ISSA – POESIE

ISSA – POESIE
ACQUAVIVA – OTTOBRE 2004

Traduzione di Kantaro Nishida e Giuseppe D’Ambrosio Angelillo

ISSA di Giuseppe D’Ambrosio Angelillo p. 5

Io non ho nulla.
Eppure che dolcezza nel mio cuore.
E che freschezza. (p. 9)

Più sono numerose le primavere,
più sono lunghi i giorni
portano lacrime e rimpianti. (p. 20)

I fiori di loto sradicati
Per far posto a un podere.
Che mondo malvagio. (p. 41)

Nel nostro mondo:
sopra guardiamo i fiori
sotto l’inferno. (p. 42)

Rondini nel tramonto.
Per me
Non c’è un domani. (p. 62)

Impetuoso arriva il giorno, il cielo
Si cambia d’abito. (p. 67)

Il bonzo vagabondo,
che senso aveva tutto quel che diceva?
E chi lo sa? Ma quanta pace in lui. (p. 94)

L’uccellino prepara il nido,
ma sa
che taglieranno l’albero. (p. 96)

Prime lucciole,
il cielo della capitale è sporco,
lo sapete, no? (p. 99)

In questo mondo,
anche le farfalle
son stanche di vivere. (p. 117)

Cade la rugiada.
E non ha niente a che fare
Con questo mondo infame. (p. 120)

Non piangere, insetti.
Gli amanti, le stelle,
tutti un giorno si separano. (p. 127)

In questo mondo,
è un’assurda frenesia
anche la vita dell’insetto. (p. 130)

È primavera.
Si va da un’idiozia
A un’altra. (p. 135)

Son vicino ormai
Al paradiso,
quanto freddo nel mio corpo. (p. 139)

Vento d’autunno,
verso quale inferno
me ne sto andando? (p. 142)

Carboni ardenti che avvampano,
così anche gli anni
si bruciano. (p. 143)

Gocce di rugiada,
a questo mondo
io sono un uomo inutile. (p. 167)

Non riesco a dormire
Sotto l’ombra dei fiori,
il domani mi fa paura. (p. 211)