Ivan Graziani – Ivangarage

[banner][banner size=”300X250″][banner][banner size=”120X600″]IVAN GRAZIANI – IVANGARAGE
CAROSELLO – CDOR 9177 – 1989
1 – Prudenza mai
 Prudenza mai, mai neanche da bambinoquando alzavo le gonne alla suora dell’asilo

e poi scrivevo sul muro “Io ce l’ho più duro”

facevo poi il disegnino, un cazzettino

non sai che artista, che teppista!

Io sono fatto così, mi piace dare fastidio alla gente

io sono così, mi piace andare contro corrente

non odiarmi mai, non odiarmi mai

ma la prudenza io non l’ho usata mai.

Prudenza mai, mai neanche adesso che sono grande

e dovrei stare attento a quel che pensa la gente

e invece ti mando a fare in culo a te che sei il direttore

che mangi sempre minestrina e dopo fai la cacchina

beh, niente sermoni, aio, aio, non rompetemi i maroni

Io sono fatto così, mi piace dare fastidio alla gente

io sono così, mi piace andare contro corrente

non odiarmi mai, non odiarmi mai

ma la prudenza io non l’ho usata mai.

2 – Un uomo

 A chi non crede che tu possa mai più farcelaa chi non crede che tu possa mai più vincere

farai vedere tu ragazzo di che razza sei

e come quando si risorge dalle ceneri, un uomo!

Dice qualcuno, qualcuno dice che sei inutile

ma non sa, non lo sa che la vita è tua

passa il sogno, afferra il sogno

e vola insieme a lui e quando tu

tornerai quaggiù sarai un uomo.

E’ sottile questo filo che ci unisce

è la debolezza che ci fa più forti.

Soli noi siamo simili però

noi non ci siamo incontrati mai

ma certe sere le conosco anch’io

io, io, io, un uomo.

E’ sottile questo filo che ci unisce

è la debolezza che ci fa più forti.

Soli noi siamo simili però

noi non ci siamo incontrati mai

ma certe sere le conosco anch’io

io, io, io, un uomo.

3 – Guagliò guagliò

 Parlerò un po’ di te, ma nessuno mi crederàè una storia troppo strana accaduta tanto tempo fa.

Mi ricordo, sai? I tuoi capelli color senape

una spazzola da scarpe su due occhi troppo grandi

Nu guagliò (il tuo sguardo ci seguiva)

Nu guagliò (sguardo che non si arrendeva)

Nu guagliò (lingua tagliente come, come un ragazzo di strada)

Guagliò guagliò. Guagliò guagliò.

Guagliò guagliò. Guagliò guagliò.

Guagliò guagliò. Guagliò guagliò.

Dentro il fiume poi cercavi (dentro il fiume poi cercavi)

la corrente più forte (la corrente più forte)

eri proprio come noi (eri proprio come noi)

coraggio e scarpe rotte.

Nu guagliò, nu guagliò, nu guagliò…

Ma che sorpresa quella sera

quando a casa tua ti riportammo

avevi un taglio in una gamba, tua madre disse:

“Che avete fatto alla mia bambina?

sono giochi troppo violenti

ma non vedete che è una donna

una donna, una donna come me!”

Dio, confonderti, ma eri proprio come noi

ginocchi sporchi e sbucciati.

Guagliò guagliò. Guagliò guagliò.

Guagliò guagliò. Guagliò guagliò.

Guagliò guagliò. Guagliò guagliò.

4 – Psychedelico

 Eccomi qui, figlio di un po’ per unodi nuovo qui per cavalcarti ancora

il cuoio nero e le corna in vetroresina

il mio lavoro sei tu “il toro”

E’ tempo ormai di domarti mostro

stare seduti sulla bocca del vulcano

e mentre tu mi scuoti e mi risbatti

con la mia mente volo.

Elena compare in un volo

di rondini rosa sul caffettano blu

mi abbraccia forte e gli orecchini tintinnano

sapessi quante volte mi ha salvato dall’ LSD.

Ti prego non volare, non da quel balcone

è presto, è ancora troppo presto

restiamo qui a sognare un po’.

Psychedelico! Psychedelico!

La pioggia di marzo che picchia argentina

sui tegoli vecchi è un ricordo di scuola

il toro si infuria, inarca la schiena

la gente è muta in attesa nel bar.

Riprova! Riprova! Riprova anche tu.

Stringi forte le ginocchia,

prendi per le corna il toro, non mollarlo più

Riprova! Riprova! Riprova anche tu

finché non voli in mezzo al blu.

Eccomi qui figlio di un po’ per uno

di nuovo qui per cavalcarti ancora.

Eccomi qui figlio di un po’ per uno

sulle tue corna io mi getterò.

Psychedelico! Psychedelico!

5 – Noi non moriremo mai

 Chissà a cosa pensa Matteocon gli amici in gita in montagna

forse alla neve di quand’era bambino

a una Fender sul comodino.

Janis Joplin siede sul trono

fuma e sorride, ragazzi parlate piano

non bisogna svegliarla dal sogno.

Sulle colline a disegnare

dove il fiume s’incontra col mare

sull’Adriatico silenzioso le tue parole

noi amico mio vedremo un mondo migliore

perché noi (cavalieri del vento)

non moriremo (anche nella tempesta)

mai….

Sale la nebbia ad Urbino, Matteo non bere più

tuo padre ti ha lasciato quassù

e in collegio si può anche morire

lo so, ma dai andremo a vedere un film

sei volte fino all’una di notte

prenderemo poi a calci un bidone

così, tanto per fare rumore.

Amico ciao (amico ciao)

il tuo giaccone di pelle (il tuo giaccone sarà)

una bandiera sarà (sarà)

alta fino alle stelle (e come una bandiera tu vivrai )

io per conto mio

rimarrò sulla porta (certo non scapperò più)

guardami (mai più)

la mia anima non è morta.

E anche noi (cavalieri del vento)

non moriremo (anche nella tempesta)

mai, vedrai…

(She loves you yeah! Yeah! Yeah!)

(You say goodbye and I say hello…)

(Hei Jude, don’t make it bad,

take a sad song and make it better…)

6 – Johnny non c’entra

 
Johnny è un bambino, ha sette anni
e la sua storia fa paura raccontare

sua madre é a letto, sta sempre male

e suo padre è un urbiacone

E voi che state in poltrona

o gettati in autostrada ascoltate

ascoltate é una storia vera.

Johnny quella sera come sempre a sua madre

portava da mangiare, ma all’improvviso

gli cade il piatto mille pezzi, proprio al piedi di suo padre

e lui é pazzo di rabbia e lo colpisce sul viso.

Johnny vola per terra ed é a terra un bambino

Johnny non c’entra, Johnny non c’entra

Johnny non c’è entrato mai.

Johnny non c’entra, Johnny non c’entra

ma allora perché, questa violenza,

questa violenza questa inutile prepotenza?

Johnny, Johnny scappa scappa

lui è ubriaco, vuol farti del male, bada

e tu corri ad urlare in strada

Johnny scappa verso la porta

scappa, scappa ma la porta é chiusa

Johnny apre l’armadio accade tutto in un minuto

c’è il fucile di suo padre, ben mille volte glielo ha visto usare

sa come si tiene, come si deve puntare.

E voi che state in poltrona o gettati in autostrada

potrete ascoltare Johnny sparare.

Johnny non c’entra, Johnny non c’entra

Johnny non c’è entrato mai

Johnny non c’entra, Johnny non c’entra

ma la violenza cieca sarà e partorirà

ancora cieca violenza.

7 – Radici nel vento

 E‘ vicino il confine e già vedo più in làgetterò i miei vestiti e nudo sarò

io, nudo sarò…

Questo viaggio è un’idea e durerà la mia vita

ogni amore è una strada, l’orizzonte è laggiù.

Perché Francesco è un pastore

e ha vissuto trent’anni

in un deserto di pietre per la sua verità.

Sì, ma quei suoi fragili fiori

hanno messo radici, son sbocciati nel vento

infiniti nel blu, infiniti nel blu…

Noi tutti siamo una città, una sola età

tanta gente che viene e se ne va

acqua e fuoco noi, odio e amore noi

dentro gli occhi miei le distese infinite

e i campi di sole, eterne battaglie

noi vento e radici, vento e radici…

Ho radici nel vento, ho imparato da te

sono fedele a me stesso, non ti tradirò mai

io non ti tradirò mai…

8 – I metallari

 I metallari, i metallarisono cosi, i metallari sono fatti così:

pezzi di miele che scende giù, una lama in gola.

Innamorati, i metallari sono sempre innamorati

e condannati a ricucirsi da soli, come antichi guerrieri.

Sono brillanti, i metallari sono come diamanti

che dalla notte nera sbucano in tanti

a un concerto rock.

I metallari, i metallari

Innamorati, i metallari sono sempre innamorati

e condannati a ricucirsi da soli, come antichi guerrieri.

Sono brillanti, i metallari sono come diamanti

che dalla notte nera sbucano in tanti

i metallari, i metallari.

9 – Ora et labora

 Hey tu! In ginocchio sui ceci quanto, quanto pregavo.Hey tu! Non ci crederai, ma più confuso che mai

a letto poi me ne andavo “Dormi a destra!

che a sinistra c’è demonio e ti può trascinare

e poi non ti toccare! Ma le tue forze

qui in seminario, metti tutte per pregare”

Ora, ora et labora! Ora, ora et labora!

Ora et labora! Adesso sono grande

e c’ho un problema duodenale: c’ho l’ulcera!

Ho lavorato, pregato troppo, io me ne voglio andare!

Nè Gastrozepin, nè Zantac, nè Famodil,

nè Malox o Neutralon, nè Roter o Gastridin.

Ma solo campi di fragole

e Lucia nel cielo coi diamanti

e voi, voi non mi riprenderete più

mai più no, no, no, no.

Ora, ora et labora! Ora, ora et labora!

10 E mo’ che vuoi 

 E mo’ che vuoi?Ti è piaciuto mi è piaciuto e mo’ che vuoi?

Sei un’avventura senza nome, forse solo un’illusione

comunque, niente fra di noi.

Sarò un bastardo, come dici tu

ma lo hai preso fino in fondo… Il mio sguardo

ti prego, niente odio forse è stato uno

sbaglio…parlare d’amore fra di noi

e mo’ che vuoi?

Ma dai, che sto scherzando, dai

guarda, sono qui al tuoi piedi, non vedi?

Un gioco non si abbandona mai

ma dimmi come faccio a prenderti sul serio?

Non l’ho mai fatto, prendi quel che puoi di me

e ancora un po’ starò con te

un gioco non si abbandona mai.

E adesso non guardarmi

con quella tenerezza, cosa vuol dire?

Spiegami, ma cosa c’è, stai ridendo

e stai scherzando su di te

magari vuoi vendicarti, forse vuoi rifarti

ti fai male sono affari tuoi, da me che vuoi.