GIAMPIERO MUGHINI – SEX REVOLUTION. MUSE, EROI, TRAGEDIE DI UN’AVVENTURA CHE HA CAMBIATO IL MONDO

GIAMPIERO MUGHINI – SEX REVOLUTION. MUSE, EROI, TRAGEDIE DI UN’AVVENTURA CHE HA CAMBIATO IL MONDO
GIAMPIERO MUGHINI – SEX REVOLUTION. MUSE, EROI, TRAGEDIE DI UN’AVVENTURA CHE HA CAMBIATO IL MONDO

GIAMPIERO MUGHINI – SEX REVOLUTION. MUSE, EROI, TRAGEDIE DI UN’AVVENTURA CHE HA CAMBIATO IL MONDO

MONDADORI – Collana INGRANDIMENTI – 2007

16pp. Ill. fuori testo su carta patinata

CON GLI OCCHIALI ERA SEXY DA MORIRE, CON I TACCHI NO p. 5

I – ECCOME SE LE RAGAZZE (DI CARTA) SONO ARRIVATE p. 9

Foto roventi di titillazione erotica ma sempre di grande eleganza e limpidezza, Digital Diaries è uno dei più bei libri erotici che io abbia mai letto. Il libro di un’eroina del XXI secolo. L’editore Taschen lo pubblicò nel 200, poco dopo l’incontro della Merritt con Kroll. Il primo libro apertamente prono mai pubblicato da un editore ufficiale, uno i cui libri chiunque poteva trovare e acquistare in libreria.

A rue de Buci, una strada parigina che si addentra sinuosa in quello spicchio del Quartiere Latino che sta dietro Sain-Germain-des-Près, tutto è ate ed eleganza.[…]

E perciò era quella la strada azzeccatissima a ospitare la libreria parigina dell’editore Taschen. (p. 11)

Benedikt Tschen è un editore di gran successo, un collezionista d’arte, un mecenate amico degli artisti con cui lavora e che coccola un dandy cui piacciono immensamente le donne. (pp. 12-13)

I primi libri da editore arrivano nel 1983. la fotografia, il design, l’architettura, il cinema, la grande arte del Novecento saranno i suoi cavalli di battaglia. […]

E non poteva non essere una ragazza nuda quella che fa da foto di copertina del libro che nel 1999 assevera il trionfo editoriale di Taschen. (p. 14)

Raccoglie una sorta di opera omnia di Helmut Newton, il fotografo principe tra gli artisti che ne hanno fatto un’ossessione del puntare la bellezza femminile e i suoi misteri. (p. 15)

Chi altri ne non lui avrebbe potuto pubblicare quel libro che fa data nella storia della cultura e dell’editoria moderna, da cui siamo partiti. I Digial Diaries di Natacha Merritt. Ed era una donna a firmare un libro talmente ardito. […]

Erano passati circa quarantacinque anni dal 15 dicembre 1956, il giorno in cui l’editore francese Jean-Jacques Pauvert s’era seduto da imputato di fronte alla XVII Chambre correctionnelle di Parigi perché reo di essere stato il primo editore non clandestino delle opere del marchese Donatien-Alphonse-François de Sade[…]. (p. 17)

Mezzo secolo c’è voluto per buttar giù i tabù della sessuofobia. (p. 18)

II – QUELLE MUSE DIVINE E MALEDETTE p. 19

Era la sala da ballo grande ma non particolarmente sontuosa del Dom, un club polacco situato nell’East Village della New York dell’aprile 1966. […]

La band in azione sul palco erano i Velvet Underground[…]. (p. 19)

Ad arredare ed elettrizzare ulteriormente la performance musicale della band al Dom dell’East Village di New York, lì davanti al palco un giovane uomo e una giovane donna ballavano una danza ancheggiante e provocatoria[…]. (pp. 20-21)

Mary Woronov era molto alta. […]

ai piedi della stratosferica ragazza si stava torcendo un giovane dai biondi capelli fluenti che portava una collana di perle al collo. Gerard Malanga[…]. (p. 21)

Lui che si autodefiniva «Miss Andy Warhol» e che una ragazza nemmeno morto l’avrebbe sfiorata con un dito, andava in estasi innanzi alla bellezza femminile, innanzi a Bianca Jagger o alla cantante Blondie[…].

Lui che era omosessuale, seppe fare emergere e giostrare le donne più belle del secondo Novecento, da Edie Sedwick a Nico, dalla Woronov alla diciassettenne modella e attrice Susan Bottomly[…].

Ecco perché il Warhol del 1966 aveva voluto che a fungere da faro della band fosse la sublime Nico, una che non apparteneva alla formazione primigenia dei Velvet Undeground e che lui aveva eletto «ragazza pop» del 1966. […]

I Velvet Underground, il gruppo musicale che stava suonando nell’Exploding Plastic Inevitable, nel novembre 1965 s’erano scelti il nome a caso. (p. 27)

Nato nel 1942 nel Long Island, Lou Reed,leader e voce solista del gruppo, era uno che a vent’anni scriveva poesie e che aveva studiato giornalismo e letteratura alla Syracuse University[…].

Qualcuno dirà che gli studi migliori di Reed all’università furono il sesso, le droghe, il rock’n roll[…]. (p. 28)

A diciassette anni era più o meno omosessuale, tanto che i genitori lo fecero sottoporre a un ciclo di elettroshock. […]

Per un tempo Reed è stato New York. (p. 29)

Epperò i Velvet non era uno un gruppo che faceva perno su un solo uomo, e bensì su un duo. […]

Reed e il gallese John Cale erano coetanei. […]

Il primo incontro tra Reed e Cale avvenne all’inizio del 1965[…]. (p. 30)

[…] Malanga il piacere di guardare e di essere guardato ce l’aveva nel sangue. Di Warhol era il collaboratore più stretto fin dal 1963[…]. (pp. 34-35)

Autobiography of a Sex Thies («Autobiografia di un ladro di sesso»), così Malanga ha intitolato un suo libro. (p. 36)

Dal connubio tra i Velvet e Nico, così fortemente voluto da Warhol, sarebbe nato nel 1967 un disco che il sondaggio di una rivista musicale di fine secolo indicherà come il più bel disco del Novecento. The Velvet Underground & Nico, il disco banana, un vinile leggendario già nel suo aspetto fisico e di oggetto feticcio. (p. 38)

Il vero nome di Nico era Christa Paffgen[…]. (p. 39)

Quando Nico arrivò a New York nel 1965 e incontrò la gang di Warhol, uno di loro commentò che non c’era mai stata al mondo una ragazza talmente bella. (p. 44)

Eroina della bellezza, era divenuta un’eroina della solitudine. Tutto della sua vita era stato fragoroso, tutto era stato fallimentare. (p. 46)

Epperò è vero che la donna cult del mondo warholiano anni Sessanta resta la bellissima Sedwick, morta di overdose nel novembre 1971 a ventotto anni. (p. 47)

Il suo reame s’era bruciato in un anno o poco meno. La rottura con Andy era imminente, e difatti avvenne nei primi mesi del 1966. stufa di non beccare nemmeno un dollaro dai film che girava per lui (film da cui Warhol non guadagnava nulla) si illuse di poter volare con le sue ali. (p. 50)

Edie era fragile e vulnerabile. (p. 53)

Valore musicale a parte, Le Stelle di Mario Schifano è un oggetto imperdibile da guardare e assaporare. Esattamente come Warhol aveva fatto con il primo disco dei Velvet, Schifano ne aveva disegnato la copertina, la pochette interna, la grafica delle foto che arredano il tutto. (pp. 55-56)

Una superbella dei Settanta è stata la modella e cantante americana Bebe Buell[…]. (p. 62)

Fra le quali ne avevo omesso finora una e non da poco: Rita Renois, la dea dello spogliarello francese anni Cinquanta e Sessanta. (p. 64)

III – LA FRANGETTA CHE SCONVOLSE L’ITALIA p. 71

Nata il 25 dicembre 1942, alta uno e settantadue, Valentina Rosselli[…] abitava al numero 45 di via De Amicis, l’indirizzo che era allora esattamente quello di Guido Crepax. Abitava in realtà il suo sogno, il suo cassetto, la sua matita, la sua fantasia erotica. (p. 71)

Era il 1965 quando Crepax, sul secondo numero di «Linus», mise per la prima volta in immagini il personaggio di Valentina e seppure non ancora da star del racconto. Nato a Milano nel 1933, laureato in architettura, Crepax aveva allora trentadue anni. (p. 74)

Dici «Linus» e subito ti vengono in mente le strisce di Charlie Brown[…]. Ma subito dopo ti vengono in mente Crepax e la sua eroina. Quei racconti prima pubblicati sulla rivista e che poi diventavano dei libri della Milano Libri. Diciotto in tutto. Il primo è del 1968, l’ultimo del 1996. (p. 97)

IV – CHE IMPUDICHE QUELLE PUPE p. 105

Il suo nome ufficiale nell’editoria francese era Dominique Aury, il suo vero nome di famiglia era Anne Desclos. […]

Per venticinque anni era stata l’unica donna far parte dello stato maggiore editoriale della Gallimard. Che fosse lei l’autrice dell’Histoire d’O lo rivelerà solo nel 1994, quarant’anni dopo l’uscita del romanzo. (p. 107)

All’origine di quell’uragano letterario ed erotico c’era un amore di donna. Dal 1947 Dominique Aury era l’amante di Paulhan. (p. 110)

In quella Parigi degli anni Cinquanta vive un’altra coppia che non sa esattamente di camomilla e che sono amici intimi di Paulhan e della Aury. Jean Fautrier e Janine Aeply. (p. 113)

E siccome niente di niente accade a caso, dieci anno dopo la pubblicazione dell’Histoire d’O, Régine Deforges sarebbe entrata alla grande nella vita e nei sentimenti dell’editore del libro, Jean-Jacques Pauvert. Dal loro rapporto sarebbe nata una bambina, Camille. (p. 118)

V – IL GIAPPONE È VICINO p. 151

A tutt’oggi, senza essere stato un solo minuto in Giappone, mi accingo a scrivere dell’erotismo giapponese e delle sue valenze come di suggestioni che ci riguardano così da vicino. (p. 153)

In fatto di europei eroticamente invasati del Giappone e della giapponesità il caso più fiammeggiante è quello di Romain Slocombe, un intellettuale francese che è assieme un disegnatore di storie a fumetti, un fotografo, uno scrittore di romanzi, un erotologo. (p. 169)

Di tale splendore nella sua qualità e nella sua realizzazione cinematografica, L’impero dei sensi, il film diretto da Nagisa Oshima nel 1976, fa da punta dell’iceberg dell’intero cinema giapponese del periodo di cui stiamo raccontando. (pp. 178-179)

VI – FRAMMENTI DI STORIE AMOROSE p. 182

VII – «NE VALEVA LA PENA?» p. 198

La televisione è la televisione, punto e basta. Per la sua snatura la gran parte del palinsesto televisivo si rivolge innanzitutto al pubblico medio-basso, perché è l’audience quantitativa costituita da quel pubblico a offrire le ricette pubblicitarie di che sopravvive la televisione tanto pubblica che privata. […]

Il gatto è uscito dal sacco, c’è niente da fare contro la Caporetto del gusto rappresentata dalla diffusione dei reality e dei loro raccapriccianti protagonisti, a cominciare dalle sciacquette che sull’isola delle nullità di azzannano in bikini ad allupare il voyeurismo del pubblico medio-basso. (p. 201)

Come pudibnda non lo è di certo Ariel Levy, una giornalista americana poco più che trentenne, autrice di Sporche femmine scioviniste, un libro uscito in America nel 2005 e tradotto in Italia nel 2006 dall’editore romano Castelvecchi. Un libro bello e frizzante che fa da grido d’allarme contro l’ascesa, che in questi ultimi dieci anni è stata irresistibile, della raunch culture, della cultura di donne che si fanno un vanto dell’essere discinte, sessualmente aggressive e sfacciate, e perché no, oscene. (p. 204)

Detto questo, se Dio le ha fatte così belle una ragione deve esserci, e dunque guai a chi ce le tocca. Evviva le veline, le letterine, le conigliette di «Playboy», le soubrette e le altre divine irrilevanti che hanno tutte lo stesso sorriso, la stessa microgonna e lo stesso vocabolario fatto di dieci parole, di cui una è immancabilmente «attimino». (p. 211)

Solo che l’erotismo è mille volte più alto e più complesso e più devastante che non la concupiscienza. Ho scritto questo libro per raccontare tutto l’opposto della «concupiscienza», l’eros come la vittoria su tutte dell’immaginazione e dei suoi diritti, come la saga dell’attesa e dell’assenza, dell’illusione di andare oltre l’immediato e di scalare la distanza. (p. 213)

BIBLIOGRAFIA p. 215

INDICE DEI NOMI p. 223