LARS VON TRIER – THE HOUSE THAT JACK BUILT (DIRECTOR’S CUT. UNCENSORED)

LARS VON TRIER - THE HOUSE THAT JACK BUILT (DIRECTOR'S CUT. UNCENSORED)
LARS VON TRIER – THE HOUSE THAT JACK BUILT (DIRECTOR’S CUT. UNCENSORED)

LARS VON TRIER – THE HOUSE THAT JACK BUILT (DIRECTOR’S CUT. UNCENSORED)

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PLAY – SCENE SELECTION – SETUP – EXTRAS (Introduction by Lars Von Trier,Interview with Lars Von Trier,  Featurette, Trailer)

Jack è un ingegnere che, con voce fuori campo, si rivolge al suo Virgilio, Verge, chiedendogli se possano conversare durante il cammino… Non credo tu possa dirmi qualcosa che non abbia già sentito, risponde la guida… Chiamerà “incidenti” gli omicidi da lui perpetrati nell’arco di dodici anni… E ne racconterà cinque scelti a caso…

I loro interventi fuori campo saranno continui…

 

1ST INCIDENT

1970. Mentre viaggia a bordo del proprio van, Jack s’imbatte in una donna, la cui auto è rimasta in panne per una ruota bucata, con il cric fuori uso in mano. Propone di andarle a chiamare i soccorsi, all’officina dell’amico fabbro Sonny, distante circa quattro miglia, ma la donna insiste per un passaggio dopo il di lui rifiuto a prestarle un cric o aiutarla…

Una volta in marcia, quella esterna il timore possa essere un serial killer, avendone l’aspetto… Il van… Perfetto per rapimenti e trasporto di cadaveri… Il bosco, ideale per seppellire le vittime in buche di almeno un metro e ottanta di profondità per impedire alle volpi di raggiungere il cadavere. Con il cric potrebbe ben ucciderla, colpendola in testa…

Giunti a destinazione, la donna insiste affinché l’attenda… Il meccanico, Sonny, non ha tempo, impegnato con un trattore, ma, per amicizia nei confronti di Jack, l’accontenta e così i due ripartono poco dopo…

Lei riprende con la storia del serial killer, dichiarando un grosso errore l’essersi fatti vedere insieme da Sonny…

Tornati all’auto, la donna chiede di cambiarle la ruota, ma a Jack si rompe l’appena riparato cric… Lo implora quindi di non lasciarla lì in attesa di un altro automobilista che possa soccorrerla e di accompagnarla ancora una volta, l’ultima, salendo a bordo autonomamente. La persistente vista del cric e il di lei riferimento di apparirle ora più uno smidollato incapace di ammazzare qualcuno che un serial killer, lo inducono a colpirla in pieno volto con l’attrezzo…

Immagini di un pianista, Glenn Gould, si frappongono al dialogo tra Jack e Verge, con le loro voci fuori campo… “Sei un uomo pericoloso”, dice Verge… L’altro replica di dargli tempo di spiegarsi… Con citazioni filosofico-letterarie, immagini di progetti e artistiche, esterna la propria visione dell’arte e dell’omicidio. Lui rappresenta l’arte, dichiara Jack in riferimento a Gould… Sono un ingegnere con il sogno di essere architetto, come Dio creare… così per il serial killer un omicidio… Ingegnere lo è diventato seguendo il volere della madre. Il suo sogno è rimasto quello di essere architetto… Ha progettato la propria casa in riva al lago, lui ossessivo compulsivo, maniaco dell’ordine e della pulizia fin da bambino…

Dopo l’omicidio, Jack trascina il cadavere della donna fin nella propria cantina, sita in uno stabile di periferia nella sconosciuta Prospect Avenue, dotata di cella frigorifera, acquistata da una pizzeria ormai chiusa… Lì la sistema, riparando la porta di una stanza adiacente, pulendo il van e abbandonando poi nei boschi la vettura dell’assassinata, in un ruscello a confine tra due stati dove la polizia locale non poteva intervenire…

2ND ACCIDENT

Spacciandosi per poliziotto, che non ha con sé il tesserino, Jack si presenta alla porta di una vedova, Claire Miller, spiata al di lei rincasare, alla quale dichiara di poter far qualcosa per la pensione del defunto marito… La donna non lo fa entrare in casa senza aver prima visto un tesserino. Allora Jack, complimentandosi, e sfruttando alcuni dettagli che carpisce dal poco che riesce a scorgere dall’uscio semiaperto, si spaccia per un perito assicurativo che può farle avere soldi, il doppio della pensione di reversibilità, ponendo domande sulla morte dell’uomo…

Riuscito a entrare in casa, fingendo peraltro di conoscere Glenn, un amico della donna in transito con l’auto, inizia a strangolarla, dopo aver finto disappunto per il dover continuamente esser tenuto ad implorare sulle soglie dei clienti, senza tuttavia risultare in grado di portare a termine con successo lo strangolamento… Fingendosi colto da rimorso, in lacrime chiede scusa, facendole bere della camomilla con ciambella mescolata, provocandole un nuovo principio di soffocamento e impedendole poi di rialzarsi per meglio respirare… La donna non può far altro che soffocare, con le di lui mani nuovamente serrate attorno al collo… Jack prende quindi un coltello e, con esso, le penetra con un sol colpo il cuore. Scatta poi delle foto al cadavere dopo averlo deposto su di una poltrona…

Avvolto il corpo in un telo che trasporta sul van, Jack inizia a ripulire la casa a causa della sua compulsione… Una brutta cosa per un serial killer l’ossessione per la pulizia, fa notare la voce fuori campo di Verge… Continuamente entra ed esce dalla casa, a controllare e ripulire superfici potenzialmente macchiate di sangue, alcune per davvero e altre tali dalla sua mente immaginate… Insospettito, a notte ormai giunta, inevitabilmente un poliziotto s’avvicina dichiarando di essere in cerca d’informazioni su una presunta rapina. Glenn, questo il nome del poliziotto, lo aveva visto insieme a Claire quando si erano salutati… Jack scende e getta fuori dal van il cadavere, riuscendo a farla franca con la propria intelligenza e le proprie bugie. Non ha visto Claire Miller, che dichiara scomparsa, alla quale più volte ha invano bussato per cercare di farsi cedere le riviste di trenini del defunto marito, ai tempi suo collega. Il poliziotto fa altrettanto e insieme entrano in casa. Mentre l’agente perlustra le stanze, Jack controlla la presenza di eventuali tracce del delitto, ben felice di potersi allontanare quanto l’altro glielo intima al fine di non inquinare le prove…

Legato il cadavere al van, Jack inizia a trascinarlo fino a tornare al magazzino. Tracce di sangue ovunque, cancellate dalla sopraggiunta pioggia… Una specie di benedizione la pioggia e l’omicidio come una specie di liberazione… Mi è sembrato di avere un protettore… In realtà eri un Satana orribilmente perverso, replica Verge… Hai accettato che tu stesso fossi uno psicopatico…
Quel che resta del cadavere, il cui volto è ormai completamente sfigurato, viene deposto nella cella frigorifera…

Di fronte a uno specchio, Jack mima poi alcune espressioni immortalate nei volti di alcune fotografie che appende alla parete… Il tutto, spiega a Verge, al fine di simulare empatia e confondersi tra la massa… Lui, unico serial killer consapevole della propria psicopatia…

In un flash-back Jack viene mostrato bambino. Solitario e sensibile, pauroso di giocare e con l’abitudine di fuggire, soprattutto tra i canneti, quasi come volesse lasciare una traccia per farsi scovare, sviluppa una totale indifferenza e apatia, con impulsi sadici… In riva al lago, mentre i contadini falciano, eccolo attratto dal suono del metallo che taglia e dal respiro degli uomini (“il respiro del prato”, da essi all’unisono emesso)… Catturata un’anatrella, le amputa una zampa, osservandola poi goffamente nuotare in acqua… È sorpreso, dichiara a Verge, di tutte le cose che ha commesso e per le quali non ha ricevuto punizione alcuna…

Jack non è felice del goffo strangolamento perpetrato ai danni della Miller, uccidendo così un’altra donna con lo stesso metodo ma con il tempo record di trenta secondi. È ormai un serial killer conclamato, spesso insoddisfatto delle foto scattate alle vittime. Il suo disturbo ossessivo compulsivo cala in proporzione al numero di omicidi commessi…

Mentre è in viaggio con il van per ripetere gli scatti, dei quali non è per nulla soddisfatto, sulla strada scorge una vecchia in cammino. Innervosito per il nuovo istinto omicida da lei destato, la investe, caricando anch’ella a bordo del veicolo… In quelle situazioni, dichiara a Verge, prova la sete di sangue di un ermellino in un pollaio… Esplica poi la metafora della tigre e dell’agnello, opera di Blake, due facce della stessa medaglia, necessarie l’una all’altra… Con l’agnello a vivere sempiternamente nell’arte…

Tornato a casa, vi sistema sul divano, a incastro, anche l’investita, scattando varie foto e firmandone una con “Mr Sophistication” che spedisce a un quotidiano locale, divertendosi e dando così sfogo al proprio narcisismo. Omette anche di pulire il sangue dalla stanza e dal van… A volte il miglior modo di nascondersi è non nascondersi affatto, spiega… Torna indietro con la mente, ai primi incontri con la fotografia… Il demoniaco presente nella luce oscura del negativo…

E il pentimento, chiede Verge a Jack? Non mi pento per nulla, replica Jack. Come l’ombra di un uomo che passa sotto una una serie di lampioni, cresce e decresce, fino a raggiungere la massima soddisfazione quando l’ombra sparisce, esattamente sotto il primo lampione, ugualmente si compie il ciclo del suo impulso d’uccidere, tra dolore e piacere… A metà strada tra i due lampioni, il dolore supera il piacere inducendolo a commettere un nuovo omicidio…

E la famiglia? Chiede Verge a Jack… Non ho mai avuto una famiglia…
Il concetto di famiglia gli ha ispirato una delle sue “opere” migliori…

3RD ACCIDENT

Sulle note di Vivaldi e immagini di quadri raffiguranti scene di caccia, si viene introdotti in un nuovo omicidio… Stavolta Jack è uscito con una donna, madre di due figli, Grumpy e George, cui vuole impartire una lezione di tiro, lui che dichiara di trovare la caccia disgustosa, ma di praticare “l’abbattimento selettivo”, ossia la scelta di quali animali continuare a far vivere nella propria foresta. Per esempio i corvi in quanto minaccia per le altre specie… Acconsente a far salire George sulla torre, mostrandogli l’esplosione di un colpo e i punti vitali in un bersaglio a forma di cervo… A Verge spiega di aver voluto rispettare la regola della caccia al cervo: sparare al più piccolo per poter tenere in vita gli altri piccoli. Sparando alla madre si provocherebbe infatti la morte della prole… Ma la sua famigliola si muoveva nell’ordine sbagliato…

La situazione degenera e Jack impone alla madre e ai bambini di fuggire come animali… Prima spezza un ginocchio a Grumpy, finendolo con un secondo colpo alla schiena, poi spara in testa a George mentre la madre piange disperata sul cadavere dell’altro… Jack obbliga poi la donna a porgere della torta di mele ai due, in un ricostruito pic nic, lui che di torta da bambino non gliene bastava mai. La donna, in lacrime, esegue, con i due bambini sorretti da rami… Il pic nic è concluso, dichiara Jack, allontanatosi, contando fino a dodici prima di sparare alla donna, il numero da lei indicato come preferito… Feritala con un primo colpo per provare poi l’ebbrezza di braccarla, fischiando al di lei indirizzo con spregio, seguendo il sangue sparso sull’erba la rintraccia, finendola con un colpo alla schiena…
Con Vivaldi in sottofondo, Jack viene mostrato all’esterno di una costituita cornice di rami d’abete al cui interno ha sistemato, perfettamente allineati, come trofei, 50 corvi e i tre cadaveri… Un’opera d’arte da ammirare in contrasto alle azioni che Verge si ostina a deprecare moralmente…

Jack dichiara poi di aver sviluppato nuovamente la propria aggressività dopo una serie di eventi naturalistici quali un’eclissi totale e un’eruzione vulcanica, decidendo di distruggere quanto già edificato con i mattoni… L’uomo venuto dal ghiaccio, altro serial killer, una fonte d’ispirazione, tra abortiti progetti della casa il cui modellino fracassa a pugni…

Con somma soddisfazione affigge alla parete di casa il secondo articolo di giornale relativo al duplice omicidio di una coppia…

Tornato nella cella frigorifera, dove i cadaveri ha sistemato, facendo ricorso alle proprie conoscenze di tassidermia, Jack manipola il cadavere di George in modo da fargli apparire sul volto un sorriso e la mano sinistra protesa in saluto… Avevi bisogno di amore?… Ho avuto una storia, racconta Jack…

4TH ACCIDENT

Il tempo passa…

Jack ospita una ragazza, Jacqueline, dalla labile psiche e che per questo lui chiama “Semplice”… Senza la minima emozione, dopo dialoghi irridenti e umilianti della di lei capacità intellettiva, le confessa di essere il serial killer Mr Sophistication e di aver già ucciso sessanta persone. A breve potrebbe arrivare a sessantuno, in un paio di minuti… Crede stia scherzando… Jack si fa allora dare un pennarello rosso con il quale disegna due cerchi sui seni della ragazza. Lei esce in fretta, ritenendolo pazzo, lasciando però le chiavi in casa. Si rivolge a un poliziotto presente in auto all’esterno che le chiede se abbia bevuto. Lì la raggiunge Jack, fingendosi ubriaco, confessando di essere un serial killer e che tutto quanto la ragazza ha detto è vero. Il poliziotto non gli crede, allontanandosi e lasciando così Jacqueline in balia dell’assassino… Chiede scusa, piangendo e lei lo perdona… Tornata in casa, la ragazza si accorge però che quello ha tagliato i cavi del telefono e le ha sottratto le chiavi di casa… Jack si rialza dopo essersi finto addormentato… Finalmente la ragazza ha capito trattarsi del serial killer. Lui, divertito, si limita ad annuire, invitandola a gridare. Lui stesso urla, ritenendo troppo fiacche le grida della ragazza. Le consiglia quindi di tacere, pur lasciandole chiedere aiuto a finestra aperta… Ma l’edificio, di periferia degradata, è troppo isolato. In un mondo infernale dove nessuno ti aiuta. Potrai strillare, ma l’unica risposta che riceverai è l’assordante silenzio che senti in questo momento, conclude Jack… Imbavagliatala e legatala a un termosifone, le taglia i seni con un coltello, che le ha sadicamente “fatto scegliere” muovendole la testa, prima di ucciderla… L’uomo è sempre colpevole e gli uomini sono sempre i criminali, dichiara durante la macabra operazione con rammarico, tutto questo solo perché è nato maschio, mentre le donne sono sempre le vittime… Uno dei seni asportati lo lascia, poco dopo, sul parabrezza del poliziotto, come una multa…

A Verge, fuori campo, spiega di aver fin lì ucciso prevalentemente donne per via della maggiore facilità nell’eseguire gli omicidi e per via della loro maggiore collaborazione… Si scaglia quindi contro la Chiesa che reprime lo spirito di tigre insito nella natura umana, trasformandoci tutti in una massa di schiavi…

La decomposizione dei cadaveri ha inizio nonostante la cella frigorifera, un fatto per Jack non necessariamente negativo, ritenendo l’oltre morte una fase superiore… Decomposizione e distruzione come forme di arte…

Il potere delle Icone, che spingono l’essere umano a fare di tutto… Un creatore di icone vuole essere, seppur per questo dovrà essere considerato un male assoluto. Tante stravaganze… La muffa nobile… Un’ideale di sterminio… Smettila anticristo!… Verge risponde citando Goethe e il suo Faust, scritto sotto una quercia poi finita nel campo di Buchenwald… Jack replica: Paradiso e Inferno sono la stessa cosa. L’anima appartiene al paradiso, il corpo all’inferno… Carrellata da precedenti film di Von Trier…

Jack compra una scatola di proiettili full metal per un suo nuovo progetto…

5TH INCIDENT

Acquistate munizioni full metal, Jack si appresta ad uccidere con un solo colpo cinque uomini rapiti, di differenti razze, l’ultimo dei quali un giovane afro, con le teste allineate… Scena del delitto è ancora una volta la cella frigorifera, sempre più piena di cadaveri, come uva ghiacciata tedesca… È un esperimento spiega agli uomini. Ucciderli con un solo colpo, come i nazisti durante la seconda guerra mondiale… Ma non tutto va secondo i piani. Jack s’accorge infatti, su indicazione dell’afro, militare di professione, che i proietti non sono full metal. Chiede così agli ostaggi di pazientare, “non moritemi però”, tornando in armeria. Lì il commesso, Al, fa delle storie: li ha comprati lì? Ha una ricevuta? Perché uno solo? Ha un documento per un nuovo acquisto? A mani vuote Jack riparte, imprecando e finendo fuori strada, ignaro che nel mentre il commesso abbia allertato la polizia in quanto ricercato… Raggiunta la casa di un conoscente, S. P., gli chiede un proiettile, venendo da quello minacciato con l’intimazione di consegnare la pistola… Costretto ad eseguire, vede il vecchio chiamare la polizia, che è già passata il giorno prima a chiedere informazioni da lui e da Al, apprendendo di essere ricercato… per rapina!… Blanditolo con le parole in nome della vecchia amicizia, Jack lo sgozza con un coltello, appropriandosi poi dell’agognato proiettile… Indossato l’accappatoio rosso di S. P. e vestito il cadavere con i propri abiti, all’arrivo del poliziotto da quello chiamato lo uccide, allontanandosi con la di lui volante a sirene spiegate… Mostra quindi il proiettile ai morituri, con il soldato afro a confermarlo full metal, prima di provare varie angolazioni dalle quali sparare alle loro teste allineate. Troppo vicini gli obiettivi per essere messi a fuoco dal mirino… Apre allora la stanza attigua, arretrando la carabina… Quando sta per premere il grilletto ode la voce di Verge, scorgendolo in un angolo della vuota stanza. Il visitatore dichiara di averlo sempre seguito, presente nelle scene del crimine ma non notato. Non è giunto per fermarlo ma per porgli una domanda: non voleva Jack costruire una casa? Non l’ha fin lì fatto per insoddisfazione di materiali e progetti, replica il killer… All’esterno, intanto, sopraggiunge una seconda volante della polizia… Verge lo invita a realizzare la casa “trovando i materiali” e così Jack, sotto il di lui attento sguardo, con il poco tempo a disposizione, sistema i cadaveri in modo tale da farne una casa… Una bella casetta abitabile, plaude Verge, che vi entra invitandolo a seguirlo… I poliziotti irrompono nell’edificio…

I due si calano in una botola a sorpresa presente nel pavimento…

EPILOGUE: KATABASIS

Seguendo Verge, Jack si ritrova nell’acqua. Come Virgilio in Dante, quello lo traghetta all’Inferno, una lunga e sofferta via, fatta di ricordi, immagini e lacrime per le atrocità commesse… Il dialogo d’inizio film viene riproposto…
Da una finestra possono ammirare i campi Elisi, dove non gli è permesso entrare. Osservando e udendo Il respiro del prato, Jack prova il dolore e la sofferenza, un ronzio che aumenta con il loro accrescersi, finendo per commuoversi un po’…

Giunti nei pressi di un ponte interrotto, Verge gli mostra due passaggi: l’uno conduce al Paradiso, l’altro all’Inferno, con la lava che scorre in basso. Superare il ponte consente di raggiungere il Paradiso. Arrampicarsi e scalare la parete per arrivarci è impossibile, nessuno c’è mai riuscito prima, spiega il vecchio, rispondendo a una domanda di Jack… Può tuttavia provare per evitare il sicuro Inferno… Provo, dichiara senza esitazione il condannato che, salutato Verge, principia l’impresa… Dopo pochi metri, inevitabilmente, perde l’appoggio, cadendo nel fiume di lava sottostante…

“Alcuni affermano che le atrocità che commettiamo nella nostra immaginazione sono desideri nascosti che non possiamo realizzare nella nostra società civilizzata, quindi li esprimiamo attraverso la nostra arte. Non sono d’accordo. Io credo che l’inferno e il paradiso siano la stessa cosa. L’anima appartiene al paradiso e il corpo all’inferno”.