JAMES MANGOLD – RAGAZZE INTERROTTE (GIRL, INTERRUPTED)

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JAMES MANGOLD – RAGAZZE INTERROTTE (GIRL, INTERRUPTED)

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Susanna Kaysen ripercorre la propria vita recente…

1967. Susanna è una diciannovenne che viene ricoverata in ospedale dopo l’ennesimo episodio di autolesionismo e tentativo di suicidio con aspirina e vodka dopo il proprio compleanno… Lo psichiatra, il dottor Crumble, la interroga, mostrandosi comunque freddo e distaccato… Il disagio della ragazza sembra derivare proprio dal rapporto conflittuale con i genitori, tipici borghesi legati alle etichette… Ricorda in un flash la celebrazione di un compleanno, lei unica giovane tra tante persone di mezza età… Suo unico conforto, sono momenti di fantasticheria che la alienano completamente dalla realtà… Per consentirle un più rapido recupero, il medico, amico del padre, la indirizza all’ospedale psichiatrico Claymoore Hospital…

Durante il viaggio in auto, Susanna rivive la relazione avuta con un compagno di college, rispondendo al tassista di “vedere delle cose”, motivo per il quale, pur all’apparenza normale, sta per essere ricoverata nella struttura… Ad accoglierla è una mite infermiera afro, Valerie Owens… A sorpresa, è lei stessa a dover firmare i fogli del ricovero, dichiarando alla rigida direttrice di voler unicamente divenire una scrittrice, per non dover finire repressa e sottomessa come la madre… Ma le donne, oggi, hanno più prospettive, ribatte la direttrice, scandalizzata dal fatto che l’unica diplomata di un prestigioso liceo non frequenterà l’università…

Poco dopo, Susanna visita la struttura in compagnia di Valerie, conoscendo le prime pazienti… Tra di esse, la sboccata e anoressica Janet Webber… Compagna di stanza è invece Gerorgina Tuskin, dedica alle fantasticherie patologiche e fissata con Il mago di OZ… La paziente più carismatica, è tuttavia Lisa Rowe, appena riportata dalla polizia dopo l’ennesima fuga durata due settimane. La ragazza si scaglia contro Susanna, rea di aver preso il posto di una sua amica, Jenna, convinta poi quella si sia suicidata… Solo con la sedazione può essere condotta via… Jenna si è effettivamente suicidata la settimana dopo la fuga di Lisa, sua migliore amica…

A Susanna vengono intanto sottoposti i primi tranquillanti…

Altro ricordo di Susanna è quello della cerimonia di consegna dei diplomi della classe 1967, durante la quale si è addormentata…

Susanna apprende da Georgina che Polly “Torch” Clark ha ustioni sulla faccia per essersi da bambina data fuoco con la benzina nel tentativo di non essere vittima di urticaria, pur di non dar via il cane che la madre indicava quale causa scatenante… Nella cartella clinica si parla, invece, di incendio casalingo…

Ascoltando la musica diffusa da Giorgina, Susanna ha un altro ricordo. Toby Jacobs, durante una festa, la abborda… Temerà per la sua morte per via della leva di soldati per il Vietnam…

Susanna dà sfogo alla sua passione per la scrittura, impegnata nella redazione di un diario…

Come psichiatra gli viene assegnato il dottor Melvin Potts…

A imitazione di Lisa, Susanna inizia a far solo finta d’ingerire i medicinali che dona poi alla ricca e viziata Daisy, bulimica e ossessiva compulsiva, usa mangiare solo i polli che il padre, rosticciere, le consegna… Lisa scambia poi il valium di Daisy con i lassativi…

Durante una riunione con i genitori e Potts, Susanna apprende di esserle stata diagnosticato un disturbo borderline di personalità, disagio sovente di tipo ereditario, sebbene quelli rifiutino il verdetto ritenendo inaccettabile la malattia mentale… Quando Lisa le chiede l’esito del colloquio, la invita a recarsi la sera nello studio assieme alle altre per leggere con i propri occhi la cartella clinica… Dopo aver giocato a bowling, apprende così di esser stata definita anche sessualmente promiscua, in base alla definizione di borderline letta su un manuale presente in stanza…

Durante la gita settimanale in gelateria, Susanna viene insultata dalla madre di una ex compagna di classe, difesa da Lisa…

Poco tempo dopo, come promesso, Daisy viene portata via dai genitori…

Il tempo passa e Susanna si abitua alla vita della clinica. Quando la passa a trovare Toby, rifiuta di fuggire assieme a lui in Canada, riconoscendo di avere disturbi proprio come quelle ragazze, ora sue amiche, che lui si ostina a ritenere minorate e pazze… Sì, me ne voglio andare, ma non con te, dichiara lei, spiata da Lisa e Polly…

La sera, l’inserviente John conferma la propria cotta per Susanna che ha modo di assistere a una grave crisi di Polly, conscia che, per via della deturpazione del proprio volto, non potrà mai avere una vita sentimentale… Per rincuorarla, dopo aver addormentato l’infermiera in turno di notte, Lisa e Susanna cantano per lei. Susanna bacia John, per indurlo a lasciarle fare, passando in corridoio la notte assieme a lui e Lisa. Al mattino tenta di non farsi scorgere da Valerie che, però, fa rapporto alla Wick… Le viene chiesto della sua amicizia con Lisa. I suoi miglioramenti si sono arrestati, per via di quei legami con le ricoverate che la costringeranno a rimanere per tutta la vita in clinica… Lisa viene trasferita in un altro reparto, così come John…

Caduta vittima dell’apatia, è Valerie a cercare di aiutarla e di farle capire che la presenza di Lisa è per lei nefasta, come già per altre in passato… Sei soltanto una ragazzina viziata ed egocentrica che ci si manda da sola in ospedale, le parole di Valerie… Susanna risponde in maniera irriverente, dandole così ragione… Ti stai solo buttando via…

Una notte, dopo aver subito un altro elettroshock, Lisa raggiunge la stanza di Susanna, convincendola a fuggire, con destinazione Florida… Prima di poter partire in aereo, necessitano di un nascondiglio, fermandosi a casa di Daisy dopo che Lisa ha rubato il portafoglio a un giovane rimorchiato a una festa… Daisy chiede il valium, lasciando loro dei soldi per il viaggio. Ma Lisa la provoca, svelando i tagli che si fa sul braccio, convinta voglia suicidarsi per porre fine al rapporto incestuoso che ha con il padre…

Il mattino seguente, preoccupata per la mancata presenza di Daisy, Susanna sale nella di lei camera, dalla quale promana la stessa musica a ripetizione. Aperta la porta, la trova impiccata. Chiama l’ambulanza, sconvolta dal cinismo di Lisa che, indifferente, deruba la defunta, andando via… In lacrime, Susanna attende l’arrivo della polizia…

Con il gatto di Daisy, Susanna torna in ospedale accompagnata da Petts, decisa a intraprendere un vero percorso di riabilitazione e recupero, sconvolta da quanto visto…

La sera, quando Valerie passa a trovarla, Susanna esterna il rimorso di non aver supportato Daisy dopo il duro attacco di Lisa e di sapere cosa si prova a voler morire, la difficoltà a inserirsi in società e l’autolesionismo nel tentativo di cancellare il dolore interno… L’infermiera la sprona a scrivere tutto nel diario e riferire ai medici, informandola che Lisa è ricoverata da ben otto anni…Vedere la morte, ti fa capire che sognarla era una cosa ridicola, scrive nel diario…

Appena prima delle dimissioni, Lisa fa il suo ritorno in clinica… Decisa a divenire scrittrice, pronta a lavorare e vivere sola in un appartamento, la sera prima delle dimissioni, Susanna scopre Lisa, Polly e Georgina intente a leggere il suo diario, in particolare le parti contenenti giudizi su di loro… Lisa l’aggredisce verbalmente, invidiosa della sua guarigione… Susanna fugge, inseguita da Lisa che la incalza dichiarandosi l’unica libera… Non interessa a nessuno se muori, perché il tuo cuore è gelido, sei morta dentro. Sei patetica, hai bisogno di rimanere in ospedale per sentirti viva tormentando le altre, replica Susanna… Lisa si scioglie così in un disperato pianto…

L’indomani, prima di lasciare la clinica, Susanna passa a salutare Lisa, sedata e immobilizzata a letto, sulle unghie della quale appone un raro smalto rosa reperito da Janet. Non è vero che sono morta, dichiara Lisa in lacrime. Mi mancherai… Tu uscirai di qui e allora verrai a trovarmi, replica Susanna che saluta poi tutte le altre amiche e pazienti, ultime delle quali Georgina, che non sembra affatto covarle rancore e l’abbraccia, così come Polly, alla quale lascia il gatto… L’ultimo abbraccio, prima di salire in taxi, è con Valerie…

Dichiarata sana e rispedita nel mondo. Diagnosi finale: borderline recuperata. Che cosa voglia dire non lo so. Non sono mai stata matta, o forse sì… L’autista la riconosce, è lo stesso che l’aveva lì condotta al ricovero… La follia siete voi o io, amplificati… Negli anni ‘70, quasi tutte erano uscite, alcune riviste, altre no. Ma non c’è mai giorno che il mio cuore non le ritrovi, conclude Susanna…