GUIDO GUERRERA – FRANCO BATTIATO. L’UOMO DELL’ISOLA DEI GIARDINI

GUIDO GUERRERA – FRANCO BATTIATO. L’UOMO DELL’ISOLA DEI GIARDINI
GUIDO GUERRERA – FRANCO BATTIATO. L’UOMO DELL’ISOLA DEI GIARDINIGUIDO GUERRERA – FRANCO BATTIATO. L’UOMO DELL’ISOLA DEI GIARDINI

GUIDO GUERRERA – FRANCO BATTIATO. L’UOMO DELL’ISOLA DEI GIARDINI

MINERVA – Collana RITRATTI – 2022

PREFAZIONE

Di Umberto Broccoli p. 11

JONIA ME GENUIT p. 21

Battiato riusciva a dare vita a una musica colta e straordinariamente armonica, unita a testi di grande profondità e significato. (p. 23)

All’improvviso fu dolorosamente chiaro quanto mi sentissi oppresso da quei luoghi che comunque amavo. A scuola ero piuttosto bravo e non l’avrei certo lasciata, quindi aspettavo di terminare gli studi per poi mettere le ali e andarmene senza sapere bene dove. Avevo nitida la percezione che il mio destino, qualunque fosse, dovesse compiersi lontana dalla Sicilia. Anche se avrei dovuto amaramente imparare a convivere fra distacco e rimpianto di quella terra. (pp. 25-26)

Dimostra di essere un bambino riflessivo e tenace, la sua natura è quella precoce dell’indagato e il suo destino sembra attenderlo quella mattina della domenica delle Palme del lontano 1955 quando all’improvviso fu preso da una specie di trance estatica ascoltando le note della Passione di Johann Sebastian Bach. (p. 32)

Così cominciai a dare valore al mio innato senso di libertà da vincoli e condizionamenti di qualsiasi genere. Considerai che tutto ciò che mi stava incatenando avrebbe potuto costruire una prigione invisibile e perfino apparentemente gradevole intorno a me e questo mi turbò moltissimo. Quindi quasi da un giorno all’altro presi la decisione di partire, di andare al nord come tanti giovani della mia età in cerca di fortuna e un’ispirazione mi suggerì che Milano fosse il posto ideale per seguire la mia scelta di allora. (p. 34)

Con la chitarra in mano andai a bussare al Club64 dove si esibivano Iannacci, Lauzi e Renato Pozzetto. […]

Una sera tra le persone del pubblico c’era Giorgio Gaber. […]

[…] mi aiutò a registrare il mio primo disco E più ti amo di Alain Barrière, quel famoso quarantacinque giri di plastica colorata proposto in abbinamento alla rivista “Nuova Enigmistica Tascabile”. (p. 35)

Fu il “signor G” a procurarmi un contratto con l’etichetta discografica Jolly[…].

Decisi di passare alla Philips per farmi conoscere da un pubblico più ampio e scrissi E l’amore. Nel frattempo avevo accettato la metamorfosi del mio nome: avevano stabilito che non mi sarei più chiamato Francesco ma Franco, questo per evitare confusione con Guccini. (p. 36)

Purtroppo gli anni della ricerca musicale di avanguardia non lo salvarono affatto dall’acuirsi delle crisi profonde di identità in cui precipitò[…]. (p. 37)

Mi stavo distruggendo senza accorgermene. Pensai più volte di farla finita.[…]

Era molto peggio: indossavo un personaggio che non coincideva affatto con chi stavo diventando veramente. Una persona che avevo incontrato per caso, si chiamava Juri Camisasca, fu la mia salvezza. (p. 38)

Cominciai ad avvicinarmi allo spiritualismo, sentendo un impulso irresistibile in quella direzione. […]

E in questo Gurdjieff mi aiutò in modo determinante fino a eleggerlo a mio maestro virtuale. Iniziai a interessarmi anche di buddismo[…]. (p. 39)

Servendosi del sintetizzatore Vcs 3 […] Battiato registra nel ‘71 per Bla Bla il suo primo album intitolato Fetus ispirato a il Mondo Nuovo di Aldous Huxley cui fa seguito Pollution la cui cover suscitò uno scalpore voluto. (p. 41)

Eppure in tutto quel frastuono non mi sentivo affatto a mio agio. […]

[…]sapevo di fare schifo alla maggior parte ma specialmente ero io a essere il primo schifato di me stesso. […]

Poi ebbi occasione di entrare in contatto con Stockhausen, ci incontrammo a Colonia in sala di registrazione. (p. 42)

[…]imparai la vera grammatica della musica e mi impadronii di leggi metriche a me finora sconosciute. (p. 43)

INCONTRI CON UOMINI STRAORDINARI p. 45

È il fatidico 1979. […]

Se Antonio Ballista e Giusto Pio rappresentano colonne determinanti sulle quali Battiato ha fondato il proprio successo, altre numerose collaborazioni di prestigio si sono avvicendate durante un lungo arco di tempo[…]. (p. 45)

Entrare in contatto con “uomini straordinari” per dirla con Gurdjeff, si è dunque rivelato l’elemento vincente del suo percorso artistico[…].

Ebbene, proprio questi “uomini straordinari” hanno deciso di raccontare su queste pagine la loro storia personale vissuta con Franco. […] (p. 46)

I segnali arrivano e sono concreti: prima Juri, poi Destrieri, poi ancora Antonio Ballista, poi Giusto Pio, e così via nell’inanellarsi di incontri ed eventi sempre prodigiosamente funzionali allo stadio raggiunto e alla meta da perseguire. (p. 47)

FRANCO BATTIATO E FILIPPO DESTRIERI ALLA CONQUISTA DI SPAZI INTERSTELLARI p. 49

FRAMMENTI DI MEMORIA p. 65

[…] Battiato – non diverso da tutte le persone ipersensibili – soffriva, pur cercando di dominarsi, le intrusioni e le interferenze. […]

E quando talvolta lo accompagnavo in auto a un concerto mi costringeva a fare una decina di giri per individuare l’ingresso meno in vista per evitare “la solita scalmanata” che scambiava ammirazione per stalking. (p. 75)

Dove non andresti mai per trascorrere una vacanza?

«Senza dubbio non fanno per me i posti troppo frequentati e chiassosi. Perciò cerco come prima cosa di evitare la confusione.» (p. 77)

JURI CAMISASCA E FRANCO BATTIATO NOMADI SUL SENTIERO DI UN CAMMINO INTERMINABILE p. 79

“L’ultimo respiro è stata la sua estrema fatica terrena. Questa consapevolezza della sua librazione dai mali fisici dell’esistere riesce a infondermi tutta la serenità che mi è necessaria per accettare l’ineluttabile, considerando quanto inaccettabile fosse diventata negli ultimi tempi la sua esistenza. Personalmente non riesco a sentire Franco come morto[…].

Naturalmente sarebbe assurdo dire che il vuoto lasciato in me non mi abbia molto turbato, cosa del resto avvenuta per tutti coloro che lo hanno apprezzato e amato. (p. 79)

[…] dandogli l’ultimo saluto mi sono trovato a considerare quanto il suo volto apparisse totalmente rasserenato dopo aver sopportato tanta sofferenza.[…]

E se vado a ritroso con la memoria non mi è difficile rivivere al presente quella caserma militare dove avvenne il nostro incontro. (p. 80)

Lì respiro profumi di fiori e di libertà, in quella casetta di Milo mi è spontaneo tessere fili di ricordi che formano arazzi della memoria incancellabili e vivi quanto la mia stessa vita. (p. 90)

ANTONIO BALLISTA LA SIMBIOSI PERFETTA NELL’OPERA CHE SI FA GESTO p. 93

Fui io, ad esempio, a presentare Giusto Pio a Franco: lui cercava un musicista classico e devo dire che ci ho visto bene… (p. 97)

[…] esoterismo di Gurdjieff. Fui io a parlargliene per primo durante una vacanza trascorsa insieme a Santa Cristina di Valgardena. (p. 98)

PRESENZE AL CASTELLO p. 109

GIUSTO PIO IL VIOLINISTA E IL MENTORE NEL RICORDO DEL FIGLIO STEFANO p. 113

Oggi, per onestà intellettuale e per ristabilire la verità delle cose, va detto che mio padre è stato coautore con Franco in molti dei brani/dischi in cui è presente la sua musica, anche quando per accordi di natura “tecnica” può essere stato deciso di far apparire diversamente. Un chiarimento che reputo necessario allo scopo di ridare al ruolo di mio padre quel posto di spicco che merita nella discografia di Battiato, avendo contribuito con lui alla realizzazione di ben centoquaranta brani. (p. 120)

FABIO CINTI SEMAZEN p. 125

LE DONNE PREFERITE DI FRANCO BATTIATO: ALICE, MILVA, GIUNI RUSSO, FLEUR JAEGGY p. 131

LE SACRE SINFONIE DI CARLO GUAITOLI p. 141

Con Franco Battiato ci siamo conosciuti nel ‘93 in occasione del tour di Messa Arcaica. […] A presentarci fu il manager di Franco, Francesco Cattini. (p. 141)

Lui scriveva brani di musica leggera come fossero composizioni classiche e viceversa, usando stilemi tecnici opposti a quanto dettano i canoni convenzionali. (p. 143)

Continuerà a vivere in noi attraverso la sua arte, le perle e gli insegnamenti preziosi che ci ha lasciato. (p. 148)

UN’IMMAGINE DI MANLIO SGALAMBRO p. 149

Poiché ogni isolano non avrebbe voluto nascere, egli vive come chi non vorrebbe vivere. (p. 149)

ITINERARI MISTICI p. 169

IPSE ME DIXIT p. 183

Perdere una persona cara è doloroso ma fa parte delle leggi dell’esistere: tanto più si è forti spiritualmente quanto meglio si vive il distacco. (p. 184)

Tu che ami la cultura araba, come consideri interpretazioni in chiave violenta dei versetti coranici?

Quelli che attuano una simile opera di corruzione del Corano sono dei pazzi scatenati. L’odio, la violenza, i soprusi non fanno parte del dettato religioso. (p. 191)

Questa gente non ha niente a che vedere con la religione. (p. 192)

PINO “PINAXA” PISCHETOLA IL GENIO DEL MIXAGGIO p. 195

Con Franco ci siamo conosciuti nel 1988 al Logic Studio di Milano, dove lavoravo mentre lui stava incidendo Fisiognomica[…]. Per un certo periodo di tempo ci siamo persi di vista, finché abbiamo ripreso a collaborare nel 1998[…]. (p. 195)

IN VIAGGIO CON SYUSY VERSO MONDI LONTANISSIMI p. 207

GIOVANNI CACCAMO “ E TI VENGO A CERCARE PERCHÉ HO BISOGNO DELLA TUA PRESENZA” p. 219

PAROLE IN LIBERTÀ CON UMBERTO BROCCOLI p. 235

ATTRAVERSANDO IL BARDO CON G.B., IL MONACO AMICO DI FRANCO p. 251

L’UOMO DELL’ISOLA DEI GIARDINI, IL DIALETTO SICILIANO E L’ARABO p. 261

LE VOCI ABBATTIATE DEL WEB p. 269