HARUKI MURAKAMI – SONNO

HARUKI MURAKAMI – SONNO
HARUKI MURAKAMI – SONNO

HARUKI MURAKAMI – SONNO
EINAUDI – 2014

ILLUSTRAZIONI: Kat Menschik
TRADUZIONE: Antonietta Pastore

1 p. 1

Una donna inizia ad aver disturbi del sonno fino a non dormire più. Nessun tranquillante o sonnifero ha peraltro su di lei effetto… Una scissione in lei in atto, un torpore del quale gli altri non si accorgono…
“Ero al tempo stesso un corpo che cercava di dormire e una mente che voleva restare sveglia”. (p. 2) “La mia mente si separava dal corpo” (p. 2) “Ma la cosa sorprendente era che nessuno si accorgeva della mia condizione”. (pp. 2-3)
Sì, vivevo dormendo, alla lettera. Il mio corpo perdeva coscienza come quello di un annegato. Tutto mi appariva lento, torpido. (p. 3)

Un giorno però riesce a dormire per ventisette ore di fila… Ma quella di adesso è un’insonnia di altro tipo, che non le lascia disturbo fisico alcuno… “ora semplicemente non riesco a dormire. Non chiudo occhio un secondo. Eppure, insonnia a parte, sono in perfetta forma”. (p. 4)

La sua era fin lì stata una vita semplice e monotona, moglie di un dentista e madre di un figlio di seconda elementare, divisa tra le faccende di casa, il nuoto per tenersi in forma e quale svago per rilassarsi… Fino all’insonnia totale…

2 p.17

“Mi ricordo perfettamente della prima sera in cui non sono più riuscita ad addormentanrmi. Avevo avuto un incubo. Un brutto sogno viscido. Non ne ricordo il conteuto, solo la paura provata. (p. 17)

Reduce da un angosciante incubo, mentre riprende fiato, la donna scorge una figura nell’ombra… La sagoma di un vecchio con un abito nero ai piedi del letto…

“Era un vecchio magro che indossava uno stretto abito nero”. (p. 19)

L’estraneo tiene in mano una brocca con la quale ininterrottamente versa acqua sui di lei piedi… La donna non riesce a far nulla né ha muoversi, e, al culmine del terrore di un grido soffocato, si ritrova nel vuoto assoluto. Ripresi i sensi, eccola sola e madida di sudore… È mezzanotte e mezza… Marito e figlio dormono profondamente e non si sono accorti di nulla… A mente fredda ripensa a quanto capitatole senza riuscire a darsi una spiegazione. Forse l’eccessiva stanchezza accumulata a tennis due giorni prima? Insonne, si cerca un libro da leggere. Da giovane era una divoratrice di libri, abitudine stranamente persa nel corso del tempo… Eccola così alle prese con Anna Karenina e farlo fino all’alba data la sopraggiunta nolente insonnia… La lettura è infine interrotta da un impellente e inedito bisogno di cibo, con tanto d’ingozzamento di quanto velocemente preparato…

3 p. 35

Al marito non fa parola di quanto capitato e, uscito quello assieme al figlio, sente il bisogno di riprendere la lettura di Anna Karenina… Trovatevi alcune briciole di cioccolata, ha l’impulso di comprarne e così ne compra mangiandone subito una barretta e mezza. Appena in tempo s’avvede d’esser prossima all’ora di pranzo, con il rientro peraltro anticipato del marito. A questo dichiara di avere il mal di testa per non doverci far sesso, con l’unico pensiero in mente quello di riprendere la lettura e finire la cioccolata… Opta tuttavia per la piscina, esibendosi in una performance superiore al solito e che non le lascia stanchezza alcuna. Dopo la cena ancora nessun segno di sonnolenza…

4 p. 45

Mentre il marito dorme da sempre con un sasso, la donna è costretta a convivere con la propria sopraggiunta insonnia radicale…
I giorni trascorrono tutti uguali, in una routine fatta di gesti meccanici. Il nuoto e la lettura compulsiva le sue valvole di sfogo, portandola a un isolamento sempre più totale…

“Non avevo voglia di incontrare nessuno. Non avevo tempo da perdere in stupide chiacchiere. Dopo aver nuotato fino al limite delle mie forze, desideravo solo tornare a casa e mettermi a leggere senza perdere un secondo”. (pp. 47-48)

Il mio corpo si muoveva per conto suo, mentre la mia mente vagava in un’altra dimensione. […]
Era come manovrare un semplice macchinario, una volta che s’impara come farlo funzionare, poi basta solo ripetere gli stessi gesti. (p. 48)

Nessuno si accorge del di lei cambiamento, nemmeno il marito e il figlio, anzi quasi più a proprio agio…

Nessuno si accorse del mio cambiamento. Vivevo senza dormire, leggevo uno dopo l’altro libri su libri, la mia mente si trovava a centinaia d’anni e migliaia di chilometri dalla realtà, ma nessuno vi faceva caso. (p. 49)

Entrata nella seconda settimana d’insonnia totale, inizia a provare un po’ d’apprensione… Recarsi da un medico e sottoporsi ad inutili accertamenti? Opta per leggere qualcosa sul tema in biblioteca. Lì realizza di non voler più vivere una vita di meccanismi e di sfruttare appieno la propria insonnia che, peraltro, rinnovata giovinezza e bellezza le sta donando…

5 p. 57

La donna è ora determinata a vivere appieno quel terzo di vita in più che l’insonnia le sta donando, un tempo tutto per sé…

Fu così che il fatto di non dormire smise di spaventarmi. Non c’era nulla di cui avere paura. Avrei potuto pensarci prima, tutto sommato la mia vita si ampliava! […]
Adesso quel tempo mi apparteneva. Non era di nessun altro. Solo mio. (p. 57)

La mente più vigile, il corpo mai stanco e ringiovanito, sente di essere finalmente padrona di se stessa…

Quella era la mia vera vita, mi dicevo. Avendo smesso di dormire, ero cresciuta. (p. 59)

Oltre alla lettura e al nuoto, spesso esce per osservare le navi al porto, di notte… Al rientro da una di queste, osserva il marito dormiente, come da anni non faceva, trovandolo imbruttito. Fa lo stesso con il figlio, per il quale prova una sorta di disprezzo per il suo somigliare alla famiglia del marito… Un pensiero che la rattrista enormemente, certa che in futuro lo amerà meno di ora…
Da diciassette giorni ormai insonne, viene colta di nuovo dal panico quando, nel pensare forse il sonno sia la morte, si ritrova a osservare la vastità del buio…

“Non riesco più ad aprirli, guardo il buio spesso che si erge davanti a me, un buio profondo e disperato come l’universo stesso. Sono sola”. (p. 68)
“Alla fine riapro gli occhi, e bevo d’un fiato il cognac che resta nel bicchiere”. (p. 69)

6 p. 70

Per stemperare la tensione, la donna si reca al porto camuffata da uomo. Si ferma poco distante dall’auto di due innamorati, riflettendo su come i suoi ricordi del passato si facciano sempre più lacunosi, quasi appartengano a un’altra persona. Sta cambiando…

I ricordi di quel che è accaduto priam che smettessi di dormire sembrano allontanarsi a velocità crescente. È una sensazione stranissima. Ogni giorno quanso di fa notte ho l’impressione che la persona che dormiva non fossi veramente io, e che il ricordo di quel tempo non sia veramente mio. La gente cambia, mi dico. Ma nessuno sa del mio cambiamento, nessuno vi fa caso. Ne sono al corrente soltanto io. (p. 73)

Immersa nella contemplazione dell’oscurità vigile, si ritrova assalita da due ombre d’uomini che iniziano a scuotere la macchina come per ribaltarla. Impaurita, non riesce a rimettere in moto, finendo per piangere immota sul sedile rannicchiata…

“È l’ora più buia della notte, e quegli uomini continuano a scuotere la macchina. Stanno cercando di capovolgerla”. (p. 77)