FRANCO BATTIATO – GOMMALACCA

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FRANCO BATTIATO – GOMMALACCA
5589072 – 1998
TRACKLIST/TEST
1 – SHOCK IN MY TOWN
Shock in my town

velvet undergroundHo sentito urla di furore

di generazioni, senza più passato,

di neo-primitivi

rozzi cibernetici signori degli anelli

orgoglio dei manicomi.

Shock in my town

velvet underground

Ho incontrato allucinazioni.

Stiamo diventando come degli insetti; simili agli insetti.

Nelle mie orbite si scontrano tribù di sub-urbani,

di aminoacidi.

Latenti shock

shock addizionali, shock addizionali

sveglia Kundalini,

sveglia Kundalini, sveglia Kundalini

per scappare via dalla paranoia

mescalina

come dopo un viaggio con la mescalina che finisce male

nel ritorno.

2 – AUTO DA FÈ

Si è fatto tardi sulle nostre esistenze

e il desiderio tra noi due è acqua passata.

Davvero tu non c’entri niente

è solo colpa mia.

Mi sono accorto tardi

che tutto quello a cui tenevo, ti era indifferente, scivolava via.

Siamo lontani,

distanti,

ti parlo e non mi senti.

E’ sceso il buio nelle nostre coscienze

e ha reso apocrifa la nostra relazione.

Vorrei innestare il modo dell’indifferenza

e allontanarmi da te;

per presentarmi innanzi al tribunale di una nuova inquisizione.

Faccio un “auto da fé”

dei miei innamoramenti,

un “auto da fé”.

Voglio praticare il sesso senza sentimenti.

E mi piaceva camminare solo

per sentieri ombrosi di montagna,

nel mese in cui le foglie cambiano colore,

prima di addormentarmi all’ombra del destino.

3 – CASTA DIVA

Greca, nascesti a New York,

e lì passasti la tua infanzia con genitori e niente di speciale.

Fu un giorno che tua madre stanca dell’America e di suo marito,

prese i bagagli e le vostre mani,

vi riportò indietro

nella terra degli Dei.Eri una ragazzina assai robusta.

Non sapevi ancora di essere divina…

ci hai spezzato per sempre il cuore.

Ti strinse forte il successo

ballò fino a sera con te

la musica non ti scorderà mai.

Viaggiasti e il mondo stringesti.

Ti accoglievano navi, aerei e treni,

invidie, gelosie e devozione.

Un vile ti rubò serenità e talento.

Un vile ti rubò serenità. Un vile ti rubò.

Divinità dalla suprema voce

la tua temporalità mi é entrata nelle ossa.

4 – IL BALLO DEL POTERE

Ti muovi sulla destra poi sulla sinistra

resti immobile sul centro

provi a fare un giro su te stesso, un giro su te stesso.

You miss me and I miss you

Fingi di riandare avanti con un salto,

poi a sinistra con la finta che stai andando a destra,

che stai andando a destra.

You miss me and I miss you

Poi si aggiungono i pensieri

con un movimento indipendente dalla testa, dalle gambe

con un movimento dissociato dalla testa, dalle gambe.

I Pigmei dell’Africa, si siedono per terra

con un rito di socialità,

tranquilli fumano l’erba.

The circle symbolizes T’ai Chi which is formless and above duality.

Here it is manifesting itself as the progenitor of the universe.

It is divided into Yin (the dark) and Yang (the light) which signify

the negative and positive poles.

Pairs of opposites, passive and active, female and male,

Moon and Sun.

Gli aborigeni d’Australia si stendono sulla terra,

con un rito di fertilità

vi lasciano il loro sperma.

Traduzione:

Il cerchio simbolizza T’ai Chi che è informe e al di sopra di ogni dualità.

Qui esso manifesta se stesso, come il progenitore dell’universo.

E’ diviso tra Yin (il buio) e Yang (la luce) che significa

polo negativo e polo positivo.

Coppie di opposti, passivo e attivo, femmina e maschio,

Luna e Sole

5 – LA PREDA

E scivola la sera tra i luoghi che attirano il mio sguardo

la mia attenzione.

Dormo solo poche ore.

La caffeina scuote le mie voglie

sto sempre sveglio, ho voglia di arditezze.

Non saremo più né tu né io.

Cerca di restare immobile, non parlare

lento il respiro all’unisono rallenta il cuore.

Muta la furia in ebbrezza in tenerezza

lasciati andare

lasciati andare

piano

fino ad arrivare all’estasi

con me.

Volare così in alto da afferrare la preda ambita

senza luoghi comuni né vane parole.

Si intrecciano lenzuola come sacre bende di sacerdoti

egiziani.

Non saremo più né tu né io

6 – IL MANTELLO E LA SPIGA
Sotto l’ombra sospiravi

pastore di ombre e di sotterranei segreti

parlavi di una vita trascorsa.

Come sempre le foglie cadono d’autunno.

Intona i canti dei veggenti cedi alla saggezza, alle scintille di fuochi ormai spenti,

règolati alle temperature e alle frescure delle notti:

lascia tutto e seguiti.

Guarda le distese dei campi, perditi in essi e non chiedere altro.

Lasci un’orma attraverso cui tu stesso ti segui nel tempo e ti riconosci.

Correvi con la biga nei circhi.

E fosti pure un’ape delicata,

il gentile mantello che coprì le spalle di qualcuno.

Lascia tutto e seguiti.

I tuoi occhi dunque trascorrono svagati

ed ozi come una spiga.

Come sempre le foglie cadono d’autunno.

Intona i canti dei veggenti cedi alla saggezza, alle scintille di fuochi ormai spenti,

règolati alle temperature e alle frescure delle notti:

lascia tutto e seguiti.

7 – È STATO MOLTO BELLO
I colli dei cigni

splendono alla luce

e mille barbagli

trafiggono le palpebre

il fuoco che bruciò Roma è solo sprazzo.

Così mi incendi.

Con bugie di suoni mi possiedi.

E’ stato molto bello

finisce la tarda estate.

E’ stato molto bello

si prolungano le ombre oltre la sera.

Non domandarmi dove porta la strada

seguila e cammina soltanto.

Io non invecchio

niente più m’imprigiona.

8 – QUELLO CHE FU
Ah! Questo passato

dove il mio rifugio presso di te

fu quello che fu,

dove la polvere più pura sulla tua soglia,

fu quella che fu.

Duri come pietre

come due amici eravamo insieme.

Preso del tuo cuore

ho detto che il nostro legame

fu quello che fu.

Irragionevole,

non ci poteva niente,

non potevo immaginarmi senza.

La follia

fu quella che fu,

fu quella che fu.

L’impero delle parole

la distinzione tra bene e male

la ripida discesa dal cielo alla terra

disperata

verso l’incarcerazione

fu quello che fu

la circumnavigazione

i nomi che si diedero alle cose

la gioia e il dolore dell’esistere

l’enigma del consenso

le emozionali imprese della specie

fu quello che fu,

tutto fu quello che fu.

Quel che deve ancora avvenire

il sorgere della città di Dio

l’emblema che ci fa forti e sicuri

oppure pazzi e disperati.

Ti gridavo: sono disperso,

disperso.


9 – VITE PARALLELE
Mi farò strada tra cento miliardi di stelle

la mia anima le attraverserà

e su una di esse vivrà eterna.

Vi sono dicono cento miliardi di galassie

tocco l’infinito con le mani

aggiungo stella a stella

sbucherò da qualche parte,

sono sicuro,

vivremo per l’eternità.

Ma già qui

vivo vite parallele

ciascuna con un centro, con un’avventura

e qualcuno che mi scalda il cuore.

Ciascuna mi assicura

addormentato o stanco

braccia che mi stringono.

Credo nella reincarnazione

in quel lungo percorso che fa vivere vite in quantità

ma temo sempre l’oblìo

la dimenticanza.

Giriamo sospesi nel vuoto intorno all’invisibile,

ci sarà pure un Motore immobile.

E già qui

vivo vite parallele

ciascuna con un centro, una speranza

la tenerezza di qualcuno.

Tu pretendi

esclusività di sentimenti

non me ne volere

perché sono curioso, bugiardo

e infedele.

Qui

vivo vite parallele

ciascuna con un centro, con un’avventura

e qualcuno che mi scalda il cuore.

10 – SHAKLETON

1. La storia
Una catastrofe psicocosmica

mi sbatte contro le mura del tempo.

Vigilo, nel sonno vigilo.

Sentinella, sentinella che vedi?

Una catastrofe psicocosmica

contro le mura del tempo.

Durante la grande guerra

nel Gennaio del 1915,

alle estremità settentrionali un forte vento spingeva grandi blocchi di ghiaccio galleggianti

imprigionando per sempre la nave dell’audace capitano Shakleton.

Su un piccolo battello,

con due soli compagni,

navigò fino a raggiungere la Georgia Australe;

mentre i 22 superstiti dell’isola Elefante

sopportavano un tremendo inverno.

Una catastrofe psicocosmica

mi sbatte contro le mura del tempo.

Vigilo, nel sonno vigilo.

Sentinella, che vedi?

(Alla deriva, alla deriva, verso Nord, Nord-Ovest.

Profondità 370 metri 72° di Latitudine Est).

Per sopravvivere furono costretti a uccidere i loro cani,

per sopravvivere.

Ma il 30 Agosto del 1916, il leggendario capitano,

compariva a salvarli con un’altra nave.

2. Il ricordo
Stille Dämmerung

Der garten ist gefrohren

Die Rosen erlitten

Sage mir warum

Sage mir warum

in einem verlorenen Garten

Sage mir warum

deine Stimme hören

Sage mir warum

schweige bitte nicht.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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