HENRI MATISSE – LA VISIONE INTERIORE

HENRI MATISSE – LA VISIONE INTERIORE
HENRI MATISSE – LA VISIONE INTERIORE

HENRI MATISSE – LA VISIONE INTERIORE

VIA DEL VENTO EDIZIONI – Collana I QUADERNI DI VIA DEL VENTO n. 56 – 2009

*Copia n. 831 di 2000

A cura di Antonio Castronuovo

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Se c’è una cosa che cerco sopra ogni altra, è l’espressione. (p. 3)

Ci dev’essere nell’opera un’armonia generale, altrimenti un dettaglio accessorio potrebbe assumere, nello spirito del fruitore, il posto di un dettaglio essenziale.

La composizione, che deve tendere all’espressione, varia in base alla superficie da riempire. […]

Non posso copiare pedissequamente le natura: devo invece interpretarla e sottometterla allo spirito del quadro. (p. 4)

Ciò che più mi interessa non è né la natura morta né il paesaggio: è la figura. (p. 5)

Quel che sogno è un’arte fatta di equilibrio purezza e tranquillità, senza soggetti minacciosi o angoscianti; un’arte che sia per chiunque lavori col cervello, ad esempio l’uomo d’affari o il letterato, un lenitivo, un calmante della mente, qualcosa di simile a una buona poltrona su cui riposarsi dalle fatiche fisiche. (pp. 5-6)

La mia educazione è consistita nel rendermi conto dei numerosi mezzi d’espressione del colore e del disegno. […]

Poi conobbi le arti dell’Oriente e ne restai influenzato.

Il mio disegno al tratto è la trasposizione diretta e più genuina della mia emozione. Lo permette la semplificazione del mezzo. (p. 10)

Ho sempre stimato il disegno non come un esercizio di speciale abilità, ma soprattutto come un mezzo per formulare sentimenti interiori e per esprimere stati d’animo[…]. (p. 11)

[Da «Le Point», n. 21, 1939]

l volto umano ha sempre destato in me parecchio interesse. […]

[…] mi sono sforzato, verso il 1900, di copiare con precisione un volto a partire da fotografie[…]. (p. 13)

È così che per l’artista la creazione inizia dalla visione. […]

[…] la vita intera va scrutata come quando eravamo piccoli; la scomparsa di questa facoltà toglie quella di esprimersi in modo originale, cioè individuale. (p. 20)

Un primo passo verso la creazione è vedere ogni cosa nella sua realtà, e ciò presuppone uno sforzo costante.

Creare è rivelare quello che si ha dentro. Ogni autentica tensione creativa è interiore. […]

Così, l’opera d’arte è il frutto di un lungo lavoro di elaborazione. (p. 21)

[Da «Le courrier de l’U.N.E.S.C.O.», VI, 10, ottobre 1953]

Il mio unico metodo è: lavoro e osservazione. (p. 23)

[Da un’intervista del 1931[…]]

IL DISEGNO E IL COLORE

Di Antonio Castronuovo p. 27