GIAMPIERO MUGHINI – GLI INTELLETTUALI E IL CASO MORO

GIAMPIERO MUGHINI – GLI INTELLETTUALI E IL CASO MORO
GIAMPIERO MUGHINI – GLI INTELLETTUALI E IL CASO MORO

GIAMPIERO MUGHINI – GLI INTELLETTUALI E IL CASO MORO

PENDAGRON / LIBRERIA PIANI – 2023

INDICE p. 5

INTRODUZIONE ALLA PRESENTE EDIZIONE p. 7

Accadde invece che i redattori della Feltrinelli con cui avevo avuto a che fare non dessero più segno di vita, se non uno di loro mormorare al telefono che i più comunisti e i più ultrarossi di quella loro redazioni erano avversi al mio testo. E finché alcuni mesi dopo non mi arrivarono una decina di copie di un libriccino dal titolo Gli intellettuali e il caso Moro che portava come sigla editoriale quella della Libreria Feltrinelli, e che se non sbaglio era stato edito in 200 copie. (pp. 8-9)

Né mai più lo avevo preso in mano e riletto. Solo continuava a bruciarmi l’offesa che mi era stata fatta dalla Feltrinelli in quell’autunno del 1978, e non che sia stata l’unica della mia carriera professionale. (p. 9)

Lavoravo e ricevevo lo stipendio da un quotidiano comunista questo sì, ma comunista non lo ero né lo sono mai stato un solo minuto della mia vita. (p. 10)

Era il settembre 1978[…].

GLI INTELLETTUALI E IL CASO MORO p. 23

1 – UN GIORNALISTA DA BUTTARE p. 25

2 – SPARARE CON LA MACCHINA DA SCRIVERE p. 27

[…] tutti sapevamo che era sufficientemente estesa l’area dell’indifferenza, del “finalmente è toccato a uno della razza padrona”. (p. 27)

3 – UN “GENOCIDIO” DURATO TRENT’ANNI p. 31

4 – “NÉ CON LO STATO NÉ CON LE BR” p. 35

[…] Lotta continua decide di mantenerla, istituzionalizzandolo in uno slogan, “né con lo Stato né con le Brigate Rosse”. […] Questo slogan, questa posizione politica, trova illustri sostenitori. (p. 36)

5 – “GUERRA DI NERVI” p. 41

6 – QUELLE PAROLE CHE VENGONO DA LONTANO p. 51

7 – IN QUEL GIRONE DELL’INFERNO CHE SI CHIAMA AUTOCRITICA p. 55

8 – I COMPAGNI DI STRADA SE NE VANNO p. 61

9 – IL RUOLO DEGLI INTELLETTUALI p. 67

10 – LA “STRAGE DEI VALORI” p. 77

Ciascuna tesi deve avere il diritto di farsi valere, purché non miri alla strage dell’interlocutore. La democrazia, e quella parte delle sue espressioni che possano più propriamente e più tecnicamente sotto il nome di “politica” è leale antagonismo, confronto di dati, verifica di soluzioni. Gli “ismi” vanno presi con le molle o completamente banditi, perché non reggono alla prova dura e convulsa dei fatti. (pp. 80-81)

11 – LETTERE DAL POZZO DELLA TORTURA p. 83

I comunisti lo stanno immolando sull’altare del “compromesso storico”, Craxi è “in intelligenza con le BR”, entrambe le sconcezze circolavano abbondantemente. (p. 83)

Da parte comunista, la risposta è stata a senso unico, monolitica, com’è sempre nel loro costume, lo Stato non cede[…]. (p. 84)

POSTFAZIONE, DI PIERO PIANI p. 87

Gli intellettuali e il coso Moro è ricercato in particolare dai sempre più numerosi collezionisti di Sciascia (dei quali faccio parte), in quanto è proprio nel contesto della polemica tra il Direttore di Paese Sera Aniello Coppola e lo scrittore siciliano, la quale coinvolse a lungo la politica nazionale, che lo scritto di Mughini va inserito. Comunisti e altri erano a favore della “non trattativa” – “della fermezza”, si diceva – mentre i democristiani silenti, il PSI con Bettino Craxi in primis, Pannella e pochissimi altri erano furiosamente (e inutilmente purtroppo) favorevoli a uno scambio, o comunque a qualsiasi tentativo di salvare la vita di Moro. (p. 88)