J.R.R. TOLKIEN – I FIGLI DI TURIN

J.R.R. TOLKIEN – I FIGLI DI TURIN
J.R.R. TOLKIEN – I FIGLI DI TURIN

J.R.R. TOLKIEN – I FIGLI DI TURIN
BOMPIANI – Collana I LIBRI DI TOLKIEN. TASCABILI BOMPIANI n. 1230 – IV ed Gennaio 2014

TRADUZIONE: CATERINA CIUFERRI
ILLUSTRAZIONI: Alan Lee

PREFAZIONE
Di Christopher Tolkien p. 5

INTRODUZIONE. LA TERRA DI MEZZO E I TEMPI REMOTI
Di Christopher Tolkien p. 11

NOTE SULLA PRONUNCIA p. 26

CAPITOLO I – L’INFANZIA DI TURIN p. 31

Turin nasce a Brethil, nella regione di Hithlum detta Dor-lomin, da Hurin, figlio di Galdor e di Hareth, pronipote del re Hador Testadoro…
Un giorno suo padre e suo zio, Huor, dopo una battaglia con gli Orchi, nel fuggire finiscono nelle terre degli Elfi di Gondolin, ospitati per un anno dal re Turgon che alla fine acconsente a lasciarli tornare a casa in cambio del voto del silenzio…
Nell’anno 469, le ostilità con gli Orchi riprendono e dal confine giunge un “Perfido Fiato” che provoca la morte di numerosi bambini… Tra di essi anche la piccola Urwen, di soli tre anni, sorella di Turin di due anni maggiore… Il piccolo medita vendetta, crescendo con l’unica compagnia di un servitore taglialegna zoppo, Sador, a raccontargli gesta delle battaglie della giovinezza o a rispondere alle sue curiose domande…
All’età di otto anni, il padre, prossimo alla partenza della guerra, gli dona un prezioso pugnale elfico che il piccolo cede a sua volta all’amico Sador, redarguito per questo dalla madre, Morwen… Poco tempo dopo il re parte dando l’addio a moglie e figlio…

CAPITOLO II – LA BATTAGLIA DELLE INNUMEREVOLI LACRIME p. 51

Alla battaglia prendono parte anche le truppe elfiche condotte da Fingon e Turgon…
Dopo una settimana di scontri, la vittoria arride agli orchi di Morgoth che uccidono tutti i nemici tranne Hurin, catturato e condotto ad Angband, e Turgon, che i due fratelli hanno convinto ad allontanarsi per vendicare in futuro i morti della “Battaglia delle innumerevoli lacrime”…

CAPITOLO III – LE PAROLE DI HURIN E MORGOTH p. 60

Morgoth, dopo vane torture ai danni del prigioniero, si reca a parlargli di persona. Ma né promesse di libertà, né minacce di terribili conseguenze per i parenti e gli umani ora sotto il suo controllo, fanno rivelare a Hurin nulla sulla dimora di Turgon…

CAPITOLO IV – LA PARTENZA DI TURIN p. 65

Morwen e gli altri subiscono i saccheggi perpetrati dagli Esterling cui Morgoth ha donato le terre in cambio del proprio tradimento, pur non essendo sottoposta a schiavitù come gli altri per via del proprio rango e delle presunte doti di elfa che le appartengono… Con il tempo la donna decide però di far partire Turin prima che, ormai cresciuto, possa essere preso come schiavo, indicandogli la via da seguire, quella del Sud per essere ospite di re Thingol… Lei, forse, lo raggiungerà più avanti una volta partorito il figlio che ha in grembo…
Prima di partire, Sador restituisce a Turin il pugnale elfico che, però, lo rifiuta… Terminati i preparativi, accompagnato dai vecchi ma ancor prodi Gethron e Grithnir, Turin giunge nella Foresta di Brethil… Ormai stremati, sono soccorsi da Beleg Arcoforte che, riferito a Thingol quanto dal ragazzo comunicato, li conduce nel regno degli elfi. Lì il re adotta Turin, promettendogli l’insegnamento delle tecniche elfiche con le quali potrà poi negli anni venturi riprendersi il trono e cercar vendetta… Informata della buona accoglienza, Morwen rifiuta tuttavia di raggiungere il figlio, decisa a rimanere a difesa del proprio casato con la figlia da poco nata e nomata Nienor. Invia in segno di riconoscenza il prezioso elmo di Hador, in grado di donare difesa dalle ferite a chi lo indossi in battaglia, elmo che il re degli elfi dona a sua volta al legittimo proprietario, Thurin…

CAPITOLO V – THURIN NEL DORIATH p. 79

Turin cresce sotto la guida di Melian che lo affida alla giovane Nellas, ricevendo per nove anni anche notizie da casa… Unico ad osteggiarlo è uno dei consiglieri del re, l’altezzoso Saeros… Compiuti i diciassette anni, il dolore si rimpossessa di Turin, non ricevendo più questi notizie dalla madre… Chiede così a Thingol di avere l’elmo, la spada e la corazza, oltre a valenti compagni, per liberare la propria terra. Il re e la regina lo fanno ragionare: è cresciuto, ma da solo non potrà mai farcela. Meglio inizi ad affinare le propri doti belliche combattendo contro gli orchi nelle marche di confine. Per tre anni, con compagno Beleg, il giovane combatte con coraggio senza mai riportare ferite grazie all’elmo…
A vent’anni, un giorno, tornato al palazzo reale, per sbaglio si siede sul posto di Saeros… Questi, piccato, lo provoca a parole, scatenandone la reazione che lo porta a ferirlo al labbro con un calice e a sguainare la spada. Fermato da Mablung, Turin torna in sé lasciando l’aula…
Il mattino seguente, mentre viaggia verso le marche settentrionali, Turin è vittima di un agguato di Saeros. Essendo diventato più forte, ha la meglio, costringendo il consigliere del re a correre nudo nella foresta. Mablung e il suo seguito cercano di fermare il giovane che, però, è convinto non potrà mai avere un giusto giudizio dal re. Giunti nei pressi di uno strapiombo, l’atterrito Saeros tenta un assurdo salto che lo conduce alla morte. Turin fugge via, rifiutandosi di seguire Mablung a giudizio del re… L’indomani il re ascolta i testimoni, compreso Mablung che sembra favorevole al fuggitivo… Turin viene bandito dal regno nel quale potrà rientrare solo prostrandosi chiedendo scusa. Ma ecco Beleg condurre innanzi al consiglio Nellas a rivelare dell’agguato subito. Il re perdona così Turin, incaricando i sottoposti di ritrovarlo… Della bisogna s’incarica il fido Beleg che parte dopo aver ricevuto la spada maledetta Anglachel… Per mesi vaga senza trovarne traccia alcuna…

CAPITOLO VI – TURIN FRA I FUORILEGGE p. 98

Turin si allontana verso ovest, inoltrandosi nella foresta del Teiglin dove vive una banda di una cinquantina di fuorilegge che, individuatolo, lo accerchia… Forweg ne è il leader… Uno dei banditi scocca una freccia, finendo ucciso da Turin che viene accolto nel gruppo con il nome di Neithan l’offeso senza aggiungere altro del proprio trascorso… In primavera uccide Forweg che nel bosco nei pressi di una fattoria fortificata stava inseguendo con Andròg una ragazza da stuprare… Eletto nuovo capo, Turin conduce lontano i banditi sulle cui tracce, nonostante l’anno trascorso e l’avanzare degli Orchi, è ancora Beleg. Questi arriva nei pressi della fattoria dove Turin ha salvato la ragazza, trovando così una pista da seguire. Ma Turin sfrutta le sue conoscenze per mantenere il proprio vantaggio…
Un giorno, però, avvistati alcuni orchi, in avanscoperta con un compagno, Turin viene scoperto e costretto a nuova fuga… Nel mentre Beleg arriva all’accampamento degli uomini finendo catturato e legato a un albero… Dopo due giorni Turin li raggiunge, liberando l’amico. Questi gli comunica la grazia ricevuta, ma, nonostante lunghi pensieri, alla fine Turin decide di non tornare da Thingol e di recarsi ad Amon Rudh. Beleg torna dal re, comunica quanto accaduto e, ricevuto in dono dalla regina Melian il prezioso pan di via degli Elfi, riparte alla volta delle marche settentrionali a combattere gli orchi…

CAPITOLO VII – DA MIM IL NANO p. 122

Il tempo passa e Turin e gli altri sono sempre più in fuga dagli orsi… Un giorno catturano il vecchio nano Mim, di passaggio nella foresta con i due figli… Questi implora di aver salva la vita, accordando in cambio ospitalità nella propria dimora. Il mattino seguente il gruppo si mette in marcia, raggiungendo la collina calva di Amon Rudh… All’interno si trova il cadavere del figlio di Mim, trafitto e ucciso da freccia scoccata da Andròg… Il nano pretende che l’assassino spezzi arco e frecce e le deponga ai piedi del defunto con la promessa di mai più utilizzarle e una maledizione a suo carico… Gli umani si sistemano dunque nelle grotte della dimora del nano, rifocillandosi ma subendo poi le morse dell’inverno. Quando iniziano ad ammalarsi, ecco arrivare Beleg!…

CAPITOLO VIII – LA TERRA DELL’ARCO E DELL’ELMO p. 143

Il tempo passa e la forza del gruppo di Turin, grazie all’ausilio di Beleg, si accresce di giorno in giorno fino a costringere gli orchi a desistere dal tentativo di passare la foresta… Ma Mim si fa geloso di Beleg, della stirpe degli elfi che odia, soprattutto quando l’ultimo arrivato salva Androg da una freccia avvelenata impedendo che la maledizione abbia effetto sull’umano…
Turin rifiuta di tornare tra gli elfi, proclamandosi sovrano di un territorio dove accoglie umani ed elfi sbandati… Ma Morgoth invia spie che circondano gli accampamenti e un giorno sono condotti alla dimora dal traditore Mim… Gli uomini sono così tutti sterminati, tranne Turin, che viene catturato e portato via, e Beleg, lasciato ferito legato a una roccia. Quando Mim sta per ucciderlo, Androg, con le ultime forze rimastegli, elimina il nano liberando l’elfo…

CAPITOLO IX – LA MORTE DI BELEG p. 153

Beleg va in cerca di Turin, ritrovandolo lungo la via per Angband dopo essersi imbattuto in Gwindor… I due liberano Turin, ridotto in stato di semi incoscienza, che, ferito a un piede da Beleg che lo stava liberando dai legacci che lo tenevano prigioniero, finisce per ucciderlo… Il dolore rende apatico Turin che Gwindor riesce tuttavia a condurre lontano fino all’ingresso nel Nargothrond dove sono catturati da esploratori elfici…

CAPITOLO X – TURIN NEL NARGOTHROND p. 161

Turin e Gwindor arrivano nel Nargothrond dove l’elfo, provato dalle ferite e dalla schiavitù subita, non viene inizialmente riconosciuto. Poi la figlia del re, Finduilas, sua fidanzata, lo riconosce… Turin si spaccia per Agarwaen, cacciatore errante, entrando ben presto nel consiglio del Re e scalzando l’amico dal ruolo di consigliere. Il suo piano di attacco agli orchi viene infatti reso operativo, con lui stesso alla guida degli eserciti munito della nera spada modificata e di una cotta dei nani ricevuta in dono… Di lui s’innamora poi proprio Finduilas, che si rende conto di non essere ricambiata, creando una nuova situazione di attrito con Gwindor. Questi, durante un colloquio, rivela il passato di Turin all’elfa…
Morwen, intanto, assieme alla figlia Nienor raggiunge Thingol, da quello accolta, apprendendo però con dolore della partenza di Turin…

CAPITOLO XI – LA CADUTA DI NARGOTHROND p. 173

Cinque anni dopo l’arrivo nel Nargothrond, Turin è ormai di fatto diventato re e condottiero in vece di Orodreth. Un giorno si presentano due elfi da tempo in viaggio, Gelmir e Arminas, ad avvisare del prossimo attacco degli orchi e della necessità di ritirarsi e, quantomeno, abbattere il ponte d’accesso alla regione… Ma Turin non accetta consiglio e li manda via sgarbatamente…
Poco tempo dopo, però, coadiuvate dal drago Glaurung, le truppe degli orchi sconfiggono gli elfi. Il re e Gwindor cadono sul campo assieme a quasi tutti i guerrieri, mentre la capitale viene razziata e anche Finduilas condotta via prigioniera… Vittima del maleficio del drago che gl’impedisce di muoversi, Turin ascolta le di lui parole che gli parlano dell’attacco al paese natio e alla cattura di madre e sorella… Allontanatisi gli orchi con i prigionieri, il giovane, accecato dall’ira, s’incammina per tornare nel Dor-lomin…

CAPITOLO XII – IL RITORNO DI TURIN NEL DOR-LOMIN p. 184

Dopo ventritrè anni, Turin percorre dunque a ritroso il tragitto che lo ha condotto lontano da casa… Giunto nella natia dimora, la trova saccheggiata e disabitata. Pensando al peggio, inizia a cercare informazioni, trovandole nella casa della zia Aerin, sposata all’Esterling Brodda, servo degli Orchi, dove da un vecchio apprendere essere madre e sorella da oltre un anno partite. Questi si rivela peraltro il fido Sador… Furioso, Turin decide d’irrompere nella sala di Brodda, finendo per ucciderlo e scatenare una rivolta dopo aver appreso la partenza delle parenti per la terra degli elfi… Terminata l’uccisione degli Esterling, accommiatandosi da Sador che muore per le ferite riportate, assieme ad alcuni uomini raggiunge un passo montano dove può attendere la fine delle nevicate. Di lì riprende poi il cammino verso il Sud e la Valle del Sirion…

CAPITOLO XIII – L’ARRIVO DI TURIN NEL BRETHIL p. 194

Triste per l’inganno subito, Turin si mette in cerca di Finduilas, ma senza trovarne tracce… Un giorno s’imbatte in un gruppo di uomini dei boschi, condotti da Dorlas, che salva da un attacco d’orchi. Dorlas lo informa della morte dell’elfa, trafitta da una lancia un mese prima… Turin si fa condurre nel luogo della di lei uccisione, seppellendola in un tumulo… Il dolore lo attanaglia e Dorlas e gli altri lo conducono nella cittadella di Brandir. Questi gli presta le cure del caso, non felice di averlo ospite: con le sue gesta attirerà senz’altro l’ira degli orchi. Turin cambia nome, ora Turambar, compiendo uccisioni di orchi in particolare nei pressi del tumulo di Finduilas…

CAPITOLO XIV – IL VIAGGIO VERSO NARGOTHROND DI MORWEN E NIENOR p. 200

Giunte a Morwen le voci della possibile morte in battaglia di Turin, la donna decide di partire per ritrovarlo o appurarne l’effettivo decesso. Invano Thingol e Melian provano a convincerla a restare… Il re, contrariamente a quanto deciso, l’indomani le pone al seguito Mablung e trenta cavalieri che, presso il guado di Sirion, le si palesano per aiutarla nella traversata. Sulla sponda opposta si accorgono poi della presenza di Nienor che li ha fin lì seguiti. Morwen le ordina di tornare indietro, ma la ragazza rifiuta e, dato che lei non vuol tornare indietro, di proseguire insieme… Il gruppo raggiunge il Nargothrond teatro della battaglia con gli orchi… Mablung va in ricognizione, evitando il drago Glaurung che scova però gli invasori… I cavalli, spaventati, si disperdono e Nienor si ritrova separata dagli altri così come la madre… Raggiunta la cima del colle, cade però in balia del ritornato drago… Mablung, esplorata a lungo la dimora del mostro, ne esce senza aver riscontrato la presenza di prigionieri. Incrocia il drago che con la voce di Morgoth lo irride per il fallimento della missione. Ritrova infatti soltanto Nienor che ha però perso i sensi e deve essere condotta come un bambino per mano… Ricongiuntosi ad alcuni dispersi, ritorna infine alle porte del Doriath dove, però, un attacco di orchi fa fuggire la ragazza in preda a cieco terrore… Rientrato da Thingol, lo informa della scomparsa delle due donne…

CAPITOLO XV – NIENOR NEL BRETHIL p. 216

Per un giorno intero Nienor, in preda al terrore assoluto, fugge fino a stramazzare esausta… Il mattino seguente si sveglia, ma priva della memoria… Continua a vagare nei boschi del Brethil fino a fermarsi nei pressi di un albero. È lì, sulla tomba di Finduilas, che la rinvengono alcuni guerrieri condotti da Turambar, suo fratello. Rifocillata, incapace di parlare per l’amnesia e in grado solo di piangere, viene ribattezzata Niniel…
Ospitata nel villaggio, viene curata e poi piano piano insegnato nuovamente il significato e il nome delle cose… Brandir s’invaghisce di lei che però ama Turandor. Il primo la convince ad attendere a sposarlo, ma alla fine, in estate, i due lo fanno…

CAPITOLO XVI – L’ARRIVO DI GLAURUNG p. 224

Tre anni dopo Glaurung ordina un attacco al Brethil. Nonostante il parere contrario di Nienor, Turanbar guida gli uomini in battaglia sconfiggendo agevolmente gli orchi grazie alla nera spada che fu di Beleg. Furioso, il drago prepara una nuova campagna che lo vede protagonista in prima persona. E così, l’estate successiva, da poco divenuto padre, Turambar va ad affrontarlo assieme a Dorlas e Hunthor. L’obiettivo è quello di trafiggerlo con la spada nei pressi della montagna calva di Cabed-en-Aras, quando si allungherà per superare un precipizio…
Tormentata dall’ansia, Nienor, contro il consiglio di Brandir, decide di raggiungere il campo di battaglia con quanti vogliano seguirla per combattere anziché attendere un’altrimenti certa fine… Anche Brandir, seppur zoppo, decide di seguirla per amore…

CAPITOLO XVII – LA MORTE DI GLAURUNG p. 238

Giunti presso il burrascoso Teiglin che dà accesso al Cabed-en-Aras, Turambar è il primo a guadare
seguito a sorpresa dal solo Hunthor, essendo Dorlas rimasto atterrito sull’altra sponda…
I due avanzano a fatica nel buio, tra fetore e calore emesso dall’orrendo mostro… Quando stanno per assopirsi, ecco Glaurung iniziare a muoversi e allungarsi fino all’estremità opposta del dirupo previo lancio di fiamme. Nonostante il calore i due uomini si sistemano al di sotto del suo ventre, che quasi a terra giunge, con Hunthor invero da una pietra al capo colpito e da essa ucciso… Con l’odio nel cuore, Turambar trova la forza di conficcare la spada nel ventre del drago che grida così dal dolore dimenandosi fino a rimanere immoto dall’altra parte del dirupo. Lì lo raggiunge poco e, nel riprendersi la spada, viene colpito alla mano dal di lui sangue venefico svenendo dal dolore e dall’occhiata carica d’odio dal morente rivoltagli…
Le grida del drago sono peraltro state udite dagli uomini in fuga dal villaggio, senza che però nessuno di essi trovi il coraggio di andare a verificare se Turambar e gli altri siano stati uccisi o abbiano avuto la meglio… Nienor cade di nuovo in preda al terrore ed è così che la ritrova Brandir. Insieme avanzano, con la donna ad avvantaggiarsi, fino ad arrivare nel luogo dove drago e uomo giacciono immoti… La donna si getta sull’amato, ormai pallido e freddo, quand’ecco che il drago le rivela essere quello suo fratello Turin. Con la sua morte la libera dall’amnesia e così la ragazza riconosce l’incesto gettandosi nel Teiglin per il dolore… Brandir è a sua volta affranto, imbattendosi sulla via del ritorno nell’infido Dorlas al quale rinfaccia la codardia dimostrata. Se solo fosse tornato indietro con le notizie sull’esito della battaglia, Nienor si sarebbe salvata… Lo uccide infine prima che quello possa attaccarlo… Raggiunto il proprio popolo, lo informa della morte del drago e di quelli che si sono rivelati i due fratelli. Commosso, il popolo decide di tributare degni onori a Turambar…

CAPITOLO XVIII – LA MORTE DI TURIN p. 252

Mentre la sorella fugge verso il dirupo, Turin si desta per la morte del drago, pur passando in stato di sonno… Il mattino seguente, seppur spossato, s’incammina verso il villaggio notando la stranezza della mano fasciata. Giunge al cospetto degli altri proprio mentre quelli stanno per andare a cercarne il cadavere. Enorme è la sorpresa e Grindor è accusato di pazzia e intrigo. Quando il vecchio rivela la morte dell’amata Niniel, dichiarandola sorella, Turin lo crede un suo tentativo di allontanarlo da lei, finendo per ucciderlo… Fugge quindi nei boschi, affranto ma con la speranza dell’esistenza in vita dell’amata, dove viene raggiunto da Mablung postosi sulle sue tracce dopo aver appreso dell’avanzare dei draghi e della ricomparsa di “spada nera”… Quando Turin chiede di Marwen e Nienor, l’altro gli rivela che si erano disperse durante la sua ricerca. Il guerriero ha così la conferma della veridicità delle parole di Grindor. Fugge via sconvolto, seminando perfino gli elfi… Giunto nei pressi del dirupo, decide di suicidarsi con la spada… Gli elfi bruciano il corpo del drago e seppelliscono in un tumulo Turin con i resti della spada ormai spezzata. Del corpo di Nienor non si avrà invece più traccia…
Alla morte di Turin, Morgoth decide di liberare Hurin che giunge infine presso la tomba dei figli. Lì trova una figura spettrale che si rivela essere la moglie che spira tra le sue braccia…

GENEALOGIE p. 265

APPENDICE p. 271

1 – L’EVOLUZIONE DEI GRANDI RACCONTI p. 273

2 – COMPOSIZIONE DEL TESTO p. 287

INDICE DEI NOMI DEL RACCONTO DEI FIGLI DI HURIN p. 297

NOTA SULLA MAPPA p. 309

POSTFAZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA
Di Gianfranco De Turris p. 311

UNA NOTA
Di Quirino Principe p. 321

INDICE p. 327