HERMAN MELVILLE – LE ISOLE INCANTATE

HERMAN MELVILLE – LE ISOLE INCANTATE
HERMAN MELVILLE – LE ISOLE INCANTATE

HERMAN MELVILLE – LE ISOLE INCANTATE
RIZZOLI – Collana BUR CLASSICI n. L 867 – 2000

TRADUZIONE: Bruno Tasso
Testo inglese a fronte

CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE p. 5

INTRODUZIONE
Di Vito Amoruso p. 9

BIBLIOGRAFIA CRITICA ESSENZIALE p. 27

PRIMO QUADRO. LE ISOLE NEL LORO INSIEME p. 33

Un gruppo più di vulcani spenti che di isole[…].
È dubbio che qualche poto della terra regga, in desolazione, il confronto con questo arcipelago.[…]
in loro non avviene mai mutamento alcuno, né di stagioni né di colori. Tagliate dall’Equatore, non conoscono autunno e non conoscono primavera mentre, già ridotte a fecce di fuoco, la stessa rovina poco può ormai opeare su di loro. (p. 35)
Un’altra caratteristica di queste isole è la loro enfatica inabitabilità. […]
le Encantadas rifiutano asilo perfino ai più derelitti degli animali. […]
Non si sente né voce né muggito né ululato; il principale suono di vita qui è un sibilo.
La vegetazione, sulla maggior parte delle isole dove per avventura la si trova, è più ingrata della nudità totale dell’Atacama. Intricate macchie di tenaci cespugli, senza frutto e senza un nome, balzano su da profonde fessure di roccia calcinata e proditoriamente le mascherano; qua e là, rattrappite vegetazioni di cactus contorti. (p. 37)
Ma il viaggiatore moderno, influenzato dal particolare carattere che oggi di fatto hanno, sarà indotto a supporre che la scelta del nome possa esser stata in parte originata dall’aria magica e desolata che in modo così significativo avvolge le isole. Nulla può infatti meglio suggerire l’aspetto di cose una volta vive e malignamente ridotte in cenere da floride che erano. (p. 41)
[…]rettile alla cui presenza l’arcipelago deve il suo secondo nome spagnolo di Galapagos[…]. (p. 43)

SECONDO QUADRO. I DUE ASPETTI DI UNA TESTUGGINE p. 47

Queste mistiche creature, improvvisamente trasportate di notte da solitudini indicibili al nostro ponte affollato, mi colpirono in modo difficile da spiegare. […]
Il sentimento più forte ispirato da quelle creature per il senso dell’età: di un sopportare senza data, infinito. (p. 51)
La loro maledizione estrema è il doloroso impulso di tirar dritto in un mondo disseminato d’ostacoli. (p. 53)
Tale fu il pauroso incubo regalatomi dalla mia prima impressione della testuggine delle Encantadas. Ma la sera dopo, strano a dirsi, sedetti coi miei compagni a consumare un allegro pasto di bistecche di tartaruga e stufato di tartaruga; e terminata la cena, coltello in mano, aiutai a trasformare i tre poderosi gusci cavi in tre fantasiose zuppiere, e lucidai i tre scudi ventrali, piatti e giallicci, in tre lussuosi vassoi. (p. 55)

TERZO QUADRO. ROCK RODONDO p. 57

Salire su un’alta torre di roccia non è solo di per sé una bella cosa, ma è anche il modo migliore di attingere una visione panoramica della regione attorno. (pp. 57-59)
Ora, per quel che riguarda le Isole Incantate, uno splendido osservatorio di questo genere ci è offerto da una strana roccia, anticamente chiamata dagli spagnoli, per la sua forma originale, Rock Rodondo o Roccia Rotonda. (p. 59)
Non so dove, meglio che a Redondo, si possa studiare la storia naturale della strana selvaggina di mare. È l’uccelliera dell’oceano. (p. 61)

QUARTO QUADRO. VEDUTA AEREA DALLA ROCCA p. 69

Come ci si arrivi, solo noi lo sappiamo. (p. 69)
Nel corso di partite di pesca, ho avuto spesso modo di visitare ognuno di questi gruppi d’isole. L’impressione che ne riceve lo straniero avvicinandosi in barche alle loro cupe scogliere è di essere il primo a scoprirle, tanto vergine è il silenzio, tale ne è la solitudine. (p. 73)

QUINTO QUADRO. LA FREGATA E LA NAVE VOLAVIA p. 87

SESTO QUADRO. L’ISOLA BARRINGTON E I BUCANIERI p. 93

Circa due secoli addietro, l’isola di Barrington fu il rufugio della famosa banda di bucanieri delle Indie Occidentali che, cacciati dalle acque di Cuba, attraversarono l’istmo di Darien[…]. (p. 93)
i bucanieri indisturbati trovarono la tranquillità che con tanta baldanza negavano a ogni porto civile in questa parte del mondo.[…]
In verità, pur appartenendo per ubicazione all’arcipelago delle Encantadas, l’isola Barrington differisce a tal punto dalle sue vicine che neppure sembra dello stesso ceppo. (p. 95)

SETTIMO QUADRO. L’ISOLA CHARLES E IL RE DEI CANI p. 101

A sud-ovest di Barrington giace l’isola Charles. (p. 101)

OTTAVO QUADRO. L’ISOLA NORFOLK E LA VEDOVA CHOLA p. 115

Lungi dall’isola di Charles, a nord-est, appartata dalle altre, giace l’isola Norfolk[…]. (p. 115)

NONO QUADRO. L’ISOLA HOOD E L’EREMITA OBERLUS p. 149

A sud-est dell’isola Crossman giace l’isola Hood o Isola Nuvolosa di Mc Cain, sul cui lato meridionale si apre una vitrea baia con una basta spiaggia di lava nera polverizzata, detta la Spiaggia Nera o l’Approdo di Oberlus. (p. 149)

DECIMO QUADRO. FUGGIASCHI, REIETTI, SOLITARI, LAPIDI, ECCETERA p. 173

Qualche avanzo della capanna di Oberlus rimane a tutt’oggi in cima alla valle di lava. Né il forestiero che vaga pr altre isole dell’arcipelago mancherà di trovare altri solitari rifugi, da tempo abbandonati alle testuggini e alle lucertole. Probabilmente poche parti del globo hanno dato asilo, nei tempi moderni, a tanti solitari. (p. 173)
I resti di capanne e di bacini di pietra non sono però i soli segni di passaggio umano rintracciabili sulle isole.[…]
E, per quanto possa sembrar strano parlare di uffici postali in quelle regioni deserte, pure qualche volta se ne trovano. Essi consistono in un palo e in una bottiglia. (p. 179)