LOUIS DESTOUCHES AI SUOI GENITORI 14 luglio [1916]

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LOUIS DESTOUCHES AI SUOI GENITORI
Dal portatore
14 luglio [1916]

TRADUZIONE

Stefano Fiorucci e Jeannine Renaux

Cari Genitori
Oggi[,] 14 luglio[,] dove sono? Non lo so neanch’io, so che due anni fa ero a Longchamp in mezzo a tanti altri che non ci sono più, e da allora, se ne sono passate tantissime di cose, tristi. Io stesso sono poco felice oggi. Perché, è la febbre, è il passato, sono entrambe le cose?
Sono quasi otto giorni che marcio così in avanti, sotto la grande foresta. Non ho ancora incontrato nessuno, e se le carte sono esatte non incontrerò nessuno prima di una quindicina di giorni. Ci sono così dei momenti grigi, dove per un motivo o per un altro l’intero essere si rilassa, una sensazione interiore di disgusto t’invade la gola, l’odore di letame umido che s’innalza dal suolo diventa insopportabile, i negri ancora più neri, i gesti diventano stanchi, mille pensieri scoraggianti affollano la mente, se non stai attento ti coglie il languore generale, e naturalmente la febbre. La sera soprattutto, quando sotto la grande volta di rami ho fatto il mio accampamento, mentre tutti i miei portatori dormono, faccio cuocere ogni giorno un po’ di scimmia su un piccolo fuoco recalcitrante di legna bagnata, per un motivo o un altro sono cupo, una sorta di pudore timoroso m’invade, ho paura della grande caverna che formano gli alberi, cerco invano le
stelle, le migliaia di grida d’animali che l’eco amplifica ancora mi sembrano protestare contro la mia presenza. E vi confesso che in quei momenti lì, evito di urtare con il mio unico cucchiaio le pareti della mia unica pentola, per paura di fare rumore.

Così, mi lascio andare dolcemente a delle riflessioni malinconiche sul mio stato vagabondo… ma evoco subito il tavolo piatto del comfort europeo, la vita carina, ordinata, misurata, pesata, compassata, commentata dalla gente di laggiù, fastidiosi, presuntuosi, meschini, e la mia noia scompare, mi sento liberato dall’angoscia, protetto da tutto questo dalla mia grande solitudine.
E, se qualcuno mi potesse osservare, mi vedrebbe raddoppiare l’attenzione nei riguardi del mio piccolo fuoco umido e recalcitrante che cuoce penosamente un pezzo di scimmia dura nella mia unica pentola.
Vostro figlio aff[ettuosamente].
Louis