlo a pestare, ma le donne e le bombe gli impediscono di muoversi…
Gli inquilini si preoccupano solo di andare a rifugiarsi al metrò o di farsela sotto…
L’obeso intanto, incastrato in una sedia, dorme e protegge gli altri, sostenendo inconsapevolmente una credenza… Una signora, da sotto il tavolo dove son rintanati, tra urina e sangue, deturpa una canzone, stonandola…
È un crescendo di situazione comiche che appassionano il lettore. Il solo lucido è lui, Ferdinand, che riporta tutto fedelmente…

Normance ronfa!… grufola, mugghia, ogni bzimm! Due tre forti colpi… «muuaa! Ruuaa!» e si addormenta!
– Non ti muovere, André! Non ti muovere, André!
Si risvegliasse… tutto ruzzolerebbe! La credenza cappotterebbe! André la blocca la credenza! Vuole che dormire… ecco, dormire!… ronfare!… sua moglie, sua cognata l’abbracciano forte… forte… (p. 312)
Piram… Piram, ecco un prode!… ritorna con noi, Madama Toiselle, Lili, me… fra noi… rotola, ruzzola, con noi!… non certo il Bébert che è fedele così! Ah, no! In escursione, il Bébert, dappertutto!… scappavia! Incallito!… (p. 313)
il Normance, popotamo ronfatore, a ogni scossa sdondola, grufola… vvvrouh!… tutto quello che è capace! È tutto… sì sì! Liscia… (p. 315)
l’ho sempre vista cattiva con lui, Toinon!… sempre!… di quei colpi di gancio sul peperone!… plaf! Plaf!… con la punta del suo guinzaglio… per un sì per un no… li incontravo a ogni angolo di strada da qualche tempo… lei lo portava a spasso… lo faceva apposta a colpirlo davanti a me… (p. 321)
ho spesso riflettuto dopo, credo che suo padre mi odiava così accanito oltre alle storie «Resistenza» perché mi sapeva bevitore d’acqua… (p. 322)
ci schiaffeggiavo sua figlia, mi stendeva!… mi faceva rispettare sua figlia!… o mi faceva stendere… dal momento che era «capitano»… «capo»… insomma secondo Pamela… (p. 323)
Lo obbligano che resti seduto, sua moglie, sua cognata!…
– Pipì amore! Pipì!
Gli fanno fare pipì come sta… «pss! Pss! Pss!» seduto… vi risparmio i particolari… ma è straordinario da vedere, l’abilità delle signore materne, che gli fanno fare pipì intanto che dorme, ronfa… ogni scossa del piancito lui orina… gli fanno: «pss! Pss! Pss!»
– Non ti muovere André!… (p. 327)
Non è mostruoso? E una che canta! (p. 330)
Io vi lascio sporcarmi… e la distruzione di Parigi? si! si! potete mica impedire che ho visto! e per ben poco che sembri, il fissatore dei fatti della Storia vi dice: che fra due tre generazioni, quegli che verrà… o quelli… o quelle… che passeranno l’aratro moldavo sui luoghi stessi che vi racconto avranno che una sola esclamazione: il vero che ha visto tutto, che ha visto bene, il solo pertinente, il veritiero, che mica ha guardato solo che il blu, che il giallo!… mica stato abbagliato dal rosso!… dal verde… che ha colto tutta la gravità!… brroum e brang!… il solo filosofo «pratrabroumm»: Ferdinand! (p. )

… Divertenti i botta e risposta con i lettori… Gli imboscati lo accuseranno d’essersi inventato tutto…
Nessuno sembra aver visto Bébert…
Ferdinand è malvisto perché considerato filonazista e, dopo la vittoria sovietica a Stalingrado, tutti ora gli si sentono superiori…. Lili si preoccupa solo di Bébert e di Jules… La signora Toiselle, la portinaia, si rifiuta di lasciare le chiavi delle cantine, dove invece potrebbero
rifugiarsi e sbafarsi il cibo lì imboscato e bere i liquori ivi ammassati… Ferdinand chiede con la forza alla portinaia di rivelargli dove si trovi Ottave che è di servizio alla sirena d’allarme. Lo ha calunniato Ottave che, se solo fosse lì, potrebbe tirare giù dal mulino l’infame Jules… La donna si ostina peraltro a non tirar fuori le chiavi. Fuggire al metro è una soluzione, ma Lili non lo seguirebbe per via di Bébert…

Lili non vuole che si vada al metrò che si rischi le volte, vole rimontar su a cercare Bébert!… è più coraggiosa di me!… io sono ardito pure, sono ardito! Provato, che sono ardito!… ma lei è il coraggio insensato… c’è nessuna riflessione in lei… appena dice: ci vado!… ci va! (pp. 333-334)
– Bébert! Bébert!
La sua idea fissa! Bisogna che io le ritrovi il suo Bébert! Prima! Prima! (p. 335)
Ma è l’Opéra adesso! Va mica meglio!… nessuno guarda Jules… oh, là là! Che voi esclamerete, sto disgraziato ricama! La sua mente di atterrito miragia, miragimmagina! Tanto più! Strampalato! Vede? Mente! Sporco traditore maiale! È allucinato d’astio di cornuto! Vitupera lo splendido Jules![…]
il sublime Jules! E lui che lo diffama! Ha il coraggio! Ce lo calunnia! Invece di saltare a portare aiuto! Il suo dovere di amico! Ah l’abbietto essere sto Ferdinand! Se si vuol bene lui la sua pelle di traditore!…
– Vi sento!… vi sento molto bene.
Che bruci l’Opéra dunque! E orca! Porca! Tromba!… ci capiremo mai! Meritate le catastrofi!
E mica solo che l’Opéra notate! La Rapée anche! E Bercy!… certe sventagliate, fino al buco del cielo! E su ordine del Jules!… sì, lo ripeto, dal suo cassero!… il Jules che ha sete!… il crimine, dico io!… il crimine di che?… c’è amnistia! Sia! Ma ha fatto tutto col dito! Il suo dito! Altra cosa che l’atomo o napalm! Il Diluvio col dito! Col suo dito! Vi mando ancora in bestia!
– Menzogna! Schiaccia l’amico magnifico! Vigliacco! Proprio il suo genere! Nessuna vergogna!…
Io vi lascio sporcarmi… e la distruzione di Parigi? Sì! Sì! Potete mica impedire che ho visto! E per ben poco che sembri, il fissatore dei fatti della Storia vi dice: che fra due tre generazioni, quegli che verrà… o quelli… o quelle… che passeranno l’aratro moldavo sui luoghi stessi che vi racconto avranno che una sola esclamazione: il vero che ha visto tutto, che ha visto bene, il solo pertinente, il veritiero, che mica ha guardato solo che il blu, che il giallo!… mica stato abbagliato dal rosso!… dal verde… che ha colto tutta la gravità!… brrroum e brang!… il solo filosofo «pratrabroumm»: Ferdinand! (pp. 340-341)
– Ebbene, fatemi dormire un poco!… scazzerei più, dormendo!… tornandomi le forze… è lo sfinimento di più mai dormire che ritrovo più il che del come… fa più di una settimana… fa più di una settimana che dormo più… (p. 340)
oh, Madama Clio, Musa, tanto peggio! Posto ai Mongoli!… quelli lì staranno mica a preoccuparsi! Ve le schiafferanno inculo le vostre usanze, diluvi e bazar, di modo che fra te quattro secoli, seguite la guida! (p. 348)
– Avete mica visto Bébert?
Sono le due ragazze del «settimo»[…].
[…] – No signore! No! (p. 355)
Passavano… io sono sempre oltremodo cortese… là, le vedevo francamente ostili… grugni di traverso… oh, mica da starsi a grattare!… c’erano stati degli eventi per cui mi fanno il muso!… Stalingrado tra l’altro… e sopra tutto!… fossero stati battuti i Russi mi avrebbero chiamato: professore… eminente fisioterapeuta, genio, e cetera!…(p. 356)
– Fate mica tanto gli esasperati! La stessa vostra idea! La stessa! Mica così rimbalzato, credetemi! Dal momento che Lili non poteva… non voleva squagliarsi… allora già in cantina! In cantina!
– Madama Toiselle! Le chiavi, la prego! La cantina! La cantina!
– Proibito la cantina! Proibito! La Contraerea ha proibito! Non vuole…
– Ma sì!… ma sì!…
Insisto.[…]
– Dove le ha messe, bidella?
Mi dice chiaro, a botta pronta!
– Lei non le avrà! Mai! Ha niente lei, nella sua cantina! Niente da cercare nella sua cantina! […]
ho niente un cazzo da fare nei sotterranei dal momento che ho niente nella mia cantina… è questo la verità che Toiselle mi urla… (p. 357)
La guardascale mi riattaccava…
– Lui ha sete, dottore!… ha sete!
E Lili…
– Bébert, Ferdinand! Bébert!…
Ognuno la sua fantasima! Niente cieli che scoppiano, niente terra che ondeggia! L’idea, la piccola mania, per prima! Per prima! Innanzi tutto! Il chiodo fisso! La prova che l’altra sotto la tavola ripigliava il suo:
se credete…
E in più stonato! Più stonato! In sol!
E che ero io il più colpevole di tutto!… confesso… io, che ho la ragione personale… che ho lasciato il Jules scivolarmi tra le mani! Cacca a rotelle! Jules! Che ce l’avevo là sopra il suo letto! In balìa! Che chiedeva solo che d’essere strangolato… lo chiedeva!… gli facevo ingoiare la sua glottide! Sarebbe mica sul Mulino, il momento attuale! Non manderebbe fulmini!… (pp. 362-363)
Non avessi avuti Lili, là… e Bébert… e forse Piram… sarei partito da solo!… ovest! Mezzogiorno! Nord! Alla vostra salute! Ma ecco il più terribile di tutto: la coscienza… (p. 363)
Ah, solo che si ritrovasse il tallo, si andrebbe via, sarebbe finito, si rischierebbe tutto! Ma cagheria di tallo! Lili non vuole! Non vuole assolutamente!… senza Bébert! Preferisce farsi schiacciare lì, sotto l’androne… sotto gli inquilini… sotto la credenza… che andar via lasciando l’animale… e vedeste la sarabanda!.. sta navigazione del corridoio!… […]
– Madama Toiselle! Madama Toiselle!
Lei lì l’acchiappo al gargarozzo!… ah, non la mollo lei adesso! Le grido nell’orecchio:
– È al metrò, Ottavio? Che stazione? Sa? Cardinet?… Barbés?… […]
– Oh, ma no, andiamo dottore!… è di servizio alla sirena!…
Alla sirena! È vero! È giusto! Schifezza che sono! Lo calunnio! E mi aveva pure avvisato… «Sto io alla sirena! Ferdin’n!» Ecco che cos’è essere braccato, tallonato, si diventa acidi, iniqui!… (p. 365)
La portinaia ci nega la cantina, allora al metrò! C’è l’intervallo adesso… se non si approfitta, se non ci si butta, ci salva poi nessuno! (p. 367)

Hortense e Delphine svengono intanto per il fetore e la paura. Si invoca pertanto il suo intervento, che le faccia una puntura…
Il bombardamento si placa un attimo, Normance si sveglia e tutti si rivolgono al dottor Céline per chiedere aiuto ma, soprattutto, alcool!…
Lili dov’è? La cerca ma rimedia solo botte. Un tale, Raymond, gli rompe il naso, tre denti e un sopracciglio con i gomiti, poi lo afferra per il collo, ma uno scossone lo fa finire nel buco dell’ascensore, lì pressato con altri inquilini. In cerca di Lili, Bébert e Piram, con un salto riesce a uscire, ma Normance lo schiaccia!

Il pachiderma gli chiede con insistenza di salvare la moglie Delphine e, nel farlo, lo pressa, lo strozza. Ferdinand si libera grazie ad una nuova esplosione ma subito dopo, è schiacciato di nuovo. Tutti ora esigono che la curi. La ausculta, dice che è viva e, mentre Normance riprende a strangolarlo, è Toiselle a salvarlo dicendo che ci vuole del cordiale per farla rinvenire…
Divertentissime le accuse ai lettori a sbafo…  
Toiselle si ostina ancora a non cedere le chiavi della cantina della Leone de Zeusse…
Ferdinand viene nuovamente schiacciato, ma ritrova Lili. Bébert è invece su, al terzo piano…. Iniziano a pestarlo per fargli curare Delphine. C’è solo che da sfondare la porta della cantina per prendere da bere, ma Normance si riaddormenta e le cantine non vengono aperte…

Dall’altro lato… verso la credenza… striscio… brrroum!… striscio… con Piram… vedo la Signora Normance capovoltata! E Delphine!… riversa! La testa in giù!… E Hortense la cognata, uguale!… le due svenute insieme… le due signore! Riverse!… dai ginocchi del lardo… si sono sentite male nello stesso momento… (p. 371)
un fato, ronfa meno… ronfa meno… ah, strizza gli occhi… mi strizza… sta per svegliarsi, lardo di lardo! Sdondola… spalanca gli occhi… sbadiglia!… ha dormito bene… tasta… va a tentoni… trova più sua moglie!… […]
– Ah! Ah! Dottore! Ah, Dottore! Casino di di Dio, che ho sete, Dottore! Che ho sete!
– È Madama Toiselle che ha le chiavi! (p. 372)
Una puntura Dottore! Gli faccia una puntura!
Non voglio che si muova, mostro! Non voglio! La credenza!… la credenza!…
– Non si sposti Normance! Non si sposti!
Striscio verso di lui… mi urla proprio contro… che urli, ma porco di Dio, seduto!
Mi sbraita nell’orecchio… […]
– Delphine, Dottore! Per la mia Delphine! Un po’ di cordiale, Signora Toiselle! Un po’ di rum! (p. 373)
– Una puntura Dottore! Le faccia una puntura!
Manco un volontario per la cantina!… non uno per il mulino nemmeno… più niente di niente, «volontari»… solo che a dare ordini!… se mi strapazzano dal fondo dell’ascensore… (p. 374)
Voglio chiamare Lili, voglio gridare… Lili!… ah, sì! Sì! Ma il sangue che ho pieno la bocca?… sto cannibale di Raymond mi aveva mica solo che spappolato il naso, strappato pieno di ciuffi di peli, spaccato un’arcata, mi aveva rotto tre denti!… almeno tre! Ecco là l’individuo, Raymond! (p. 378)
pflam! un salto a rana!… l’altro lato! ricasco a pancia in giù nella loggia!… «Lili! Lili!» grido… «Trararabòum! » è il soffitto! il soffitto? no! una massa che mi schiaccia! un corpo!… e sparisco sotto!… un’enormità extra!… il peso! la credenza? no!… è un corpo!… non è l’ascensore! è il marito! è lui! Normance! me che avevo avuto paura nel buco! Normance, tutto il suo peso! io sono sotto! tutto il suo peso! sparisco sotto!
– Dottore! Dottore! La prego!
Mi ha acciuffato in un modo! Mi copre completamente! Che mi squaglio più! Striscio più!… e lui che grida!…
– Una puntura, Dottore! La salvi! Una puntura! Mia moglie! La mia Delphine! (p. 379)
Oh, ma bela mica dalle mani! Mi stringe il collo… è tutti nella loro mania, tutti! Strangolarmi!… in più bisogna che io li salvi!… mi grida dei particolari intanto che mi intorciglia il collo… e che mi solleva!… e che mi rischiaccia! Ce l’ho con tutto il suo peso sul torace, Normance… e si fa rimbalzare! (p. 380)
Pensate se mi sente!… mi carica!… un elefante come provvisto di mani!… mi cerca la glottide… ci siamo!… mi solleva pari pari… per il collo! Sospeso! Di peso! Madama Toiselle ha uno scatto! Un zompo! Gli piomba fra le gambe! Si appende alle sue gambe!
– Può mica respirare, andiamo! Può mica parlare!
Lei ragiona… si rende conto!
– Lo lasci! Lo lasci! Comunque! È un cordiale che ci vuole! Un cordiale! (p. 382)
Accetto le vostre critiche, i vostri insulti, ma alla precisa condizione che siate mica di quella gente che prende a prestito, scroccano, sparpagliano i libri! Peste della specie! Se l’avete sgraffignato col «prestamelo-che-poi-te-lo-rendo» sarebbe meglio che stiate zitti… di sicuro, le usanze sono con voi!… si può affermare tranquillamente, che un libro ecco si compra più, si ruba… c’è perfino una scorta di «punto d’onore» a più mai comprare un libro. Non uno su venti che ti ha letto che ti ha pagato! Non è triste? […]buon giorno a te, povero saccheggiato! Scribacchioso! E poi il peggio del peggio forse è il disprezzo che hanno che è gratuito!… (p. 383)
-Ferdinand! Ferdinand!
Una voce… è Lili… è lei!… vorrei risponderle… non posso… rantolo… mi intravede solo il mastodonte… (p. 386)
– E Bébert? E Bébert?[…]
ha visto Bébert «al terzo!»… con la «contafagioli»… sul pianerottolo… (p. 387)
– Non ho fiale! Non ho siringa!
E il marito?… dove che è sto bue? Ah so! Lo so! La massa! Me lo mostrano nel fondo!… nella loggia… si palpeggia la testa, seduto in terra… si strappa dei pezzi di vetro dai capelli… una capigliatura in vetro che ha! Con le schegge del globo! Del lampadario! Il sangue gli cola pieno il naso… come me, prima… (p. 388)
sta sopra di me… ah, ma ha come cambiato voce!… vi faccio osservare… è più la sua vocetta aspra… belante… è una voce grossa rauca, a sua corpulenza!… ha ricambiato voce, è mutato!… ve lo annoto… (p. 389)
– È nella Luna? Che chiede… e là subito: prang! Mi attacca a pugni nella schiena!… Mi volto!… due pugni nella pancia! Lui sa, come mi si incentiva!… mi strangolava prima, adesso mi sfonda! Mi urla in questo mezzo… (pp. 389-390)
– La salvi Dottore! La salvi!
E a colpi di tacco!… quel che mi sferrano! E poi le braccia! Mi afferrano dove che vogliono! Mica solo che le braccia! Mi storcono tutto!… […]
la verità, tutti!… contro di me! Contro di me per terra!… brang! Nelle costole! Che avevo niente siringa!… prang! Niente ago!… e loro, il cordiale allora?… loro potevano niente! Ma io, tutto! Io, tutto! Me, dovevo!… (pp. 390-391)
È sempre la stessa cosa allora?
– Ma sì! Ma sì! Veramente sì! Mi martirizzano… la porta di Armelle è incastrata… è colpa mia?
– Picchi dentro, andiamo! Picchi dentro![…]
Me ne fotto che ne ha! Svignarmela che vorrei!… che la sfondino loro, la porta di Armelle!… (p. 398)
persone anziane… e alcuni uomini forti… manco però uno solo del peso di Normance!… lui dorme, lui… dorme di nuovo… ah, sta più vicino a sua moglie… sta contro la gabbia dell’ascensore… dorme seduto… ronfa… lui, che dovrebbe sfondare la porta! Ha la forza! Mastodonte scansafatiche! Merda, è la sua Delphine dopotutto!… è la Delphine che si deve salvare! Per lei che si cerca il cordiale! (pp. 399-400)
hanno solo che da scuotere il lardone! Porca!… che lo strattonino, costringano! Spetta a lui di spaccare la porta!… gli urlo ancora… si strascinano… ci vanno… in dieci… quindici… venti… tirano a sé il grandone…lo fanno capitombolare… brang! il grandone s’accascia! dormiva contro l’ascensore, la schiena contro la gabbia… ha sbattuto con la testa! sveglia! bisogna più che si riaddormenti!… lo pizzicano! lo trafiggono di spilli! pieno il suo grosso culo, là! gli pungono il culo!… lui ronfa! ronfa… si è riaddormentato!… è un fenomeno!… si mettono in dieci… dodici… lo tirano su!… lo rialzano! oh! issa!… lo puntellano, che si tenga su a quattro zampe!… la testa in avanti!… a respingente! la sua grossa trippa strascica quasi sul tappeto… veramente ci ha dell’ippopotamo!… direste senza esagerare! testa prima! se vuole davvero là… e vrang! incastrata no incastrata… la porta cede! lui spaccherà tutto!… ma solo che voglia! rinculano un poco…(p. 400)

Poi lo usano come ariete per aprire la porta, ma il grassone si ferisce la testa senza riuscirci…

cogliere l’ondata! E vrrang! Lui, proprio la testa contro l’uscio! E tutti al suo taffo! Forza! Sono trenta… quaranta a tenerlo su sostenerlo e hop! La strategia agglutinata… prendono bene il rollio… rinculano… (pp. 400-401)
Bram! Traom!… penso ad Armelle!… ah, oroscopo! Vromb! È più roba di bombe! È il grosso! Il colosso!… più il suo culo… la testa… ha sbattuto la sua testa!… non il battente, il pavimento, la pietra!… la sua testa ha rimbalzato sul marmo… il mastodonte! L’hanno spinto tutto di traverso… non ha scassato la porta, è crollato! Lui che è crollato!… l’accappatoio di Raymon sulla testa… questo ha un poco attutito… l’hanno inturbanato così… l’accappatoio di spugna a turbante… qualcosa come spugna! Solo che un grumo la sua testa! Bisogna che ci tasti il cranio… bisogna che Raymond mi molli… plfaf! Ci sferro in piena ghigna, peng! Il mio tacco!
– Dottore! Dottore!
Il suo turno che sanguina!… cos’è che ha di rotto Normance? ci afferro il cranio a due mani… palpo… palpo… l’impiastro!… tutto l’accappatoio pieno di sangue… ci palpo la faccia… cremisi, gonfia… quasi grossa come il suo didietro! e in più parla!… mi parla!… (p. 406)

Ferdinand guida il gruppo… Tutti esigono che faccia di più… Nel mentre discutono su dove possa essere andata Armelle… Lo rimettono in piedi e stavolta ce la fanno: la porta cede e tutti possono entrare…

Il Rodolphe che riaggalla! Da dove viene fuori?… all’assalto! Ha un’altra chiave!
Ritritura la serratura… strafugna…
– Non è là!… non è quella!
Ci si grida!
– Ma sì, è quella!
Rodolphe ha ragione…
ARMELLE DE ZEUSSE
C’è scritto ben chiaro!… azzurro su rosso… bè si vede!… scritto largo… «Armelle de Zeusse»… che stronzo sto Rodolphe!… Trac!… evidente, la chiave si spezza!… ancora!… lui striscia tre metri indietro… (p. 402)
era partita su queste parole… c’è che l’avevano sentita… intanto era sul cartello… «Sono partita»… in lettere gotiche… allora?… (p. 405)

sto grosso popotamo Normance si era forse spaccato la testa? Ma il battente reggeva ancora!… aveva mica spaccato la porta!… (p. 406)

Io urlo!…
Spingono! Spingono tutti! Crrrac!
Beh, è fantastico! appena piazzati hanno spinto come un sol uomo! quaranta come un sol uomo! spaccato la porta! il colosso nella breccia! la sua testa! il collo nella breccia! ancora uno sforzo! un’altra ondata! ci siamo!… hoorrou! grugniscono tutti! ci siamo!… il collo! il corpo!… il culo! tutto! dentro! passa tutto!… tutto il grosso! gli altri insieme, al suo culo! tutto s’ingolfa! dieci! venti! trentasei corpi! un’altra ondata! tutto nel locale! tutti da Armelle! a capitombolo! che capitomboli!… si ha dolore! ve lo dico io! si! si urla! ma ci siamo!… come ha spaccato il pannello?… il grosso! Normance? dov’è intanto, lui? dov’è? la testa? la sua testa? la sua testa?… Ah la Toinon è là! sì! sul tappeto… si è fatta male? e le due fanciulle del «settimo»… ci hanno i capelli scomposti, vi dico… dentro il naso, i capelli!… ah, e Piram!… Piram, là… si è ruzzolati tutti! la valanga! come che ha spaccato il pannello? io l’ho visto il collo nella breccia… Popotamo? il collo!… ma il resto? il suo tafanario? e noi tutti? ci si è sparpagliati nel locale… sotto i tavoli, sotto il letto… ma il colosso, la sua testa!… là! la sua testa! davanti alla vetrina… è rotolato fin là… è steso nel suo sangue… si muove più… pancia all’aria…(pp. 409-410)

Di liquore però sembra non esserci traccia, solo cianfrusaglie che finiscono in mille pezzi…

trovavano niente… era mica da credere come armamentario! L’ammucchiata di casa Armelle, di tutto!… che mobilio!… di tutto a doppio!… a triplo!… quattro armadi! (p. 410)
Adesso di accusano di furto… Più uno che canta!… c’è un diverbio disgustoso che sono dei ladri… trovano niente… […]
Gli grido… che cerchino!… trovano niente… strafugnano… ah crolla!… pieno di gingilli… amuleti, sozzerie, smalti, miniature!… (p. 411)

Jules intanto sta ancora su, in alto, assetato ma sano e salvo…

ecco l’essere! Abominevole tronco! E che provoca! Provoca ancora! Ha staccato la campanella!… la campanella su in cima, proprio su in cima! Fra le due ali! La piccola campanella del mulino! E deng! E dong! Suona a tutta forza! Da spezzarsi il braccio!… si diverte!… (p. 413)

Ma ecco che i liquori saltan fuori, imboscati dalla vecchia proprietaria della cantina tra la mobilia… Tutti si ubriacano e Normance si riaddormenta, ferito…

– Ce n’è! ce n’è!
Avevano sfondato un mobile!… mica solo che il mobile, il muro dietro!… una di quelle inguattate di bottiglie! una cataratta che ne viene fuori!… e mica soltanto «cordiale»!… di tutto! una carambolata pieno il corridoio! e beng! e pang! contro i muri! un concerto di campane! ah, l’altro ci si poteva sollazzare!… la sua piccola campana! qui suonava diverso!… cleg! pteng! ptaf! adesso se erano in furia i pancia-a-terra! sacra furia! sventravano tutto da Armelle!… sorniona schifosa Zeusse imboscatrice! divano! talamo! i sacconi! rivoltano tutto! nascondigli dappertutto! un colpo di genio!… Raymond, si, lui! aveva sventrato il divano… col coltello! col coltello di cucina! e fssst! dentro al saccone!… dieci bottiglie di «extra»! il baule adesso! il baule! qua, c’è furore! il baule resiste! prendono il portaombrelli… un affare massiccio, qualcosa in bronzo non sollevabile! si mettono in sei!… pang!… ci siamo!… il baule va in schegge! che cos’è che ne esce anche come bumba! fiumi!…. kirsch! cognac! assaggiano… lappano! aveva detto niente, incettatrice!… ah, oroscopica! se si sciacquava! bella puttana! cos’è che nascondeva! Sono contento, è unanime… si occupano più di me… ce l’hanno coi mobili di Armelle!…ci vanno col martello, scusate!… ah, le sue vetrine! ancora le sue vetrine! almeno cento bocce che ci vengono fuori!… ancora! ancora! Gatta morta! l’avvenire! eccetera!… zoccola!… ah, le carte!… faceva le carte! se la prendono brutta vi assicuro! le sue carte, i suoi tarocchi!… ci capovoltano ancora la sua cuccia! si accaniscono! che ci escano tutti i segreti!… la brucerebbero se fosse là, diabolica vecchia perversa imbrogliona!… (pp. 414-415)
tutto ciò che agguantano… ingollano!… possono più neanche strisciare… ricascano… succiano le mattonelle… succiano direttamente! Tutto! Cosè che sgocciola, scorre!
– Normance Normance! Il cordiale!
È là! Vi rendente conto?… ronfa… grufola… lascia fare… gli altri saccheggiano… e sua moglie?… (p. 415)

Solo lui e Pirarm cercano acqua, ma non ce n’è…

Ci grido… ci grido no troppo forte, ho troppa sete!… mica sete di kirsch… attenzione! sete di acqua, è tutto!… son mica io poi che succerò il corridoio!… gli alcolici! Piram neppure!… di acqua che si ha sete! solo che di acqua! acqua! Piram e me! ha fuori la lingua, lui… ho fuori la lingua, io!
– Acqua, zoccola! acqua!
Mica una piccola sete… attenzione! una sete da rosolarsi!… da spellarsi!… Piram uguale… (p. 417)

Il bombardamento prosegue… Ferdinand insulta Jules, ma Mimì lo invita a pregare per lui… Rodolphe, geloso, inizia a picchiarsi con la moglie, mentre Ferdinand deve farsi strada per raggiungere Toinon, incastratasi sotto i mobili. La ragazzina riesce a liberarsi… Lui insulta Normance, ferito e dormiente, poi la portinaia….
Bottiglie, mobili e persone sono sballottate dalle esplosioni…

– Panzone! Stai steso! Ronfi! Te ne fotti? Borsaro nero!
Meritava che lo scossi ancora… che mi senta, grosso sestuplo obeso! Decuplo! La sua testa!… merda! Che impacchettatura!… sanguinava mica solo che dalla testa!… dalla bocca, vedo… uguale dal naso!… tutto bagnato!… la giacca inzuppata e i pantaloni… mica solo che l’accappatoio! Il suo turbante di testa! Che cos’è che sanguinava, il bue! (p. 422)
che voglio solo che acqua!… altro che acqua!… come Piram!… che acqua! […]
No! la sete! Che ha sete! Mi fa segno a me, che ha sete! Bello scimunito! Tutti hanno sete! Porco! Mezzo porco!
– Salta eg, maiale salato! Mezzo salato!
Voglio che salti! Che prenda il suo slancio! Lo slancio!… (p. 424)

La portinaia gli porge finalmente una bottiglia di liquore per far rinvenire Delphine, ma, insieme a Normance, sono finiti dall’altro lato della sala, separati dalla malata da un crepaccio… Tutti lo insultano che non vuol salvarla… Lui se la prende con l’infido Jules che, se solo fosse presente, il forte e prode Ottave tirerebbe giù in un baleno…

– Dottore!… Dottore!…
– Dottore che?…
– Il cordiale!
Mi mostra la boccia! Ce l’ha!… finalmente!… l’etichetta «cordiale»… vedo la boccia, fa piuttosto chiaro abbagliante!… […]
che io salti, che scavalchi il crepaccio!… salute!… vi ho raccontanto il corridoio… spaccato in due! Tutta la lunghezza!… fino alla strada… noi si è da una parte, loro dall’altra!… mi reclamano[…]. (p. 426)
ah, se Ottavio fosse là, bè durerebbe manco un minuto!… manco un minuto che me lo riporta! Sotto il suo braccio! Era altra cosa che Normance, Ottavio, come uomo, come coraggio, come tutto! Mica che una massa di carne come Normance!… Normance era forte, d’accordo!… ma forte a che cosa?… a scossare i muri!… spaccare le porte! Mentre che la vera forza, la vera, è altra cosa!… è mica solo che la carne! Ottavio fosse qua, ci direi: Vacci! E mi scenderebbe già il fenomeno! E la farebbe mica lunga! «Tronco-la-gondola» sotto il suo braccio!… […]
Ma Ottavio era mica là… era lassù in pieno servizio nella lanterna del Sacré-Coeur!… è lui che girava la sirena, a braccia!… è lui che dava gli allarmi! (p. 429)

Dopo altre esplosioni la portinaia si ritrova da Delphine, mentre gli altri sono ora da Ferdinand… Questi vogliono che salvi Delphine e, al contempo, che li aiuti a recuperare un tavolino di bronzo della Armelle finito in un crepaccio proprio mentre in formazione tentavano la traversata… Dopo un’esplosione il crepaccio si chiude e Ferdinand si ritrova così dalla parte del cordiale e di Delphine… Rodolphe e Mimì litigano ancora, poi lui attacca briga con la portinaia. Allo scontro si unisce anche Rodolphe… Normance dorme, le bombe continuano a cadere, poi, all’alba, la sirena annuncia la fine dei bombardamenti…
La gente risale ai piani, molti rientrano dalla strada, ma lui è ancora impossibilitato a soccorrere Delphine, dato che la portinaia è ora in strada a litigare con Mimì e Rodolphe, con il liquore in mano…

il crepaccio riapre… sono passati! Eccoli tutti presi con noi!… si è tutti insieme![…]
c’è solo più che la svenuta dall’altra parte, sotto la tavola…
Che io sragiono! Madama Toiselle anche insieme! Ha approfittato del momento che il crepaccio si richiudeva per rientrare in casa!… ha mica mollato il cordiale… è nella sua aloggia, con la svenuta.. mi mostra la bottiglia, il cordiale!… «Dottore! Dottore!…» lei può niente senza di me! […]
c’è più porta! Si tratta di salvare Delphine, che si passi tutti dall’altra parte! Si tratta di varcare il crepaccio!… comincio a conoscere la tattica!… (p. 431)
– Porco! Ruffiano!
– Pagliacciona! Mignotta!
È Rodolphe, Mimì, che spuntano!… dove che erano ancora, sti qui?… e come che si trattano! Sulla soglia, là! All’incrocio!… contro i loro costumi che se la prendono!… se li afferrano, se li strappano!… una tigre come artigli la Mimì! Vedo! Vedo! Ah, la rendigote del Rodolphe!
– Selvaggio! Somaro!
Lei lo insulta in una maniera!… intanto che lo scortica!… […]
lui ha la peggio nella battuta!… però la schiaffeggia! E rischiaffeggia! A tutta forza! Ptaf! Claac! Mimì barcolla!… (p. 440)
ecco una che ricanta! Una dal corridoio, una di quelle in terra… La Périchole!… lei!
Oh mio caro amante, io ti…
Ancora vicino a me… la Périchole!.. a quattro zampe!…
– Ladra! Ladra!
Questo, è mical la Périchole… è ancora Mimì!… lei che l’ha più contro Rodolphe… è con la portinaia che se la piglia… molla Rodolphe… perché «ladra»?… «il cordiale! Il cordiale!»
– Ma è per Delphine, andiamo!
– Ladra! Ladra!
Lei l’accusa insiste di furto! «Rubalda!» se l’altra si rivolta!… ci siamo!… si azzuffano nelle piume… orca! Mimì si fa dare il benvenuto!… due pacche nel naso!… (p. 441)
Era l’alba, era la fine… tutte le sirene!… avverto gli acquattati![…]
dal momento che è la fine dell’allarme! Ed è tutto! Allora! Si rimettono in piedi… (p. 443)
ah ecco un’ingolfata di gente! Pieno di gente che arrivano adlla strada… tutti sotto l’androne!… la baraonda!… risalgono! Risalgono!… vogliono risalire anche loro!… in casa! In casa! Pe me, io mi acquatto, fiato neanche!… che sgombrino anzitutto! Che sgombrino!… (p. 444)
gli altri?… sono risaliti per i gradini rotti? Scomparsi come per incanto! Resta più nessuno sotto l’androne! […]
c’è nella loggia, me, Piram, Rodolphe, Mimì, Madama Toiselle contro la credenza, la schina al muro, e la Signora Normance, la svenuta, sotto la tavola… il grandone, suo marito, di fronte… dall’altra parte del corridoio, di fronte! Mica scollato dalla poltiglia di sangue! Sempre nella pozza… la testa che ha! Veramente enorme! È più che un coagulo la sua testa! Il suo turbante si è gonfiato ancora!… di sangue!… una polpetta di sangue tutta la sua testa!… giusto che un piccolpo buco per la bocca!… ronfa da sto buco… ronfa! Oh, dannato otre gonfio, che dorma! Meglio così, porco di un Dio!… mi ha schiacciato abbastanza! Pestato, ingiuriato, perché mi occupavo di sua moglie! La sua cara Delphine! Se se ne fotte adesso della sua Delphine! Ha perduto ogni senso morale! Ronfa! E a me, tocca che io m’ingegni! Che le salvi sua moglie! Col cordiale! (p. 446)

*Non mancano in questa parte del libro alcuni accenni polemici sulla sua situazione e i suoi detrattori/nemici, decisamente fuori luogo, ma presenti qua e là un po’ in tutto il libro*

Casco a proposito!… in prima: il mio casellario giudiziario… se fosse per stupro di un bambino negro!… altro che! bravi! ma «politico»? ecco li!… reprobo!…il solo scrittore francese che è stato in gattabuia nel corso di questi anni sinistri io dico: il solo!… e mica un giorno: due anni Signora! e senza ragioni! ma si, Signora! io dico: scrittore! no giornalista: scrittore! niente di più, niente di meno… né imbonitore…
– Ciurmatore, comunque!…
– Dio lo sa!…
– Parli d’altro!
– Promessa! d’accordo! vi parlerò più del gabbio! tatto e discrezione! più sporco! né degli scrittori «impegnati»… che hanno quattro o cinque «tessere» in tasca… benefiche assicurazioni sulla vita… dei «Partiti»! molto più che le puttane… vi parlerò di niente di imbarazzante… (pp. 450-451)

La bottiglia di liquore ce l’ha ora Mimì, impegnata a litigare in strada con Rodolphe (il marito) e la signora Toiselle. D’un tratto la donna si divincola e, dopo aver ballato il cancan in strada… va a portare la bottiglia a Jules!, lassù, in cima al mulino… Lo storpio beve tutto, poi però è costretto a farsi travestire da Mimì che potrebbe buttarlo giù facilmente. Lei resta nuda (ed è anche pelata) e canta… Rodolphe s’infuria, la chiama e alla fine stacca la scala, per poi andarsene… Il giorno è peraltro ormai giunto…

Rodolphe che ce l’ha! No! La bidella!… Mimì! Mimì!… è lei! È lei! Si squaglia! Taglia la laccia con! La boccia sotto il braccio![…]
lo slancio! Eccola in mezzo all’Avenue… (p. 452)
la maniera che ha scalato!.. Jules si china sul bordo per aiutarla… che salga ancora due!… tre pioli!… adesso davvero fa giorno… (p. 454)
si gratta mica! Le soffia la boccia!… e rotola indietro!… e trinca! Gluglù!… si disseta!… questione di un baleno! Lascia Mimì in cima alla scala!… che si tiri su tutta sola!… lei è a mezza vita! Sospesa!… le gambe nel vuoto!… Jules si occupa nemmeno!… beve… si stropiccia la trippa!… «Com’è buono!»… mica tira su il resto di Mimì!… lei ci riesce comunque!… da sola! Ha giusto finito il flacone lui! Ci mostra! Ci brandisce il «cordiale» vuoto!… […]
è sul cassero!… e si mette a spogliarsi!… si toglie tutto! Le resta più che la sua parrucca!… si sbarazza! Crinolina! Sottane! Manitiglia! Si caccia a pelo nudo!… accanto a Jules… Jules là in pieno vento… e in cassa! Ci mette la sua parrucca a Jules là in pieno vento… e in cassa! Ci mette al sua parrucca a Jules! Lo imberretta! Ci va in fondo! Lui non vuole![…]
lei che ha il diritto di essere nuda lui no! Lui deve essere vestito! (p. 455)
– Sta’ zitta Mimì, ladra! Porcacciona!
Vedo che ci siamo! Che sta per cantare!… io le grido! Rodolphe pure le grida da sotto, dal marciapiede… che è scandaloso!… lui che era lì… che guardava la sua donna… si tiene più! La pazienza agli estremi!… pesta i piedi, urla! (p. 456)
Io lo vedo in furia!… fuori di lui!… sta per attraversare!… sdondola!… si butta! Arriva, due zompi, alla scala! Anche lui! Manco è da credere! L’abbranca la scala! A due mani! I bracci della scala… la scuote! H mai bvisto uno così forte! Una scala che ha tenuto la tempesta… dieci tempeste! Lui la fa ondeggiare… sbolgiare! E la radica! La scala gigantesca! Positivo! […]
la forza di Rodolphe sotto la spinta della rabbia!… Ha sraditcato la scala che aveva resistito ai cicloni! Di un tuffo di sangue! Lui che era la pazienza in persona… non è pesata poi tanto la scala! Io ho visot! Questo ci ha mozzato netto la canzone Mimì! Lei cha creduto che Rodolphe si arrampicava! Manco per sogno! Ma no! Sbignarsi che voleva! E in fretta e furia! Darsela a gambe! Per il marciapiede a sinistra dell’Avenue!… (p. 457)

I due lassù se la spassano, mentre lui, povero dottore, è rimasto solo con Piram e l’esanime Delphine…
Mentre Ferdinand battibecca con Jules e Mimì, ecco che, d’un tratto, si risveglia Normance che, però, se ne sbatte della moglie: lui ha sete! Agguanta Ferdinand: è solo da bere che vuole… S’infuria, lo prende a calci… Lui che non ha certo cordiale o altro da bere, scolato da Mimì che canta dal mulino… Lo irridono, alticci… Lei suona anche la campanella…

c’è più nessuno sul marciapiede…[…]
mica è da credere! C’è solo che i due lassù per aria, quella a pelo fuori e i cul-in-terra!… e me quaggiù, e Piram… (p. 457)
l’hanno finito il cordiale vero! Il cul-in-terra e la spudorata!… (p. 460)
Mi aveevano cacciato in una bella rogna Mimì, Rodolphe, gli inquilini! E il marito poi! E tutta la cricca! Mi sbolognavano Delphine! Sapevano quello che facevano!… non uno che era lì!… più uno sotto l’androne!… più uno nella fossa d’ascensore!.. imboscati tutti! (p. 462)
Più che noi tre nella sua loggia! Me, Piram, e la malata! Oh, ma il grandone se n’era mica andato! Ve lo davo per andato!… mancor lo vedevo!… era semplicemente di fronte… contro l’altro muro, steso nella sua pozza!… il suo grumo lo tratteneva al muro… era incollato al muro… e ronfava!… io ve lo tenevo fuori!… (pp. 462-463)
Mi deridono apposta! Lui vuole che la Mimì si contorca di più… maggiormente!… sollevi più alto la gamba!… (p. 464)
Ecco Mimì si ferma… che è stufa di sgambettare… si rovolta brusca! E pflac! A Jules! Lo schiaffeggia… è lei la brutale adesso! Che non le rompa le palle! La pizzichi più!… cantare, che lei vuole! Cantare solamente! Abbranca un’ala del mulino… l’abbranca… ora canta…
Mi chiamano Mimì! […]
– La morta, eh dite! Pisciamerde! Venite a vedere!
Rodolphe ha ribaltato la scala!… come che potrebbero scendere!… hanno la scusa!… (p. 465)
Piram non gli va giù il suo scampanio!… abbaia più forte! Più forte! Oh, ma c’è altro! Che si muove! Una forma! Che avanza verso id noi!… nel corridoio, là!… per questo che Piram abbaia… furioso! Ha ragione! Kss! Kss!… che cos’è mai?… il marito Normance che si è rialzato! L’enorme!… si è scollato dal muro!… vedo la sua testa! La sua testa intera… (pp. 466-467)
grugnisce! Si mette in moto!… è lì che attraversa… è verso di noi che viene!… barcolla, ringhiando… (p. 467)
– Eh, Normance! Normance! Sua moglie!
Broum! In pieno! Bramm! Giusto! Di tutto il suo peso su noi due il cane! E sulla tavola! Ha mica bisogno che io lo chiami!… è crollato sulla tavola… con tutta la sua massa! Me sotto!… aaah! Roooh!… tutta la sua massa! Io soffoco! Sono preso sotto! Perde mica tempo mi acchiappa il collo, me lo stringe! Con una mano!… come l’altra volta! Ci siamo! Come l’altra volta! E Madama Toiselle è oiù qui!… più nessuno! Lei mi difendeva, nonostante tutto! Rooah!… posso soffocare! Lui mi otrce il collo!… e mi tira fuori da sotto la tavola!… per il collo!.. e mi monta sopra! Mi calpesta, si sdondola! Si sdraia sopra di me! Io lo prendo in pieno! Che cos’è che pesa! Ah! Aaah! Con l’altra sua mano mi cerca il braccio! Il mio braccio che è carne viva!… l’afferra! Lo storce!… io urlo!… urlo!… costretto a urlare! Lui urla con me! Più forte di me! Siccome io ce l’ho lì contro la mia faccia il suo grosso grumo mi turba la bocca! Soffoco! Ed è lui che si lamenta!
– Da bere! Da bere!
È lui che reclama!…
– Da bere, Dottore!
Per questo che si è gettato su di me!… per questo che mi garrotta! «Da bere! »… se ne fotte della sua Delphine! (p. 468)
io strangozzo! Lui ricomincia!… mi vuole finire!… che gli ho mica dato da bere!… la mia testa, che lui punta!… vorrebbe spaccarmela!…[…]
A ogni colpo lui mi urla…
– Da bere! Da bere!… (p. 469)

La stanza si riempie di gente: c’è pure Ottave!… Arlette e Bébert sono scomparsi… Il bestione è infuriato, lo prende a calci, poi rimbalza contro il muro, con le ferite zampillanti sangue…

– Kss! Kss!
C’è qualcuno che fa «kss! Kss!»… oh sono mica io! Chi è allora?…. c’è mica solo dei kss! Kss! C’è delle parole… […]
un cicalio tutto d’un botto!… una folla! Io apro un occhio, vedo torbido… vedo della gente… pieno di gente… vedo Normance di fronte, che può più per niente tornare… addossato al muro si sdondola, fa un passo, rincula… il sangue gli sgocciola da per tutto… olre al suo getto dall’occhio destro…
– Da bere! Da bere!
Che lui reclama!… alla gente lì! A ste persone… quante sono… dieci? Cinquanta? Le conosce mica! Ma sì! Sì! […]
e la voce di Ottave, porco Dio! Ah, lui! Finalmente! Era sceso dal suo faro! (pp. 470-471)

Dall’androne intanto, voci melevole si levano contro il povero Ferdinand, costretto così a cercare di nascondersi, accusato di aver guidato il saccheggio delle cantine e colpevole pertanto della mancanza di alcool… È un episodio questo, che ricorda un po’ l’astio dei militari verso Bardamu durante il viaggio per l’Africa… Gli ultimi arrivati sono pertanto i primi a lamentarsi reclamando alcol. Fanno a gara a chi ha più malanni, litigano tra loro, si picchiano anche…

ah, decido che non mi rialzo! Che sussurro nemmeno… che resto slungato contro Delphine pari pari!.. faccio lo svenuto… (p. 472)
dal momento gli inquilini, tranuillo! Mi detestavano!… Erano forse i più temibili, gli inquilini!… che mi vedono, mi massacrano!… (p. 473)
«Dov’è Normance?»… lo conoscono? Sono di qui?… lo cercano… «È andato via!» potrei dirgli.. (p. 474)
c’è solo che da sentirli!… lo stato di rabbia che sono!… una parola, mi fanno a pezzi!… […]
ma chi è che ha sfondato il battente?… vogliono sapere!… tutto sapere!… (p. 475)
hanno bevuto, loro! Hanno bevuto tutti!… ipocriti banditi, tutti! Porci! Mentitori! Scippatori! C’è solo che da sentirli! Sta facciatosta! Hanno assistito a niente!… non uno che era lì… (p. 478)
parlavano solo che di Armelle, dello scasso del suo ammezzato… genere di vandali che erano… come che avevano bevuto tutto! E scassato i vuoti!… […]
avrebbero bevuto qualsiasi cosa!… strafugnavano… nontrovavano una bottiglie piena!… s’indignavano!… i bandti erano passati di là! Sti lanzichenecchi!… il colmo!… dei barbari veramente da non credevere che avevano manco lasciato una bottiglia! Che avevano tutto bevuto!… da basso si aveva dei malati! Un poco sì!… dei malati che potevano lamentarsi!… (p. 479)

che ubriaconi selvaggi che c’erano! che avevano tracannato tante di quelle bottiglie?… loro che avevano bevuto niente da ieri! tutto per farli morire di sete! una complicità! ecco! uno stratagemma dei venduti!… ancora!… un altro stratagemma ancora!… e se c’era solo che questo!… ma le loro ernie e i loro diabeti? se avevano sofferto alle « Stazioni», loro! e nelle gallerie!… altra cosa, solo che in superficie!… ah là! là!!… e nelle fogne! intanto che sopra tutta sta gente si ubriacava, saccheggiava! sfondava i ripostigli! i domicili, le cantine!… tutto!… pensate, loro che avevano manco dormito da ventiquattr’ore di fila! di allarme in allarme! e senza mangiare né bere!… peggio di peggio, arrivano, resta più niente!… più un fiasco! tutto è bruciato, spappolato!… più un rubinetto che sgocciola! manco più una goccia d’acqua!… (p. 481)

Sente la voce di Ottave, ma teme quello possa tradirlo… Non ha tuttavia alternative e così prova a tirarsi fuori dal nascondiglio… Le due gemelle del settimo piano, Camille e Rose, lo scorgono e una di loro lo ferisce a una tempia… Tutti fanno intanto cerchio attorno al sopraggiunto Ottave, forzuto e robusto amico di Ferdinand. Che sia anche lui un venduto come il dottore?… Quello replica alle accuse e difende Ferdinand che scorge su soffiata delle due gemelle che lo accusano peraltro dei furti…

e se Ottavio mi avvista?… io sono un poco sospettoso di Ottavio… tanto peggio! Bisogna rischiare!… mi cavo fuori dalla pozza, da sta colla… […]
ero lì per rialzare davvero la testa… ohiohiohi!… le mie due zoccole, ancora le mie due zoccole!… eccole!… mi vengono addosso! Realmente! Puntano addosso! Mi hanno visot!… si piegano sopra di me!… io faccio lo svenuto… «Dottore!… Dottore!…» mi chiamano… se chiudo gli occhi!… e se mi appiattisco nella pozza!… tutto lungo disteso… che mi metto a rispondergli!… ma loro si grattano mica!… vlang! Sulla mia tempia! In piena tempia!… io faccio: raaah! Loro riattaccano!… l’altra sorella pure! Vlang! Vlang! Quel che incasso!… loro sono due!… mi castigano! «Ahii! Ahii!» non posso trattenermi!… e loro se la svignano… le due!… si fanno strada in mezzo alla calca!… vi dico! Sentiste! Se qua rimbomba! mugola! Scossa!…
– Mascalzone! Presuntuoso! Bugiarda! Bidone!
Si provocano di nuovo!…. io mi sono messo troppo in vista!… la fretta!… mi rifutto sotto i calcinacci… certo troppo messo in vista… maledizione!… il sangue mi sgocciola sopra gli occhi!… dalla fronte!… e dalle tempie!… mi hanno infiocchettato le cocche! Vorrei aprirmi gli occhi, di forza… ma i grumi appiccinano… sono sicuto che Ottavio è qua… è proprio a sua voce, è proprio lui!…[…]
mi alzo sui gomiti… è Ottavio! È lui!… è proprio lui!… lo vedo!… lo vedo tutto rosso per via del sangue… (p. 482)
che «Londra» ha dato il mio indirizzo! ecco quello che raccontano… e mica solo che Londra! anche Brazzaville!… e che io ero uno sporco pornografo… libidinoso in più che traditore, il più insultante del secolo!… da fare arrossire i pisciatoi! che bisognava ripulire la Francia e la lingua francese da un sessuografotria e il patrimonio suo letterario!… che mai ci sarebbe più la Francia se non si sgozzava sto porco! me, il porco! Tutto questo, avevano sentito!… e lo urlavano a Ottave che comprenda alla fine appena un poco! E Ottave rispondeva niente… che lui li esasperava maledettamente a non indignarsi!
– Ma è dunque uno sbirro anche sto Ottavio?
La questione si poneva!
– Un venduto pure! Dopottutto! Complice del Dottore! Perdio! (pp. 483-484)
ecco! Questo è troppo! Ci siamo! Ottave va in rabbia! La sua faccia cambia…
– Zen’ti’te! Tutti! Garogne! Garogne!… Ferdi…i…i…n’! il mi’ aaamiico! Zen’t’i’te! (p. 484)
– C’è il dottore, Signor Ottave! C’è il dottore!
Mi denunziano e sono gentili… sono loro! Sono proprio loro!… proprio accanto alla scala che stanno… quello che resta della scala..
– Dov’è Ferdiii’ne…?
– Rispondetemi! Merdoni tutti!
– Ha rubato tutto!
Ancora le mie due zoccole! Mi denunziano, ladro! Insistono! (pp. 485-486)
– Uno che uno non tocchi Ferdii…i…n’!
Li avverte!… terribile, le furie di Ottave!… parola mia! (p. 486)

C’è rischio che lo lincino, ma Ottave caccia via tutti. Ferdinand è però troppo malconcio per rialzarsi…
In strada litigano e Ferdinand si trascina fino alla finestra per vedere cosa succede. Jules e Mimì sono scesi da mulino! come hanno fatto senza scala?.. I due se ne vanno, dirigendosi verso la metro, dove Mimì spera di ritrovare Rodolphe… Ottave intanto guida un gruppo di persone che trasportano di peso Normance per buttarlo nel buco dell’ascensore, riuscendoci al secondo tentativo…

Ottave gli mostra l’uscita… il fondo dell’androne… il marciapiede!… oltre!… e più oltre!… obbediscono… […]
se ne vanno tutti!… oh, ma un altro fracasso!… dal viale adesso!… dalla strada… altra gente che grida… che vengono alle mani?… no!… che si massacrano, affanculo!… (p. 487)
– Ottave! Ottave!
Che cazzo ci fa, fuori, quello lì?… che mi aiuti se è amico!… io posso più scollarmi dalla pozza… ilsangue fa mastice… il sague e la stoppa del soffitto… una melma!… […]
Si pestano fuori… credo… c’è niente più parole… c’è battaglia!… bello e buono!… delle botte! Insomma! Delle vere!… si dàanno!… io sento… beng! Pfaf… qua rimbomba! (p. 488)
Bisogna che io guardi! Ostia! Che guardi! Ci siamo! Vedo!… lastrda è deserta… scusate!… no!.. c’è Mimì là in fondo e Jules… il marciapiede di fronte! Contro l’«avvisatore»… Mimì e Jules… sono scesi già dal mulino.. sono proprio loro!… sono loro!… lui ha mica perduto la sua parrucca!… (pp. 488-489)
di qua! Che lei fa… di qua! Jules!… in marcia!… scendono la via!… il marciapiede è un bel po’ in pendio!… lei lo tiene la gargarozzo il feroce Jules!… il boa che gli fa da collare… boa pime bialle!… il Jules è al guinzaglio di fatto!… […]
la battaglia della Rue Lepic!… non veo, ma sento… si ricomincia!… un’altra scazzotteria generale!… […]
Ottavio è nel rimescolo! Io lo sento! Posso sempre chiamarlo!… come sbraitano, nessuno può sentirmi… (p. 491)
mi apro gli occhi… me li sforzo, aperti… le avevo, incollate… le palpebre! Me le scollo… che cos’è che portano?… sopra le loro teste in gran pavese! Un’enorme panciona! E hce sballotta e che beccheggia!… di peso!… e che rischia di rovesciare!… se fanno fatica! Si erano messi ben in venti… trenta… l’avevano issato! Sgolavano sempre «Oooo! Issa! Attenzione!» ce l’avevano sopra la panciona! […]
La grossa pancia per aria!… sfregava duro la volta la pancia!… era il Normance!… mica un altro!… la sua pancia!… i ovedevo… lo portavano dalla Rue Lepic!… di peso!… alto sulle braccia! Dove andavano a metterlo?… nella logia? A cacciarlo nella cantina?… (p. 492)
Normance! Il suo turbante! Riconosco! La polpetta di sangue della sua testa!… è lui, di peso sulle braccia!… in gran pavese!… è Ottavio che comanda!… (p. 493)
Sti portatori badavano mica a me… Ottavio li spronava duro!… erano almeno quindici portatori!… venti!… e scalpicciavano nella mia pozza… mi inzaccheravano.
– Avanti! Avanti![…]
l’enorme resta di traverso sul buco! Il suo corpo ostruisce la fossa!… tutta la gente lo urla!
– Rimbambiti! Rotti in culo! Bietoloni!
Ottavio s’indigna!… e come! Che ci riprovino!… è loro la colpa che il Normance resta là! Di traverso!… che non scende giù!… bisgona che lo afferrino per i piedi… lo issino di nuovo!… e lo ricaccino nella voragine! Testa avanti!
– Brutti storpi! Abbruttiti! Assassini! (pp. 494-495)
Fanno forza… premono… una trave gli sbarra la fossa… un altro incidente! Ottavio afferra la trave! e vroomb! nella voragine! tutta la casa traballa alla botta! adesso, ostia! che vengano avanti! barcollano… hanno mica il coraggio… rinculano!… il peso del Normance sta per trascinarli via!… «aaaah! aaaah! » che fanno… davanti al buco!… di paura!… la panciazza ha più peso di loro!… il corpo enorme la testa avanti, la massa di sangue… mollano tutto!… nella voragine!… e beng! deng! boum!… carambola!… sbatte! non credevo la fossa cosi profonda… la casa intera rimbomba… che eco!… il corpo arriva mai… e deng! e vlang! nelle pareti… broum! boum! fa come una bomba!… una bomba molle… una bomba di carne… (p. 495)

A Ferdinand si avvicina Toiselle, con la campana, attratta dall’abbaiare di Piram… vuol colpirlo, ma non sa se sia morto…

Piram abbaia… fottuto bastardo!… wouaf! Wouaf!… gli basta mica d’abbaiare… arriva, mi copre di bava!… mi lecca la faccia completamente… abbaia ancora!… vuole che io mi sposti![…]
– Forse è morto?
Vuole sapere se vale la pena… si china sopra di me… anche le due sorelle si chinano sopra di me!… mi esaminano… (p. 496)

Gli altri intanto, attorno al buco, si chiedono se Normance sia ancora vivo e chi l’abbia buttato giù, rissando poi ancora una volta per futili motivi…

Si interpellano… ma c’è dei rozzoni maledetti in mezzo!… e che ne hanno abbastanza degli scherzi! La battaglia ricomincia!… sotto l’androne… là sotto l’androne!… un oooh! Si dànno addosso negli stracci!… ed diavolo!… che si finiscano! Lo dico! Che si ribaltino!… sono sul bordo… macché! Si aggrappano! (p. 499)

Ottave è accusato di essere fascista, ma zittisce tutti in breve, obbligando peraltro Cléot, che protestava per l’accappatoio prestato per fasciare la testa di Normance ed ormai perso nel buco…

Ma è proprio Ottave… sui gradini… è lui!… è proprio lui!… sl primo mezzo giardino!… sta per salire la scala!… voglio precisare… il troncone di giardino!… (p. 500)
– Maccaroni!…
E poi un’altra…
– Fascista! Mussolini!
Vogliono andare al corpo a corpo!
– Chi sa chi ha detto Mussolini? Chi sa chi m’ha chiamato fascista? Ah!, zozza! Rospi criminali!
Non parla forte, ma dice secco… è pallido… l’avevo mai visto impallidire…
– Ascoltatemi tutti, merde al culo! Ascoltatemi bene! Se non mi chiedete perdono, qua! All’istante!… in gonocchio! Vi sbatto tutti nel buco! (p. 501)
– Bruto?… bruto?… come?… vado a fartelo cercare il tuo accappatoio! Storpiatura!
Credo che va mica a mettersi bene! Va a farsi correggere Cléot! Terribili le furie di Ottave![…]
«Perdono, perdono!…» supplica Cléot…
– Più forte!… più forte! Dillo più forte!
Ottave ordina…[…]
– E Ferdinand dov’è?… dov’è? Vi chiedo dove l’avete messo?
Lui s’informa…
– Là! Là! Là! Là! (p. 502)

Ottave si preoccupa per la sorte di Ferdinand… Obbliga gli scalmanati a soccorrerlo, poi inizia a portarlo ai piani…
Al 5°, o al 4° visto che i due non concordano su quale piano siano arrivati, lo mette in terra e va in cerca d’acqua. Non trovandone, inizia a sfondare muri e soffitti: dal piano di sopra cadono giù Lili e Bébert! Dal basso, invece, arrivano le ingiure dei condomini…

– Alé hop! Aiutatelo voialtri!
Ottave gli dà l’ordine… resta com’è, lui!… piantato sul suo gradino, il suo pezzo di gradino… dall’altro lato della fosse…
– Per di qui compaaaare! Andiamo Ferdiin’! Non avere paura! Alé! Voialtri!
Mi afferrano in dieci! In dodici! Vanno a scollarmi! Di forza! Ahi! Ahi!… se mi fanno male!… mi strappano dai piedi del muro!… ahi! Ahi!… la giacca mi parte con la pelle!… tutto aderisce!… se loro se ne fottono!… ooh! Issa! Ooh issa! (p. 503)
e mi sollevano sopra la pozza!… in un modo!… e mi portano dall’altro lato della fossa!… obbediscono in tutto a Ottave… […]
– Vuoi salir su a casa tua, Ferdinn?
Lui mi domanda… sicuro sì ce voglio!…
– Ah, sì Ottave! Ah sì!
– Allora, aspetta![…]
Mi acciuffa netto alla collottola!… mi sollevam mi leva su di peso sui polsi!… mica storie!… mi carica pari pari sopra la spalla, a bisaccia!… ahi!… ahi! Ancora una botta, io urlo!… lui se ne fotte!… (p. 504)
– C’è più gas Ferdiiin’! C’è più acqua! C’è più niente! Vacca buttana!
Questo lo raddoppia di rabbia si direbbe!… ci dà dentro! Ma più contro il muro… contro il soffitto! Proprio sopra di lui! E con due casseruole ci dà! In forza! Pang! Paff! Sopra! È sopra da noi sono sicuro! Insomma credo… è il «quinto»… spacca il soffitto… lo sventra!… […]
una voce da sopra!… dal soffitto… d’improvviso! Una voce del piano superiore!
– Sei te Lili? Sei te?
È lei!
– Ma sì! Andiamo! Ero in casa (p. 509)
Lui aveva saltato nello stesso istante!… ma strusciava… mi faceva le fusa… Lili l’acchiappa… lo costringe a restare nelle sue braccia…
– Ci hai sete, Lili?
– Altro che! Altro che! Anche Bébert![…]
– Dove che eri Lili?
– Sul tetto!
– E Bébert?
– Con me!… (p. 510)
Giusto in quel mentre Bébert zompa! Lili lo teneva fra le braccia… lui se la svigna!… mi salta per di sopra!
– Bébert! Bébert!
È lontano… è in fondo… gioca… la natura del gatto è così… si annoiava, se la svigna per giocare…
– Ottave vuoi? Riacchiappalo!
Ottave ci va… ma Bébert si lascia mica riacciuffare… Ottave torna… (p. 514)

– Schifezze! scansalavoro! Mussolini! nazi! lordure!
Che ci urlano!… e ci aspettano!… tutta la canea! sotto l’androne!… promette bene… ammassati sotto l’androne! ecco il genere!… ruggiscono! si muove niente…

Ottave sfonda un muro e trova un salone intatto, della palazzina accanto, con il vecchio attore Norbert seduto e vestito da gala…. Questi gli si fa incontro, dichiarando di non aver sentito nessun bombardamento e che è in attesa di illustri visitatori…
Guardate! Guardate!
Picchia ancora!…
– Vieni a vedere Ferdinn’![…]
Vedo una stanza… con dei mobili!… una grande stanza… mica sbrindellata!… niente polvere assolutamente!… una grande stanza pulita… niente di squinternato!… e nell’edificio proprio contro il nostro!… mica lo sbarbaglio! Io vedo perfettamente… una stanza intatta!… un salone addirittura!… un vero salone!… sta casa qui ha niente sofferto! Lo dico forte…[…]
Ci si interroga… chi che non ha lo sbarbaglio?
– Vedi mica Norbert?
Non credevo ai miei occhi… ma sì! Sì! Norbert! C’era proprio qualcuno a tavola!… a quella tavola!… lei aveva ragione… (p. 516)
Stava lì sedut, pensieroso… lo sguardo fisso… si poteva credere che ci guardava, ci guardava mica… (p. 517)
e la stanza accanto alla nostra! In più che era mica casa sua!… notate! Abitava, il suo domicilio,8 Avenue Gaveneau, dunque un altro «isolato!»… (p. 519)
– Eh, Norbert! Norbert! Tu giri?
Ottave gli grida…. ci poteva essere un «cinema»… una «ripresa?»… ma come?
– Seida solo?
Ah, ci siamo!… si decide… si alza!… Norbert si decide! Lo si vedeva irrigidito… diventa tutto attivo!… viene verso di noi, premuroso!… verso la breccia del muro… ci porge le mani… ha il sorriso… ci accoglie…
– Vi aspettavo!
Così!… pari pari!
– Entrate pure! Entrate pure!
Che si passi per la breccia!… ci invita! Va bene!… si scavalca!… siamo in un salone… (p. 521)
– Non hai sentito quel che è cascato? Non hai visto un po’ i fosfori? Non hai patito bombe?
[…]
– Ma amici voi siete pazzi!
Sbotta!…
– Non è successo niente!… confondete tutto! ecco! confondete tutto!… non è successo niente! sta per succedere! si! certo! sta! sta per succedere!
Calca su: sta per succedere!… e si mette un dito sulla bocca… che è assolutamente segreto!… e che io… per me! parlo troppo forte!… proprio troppo forte!…. mi si avvicina all’orecchio… mi sussurra…
– Confondete tutto!… sst!…. avete sentito le salve!.. le bordate d’onore! Ecco! Boum! Boum! Boum!… ecco!…
Si è noi i coglioni! (p. 522)

Ma chi aspetta il vecchio attore? Perché non risponde alle domande di Ferdinand?…
Ottave entrato in bagno per rinfrescarsi, vi trova nella vasca bottiglie di alcolici immerse nell’acqua e lì… Ferdinand, chinatosi per bere acqua, vi scorge il cadavere di una donna annegata da poche ore! Fanno varie ipotesi sulla morte della donna, la signora Gindre, proprietaria di casa….
Ottave trova poi in cucina il cadavere della governante, morta schiacciata dalle macerie…
Ferdinand si fa una veste con un asciugamano trovato lì in cucina, dato che, tirato via dalla pozza in cui era incollato, si era ritrovato seminudo…

Posso urlare! È scomparso! Scomparso! Ed era accanto a noi!… andava e veniva!… ah, l’appartamento misterioso!
– Norbert! Norbert! Da bere! Da bere! (p. 525)
porco dun Dio di buffone… avevo voglia a chiamarlo! Aspettava che?… «girava» mica! Certo e sicuro!… si vede quando si «gira»… ma era forse solo in visita!… in casa di amici?… mi aveva mai parlato di questi amici… […]
Posso chiamarlo!… un altro che sbraita! Ottave! Dal fondo!
– Di’ un po’ Ferdi’i’i’n! La stanza da bagno!
Ha trovato la stanza da bagno… non mi fiso… alla fine, arranco… ci vado a tentoni… è a destra!… ha ragione: una stanza da bagno… e una vasca piena… l’acqua!… c’è acqua… ed è mica tutto!… bottiglie!… pieno di bottiglie che galleggiano… a rinfrescare!… in superficie!… Norbert l’aveva detto!… pieno di bottiglie!… (p. 526)
voglio una bottiglia d’acqua!… non ce n’è!… vado a dissetarmi comunque!… mi caccio a bere direttamente dalla vasca… Lili, Ottave bebono dello champagne! Ciascuno la sua bottiglia1… al collo! Non c’è voluto molto!… alla vostra salute! Ma io, dal bordo della vasca… vedo qualcosa!… in fondo alla vasca!… sì! Sì! Vedo!… non sono cecato!… vedo una testa in fondo alla basca… una testa di donna… in capelli lunghi… una non giovane… vedo dei capelli bianchi… […]
vedo perfettamente… è una testa di donna, senza errore!… e un corpo di donna, e non giovane!… è stesa sul fondo dell’acqua… ne ho fatti di «accertamenti» un poco almeno!… è un’annegata.. da mica molto! Alcune ore!… […]
– Tu credi Ferdinand, che è morta?
– Lo credo! Sono sicuro! Ti certifico che è morta!
Non mi piace che si dubiti della mia parola!… (p. 527)
– La conoscevi la carampana?
– Chi?
– L’annegata, là?…
Chiedo a Ottave…
– Sì, un poco… la vedevo portare a spasso il suo cane…
– Si chiamava come?
– Signora Gindre… aveva una serva… (p. 528)
– La serva di’, la serva!…
Adesso ha trovato la serva! Spingendo una porta!… Ottave ha trovato la serva!… un’altra porta!… la cucina che ha trovato!… un’altra cucina!… mi attacco al muro!…
– Vieni a vedere, Ferdinand!…[…]
il soffitto è crollato!… era una cucina!…[…]
e sotto tutto questo c’è un corpo!… sì! Un corpo! La testa che spunta fuori! Vedo la testa!… l’altro lato, le gambe!… una testa gonfia, congestionata… con labbra enormi… una ragazza giovane… morta per congestione, direi… (p. 529)
«Oh! oh! che vi indignerete, ricapitola, carogna!… ci fa perdere il tempo! » bella cantonata la vostra! manco per niente!… che io sono in pieno racconto!… acchiappo un asciugamano sui piedi della servotta, nella catasta!… un asciugamano di spugna immenso!… ci filo un taglio di coltello a traverso! nel mezzo!… pfsss! un buco!… e mi ci passo la testa!… me ne faccio una sopraveste!… un dato momento, è semplice, nelle catastrofi della Storia, c’è più che un solo panno utile: l’asciugamano di spugna! ma «spessa»!… attenzione!… spessa… l’asciugamano di spugna beve il sangue, riscalda il corpo, ti salva l’uomo!… […]
andavo meglio col freddo… ma la sete! Assolutamente niente per la sete!… terribilmente sete!(p. 530)

Beve finalmente anche un po’ d’acqua dal rubinetto…
Vorrebbe andarsene, ma Ottave vuol prima vedere Norbert “girare”, convinto che sia in posa per un film, preoccupandosi poi per le morte. Mentre litigano, ecco d’un tratto che suonano e bussano: è la portinaia Toiselle. È stata Toinelle a dirle dove stavano!

– Servitene! Prova!
Ne veniva mica granché… ci succhio comunque, due… tre gocce! (pp. 530-531)
è una scala me che voglio!
– Dov’è la scala? Dov’è Ottave? Ha mica bucato la scala?
– No! È buona! […]
Lui, Ottave, voglio che si decida!… mi ha issato, mi può tirare giù! Ma vole vedere «girare» Norbert!… del bello e del buono che lui si stacchi! (p. 532)
Ottave insiste!… rimbecca… vuole mica scendere giù… […]
– Ferdii’nand! Hai ragione!
Ah, l’ho convinto… adesso si decide!…
– Ah, aspetta! Aspetta!
Cambia parere! Ancora!… che altro?…
– E la padrona nella vasca? E la servotta?… che se ne fa?… le lasci qui? (p. 533)
ci si suicidava a rimandare!… urlo a Ottave!… «resta! Rimugina! Crepa! Affanculo! Me ne vado da solo, io!»…
Una gamba! un’altra!… e sloggio!… là, giusto in questo mentre… «toc! toc! toc! » dei colpi alla porta… e dindrin! dindrin! la campana!… la campanella!… chi è che bussa?… chi suona?… – Va’ Lili! va’ a vedere!Vale manco la pena!…- Sono io, Dottore! sono io! Pari pari! la bidella alla porta! la comare Toiselle! […]
– È lei Dottore?… è proprio lei?… delle carte sue!
Per questo che ci cerca!… che ci ritrova!… delle carte mie!..
– Chi le ha detto, Madama Toiselle?… chi le ha detto? Voglio sapere…
– È Toinon, Dottore!
– Sa dove siamo, Toinon?
– È qua di sotto! (p. 537)

È salita per riportargli delle carte raccolte in strada, volate con le esplosioni…

Come che sa, lei, Toinon! Di sotto! No di sotto! Sta bamboccia spiona si scollerà no! Mai! Fa dei mesi che mi pedina! Con cani! Senza cani!… e che mi ritrova!
– Dica Madama Toiselle! Dica!
Non sa!… ha le mie carte, è tutto… ma dei fasci allora! Dei fasci! Piene le braccia!… mi getta il tutto fra le gambe!… io me ne fotto delle carte![…]
– Dov’era?
– Tutta piena la strada!… pieno davanti alla casa!… vada a vedere se vola!… vada a vedere!… Che allegria… lei mi informa qualcosa… tutto questo deve essere uscito da casa nostra!… volato via da sopra! dal nostro piano!… ci avevo la mia stanza piena di carte!… volevo sempre metterci ordine… butto un occhio, guardo ste carte… c’è una parte di «Re Krogold»… «la Volontà del Re Krogold»… opera iniziata sono trent’anni!… dove che era finita! c’erano pure delle «ricette»… dei «blocknotes »… e dei prospetti… e tutto un capitolo di « Casse-Pipe »! che cos’è che mi riportava Frittata!… e che questo non era andato bruciato!… questo il più strano! (p. 538)

Le mostra Norbert, invitando a chiamarlo per vedere se si scuota, poi la manda in bagno affinché veda la morta… Litiga con lei perché teme che abbia radunato di sotto una folla per linciarli. Ottave e Norbert lo calmano… Quest’ultimo gli sussurra all’orecchio chi è che sta aspettando: il papa, Roosevelt e Churchill. E che gli lasci Lili per riceverli!…

– Lo chiami! Lo chiami, Toiselle!
Voglio vedere se gli fa effetto… se volta la testa per lei!… ah, manco per sogno!… La guarda nemmeno… nessun effetto!… (p. 539)
– Portinaia!… portinaia!… per di là!… vada!… vada a vedere un po’ la vasca!… se ci capisco!… entri dentro, eh! Entri dentro!… bagno!… bagno!… […]
– Sì! Sì, Dottore! Ma da basso, dica! La Signora Normance sotto la tavola?
– Che cos’è che mi viene a parlare, la pazza! (p. 541)
C’è chi è più serio di tutto, Toinon!… c’era mica sotto l’imboscata già bell’è pronta?… che ci aspettavano tutti giù da basso?… in dieci?… forse venti?… che la bidella era venuta su a nasare?… a nasarci?.. che i Murbate stavano sotto l’androne?… e forse con gli inquilini?… tutti gli inquilini dei due «civici»?.. una dei quelle trappole studiate?… «Murbate e C.»? (p. 542)
– Che cos’è che fai, te?
Gli domando.
– Un diplomatico! (p. 543)
Ferdinand, ascolta!
Mi sussurra…
– Che vadano via tutti! Te, resta qua!
Mi dà un ordine!… ancora un ordine! (p. 544)

– Ripeti! ci faccio… Chi aspetti? Il Papa?… urlo forte apposta… lo giuri? Lo sconcerto manco per sogno! sempre più serio invece!… e mica solo il Papa che aspetta! Churchille e Roosewelt! che stanno per arrivare! là! che mi dice! che mi afferma! che ha appuntamento! veramente!… ne dubitavo forse? mi mancava che questa! lo offendo! la mia aria scettica!… m’incolla la mano sulla bocca… la mia propria bocca!… sst! sst!… che io vada mica a ripetere![…]
Sospettavo… è insolente! Voleva essere solo!.. tutto ciò che voleva!…
– Ancora una parola! Lasciami Lili, mi aiuterà a riceverli!… Ecco Lili indispensabile! Padrona di casa!… per me, io vedo soprattutto che è maiale… che vuole essere solo con Lili… mascherina!… con i suoi occhi fissi! Mistero, no mistero!… so io il trucco!… non mi incanta me! Scusate! Mi fa cagare coi suoi enigmi!
– Scendi giù con noi!
A me, la decisione! Un poco!
– Sst! Sst!… stanno per arrivare!… (p. 545)

Norbert è impazzito, chiede dei fiori, di telefonare al Papa che ritarda, non vuol scendere… Ottave dice agli altri di affrettarsi e così iniziano la discesa… A un tratto però, nell’udire le sirene, il gigante si ferma: chi la suona la sua sirena se lui è lì?…
La Toinelle si mette ad agitare la campanella che ha con sé per farli sloggiare, ma così facendo fa volar via tutte le carte del povero Ferdinand…

Ottave ci interrompe… ne può più di sti sussurri!… non si finisce di sussurrare! Lui, scende… Lili tiene Bébert fra le braccia… Ottave sta per riprendermi sulla schina!… la bidella agita la sua campanella!… eccola, sta scala scellerta!… […]
– Aggrappati! Aggrappati bene! Che mi grida Ottave! […]
ha il piede fermo, Ottave!… inciampa mica… sbaglia manco un gradino… e alla discesa è il miracolo!… sdondolo sulla sua pancia!… con la mia testa!… con la testa!…
Mi ricordo con estrema esattezza… è così che sdondolavo quando gli ululamenti ominciarono!… uuu! Uoiui! Gli ululamenti di fuori!… le sirene!… le vere sirene! No della mia testa!
Uuu! Ooouu! Uuu! (p. 548)
– Le sirene Ottave! Le sirene!
– E la mia, di’ un po’?
Che cos’è che è?
Tutto quello che mi risponde!… e mica contento!… si ferma di botto!… sende più… sul suo tratto digradino… riflette…
– E la mia?… la mia?
Bloccato che resta!… me, a bisaccia!… la testa spenzoloni!
– Ma la ritroverai la tua sirena! Non te la vanno a rubare la tua sirena!
Ho voglia a rassicurarlo, si sposta più!…
– Forza Ottave! Ci vai dopo! Ci vai! […]
La guardavo… ero costretto… sotto il suo naso quasi!… aveva le mie carte sotto il braccio! Ttute le mie carte! La vacca!… i fasci!… aveva ripreso tutto! E la sua campagna… ciambelle e pieche gialle… e i gonfiori in mezzo!… rossi, blu, verdi! (p. 549)
– Sei te che ti muovi più, eh, bietolone!
È vero che si muove più!… dindèn! dindènl ma la bidella però si agita!… eccome!… scampana a più non posso! in trance!… le mie carte scappano via!… lei molla tutto! prendono il volo le mie carte!… dalla vetrata’!… dalle porte!… avrei mai creduto tante carte!… una comica!… una tromba di carte dalla finestra!… tutto sulla strada!…
– Te ne fotti! te ne fotti, bidella!
– Scendiamo, scendiamo, Dottore!…
È lei che ha fretta adesso!… per me io ci sto!… ma Ottave è incerto… mette un piede sopra un gradino… (p. 550)

Ottave riparte lento mentre Norbert continua a chiedere a Ferdinand di lasciargli Lili, iniziando poi a masturbarsi lassù in alto, in cima alle scale… Finalmente i quattro più Bébert arrivano nell’androne… Il palazzo è inspiegabilmente intatto, pur essendo a fianco del loro… Sebbene a fatica, Ferdinand si rimette in piedi ed esce in strada… La Toiselle si ostina a suonare la sua campanella per richiamare la gente, ma è tutto vano, le sirene coprono il misero tintinnio e tutti sono ormai fuggiti al Metrò…

Norbert mi fa segno che scende!… va’ a farti fottere!… se lo smaneggi sopra la ringhiera! Ecco lo stato del personaggio! Sopra di noi!… in trance!… (p. 553)
Lo avverto… sto per vomitargli addosso!… oh, ma eccoci arrivati!… mi ero mica accorto… ci siamo! Si è sotto l’androne! Un androne come il nostro!… assolutamente come il nostro… intatto però… (pp. 554-555)
Là, dritto, slungato sulle mattonelle, rifletto… ricapitolo… al «quarto»: l’annegata e la serva sotto le stoviglie… […]
si è solo che noi quatro sotto sto androne, me, Ottave, Lili, la bidella… e Bébert! Lo dimenticavo!… (p. 555)
Al metrò! Al metrò!
Ci grido… […]
Nessuno arriva… la strada resta vuota… nessuno parla… c’è solo che urlamenti di sirene! Che scombuglio! Una pazzia di uuuu! Ancora pià sirene, si direbbe… (p. 557)
tanto per cominciare c’è più niente da capire! la bidella porcoddio cocciuta lotta con gli «ùùùù! ùùùù! » avanti a noi!… cinque passi davanti a noi… che cos’è che si dà da fare! sta convulsa! la vedeste! (p. 558)

Ottave intanto li lascia per andare a suonare la sirena al Sacré Coeur…

– Sirena! Sirena!
Ottave le urla!… le indica il cielo… e mi fa segno a me pure!… segno che se ne va e che ci lascia!… sì! Che ci lascia![…]
– Dove che vai, stronzo?
– Alla mia sirena! (p. 558)

Norbert li chiama dalla finestra, mentre le due donne trascinano il malconcio Ferdinand verso il metro…
Avanzando, Ferdinand si accorge di aver perso anche le scarpe…
Le sue carte, intanto, continuano a cadere in
strada senza sosta… Teme il linciaggio… La portinaia, invece di aiutarlo a scendere la scalinata, continua a portargli pacchi di carte, facendolo imbestialire, e a suonare la campanella…
Ma alla fine Ferdinand riesce a prendergliela e a gettargliela lontano, quell’odiosa campanella…

Ferdinand è stato dei fatti esatto cronista…

La bidella agita più la sua campana… si dimena più… piange… suona più… adesso come siamo, tutti e tre, il marciapiede in pendenza davanti a noi, in discesa, is va a ruzzolare al metrò!… credo!… il sottopassaggio!… l’entrata del metrò… è da tentare!… l’Avenue Gaveneau… la Rue de la Borne… e poi la svolta… […]
sarà lo spasso! Ci penso… giusto la bidella scossa! Agita! Al momento! Rimescola!… il suo aggeggio!… e a cinque… sei metri avanti a noi! Scossa di nuovo la sua campana!.. è ripresa dalla frenesia… la sua gara con le sirene!… a gran sbandate ci dà dentro!… dinden! Beng! Deng![…]
Che mi senta!… l’avverto!… che sono mica ingenuio!… il suo aggeggio di campana!… perché gl inquiolini rispuntino! Che ci facciano a pezzi!
– Più forte!… più forte! Scellerata! (p. 559)
mi trascinano! Non ho più equilibrio!.. ed è mica ubriachezza notate!… ho bevuto niente… solo che al runinetto!… e vedo tutto sfocato tutto zigzag… è no ubriachezza! No! […]
vedo solo che carte!… sempre carte!.. vortici su vortici di carte!… che tutta la strada ne è opaca… tutta l’aria!… vedo il cielo bianco… sì!… bianco di carte!… ma che freddo ho io!… i brividi!… lo spiffero nelle ossa!
– Pazienza! Pazienza!
Ohiohi! Ohiohi!… l’hanno facile! Se ne fregano!.. mi strattonano… farmi fretta che vogliono! Che scenda giù svelto!… (p. 564)
se se ne fottono delle distruzioni! Loro!… oh me, sono sensibile! Oh me, io soffro!… è pieno di ricordi tutto quanto è più là!… (p. 565)
mi ha rubato le scarpe?… ho più scarpe!… è un fatto! Qualcuno mi ha rubato le scarpe!… ho freddo ai piedi!… ma ce le avevo poi le scarpe? Su di sopra, avevo un paio di scarpe!… come ho peduto le mie calcose?… mi sono partite da sole dai pieidi?… quanto Ottave ni scendeva giù… che avevo le gambe spenzoloni! Perdio!… […]
Mi risponde nemmeno… è più là… è scomparsa nell’uragano delle carte… con la sua campana!… mi schiaffo a ridere!…
– Perché ridi? (p. 566)
– Si è cascati in una trappola! Il Papa è mica sul marciapiede! Si sta per essere massacrati pari pari!… spicciamoci Lili! Smetti di gurdar su per aria!
Ho proprio la sensazione che c’è più un minuto da perdere!… (p. 567)
– Venga, venga, Madama Toiselle!
Vorei che mi aiuti per igradini… si èarrivati ai gradini proprio del metrò… ai gradini della scalinata dereure.. il metrò è un poco più sotto… bisognerà sondarli i gradini… con quel che è cascato in fatto dicarte!… pensate, da delle ore!… vortici su vortici!… lo spessore!… la copertura!… ma ho mai avuto tante carte!… è mica diavolo possibile… e la bidella raccatta sempre!… mi aiuta manco per niente!… me ne porta ancora dei fasci!… ho voglia a urlare «basta! Basta!»… va’ a farti fottere! Lei scantona!… me ne porta ancora!…
– È roba sua! È roba sua, Dottore! (p. 569)
Così! Faccia di culo! Tutto è lecito!… ma lei è a portata, brutta ceffa!.. pang! Dinden! Dinden! Ci strappo la sua campana!… ah, però!… e ce la spedisco lontano!… sul selciato che va!… sbatte!… rimbalza!… Toiselle le corre dietro!… (p. 571)
si andava al metrò, è tutto!… e l’aria era intasata di carte, ecco!… a vortici! Carte mie! E altre! Che si vedeva più il marciapiede di fronte!.. ribadisco… che c’era pericolo estremo!… che le sirene stavano per tornare… no! Mica le sirene, gli aerei!… e che io dovevo telefonare! Che ci ho anche provato, al «Posto di polizia»… e che le pulle non hanno voluto!… ecco i fatti, a esatta misura… (pp. 571-572)