GIUSEPPE VERDI – AIDA (DVD, INVITO ALL’OPERA n. 5)

GIUSEPPE VERDI – AIDA (DVD, INVITO ALL’OPERA n. 5)
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GIUSEPPE VERDI – AIDA (DVD, INVITO ALL’OPERA n. 5)
GIUSEPPE VERDI – AIDA (DVD, INVITO ALL’OPERA n. 5)

GIUSEPPE VERDI – AIDA (DVD, INVITO ALL’OPERA n. 5)

DE AGOSTINI – Collana INVITO ALL’OPERA n. 5 – 2006

Registrazione live al Metropolitan di New York dell’ottobre 1988

I RE D’EGITTO: DIMITRI KAVAKOS

AMNERIS: DOLORA ZAJICK

AIDA: APRILE MILLO

RADAMÈS: PLACIDO DOMINGO

RAMFIS: PAATA BURCHULADZE

AMONASRO: SHERRIL MILNES

UN MESSAGGERO: MARK W. BAKER

SACERDOTESSA: MARGARET JANE WRAY

REGIA: Sonja Frisell

DIRETTORE D’ORCHESTRA: JAMES LEVINE

Il libretto contiene vari testi d’introduzione all’opera, immagini a corredo, e i versi annotati dell’opera in italiano…

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INIZIO – SOTTOTITOLI – SELEZIONE ATTI

TRAMA

Epoca della potenza dei Faraoni.

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

SALA NEL PALAZZO DEL RE A MENFI

Ramfis, il sommo sacerdote, rivela a Radamès, capo delle guardie, l’inizio di un nuovo attacco all’Egitto da parte degli Etiopi, notizia che a breve un messaggero dovrà confermare o smentire… Iside gli annuncerà il nome del giovane condottiero che dovrà respingere gli invasori…

Rimasto solo, Radamès auspica di poter essere lui il prescelto e di poter finalmente restituire all’amata Aida il cielo patrio…

Se quel guerrier io fossi! se il mio sogno

Si avverasse!… Un esercito di prodi

Da me guidato… e la vittoria e il plauso Di Menfi tutta! – E a te, mia dolce Aida,

Tornar di lauri cinto…

Dirti: per te ho pugnato e per te ho vinto!

Celeste Aida, forma divina,

Mistico serto di luce e fior;

Del mio pensiero tu sei regina,

Tu di mia vita sei lo splendor.

Il tuo bel cielo vorrei ridarti,

Le dolci brezze del patrio suol,

Un regal serto sul crin posarti,

Ergerti un trono vicino al sol.»

Aida è la serva etiope del faraone, la cui figlia, Amneris, sorprende trasognato Radamès. Il guerriero crede la ragazza abbia scoperto il suo amore per la serva, lei che il giovane ami un’altra donna… Quando Aida entra in scena, Amneris coglie il turbamento di Radamès e quello della stessa donna, preoccupata non solo per la patria ma anche per l’amato…

A: (No, sull’afflitta patria

non geme il cor soltanto;

quello ch’io verso è pianto

di sventurato amor).

Il messaggero è latore di pessime notizie: gli invasori etiopi stan già marciando verso Tebe, condotti dal prode Amonasro… “Un guerrier indomabile, feroce, li conduce: Amonasro”…

Aida ascolta attentamente, sobbalzando nell’udire che suo padre, Amonasro, è alla guida delle truppe… È lei, infatti, la principessa etiope, scambiata per una serva…

Il Re mobilita le truppe per la guerra, incaricando, al grido di “morte allo straniero”, come indicato da Iside, proprio Radamès come condottiero… Il giovane è entusiasta, con Amneris preoccupata e Aida commossa, lei che ama un nemico della patria…

RE: Tremenda, inesorata…

Iside venerata

di nostre schiere invitte

già designava il condottier supremo:

Radamès. […]

Da ogni cor prorompa il grido:

Guerra e morte allo stranier!

A: (Perché piango? Per chi prego?…

Qual poter m’avvince a lui!

Deggio amarlo… ed è costui

un nemico… uno stranier!)

Tutti: Va, Radamès, ritorna vincitor!

Rimasta sola, Aida è triste della sua sorte, combattuta tra l’amore paterno e quello per Radamès… Invoca la morte per mezzo dell’amore fatale…

Ritorna vincitor!

E dal mio labbro uscì l’empia parola!

Vincitor del padre mio di lui

Che impugna l’armi per me

Per ridonarmi una patria,

Una reggia e il nome illustre

Che qui celar m’è forza!

Vincitor de’miei fratelli ond’io lo vegga,

Tinto del sangue amato,

Trionfar nel plauso dell’Egizie coorti!

E dietro il carro,

Un Re, mio padre di catene avvinto!

L’insana parola o Numi sperdete!

Al seno d’un padre la figlia rendete,

Struggete le squadre dei nostri oppressor!

Ah! sventurata! Che dissi?

E l’amor mio?

Dunque scordar poss’io questo fervido amore

Che, oppressa e schiava,

Come raggio di sol qui mi beava?

Imprecherò la morte a Radamès

a lui ch’amo pur tanto!

Ah! non fu interra mai da più crudeli

Angoscie un core affranto!

I sacri nomi di padre d’amante,

Nè profferir poss’io nè ricordar

Per l’un per l’altro confusa tremante

Io piangere vorrei pregar.

Ma la mia prece in bestemmia si muta

Delitto è il pianto a me colpa il sospir

In notte cupa la mente è perduta

E nell’ansia crudel vorrei morir.

Numi, pietà del mio soffrir!

Speme non v’ha pel mio dolor

Amor fatal tremendo amore

Spezzami il cor, fammi morir!

SCENA SECONDA

INTERNO DEL TEMPIO DI VULCANO A MENFI

Radamès viene insignito, al termine di una cerimonia propiziatoria, delle armi sacre…

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

UNA SALA NELL’APPARTAMENTO DI AMNERIS

Le schiave preparano Amneris per la festa trionfale conseguente al successo degli egiziani…

All’arrivo dell’affranta Aida, la donna vede accrescere la propria gelosia. Fingendosi sua amica, la induce infine a svelare i propri sentimenti, smascherandola nel dichiarare la morte di Radamès sul campo di battagLia…

Aida è sgomenta e, incalzata, confessa infine di amare il guerriero e di essere di regali natali. Amneris s’infuria e, dichiaratasi sua rivale, le promette di stroncare le sue aspirazioni, lei figlia di faraoni, obbligandola ad assistere alla cerimonia del trionfo…

AM: Silenzio! Aida verso noi s’avanza…

Figlia dei vinti, il suo dolor mi è sacro.

Nel rivederla, il dubbio

atroce in me si desta…

[…]

Fu la sorte dell’armi ai tuoi funesta,

povera Aida! Il lutto

che ti pesa sul cor teco divido.[…]

Tu l’ami…[…]

Io t’ingannai… Radamès vive…[…]

Sì… tu l’ami… Ma l’amo

anch’io… comprendi tu?… son tua rivale…

Figlia dei Faraoni.

AIDA: Ah! Pietà… che più mi resta?

Un deserto è la mia vita;

vivi e regna, il tuo furore

io fra breve placherò.

Questo amore che ti irrita

nella tomba spegnerò.

SCENA SECONDA

Tebe. Il re sfila in parata, alla testa dell’esercito, per celebrare il trionfo tra ali di folla… A Radamès fa porgere da Amneris la corona del trionfo, chiedendogli quale desiderio voglia sia esaudito. Il guerriero chiede di far prima sfilare i prigionieri, per i quali il popolo chiede pietà… I sacerdoti esigono invece la morte, come dai Numi voluto, mentre Radamès scorge il turbamento nel volto di Aida, che, dopo tanto tempo, ha riabbracciato il padre che, tuttavia, ha falsamente dichiarato la morte del re etiope in battaglia…

Il Faraone promette la grazia, ma ecco che Radamès, scorto innamorato da Amneris, chiede e ottiene anche la liberazione dei prigionieri… Ramfis, tuttavia, convince il re a far sì che, per evitare certa vendetta, Amonasro resti a corte con la figlia…

Il Faraone nomina Radamès successore, concedendogli la mano della figlia… Aida si dispera silente, mentre il guerriero è affranto… Amonasro giura vendetta… Unica a gioire è proprio Amneris…

AI: (Qual speme ormai più restami?

A lui la gloria e il trono…

A me l’oblio… le lacrime

di disperato amor.)

R: (D’avverso Nume il folgore

sul capo mio discende…

Ah! No! D’Egitto il soglio

non val d’Aida il cor.)

ATTO TERZO

RIVE DEL NILO. NEI PRESSI DEL TEMPIO D’ISIDE. NOTTE STELLATA.

Accompagnata da Ramflis, Amneris si appresta ad entrare nel tempio per chiedere alla dea l’amore e la fedeltà di Radamès. Questi ha tuttavia dato lì convegno ad Aida che, raggiunta dal sopraggiunto padre, lei pronta a morire gettandosi in acqua in caso d’abbandono, viene da quello convinta a carpire a Radamès la posizione delle truppe (“solo a saper mi resta qual sentiero il nemico seguirà”) in vista di un imminente attacco… All’arrivo del guerriero, il vecchio si nasconde…

Aida invita Radamès ad andar via, ma quello le rinnova il proprio amore, pronto a confessare tutto al re non appena ottenuta una nuova vittoria sugli etiopi…

Odimi, Aida.

Nel fiero anelito di nuova guerra

il suolo Etiope si ridestò…

I tuoi già invadono la nostra terra,

io degli Egizi duce sarò.

Fra il suon, fra i plausi della vittoria,

al Re mi prostro, gli svelo il cor…

Sarai tu il serto della mia gloria,

vivrem beati d’eterno amor.

Aida gli propone invece di fuggire, per coronare altrove, in più ospitali lande, quell’altrimenti impossibile sogno d’amore…

Fuggiam gli ardori inospiti

di queste lande ignude;

una novella patria

al nostro amor si schiude…

Radamès si oppone, come lasciare la patria, gli allori e gli amori ivi ottenuti?…

Sovra una terra estrania

teco fuggir dovrei!

Abbandonar la patria,

l’are de’ nostri Dei!

Il suol dov’io raccolsi

di gloria i primi allori,

il ciel dei nostri amori

come scordar potrem?

Aida lo accusa di non amarla, invitandolo ad uccidere lei e il genitore… Innamorato, Radamès accetta infine di fuggire… Aida insiste: potranno rifugiarsi in Etiopia…

Ah no! fuggiamo!

(con appassionata risoluzione)

Sì, fuggiam da queste mura,

al deserto insiem fuggiamo;

qui sol regna la sventura,

là si schiude un ciel d’amor.

I deserti interminati

a noi talamo saranno,

su noi gli astri brilleranno

d’un insolito fulgor.

AIDA

Nella terra avventurata

de’ miei padri, il ciel ne attende;

ivi l’aura è imbalsamata,

ivi il suolo è aromi e fior.

Fresche valli e verdi prati

a noi talamo saranno,

su noi gli astri brilleranno

d’un insolito fulgor.

AIDA E RADAMÈS

Vieni meco, insiem fuggiamo

questa terra di dolor,

vieni meco, io t’amo, io t’amo!

A noi duce fia l’amor.

Mentre si allontanano, la donna ottiene l’informazione utile al padre: il sentiero scelto dagli Egizi è quello delle gole di Napata… Nel ripetere quanto udito a voce alta, Amonasro si fa scoprire, svelando di essere il re degli Etiopi. Ma ecco irrompere in sala Amneris ad accusare Radamès di tradimento… Amonasro vorrebbe ucciderla, ma Radamès glielo impedisce, obbligandoli a fuggire prima di consegnarsi a Ramfis…

ATTO QUARTO

SCENA PRIMA

SALA NEL PALAZZO DEL RE

Sulla soglia del passaggio che conduce alla cella di Radamès, Amneris si dispera per l’amore che ancora prova per il prigioniero, del quale i sacerdoti stan per decidere la sorte…

Vorrebbe salvarlo, chiedendo così ai soldati di condurglielo innanzi per convincerlo a discolparsi e consentirle di chiedere poi la grazia al Faraone… Radamès rifiuta. Non si sente colpevole di nulla, pronto a morire per l’amore di Aida… Amneris gli rivela che solo il di lei padre è stato catturato. Di Aida nulla più si sa… Per tre volte Radamès rifiuta di giurare di non più rivederla, trasformando così in smania di vendetta l’amore incondizionato di Amneris…

Di mie discolpe i giudici

mai non udran l’accento;

dinanzi ai Numi, agli uomini

né vil, né reo mi sento.

Profferse il labbro incauto

fatal segreto, è vero,

ma puro il mio pensiero

e l’onor mio restò. […]

La vita

aborro! d‘ogni gaudio

la fonte inaridita,

svanita ogni speranza,

sol bramo di morir.[…]

Spenta l’hai forse… e in dono

offri la vita a me?

AM: Dell’orde fuggitive

sol cadde il padre…[…]

Sparve, né più novella

s’ebbe…[…]

Or s’io ti salvo, giurami

che più non la vedrai…

R: Nol posso!

AM: A lei rinunzia

per sempre… e tu vivrai!…

R: Nol posso!

AM: Ancora una volta:

a lei rinuncia…

R: è vano…

AM: In furore hai tu cangiato

un amor che ugual non ha.

Dei’ miei pianti la vendetta

ora il cielo compirà.

Radamès viene dunque ricondotto in cella… Prima dell’arrivo dei sacerdoti per il processo e il verdetto, la donna si dispera…

AM: Ohimé!…. morir mi sento… Oh! Chi lo salva?[…]

Disperato, tremendo, è il mio dolore!

Ramfis chiede a Radamès di discolparsi dalle accuse di tradimento e diserzione. Ma il guerriero non profferisce verbo, condannato così a morte… Invano Amneris ne invoca la grazia… Inamovibile si mostra Ramfis, incurante anche dell’anatema che la donna gli scaglia contro…

SECONDA SCENA

I sacerdoti pongono la pietra a chiusura della cripta scelta come supplizio per il traditore Radamès. Questi si dispera di non poter più rivedere l’amata Aida che, a sorpresa, gli si palesa… Ha infatti scelto di morire con lui…

Radamès tenta invano di spostare il pesante macigno, desistendo infine. Al termine di un ultimo inno alla vita, la donna si spegne tra le braccia del guerriero…

Mentre le sacerdotesse del Tempio cantano e danzano, a gettarsi sulla pietra, in abito da lutto, giunge Amneris, a implorare Iside di accogliere in cielo l’amato guerriero…

La fatal pietra sovra me si chiuse…

ecco la tomba mia. Del dì la luce

più non vedrò… non rivedrò più Aida.

Aida, ove sei tu? Possa tu almeno

viver felice e la mia sorte orrenda

sempre ignorar! Qual gemito!… una larva…

una vision… No! forma umana è questa…

cielo!… Aida!

AIDA

Son io…

RADAMÈS

Tu… in questa tomba!

AIDA

Presago il core della tua condanna,

in questa tomba che per te s’apriva

io penetrai furtiva…

e qui lontana da ogni umano sguardo

nelle tue braccia desiai morire.

RADAMÈS

Morir! sì pura e bella!

Morir per me d’amore…

degli anni tuoi nel fiore

fuggir la vita!

T’avea il cielo per l’amor creata,

ed io t’uccido per averti amata!

No, non morrai!

Troppo t’amai!

Troppo sei bella!

AIDA

(vaneggiando)

Vedi?… di morte l’angelo

radiante a noi s’appressa…

ne adduce eterni gaudii

sovra i suoi vanni d’or.

Già veggo il ciel dischiudersi…

ivi ogni affanno cessa…

ivi comincia l’estasi

d’un immortale amor.

(Canti e danze delle Sacerdotesse nel tempio).

AIDA

Triste canto!…

RADAMÈS

Il tripudio

dei sacerdoti…

AIDA

Il nostro inno di morte…

RADAMÈS

(cercando di smuovere la pietra del sotterraneo)

Né le mie forti braccia

smuovere ti potranno, o fatal pietra!

AIDA

Invan!… tutto è finito

sulla terra per noi.

RADAMÈS

(con desolata rassegnazione)

È vero! È vero!

(si avvicina ad Aida e la sorregge)

AIDA E RADAMÈS

O terra, addio; addio, valle di pianti…

sogno di gaudio che in dolor svanì…

a noi si schiude il cielo e l’alme erranti

volano al raggio dell’eterno dì.

(Aida cade dolcemente e muore nelle braccia di Radamès)

AMNERIS

(in abito da lutto apparisce nel tempio e va a prostrarsi sulla pietra che chiude il sotterraneo)

Pace t’imploro, salma adorata…

Isi placata – ti schiuda il ciel!