LOUIS-FERDINAND CÉLINE – LETTERE A MARIE CANAVAGGIA

[banner][banner][banner size=”300X250″][banner size=”120X600″]LOUIS-FERDINAND CÉLINE – LETTERE A MARIE CANAVAGGIA
(Lettere scelte 1936-1960)
(A cura di Jean-Paul Louis. Traduzione e postfazione di Elio Nasuelli)
INTRODUZIONE
(Di Jean-Paul Louis)
NOTA DI TRADUZIONE

 

LETTERE A MARIE CANAVAGGIA (1936-1960)
Archinto propone una selezione di 97 lettere inviate da Céline a Marie Canavaggia tra il 1936 e il 1960.

La lettere toccano vari argomenti: la correzione di bozze che la donna deve revisionare e sottoporre ai vari editori, repliche ad articoli di giornale che lo tirano in ballo per collaborazionismo, richiesta di informazioni  dalla Danimarca (si firma con lo pseudonimo “Courtial”) su persone, luoghi e fatti. Emerge quindi il solito Céline egocentrico, furioso (insulti a profusione contro tutto e tutti, ebrei e non, perfino contro la stessa Canavaggia) e insultante.

Tra le 97 lettere un paio sono della Canavaggia, due di Jean Paulhan (direttore della NRF), una a testa di Albert Paraz e James Laughlin. 

CITAZIONI
[12 aprile 1936]
[…]

Me li accollo tutti! La minima virgola mi appas­siona. Non conosco, odio la stravaganza e il felice ripiego Categoricamente no. Me le addosso tutte le difficoltà, tutti gli sforzi per concludere. È a lavoro finito che si riconosce il vero operaio. Che non molla mai. E io non sono uno che molla.

 [20 maggio 1936]

 

[…] È tutto quel che si può pretendere dai critici – Non fanno altro che dire scempiaggini. Fingono di fare qualcosa con il pettegolezzo e lo sciacallaggio di bassa lega – Giornalisti per primi – sono dei ciarlatani – Faccia l’abitudine a leggere sempre tutto secondo questa prospettiva.[…] È un tono che si dimentica troppo in fretta la massa è sadica, codarda, invidiosa e distruttrice.
[ 26 ottobre 1937]

 

[…]Se lo ricorda? Chi mi ha difeso per M. a Credito? I paladini della grande letteratura? Chi? È stata una vera persecuzione, la più vile, la più ingiusta, la più ributtante… Pertanto la mia sola intenzione è rispondere colpo su colpo. Me ne strabatto alla milionesima potenza anche di essere semplicemente corretto… Sono in guerra con tutti. Visto che tutti sono stati solidali nel cercare di ridurmi a zero. Sarà me­schino forse, ma è concreto e tangibile.[…]
Ci ossessionano con la «nobiltà d’animo» – Loro però se ne fottono altamente della nobiltà d’animo e sono i Padroni del mondo. Voglio scannarli con la loro stessa meschineria. Questo libro è stato scritto all’insegna del più grande disgusto. Non è fatto per piacere, a nessuno. […]  Anatole, più pervertito e schifoso degli altri, era certamente ebraizzato. Quel che sapeva fare era fabbricarsi della merda vi­schiosa
Quanto a Zola, è semplice, era ebreo italiano d’origine
[8 febbraio 1941]
[…]La Francia è ebrea e massona, definitivamente. Ecco cosa dobbiamo metterci in testa, cari i miei diplomatici! Camarille a non finire…[…]

 

  [21 settembre 1945]

 

Io sono più semplice Marie e anche più vecchio per me è passato il tempo per queste cose – troppe prove e malattie e fatiche e angosce e anni mi hanno massacrato dentro e fuori non trovo requie se non nella medicina e nello scribacchiare le mie storielle – Lei sta chiedendo a un mutilato senza le 2 braccia di giocare a bocce.
 

 

[22 settembre 1945]
[…]Inutile dirle che non ho imparato neanche 3 parole di Danese. Del resto tutto quello che non è francese mi procura un vivo e immediato dispiacere. Sono di parte. La vita è piacevole qui, le persone molto gentili, ma che prezzi! I prezzi del mercato nero a Parigi. C’è di tutto. Ma quando uno non guadagna una lira! Il problema del vestiario è drammatico[…]
[30 settembre (?) 1945]
[…]da una parte i mostri, i vampiri, gli sciacalli i demoni con tutti i vizi, tare, pustole, castronerie e carognate e dall’altra i prodi, gli arcangeli, i liberatori, con tutte le belle qualità, tutti gli onori! Facile la vita. E idioti quelli che non stanno sempre dalla parte del più forte – quale che sia! automaticamente. In un’altra vita non ne avrò più di guai glielo assicuro. Ho soppesato l’uomo. Non vale un soldo bucato.[…]

  

[25 ottobre 1945]
[…]D’accordo mi hanno dimostrato una stupefacente indulgenza ma me l’hanno anche fatto discretamente notare… e posso ritenermi abbastanza al sicuro proprio perché sono straordinariamente discreto, silenzioso, solitario e riservato.In realtà il mio isolamento è completo. Non vedo nessuno, uomo o donna – non sarebbe proprio il caso. Non sto a nascondermi, ma non mi faccio neanche vedere. Non si immagini niente di piacevole – è una lotta perpetua e moralmente assai meschina, molto triste e tormentosa, e alla fine, data l’età, senza molte speranze di venirne più fuori. Sto bruciando le mie risorse. Se mai tornassi sarei povero, malridotto e odiato come è giusto che sia.[…]
[26 OTTOBRE 1945]
[…]Ecco l’inverno. É lungo e rigido. Ci manca proprio tutto, salvo il cibo. E quel che probabilmente è più duro è questo isolamento questa assoluta quarantena morale e intellettuale – piena di rischi e peraltro revocabile a piacere. Non contiamo niente. Non è l’inferno ma un limbo freddo. L’esilio è duro, durissimo per come ci tocca di viverlo. Si parla degli Ugonotti, degli aristocratici, dei Comunardi, ma loro stavano in gruppo e preparavano il ritor­no, o una nuova vita. Noi qui siamo come bestie rare e da soli, completamente soli.[…]

Da quando siamo partiti non abbiamo visto anima viva dai luoghi del nostro passato – un spessa cortina di disgrazie e di fuoco (e di morte purtroppo!) è scesa tra noi, le nostre vite e i nostri cari Tutto questo bisogna averlo provato e io ne avevo già viste di cosette per rendermi conto di cosa sia veramente la sofferenza…Abbiamo anche la sensazione angosciosa di stare «raschiando il fondo» per quanto riguarda i soldi. Già dal Voyage lo presagivo con chiarezza. Ma non sono mai stato ca­pace di mettere da parte un gruzzolo.[…]
[27 e 28 ottobre 1945] 

 

[…]Riguardo a Bobby le do ragione, bisogna stare in campana… Con lui senti sempre puzza di canaglia. Non mantiene mai la parola, mente come respira. Ti combina una mascalzonata come se niente fosse. È un Belga – un gesuita, un omosessuale e un editore. E questo vuol pur dire qualcosa. In quanto a «puzzone» non ci si può proprio lamentare. […]Ma ha tutte le virtù del gesuita, è abile negli affari, tenace, spavaldo – e belga, già per qualche verso teutonico – più incisivo dei francesi. Eppure confusionario, arruffone, nessuna considerazione per il lavoro. Ma in compenso ha entusiasmo e una certa spiritualità codina — Le sue mani sono spaventose a vederlo quando mangia – un bruto famelico e implacabile – una curiosa miscela.[…]
  [29 e 30 ottobre 1945]
[…]Io non avevo niente da rinnegare o da abbandonare. Non avevo promesso niente, firmato niente di niente, mai. Ho perso tutto in questo schifo di storia in modo assolutamente gratuito, in totale gratuità.[…]

Ma né in Germania né in Francia ho mai tenuto ufficio, ruolo, parvenze di ruolo politico. Ero libero l’impiegato, l’associato di niente e nessuno -[…]

Fossi stato più vigliacco sarei partito per la Spagna nel 1940 visto che ero completamente estraneo a qualsiasi coinvolgimento o vantaggio – Sono gli altri in debito con me – io non devo niente a nessuno e l’ho sempre gridato forte.[…] 

Abetz mi detestava. Tutta la Germania ufficiale mi detestava. Tutti i miei libri sono vietati in Germania dal tempo di Hitler Mi consideravano un anarchico insopportabile – Se la Germania avesse vinto al guerra la Gestapo mi avrebbe fatto assassinare. La mia sorte era segnata Prima i libri, poi l’autore Potevo contare soltanto su di me – Ed è quel che ho fatto in condizioni atroci – Non devo niente a nessuno -[…]
 [16 NOVEMBRE 1945]
Dietro a questa campagna di denigrazione e di diffamazione c’è Le Vigan. Era l’essere più codardo, più vile più cretino del mondo. Giuda in persona. Ne aveva la figura, il ruolo e lo spirito. Con sua moglie e l’amante di lei aveva messo in piedi un’agenzia di spionaggio e delazione per Vichy e per la Gestapo. Prendeva soldi da entrambi.[…] un provocatore, una larva, un bidet, un deficiente, una schifezza d’uomo[…] 

 

Non ho proprio niente da rimproverarmi. L’infamia è di quelli come Paquisistigatori prezzolati che hanno continuato a spingere al macello i creduloni e i sinceri, mentre tutto era irrimediabilmente perduto da un pezzo e loro lo sapevano – C’è un bel processo da fare e io lo farò, per dio! adesso cominciamo a divertirci.[…]

 

[24-25 novembre 1945]

 

[…]Si sarà detto: io devo crepare ma lo voglio rovinare quel bastardo, su questo non ci piove! L’odio è il più forte tra i sentimenti umani. […] Non faceva altro che istigare ecco tutto. – Del resto non aveva né penna né ingegno. Per questo era così invidioso. Si fa­ceva rilegare le panzane che diceva alla radio poi le firmava in libreria! Romanziere, figuriamoci! Anche Rebattet era un po’ così – poveraccio![…] 
Vedo che Malraux è diventato ministro. È un povero disgra­ziato. Con un qualche talento giornalistico, contorto e sconclu­sionato del resto, ha scritto i Conquerantes che non era male -da lì in poi solo fregnacce – buchi nell’acqua – ma che stampa, che fanfare – e che razza di buffone arrogante! nei panni del co­lonnello, dell’esploratore, del Pensatore – e ora del ministro! […] È un mitomane e un bestiale bluffatore – invidioso fino al delirio. Non sfigura in questa collezione di campioni di medio­crità. Lui ha un titolo in più è un povero pifferaio della lettera­tura che dirige le orchestre – i Pascal, i Bakunin.[…]
[3-4 aprile 1947]

[…]Quel che gli prude in culo ai miei nemici è che sia ancora vivo perdio! e che di sicuro prima di crepare li striglierò come si deve! Non so ancora bene come ma non creperò sconfitto! Questi cani vedranno come se la sono giocata male.[…]

 

[5 maggio 1947]
[…]Deve sapere che questo rappresenta la caccia agli animali nocivi, sempre in corso. Ogni buon cittadino non manca di prendervi parte – È una specie di missione priva di rischi e noi per dio siamo gli «animali nocivi» del mondo d’oggi. Qualsiasi colpo è lecito – e non c’è scampo – Staremo a vedere.[…]
[10 maggio 1947]
[…]mentale – Non so quale sarà la mia futura sorte, sono carne da corrida. Non prendo nessuna iniziativa. Mantenere una grandeprudenza va bene, ma è un atteggiamento passivo che consenteagli avversari deliranti e disonesti di coprirti impunemente dischifose menzogne, che poi di fatto si danno per verità incontestabili. — Chi tace acconsente – Quando mi spiegheranno come mai Montherlant è tornato in auge mi toccherà di concludere che la bilancia della giustizia ha dieci o dodici piatti…[…]l’addetto stampa. So anche che Charbonnière l’ambasciatore è lui ad avermi giurato un odio assoluto, e visto che ha fatto carriera a Vichy – tutto sommato in modo vergognoso – considera la mia testa il prezzo della sua riabilitazione. L’individuo per di più è un idiota, isterico e cocciuto. Che fare? Per il resto l’opinione diffusa è che io abbia pagato più che a sufficienza vista l’entità dei miei crimini. In confronto a Montherlant – (ora portato sugli scudi.) Giustizia significa equità[…]
[30 maggio 1947]
[…]niente. Lo scrivo a Zoulou. Quanto a Charbonnière, è proprio uno sciacallo, un vile, piccolo merdoso collaboratore di Vichy della più lurida specie che mi ha perseguitato e mi perseguita ancora in una maniera così infame da nauseare la polizia, e la giustizia danese. Si è portato da Vichy la sua nursery, l’odio che ha poppato laggiù, contro di me. Un omuncolo schifoso senza nessun talento e tantomeno coraggio. H o una gran voglia di farlo fuori, nient’altro. […]zione e dai circoli ufficiali. Un disastro su tutti i fronti. Charbonnière non è uno che beve – è solo un mingherlino neuropatico che si crede afflitto da una grande delusione d’amore (per una donna sposata) ci fa delle crisi isteriche. È un presuntuoso e un gaffeur incredibile. Ho letto delle lettere che ha scritto contro di me che sprizzano odio calunnia e meschinità 6 in una maniera mostruosa. Non ha neppure quel contegno che il ruolo gli imporrebbe -[…]C’è un divario tra noi Marie – un divario fatto di orribili pene e di stanchezza infinita – la mia anima è stata distrutta. A nessuno frega di niente e di nessuno – oggi come oggi – a tenerci vivi sono l’odio e la sete di vendetta – questi sport atroci e tutte queste sciocchezze, tutte le chiacchiere di questa commedia infetta non fanno altro che provocare nuova rabbia e nuovo disgusto – Mi capisce – Quando uno è alla frutta, alla fine delle risorse, il mondo gli sembra così vergognosamente iniquo che soltanto un’ecatombe generale potrebbe fargli tornare il fiato e il sorriso.[…][18 giugno 1947]

Per rimanere in tema, la situazione economica sta diventando davvero pesante. Riusciamo ancora a tirare avanti ma le nostre risorse non sono infinite. Come può immaginare! Non potere guadagnare un soldo quando si hanno spese quotidiane anche questa è una maniera di farti crepare – Vedo arrivare l’inverno e non posso non provarne angoscia. Perché qui l’inverno è atroce, glielo assicuro – […] I giudei evidentemente nascondono tra le loro fila una bella banda di assassini (quanto è successo a Denoèl ne è la prova) ma la questione ebraica non ha più senso, o ha un senso completamente diverso da prima… Sono gli arabi di Palestina che bisogna catechizzare… non il sottoscritto! Chi ha tirato le bombe ai

capi di governo? Sono forse io? Cosa diavolo c’entro con tutto questo? In verità la questione ebraica è chiusa. Ci sono tanti Ebrei a Mosca quanti ce ne sono a New York, e non chiedono altro che di scannarsi tra loro! I miei fottuti libri non vogliono proprio più dire niente. Non hanno più senso nel mondo di oggi – Questa storia mi ha rotto le scatole. In un certo periodo c’è stata una malattia – poi le cose sono andate in maniera tale che adesso la malattia non esiste più — si va avanti a ripetere, a rimasticare, a rimuginare. Ma ormai non vuole più dire niente, non vale per il mondo com’è fatto oggi – Attualmente l’antisemitismo è un’insulsa idiozia e l’anticélinismo pure -[…]

[19 agosto 1947]

[…]Cani siamo e da cani siamo trattati… e spesso anche peggio glielo assicuro. Non creda una parola dei brillanti discorsi di Mik, la vita è brillante per lui! Per noi un accidente! Che egoismo questa gente! E non bisogna lasciar trasparire nessun rancore… altrimenti dritti dritti in galera! Il ricatto col perenne sorriso sulle labbra… Le racconteremo tutto quando verrà qui. Bisogna che calcoliamo le sue spese di viaggio – qui con gli introiti di quanto pubblicato – da Gutenberg o da qualcun altro – ! Vede bene che da quando mi son messo a strapazzare con delle robuste nerbate questa gentaglia che mi abbaia alle calcagna – se ne sta a cuccia – Fanculo i silenzi e le prudenze con questa canaglia ignobile, sciacalloide, il randello ci vuole – È così che funziona.[…]

[25 agosto 47]
[…]Che tutti questi poveri storpi dell’intelletto che fanno «oh! ah!» davanti all’ebreo Miller e al negro Sullivan non sono che degli incapaci, degli ignoranti e dei disonesti? (Ha notato: tutti geni nella misura in cui sono giudei, pro-giudei, negri o pro-negri. […]
[31 agosto 1947]

 

Che ipocrisia! — Comunque da questi incontri – fonti del tutto affidabili – la conclusione che si tira è = che tutta la polizia in Francia è marcia e la magistratura molto influenzabile… In poche parole = se fossi ricco (ricco davvero! —) se per esempio avessi 20 milioni da impegnare nella mia difesa – il mio caso sarebbe bell’e che archiviato come quelli di Guitry, Chadourne, Montherlant e mille altri! La Venalità domina tutto. Perché sfiancarsi a frugare nell’immaginario? La pecunia in primis! Ahimè in che miseria mi sono ridotto oggi!… una miseria che non può nemmeno contare sul proprio lavoro per vivere! Più povero del povero – Nessuna speranza dunque – Depredato, rovinato — e pertanto abietto e infame — Ah, se avessi costruito 15 chilometri di muro atlantico, fabbricato 1000 aerei – fatto sdoganare mille ebrei a 100.000 franchi al pezzo!…[…]
[21 marzo 1948]
 […]Il successo della Voilier sta nel fatto che è meravigliosamente lesbica – Offriva le sue leccornie a Valéry! Ed ecco che in un attimo ha la giustizia ai suoi ordini – E per di più Resistente, cara la mia signora! Lo stesso vale per Denoél che era un notorio mettinculo – l’amante di Dabit! E di Steel! E di 20 altri![…]
[15 giugno 1948]

[…]Oh, non stia a immischiarsi in queste cose – Voilier si è presa la solenne strigliata che si meritava – È vanitosa, la carogna – Adesso sarà arrabbiatissima. Queste bottegaie diventano così accade quando le si sculaccia! Cosa che non le distoglie dal rubare. Sorlot è un farabutto di infima categoria… L’inconsistenza fatta persona… Daragnès se n’è impippato mica male del sottoscritto, rifilandomelo. E anche lui d’altronde è sparito come tutti gli altri. Ma non stia li a sollecitare, non tocchi neanche con le pinze, nessuno di questi pagliacci. Nei suoi confronti farebbero gli smargiassi – Si ricordi, lei non sa niente. In conclusione: Voilier mi deruba e tutti gli altri dietro…

Per il processo, ho la certezza interiore che sarò giudicato, dall’oggi al domani, in contumacia, in quattro e quattr’otto… alla faccia di quel che pensano i miei difensori sanguisughe, fancazzisti – chiaccheroni.[…]

[1° agosto 1948]

[…]Finisco col detestare tutto quello che ho intorno a parte gli animali – Hindus è una specie di rabbino deficiente innamorato di Hitler – ! Che tormento… ! Ora siamo alla disamina di Zola! Sai che pacchia! Mi fa venire di quei mal di testa! Non lo sopporto più. Ma anche litigare con lui mi sfinisce – Non capisce niente e non capirà mai niente. E dire che quelli che mi perseguitano sono altrettanto stupidi – sono gli stessi – È allucinante Fortunatamente abitiamo in una tale catapecchia che gli incute un po’ di timore – Ha una paura atroce dei temporali e della povertà. I Nazisti e i Rabbini in fondo non amano altro che il lusso – E così viene a trovarmi soltanto ogni 2 giorni -[…]

[8 agosto 1948]
[…] In due ore di colloquio il Rabbino Hindus è riuscito a stancarmi al punto che ho dovuto liquidarlo! Con le sue stupide penose domande da deficiente mi ha fatto venire una superemicrania! Che vada a farsi spulzellare da un’altra parte! l’idiota! Questa gente viziata, risparmiata, libera mi fa venire il vomito. Non ne posso più… Merda ho sofferto e soffro troppo per soffrire anche loro – anche solo per due minuti! Un nemico in più vorrà dire! al diavolo! Si metta in fila! in coda![…]
[4 ottobre 1948]
La stringo al cuore e finiamola qui – Tutto questo bordello sentimentale mi fa venire la nausea, di lei, di tutti e di tutte… Dovrei semplicemente fottermene per dio! Vorrei vedere lei,

nei miei panni e nella mia condizione, se le verrebbe voglia di perdere anche solo un minuto con queste stupidaggini! Averlo in culo, che bel divertimento! E io, cosa mi metto sotto i denti da 5 anni in qua? L’aria? E sì che non ho grandi pretese! e questo clima orribile… e non ripiombare in Galera! ah come le farebbero bene due anni di galera, le toglierebbero tutte queste complicazioni, una volta per tutte! Sarebbe guarita da questa sua smania di sottigliezze e di parole! E di sviolinate! Spazzi via tutto questo ciarpame! Cosa vuole che gliene freghi a un galeotto della sua chitarra! Io le voglio bene ma lasciamo perdere questo dannato cicalare attorno al culo! al cuore! a tutto quel che le pare! Cerchi di essere semplice e seria – […]

[23 novembre 1948]
[…] Io sto facendo una guerra spietata a quella puttana della Voilier – Mi strangola quella schifosa! Avevo un p o ‘ di speranza in quel cretino di de Gaulle- ma i «mulini di Dio» girano troppo lenti Sarò già sotto terra e quell’idiota non avrà ancora commesso l’irreparabile! È un

idiota scaltro e diffidente – Un don Chisciotte che ha paura dei mulini. Anche i comunisti hanno paura. […]

 

[13 febbraio 1950]
Ecco qui la sua lettera. Giusto cielo come riesce ad aggrapparsi ai peli del culo per mettermi in piedi delle tragedie! e sull’orlo dell’abisso per giunta… Perdinci ma Paraz non parla affatto di lei, assolutamente mai più nei suoi libri – e così sia – arriva a capirlo, cervellino, che da 7 anni in qua io non sono altro che un animale di 58 anni braccato giorno e notte – dentro e fuori di galera — e ho 1000 ragioni di uscirne pazzol e in più le sue ridicole balordaggini — ! Lo capisce che me ne infischio altamente di queste faccende di cuore – del didietro e del davanti! Che tutto questo è fuor di luogo e idiota -[…]
[29 maggio 1950]

[…](Mikkelsen è un demente pericoloso, detto tra noi) Ma possiamo contare soltanto su di lui quel mostro di egoismo – che ci ha salvato la vita.[…]

[25 novembre 1950]

[…]Ah l’ebbrezza di scrivere! Mi copieranno anche questa!

[2 dicembre 1950]

 

[…]Non ho rivisto Vinding, il Musset del Baltico! – Deve sapere quanto i Danesi siano astrusi, complicati, rompiballe con le loro folli vanità, al punto che ho definitivamente rinunciato a bazzicare questi straviziati, imboscati, arciarzigogolati piccoli e grossi Budda! Solo una lunga guerra di Corea potrà smuoverli e renderceli un po’ più sopportabili e comprensibili […]
 [10 dicembre 1950]

A questo proposito, non sono molto soddisfatto di Scandale. Che carta da cesso…! Per un piccolo volume di lusso! L’ho scritto a Monnier. Sempre la solita storia di merda – come con

Robert. Oh Celine ha i suoi appassionati che lo compreranno quale che sia la carta! Sicché vengo sempre stampato su carta da cesso. N o n se ne viene fuori! Commercio ladro. Tra l’altro non hanno ancora spedito i libri, una lista di libri alle persone che avevo loro indicato – regali di Natale. Cosa piuttosto urgente e importante per la partita che sto giocando! È orribile non essere mai ascoltato, sempre e soltanto più o meno biecamente turlupinato! Ed ecco che adesso Monnier se ne parte in viaggio! nel momento in cui esce il libro. Questa gente ha una mentalità da servetta – da balera – quattro soldi in tasca – sciambola! si balla!

 

[16 gennaio 1951]
[…]Fintanto che c’è di mezzo Mayer, tanti saluti! Non è il ministro della Giustizia francese ma ministro delle Vendette ebraiche. Nient’altro da dire. In Francia ci sono soltanto lacchè e delatori. […] Del resto credo che non se ne farà nullal II Mayer è corazzato di boria di odio e di soldi! nipote di Rabbini – procuratore della Banca Rotchild [sic] – presuntuoso da non dire e con un figlio morto deportato! Una pellaccia indurita, come dice lei! un farabutto fenomenale! Salvo una bomba atomica, e di quelle grosse — non vedo come possa cambiar di segno al suo odio.[…]

 

[6 febbraio 1951]
Sarà di certo al corrente di quel che è appena successo a mia figlia. Isterectomia totale – operazione che costituisce una mutilazione perpetua e che cambia tutto. – in definitiva… con la vita che faceva, sempre incinta, 1 con quel maniaco… non l’avrei più rivista… Non è il caso di brindare, però…[…]
[3 aprile 1951]
I miei difensori sono isterici – Cosa posso farci? Sono ormai 7 anni che si comportano come dei deficienti strampalati e senza considerazione – Me ne servo come posso!… Quanto a dargli retta? manco per sogno! Tixier si vanta di farmi avere l’Amnistia Vediamo cosa farà – ! punto e basta. Mi piacerebbe che Naud non facesse troppa cagnara! Troppo rumore nuoce! E la mia amnistia va a farsi fottere! Io che non dico niente – non scrivo niente ! Sono degli impestati – degli esibizionisti Ritelefoni a Naud che io non sono affatto a Parigi 3 – ma ancora qui, malatissimo, costretto a letto – È fondamentale! Stupido ma fondamentale – Le spiegherò perché – Verso il 19 intendo giocare – la carta della malattia Si figuri se vado a presentarmi davanti a un Tribunale!

A un qualsiasi Tribunale!

sono diventati matti!

[10 luglio 1951]

 

[…]Qui siamo davvero messi male – siamo sfiniti, è l’Africa – e pure ospitati da matti alcolizzati avari idioti e isterici. Dei Mikkelsen del sud – Fortunatamente ce ne stiamo chiusi nel nostro eremo – La mia regola di galera, sorridere e tacere. Ma bisogna anche mangiare, e i prezzi mi sembrano deliranti] Come la lei a tirare avanti? Ho sempre odiato il sud. […]Mikkelsen, se ne sarà resa conto, è un lestofante che mi ha ridotto in mutande – con le sue arie da protettore degli artisti perseguitati.

Brutto porco – subdolo vigliacco, e a zero rischi – Ah è una specie diffusa –

[11 luglio 1951]

 

[…]Qui è l’Africa, come le dicevo. E questi Pirazzoli, odiosi — avari – rapaci – sudici – avvinazzati – rimbambiti – idioti — la suocera isterica – folle. Niente da metter sotto i denti. Tutto scassato – Niente che funzioni, né acqua né luce – una baracca.[…] È peggio di Korsor ma senza l’abietto Mik e poi ho ritrovato la lingua francese – la mia musica! Tutto il resto è spossante e infetto. Odio questa Costa […]qui si crepa – lassù c’era il freddo e ora c’è l’afa! e dei suoceri deficienti come pochi – ! Oh la la!