Louis-Ferdinand Céline – Guignol’s Band II

 

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Sosthéne e Ferdinand arrivano alla casa del colonnello O Colloghan ma vi trovano un nugolo di persone già in attesa con il Times in mano. Il vecchio, sbraitando, riesce a farli entrare in casa!
Arriva Virginia, la nitpote del colonnello, e Ferdinand ne resta ammaliato. La ragazza chiama il colonnello che finalmente si presenta al loro cospetto. Sosthéne dà il via a una manfrina che fa divertire il colonnello e vergognare Ferdinand…
 
Si ricaccia nella gran poltrona, fa Ooh… Ooh! ogni tanto… a ‘sto modo tipo risata… mentre l’altro continua a far l’articolo… bada a niente, parla di sé… si dà delle arie, vanta di qua, vanta di là… Io mi vergogno, soprattutto davanti alla ragazza, ci faccio dei segni a Sosthéne… Vaffanculo! È invasato! (p.316)
I due ospiti si abbuffano, poi Ferdinand, cullato dalla sproloquio di Sosthéne si addormenta…

L’indomani il colonnello li porta nel laboratorio dove Sosthéne è a suo agio mentre Ferdinand si defila osservando i due invasati e pensando alla bella Virginia…

Uscito il colonnello, Ferdinand chiede a Sosthéne dei soldi per andare a comprarsi dei vestiti nuovi. Il vecchio ruba allora una boccia di mercurio che il ragazzo potrà rivendere per acquistarli. Ferdinand esegue e ritorna nella casa del colonnello con gli abiti nuovi provocando le risa del padrone di casa che sa del furto. Lì resta solo con Virginia. Ossessionato dall’idea d’esser arrestato da un momento all’altro, il ragazzo tenta di far colpo su Virginia parlandole della sua esperienza bellica e della sua instabile condizione psico-fisica. La ragazza si diverte un sacco, lo trova buffo. Scocca l’ora del pranzo e il colonnello gongola a farlo impallidire facendo portare in tavola una boccia di mercurio come quella rubata. Ferdinand teme una trappola, d’essere arrestato, ma non accade nulla di tutto ciò e il pranzo fila liscio…
Sosthéne ordina a Ferdinand di passare a casa sua per rassicurare la moglie Pepé e poi di andare a Whiteall a ritirare il bando per il concorso delle maschere antigas. Inizialmente la donna non vuole farlo entrare in casa perché con lei c’è il pittore storpio e ladruncolo Nelson. Interrogato, il balordo gli rivela che è stato Cascade a mandarlo a cercare sia lui che il vecchio “cinese”… Ferdinand ha paura di tornare da Cascade dopo la morte di Van Claben, e così gli dice che non può tornare perché è impegnato in un grosso affare militare. Per convincerlo lo porta con sé a Whiteall ed è lì che lo semina, dopo aver preso il bando, uscendo da un’uscita secondaria…
Tornato a Willesden avverte Sosthéne che Nelson è sulle loro tracce. Iniziano a litigare ma l’arrivo di Virginia che li chiama per il pranzo interrompe la discussione…
Il colonnello lascia loro una lussuosissima stanza da letto. Sosthéne cade però nello sconforto, teme che le maschere non andranno bene. Ferdinand lo rassicura, poi si addormenta…
L’indomani il vecchio ricomincia, ha paura di morire e non vuol proseguire con gli esperimenti. I due litigano e alla fine Ferdinand è mandato a prendere il libro dei Vega delle stanze. Pepé, che è in compagnia del lattaio ed è stufa di Sosthéne, non gli dice dove ha messo il librone. Ferdinand inizia a cercare imbattendosi nella mummia del nonno di Sosthéne, Achille Norbert, che la donna vuol usare assieme a Nelson come attrazione da baraccone nelle fiere (con luci nelle orbite, musica a simulare la parola e fili per farlo muovere). Ferdinand se ne impossessa obbligandola a scambiarlo con il libro. Tornato da Sosthéne gli racconta tutto, ma il vecchio resta indifferente, felice solo per il libro ritrovato…
Mentre il colonnello e Sosthéne vanno avanti con gli esperimenti, Ferdinand resta solo con l’amata Virginia, alla quale confessa il suo amore e la volontà di sposarla. Lei però se la ride, infischiandosene anche dello sconquasso provocato dai due invasati. Ferdinand, impaurito, corre dapprima in giardino, poi torna da Virginia per proteggerla… Sosthéne e il colonnello si erano pestati e avevano distrutto tutto a causa del gas inalato.
È proprio come pensavo… Avevano aperto un serbatoio di gas assolutamente speciale, che li aveva resi malati, pazzi furiosi, subito lì per lì… […] Ne avevano nasato un bel po’ di ‘sto gas straordinario, il «Ferocious 92», tutta la damigiana, per essere esatti… (p.392)
Loro avevano sniffato tutto in un colpo solo! S’eran saltati addosso, saccagnati prima a pugni e poi con gli strumenti, tutti gli apparecchi di fisica, tutto quello che c’era in giro, tutto il materiale.[…] il laboratorio in uno stato orribile, il tetto sfondato nella camerosa, più una finestra, più una pipetta, tutti gli apparecchi polverizzati, spiaccicati per terra… (p.393)
Il ragazzo è così mandato dai fornitori a ricomprare i materiali per ricostruire tutto e ripartire con gli esperimenti. La sera litiga ancora con Sosthéne che alla fine lo convince ad aiutarlo ad eseguire una danza birmana tratta dai Vega che dovrà attribuirgli una forza misteriosa. Inizialmente scettico, alla fine il ragazzo, che batte il ritmo, si lascia coinvolgere fino a che Sosthéne, esausto, stramazza al suolo…
A fare le commissioni lo accompagnerà Virginia. In attesa della ragazza viene colto da una crisi che lo porta a rivedere i commilitoni, Boro, Van Claben… Ritornato in sé, esce finalmente con la ragazza, evita incontri con gli scagnozzi di Cascade, spia Nelson e teme di incontrare qualche poliziotto. Tutto questo diverte invece Virginia.
Fermatisi a riposare a Leicester Square osservano il movimento delle prostitute sui marciapiedi. D’un tratto una di loro, “Bigodini”, li raggiunge. La donna si interessa a Virginia, la tocca, vuol portarsela via. La ragazza, incredibilmente, lascia fare. Ferdinand, per evitare uno scandalo, è costretto a promettere alla puttana che gliela porterà la sera stessa.
 
Credevo che la marmocchia mi desse una mano, che si cavasse d’impiccio da sola… Manco per idea! Lei si lasciava fare, ridacchiando e basta… Potevo mica tirarla via dalla piazza, sarebbe stato subito Io scandalo, potevo no rischiare… Cosi andava di lungo la cosa!… Loro profittavano delle circostanze!… a ‘sto m o d o davanti a tutti… Se la godevano come matte, poco ma sicuro!… la giovincella e la ciospa! Ah! ero sbalordito!… Ero giovane anch’io, ci avevo mica dubbi sulla natura!… Credevo che la marmocchia si mettesse a recalcitrare, tirarsi indietro, a correre… Manco per sogno!… Si contorceva, solleticata!… Roba dell’altro mondo!… Ridevano assieme. Ci facevo la figura dell’idiota. […]

Perfetto!… Che si andava a godere assieme!… Ci ho promesso tutto quello che voleva per cavarmi d’impiccio… (p.418)

Ripartono dunque con le commissioni, ma Ferdinand non si dà pace per il libertinaggio della sua adorata Virginia, è geloso. Arrivati presso un negozio di carte nautiche il ragazzo si fa prendere dalla passione per le navi e per il viaggio e così, acquistate 45 sterline di modellini di navi, sogna di partire con Virginia alla volta di un’isola tropicale. Poco dopo inizia a piovere e i due si fermano su una panchina di Hyde Park dove li raggiunge un uomo che gira incurante della pioggia… è Millepiedi! Virginia è felice di andare al ristorante con il nuovo arrivato tanto che strada facendo fa la civettuola mentre Ferdinand è scosso e delirante per la presenza del Millepiedi: non era morto sotto il treno, spintovi da lui stesso? Poi si riprende e prova disgusto per il nuovo arrivato…
Guidati dal Millepiedi entrano in un lussuoso ristorante dove però nessuno bada alla puzza cadaverica che emana, anzi, tutti si interessano ai suoi discorsi su cinema e teatro. Ordina le cose più care, mostrando di avere molti soldi per poter pagar tutto. La ragazza beve alcolici e il Millepiedi la conquista sempre più. Ferdinand ne soffre. Poi il Millepiedi provoca un’esplosione generando il panico tra le persone. I tre si ritrovano così trascinati sul marciapiede dove il Millepiedi arringa la folla per poi condurre Ferdinand e Virginia in un locale: il Touit-Touit. Nel sexy cabaret musicisti negri suonano, un sacco di gente balla e si dà alle orge, mentre Millepiedi esegue uno stupefacente spettacolo tutto suo, saltando e svolazzando sopra le teste delle persone. Colti dal tumulto, Ferdinand e Virginia sono separati e invischiati nell’orgia. Il ragazzo resta in balìa di tre donne assatanate, la ragazza circondata e toccata da pervertiti. Vorrebbe andare da lei, ma ormai è troppo brillo e debole per farlo…
 
Ah! cosa succede?… La vedo occupatissima!… Val no la pena di scomodarla!… L’ho ritrovata, basta!… Come si dverte!… È coperta di signori, uni sugli altri !… Si sollazzano su di lei! Ah! voglio più guardare!… Ma insistono le mie baccanti!… mi obbligano!… ‘Ste furibonde non perdonano niente!… Sono delle carnefici d’amore!… La parola è per niente esagerata! Devo guardare tutto… mi obbligano… mi torturano… succede in una sala rosa, lo smanazzamento di Virginia!… Forse anche peggio del mio !… Lei ci ha dei signori dappertutto… e poi eccoli che le vanno sotto… sotto la mia adorata!… Come una gallina sui pulcini! Lei si dimena… chioccia… È nell’estasi del piacere!… Sento tutto traverso l’orchestra!… per dirvi come strilla!… che ci caccia dei gridi supervoluttuosi!… che è il supplizio della felicità!… Me la devastano la mia Virginia!… Se la godono tutta !… una laida imboscata!… (p.459)
Poi i suonatori negri sgombrano la pista da ballo con degli idranti: è tempo di giocare alla ruoulette e il croupier è Millepiedi che intasca soldi e gioielli a palate. Ferdinand striscia in direzione di Virginia, ma ecco arrivare all’alba un becchino con un tamburo che si porta via al guinzaglio il Millepiedi, ora docile come un cane. Riprese le forze, Ferdinand trascina via Virginia approfittando della nuova orgia iniziata dagli avventori del locale
Passato dalla collera alla foia, Ferdinad fa sua Virginia lì in strada e sotto la pioggia. Lei è ormai peraltro rimasta nuda. A piedi, poco prima dello spuntar del giorno, riescono a rientrare a Willesden senza esser visti… L’indomani Sosthéne lo sveglia: il colonnello è furioso, ha frustato Virginia e con lei è andato in cerca del materiale comprato e perso.

Dopo il fattaccio, convinto di una complicità tra il colonnello e Sosthéne, Ferdinand riga dritto eseguendo diligentemente le commissioni e limitandosi a parlare lo stretto necessario. Passano così le giornate tra alterchi con il timoroso Sosthéne, le commissioni, le visite a Pepé e la lettura di giornali sulle panchine. Non osa neanche guardarla più Virginia dopo quanto accaduto. Con il vecchio, oltre a litigare, di tanto in tanto esegue altre danze tratte dal libro dei Vega. Una sera sembra andar tutto male ma d’un tratto Sosthéne sostiene di esser posseduto dallo spirito di Goa. È una pantomima spassosa, Ferdinand è scettico e così il vecchio decide di convincerlo eseguendo sortilegi per telefono. In realtà fa degli scherzi telefonici al console francese, a Matthew e al sindaco, come richiesto da Ferdinand.

Adesso è sicuro di sé… Si mette brutta!

— Allora l’hai trovato il rozzo? mi domanda.

È impaziente.

A chi potrebbe far paura? N o n ho in testa nessuno?,

cosi per telefono.

— Dai che gli faccio il sortilegio Mùrvidiàs!… Capito

bene ?… Il peggiore !… ti becca dovunque !… Chi vuoi che ti provochi? Me ne trovi uno si o no? Che poi gli vai a dare un occhio tra otto giorni la ghigna che ci ha il tuo tomo! Ah! ragazzino! Lo conosci mica il sortilegio Mùrviliàs!

Capisco che mi vuole imberloccare, l’idea che mi balena.

– Telefona al console di Francia! To’ una carogna coi fiocchi!

È vero che mi stava proprio sui coglioni quello li, dio cristo! da quella volta della visita! che m’aveva fatto sgnaccare in mezzo alla strada! Ah! ‘sto figlio di troia!…

Ah! che ci avrei avuto un gusto matto che gli cascasse una

trave sul grugno!… una bella roba pesante!… Ali! si, voglio vederla la magia !… che te lo saccagni, cagasangue! Il mio Console di Francia! (pp.504-505)

– Pronto! Pronto! È lei, signor Console? Ah! benissimo grazie! Qui il presidente Poincaré!… Avrei una cosa da dirle… Affanculo! Affanculo! Affanculo! Brutto stronzo che non sei altro! Con Goà non ce la spunti!…To’!…

Tac! riattacca!… Ah! se si esalta!… Giubila! sgambetta! salta di gioia! scapriola… nudo li a fare il matto… torno torno al tappeto… la giga… della vittoria braminicaì’l

Lui è fatto cosi!

– Hai sentito? Hai sentito? Gliel’ho mandato!… Tre vaffanculo bastano ! Non so se mi spiego !… Ne ha per ottant’anni! è il minimo con Goa, ottant’anni! anche novanta!… Ti rendi conto il trionfo?… Gli resta attaccati per tutta la vita!… Capito che roba a Benares? (p.506)

Ma però il Nelson ci ha mica il telefono !… Allora un altro!…

— Ah, Matthew! il piedipiatti! T o ‘ questo è uno coi fiocchi… un infame!… Dai, orcocane!… Fallo crepare… Ah! quello li se potessi! Mandagli il malocchio!… T o ‘ grande tanto!…

Ah! Ce lo mostravo io stesso,., uno enorme!… Volevo mandarcelo a Matthew!… Ce l’avevo sul gozzo quello là!… Ah! potevo ben dirlo!… Ti più subdolo, giuro!… il più serpente di tutta la cricca!… in lungo e in largo!.. (p.507)

– Hello.’ Hello.’

Ascoltiamo ognuno al suo cornetto… E proprio il Matthew!… La sua voce non c’è dubbio!…

– Tocca a te! ci faccio a Sosthène!… A te! Dopotutto il demone era lui!…

– Affanculo! Affanculo! Affanculo!… sbraita nell’aggeggio… Ma però in fretta!… t r o p p o in fretta!…

Riattacca di botto!… Se la sgavagna con poco!…

– Tutto qua? ci chiedo io.

– Ah! non creder mica!… Gli ho mandato una bella maledizione!… mi risponde a ‘sto modo…

Ma io non la vedo cosi… ma neanche un po’!… Non sono del parere!…

– Ci hai paura del Matthew, Sosthène?… Ah! lo accuso a viso aperto. Ah! non gliene perdono una!… Mi ha svegliato !,..

– Paura?… Ah! paura!… Ah! piccola peste maledetta!… Goà ci ha paura di niente!… Impara, moccioso!(p.508)

— Yes! Yes! Yes! rispondono quelli.

– Be ‘ allora vaffanculo!… Vaffanculo!… e vaffanculo!… Goà ti piscia in culo! Possi crepare presto!…

E subito tac! di botto! riattacchiamo!.,.

— Hai sentito? E il collettivo! E l’anatema! l’anatema delle valanghe! Il Gran Diritto maggiore! C’è mica niente di più terribile al mondo!… E come gliel’ho mandato!… Hai visto un po’te?… L’ho sistemato!… Garantisco di persona!… Ah! se era orgoglioso di sé!…(p.509)

Alla fine però, stanco, Ferdinand si rimette a dormire…

Una delle nuove occupazioni del ragazzo è di mettere ordine nella bolgia che è diventato il laboratorio, pieno di maschere e attrezzi sparsi ovunque.

È inquieto, non dorme la notte, si sente in colpa per Virginia che, si vede, vuol dirgli qualcosa e si accontenta di stargli vicino nel rimettere ordine al laboratorio. Pensa addirittura di andarsene in Australia per tentare fortuna. Ma una sera Virginia bussa alla sua porta, vuol parlargli in giardino. Cosa avrà mai da dirgli? Che… è incinta!

 
Ah! mi seccava con i suoi piagnucolìi. Poi d’un tratto, non so come, un’idea!… Ah! corpo d’un’ostia!… mi balena!… Ci pensavo no!… Ah! miseria!… sacramento!…
Ma!… ma!… ma!… Ah! ma allora!… Ah! mi piacerebbe veder la sua faccia! Ah! mi piacerebbe veder proprio!..; ma è troppo buio!…
Sparo a bruciapelo:
— You-have a bambino?… la domanda fatale… Bambino?… Virginia?… Bambino?…
Allora lei «Si! si! »… a ‘sto modo con la testa… contro la mia spalla.
— Ahiahiahiahi! fiùùùm… cos’è che ho sentito?… E io che ho chiesto! O h ! mi sento mancare!… ci ho il singhiozzo!… N o n so più!… Vacillo… scosso… che botta!…
Soffoco… Mi si stringe il gargarozzo… e come palpito… tartaglio… (p.528)

Che fare ora? La situazione è grave ma Ferdinand promette alla ragazza di non partire e di restare con lei…

Una sera Sosthéne dice a Ferdinand che l’indomani andranno a testare in strada la forza di Goa. E così eccoli all’alba in Regent Street dove, vestito da cinese, il vecchio inizia una delle sue danze bloccando tutto il traffico. Un poliziotto lo insegue invano… poi ne arrivano altri di poliziotti. Ferdinand evita le loro cariche poi va in cerca del vecchio, trovandolo pestato sul marciapiede da due di loro. Il ragazzo riconduce a casa il ferito e fortuna vuole che il colonnello sia andato alle corse e torni solo in serata. Alla ragazza dice che il vecchio è finito sotto un bus…

Nel pomeriggio Sosthéne accusa Ferdinand di aver fatto fallire l’esperimento per non aver battuto il tempo a dovere. Nel frattempo, in assenza del colonnello, mangiano, bevono e ballano. Virginia ha un mancamento, ma ecco una musica giungere dalla strada…

Sono Millepiedi, Nelson e Bigodini! Senza dir nulla agli altri, va da loro al cancello tentando di mandarli via. Per evitare scandali è però costretto a farli entrare. Bigodini si preoccupa per la pallida Virginia. I tre balordi provocano Ferdinand tentando di farlo inalberare, ma il ragazzo si mantiene calmo. Li lascia bere a profusione per farli ubriacare di brutto e farli poi andar via. Messa alle strette, alla fine Bigodini gli confessa che è stato l’ispettore Matthew a metterli sulle sue tracce. I tre finalmente se ne vanno lasciandogli intendere che la polizia verrà a prenderlo presto, l’inchiesta di Claben non è chiusa.

Usciti i tre ospiti, Ferdinand porta Virginia nella sua stanza, poi raggiunge Sosthéne. È stranamente ottimista a differenza del vecchio, preoccupato per il mancato ritorno del colonnello. All’una Ferdinand si risveglia e trova Sosthéne insonne, piangente: teme che il colonnello li farà arrestare. I due finiscono per litigare ma l’arrivo di Virginia, svegliata dal loro alterco, li fa desistere…

Passano i giorni ma il colonnello non torna ancora. Virginia e Sosthéne ricevono intanto un avviso di convocazione da parte di Scotland Yard. Temendo una trappola e racimolate poche sterline, i tre decidono di andarsene per un po’. Ferdinand li conduce da Prospero Jim, proprietario di un nuovo pub sulle rive del Tamigi, che con le sue conoscenze forse li potrà aiutare a partire. Ma con i pochi soldi che hanno a disposizione sembra che per loro non ci siano possibilità…

Alla fine però, messo alle strette, Prospero gli dice di andare al Canion Dock, da Jovil lo Skip, presso la nave Kong Hamsuns. I tre trovano nave e comandante. Ferdinand sale a parlare con Jovil che, tra risa, insulti e sputi, accetta di imbarcare lui solo in qualità di cuoco. Senza soldi, senza documenti, con una ragazza incinta e un vecchio è proprio impossibile prenderli a bordo tutti. Il ragazzo accetta e lo dice agli altri che ci rimangono ovviamente male. Ferdinand fa l’offeso, lo sgobbo sulla nave lo dovrà fare lui, poi, racimolati i soldi oltreoceano, comprerà loro i biglietti.

In attesa dell’ora d’imbarco, tornano da Prospero per bere qualcosa. Lì però gli fanno strane allusioni su una festa organizzata da Cascade e dai suoi in suo onore: San Ferdinand…

Dopo aver bevuto, giocato a biliardo e fatto giacere Virginia su un divano, Ferdinand fa per andarsene ma Prospero glielo impedisce, c’è la sua festa da festeggiare. Il locale è momentaneamente vuoto ma l’oste gli mostra una sua vecchia conoscenza seduta in fondo: è Delphine! Inizia poi un bombardamento della città e il locale si riempie delle prostitute di Cascade che salutano vivacemente Ferdinand e lo mettono al corrente di quanto capitato da Cascade dopo la sua fuga… Lo trattengono, bevono, Sosthéne si ubriaca di brutto, cantano e lo fanno cantare fino a che arriva anche Cascade. Parlano del più e del meno, del fatto che lui dovrà restare a Londra, poi Cascade gli chiede di raccontargli per l’ennesima volta di Raoul…

Ma ecco arrivare Nelson e il Millepiedi… Cascade dice loro di condurli lì… Ma chi deve arrivare? Sono Boro e Clodovitz che, trafelati, portano dentro un pesante e puzzolente fardello. Delphine vuole aprire il sacco ma glielo impediscono. Ferdinand, approfittando della confessione, riesce a guardarci dentro: contiene il cadavere di Van Claben!

Mentre che se le danno con Delphine, che la staccano, che lei si difende, io mi chino… guardo… c’è la lampada… vedo da vicino… la testa per prima cosa… una testa in poltiglia… che macera là dentro…Cioè impesta! un b r o d e t t o di pesce! E mica un sogno!… La testa!… La testa!… E proprio una testa!… Insomma un pezzo!… È Claben… È proprio la sua ghigna… ma niente più occhi… e poi solo pappetta… attaccata… brandelli di collo… tutto b e n bruciato… nel telone… nel suo sugo… È questo che si sono scarriolati?… con tutte ‘ste cerimonie il telone?… la sfilosa putrida?… Ah! capivo!… un gran bel lavoro ostia!… (p.657)

Il corpo lo hanno prelevato dall’obitorio dell’ospedale così, senza prove, non ci potrà essere condanna. Disperata per il suo amato Van Claben, Delphine si scaglia su Ferdinand e sugli altri accusandoli dell’omicidio e declamando brani del Macbeth…

I bombardamenti riprendono e Boro e Millepiedi ne approfittano per portarsi via il cadavere che sarà gettato nel fiume. Solo così l’inchiesta del Matthew sarà vanificata dalla sparizione del corpo del reato. Cascade pensa, come tutti gli altri del resto, che Virginia sia la battona di Ferdinand. Gli lascia dei soldi e gli propone di prendersi due delle sue, visto che Virginia è incinta…

La festa continua così come il bombardamento. Ferdinand ha sempre più paura di essere arrestato, che sia tutta una trappola. E così, con la scusa di cercare Delphine, esce dal locale con Sosthéne e Virginia dandosi alla fuga. Il ragazzo inizia a delirare per la paura di finire in una retata…

«Salassadori dei miei zebedei! » Li avverto, sono fuori di me chiaro che ci haii bucato! Venduti appoggiati pari pari agli sbirri! Ah! razza di marcioni! Mi strapazzo! M’insorgo! Mi rivoluziono! vedo affronti da ogni parte! sfide ! subdoli bravi che sbucan dall’ombra… là nella nebbia li avvisto… attenti! avverto gli amici… che vedano le ombre, son sopraffatto dall’emozione… Vedo tipi strani nella nebbia… della gente si è proprio vero… gente leggera ecco come… sulla chiatta… sulla tuga… intorno all’albero piccolo del sartiame… che danzano e gavottano e volteggiano… in balatrone tra di loro… non si può dire… una farandola… virano guizzano sul filo delle onde… poi s’innalzano… sagome per aria… spariscono! Il Girotondo del Tamigi… Glielo dico subito al mio mago, glielo bisbiglio, deve sapere… (p.682)

– Dai! vecchio maccherone! avanti! Io vedo gente ecco! Ti posso mica dir di più… Siamo osservati… Spiati! Ti avverto capito? Cristo d’un dio! Un altro memento… gli dico che farò di tutto per salvarli!… lo sforzo supremo! che m’ascoltino!… insisto! «Il grande pericolo! Vapori traditori! del glauco fiume! t’avviluppano, infino là ove, love! love!» qua mi sto sfibrando ! (p.683)Cambiano diversi itinerari imbattendosi anche in Delphine, con la quale battibeccano prima di seminarla. Sosthéne e Virginia sono stanchi per la fuga. Decidono che torneranno a Willesden in bus, ma prima, di andare a prendersi un caffé caldo appena passato il ponte di Londra. Ferdinand non vorrebbe, preferirebbe che si affrettassero, ma gli altri due se la ridono alle sue spalle…

Facevan mica più caso a niente… Adesso gli vien voglia di giocare a nascondino… Sono insopportabili!… Ci son solo io qua in mezzo a tenermi la ridarola… Loro gli è passata la stanchezza… Devo averci un talento comico. Vogliono che mugugni per vedere. Non si muovono di li” se non faccio il mio muso, con le sopracciglia aggrottate…
– Ferdinand! dear! make your face!…
Ferdinand! facci il muso!
– Ale op ! in marcia !
Basta cosi.
Sarei io adesso il pagliaccio. Roba dell’altro m o n d o !
Io che son cosi discreto, cosi compito!
(pp.692-693)