velvet underground
Ho sentito urla di furoredi generazioni, senza più passato,
di neo-primitivi
rozzi cibernetici signori degli anelli
orgoglio dei manicomi.
Shock in my town
velvet underground
Ho incontrato allucinazioni.
Stiamo diventando come degli insetti; simili agli insetti.
Nelle mie orbite si scontrano tribù di sub-urbani,
di aminoacidi.
Latenti shock
shock addizionali, shock addizionali
sveglia Kundalini,
sveglia Kundalini, sveglia Kundalini
per scappare via dalla paranoia
mescalina
come dopo un viaggio con la mescalina che finisce male
nel ritorno.
e il desiderio tra noi due è acqua passata.
Davvero tu non c’entri niente
è solo colpa mia.
che tutto quello a cui tenevo, ti era indifferente, scivolava via.
Siamo lontani,
distanti,
ti parlo e non mi senti.
e ha reso apocrifa la nostra relazione.
Vorrei innestare il modo dell’indifferenza
e allontanarmi da te;
per presentarmi innanzi al tribunale di una nuova inquisizione.
dei miei innamoramenti,
un “auto da fé”.
Voglio praticare il sesso senza sentimenti.
per sentieri ombrosi di montagna,
nel mese in cui le foglie cambiano colore,
prima di addormentarmi all’ombra del destino.
e lì passasti la tua infanzia con genitori e niente di speciale.
Fu un giorno che tua madre stanca dell’America e di suo marito,
prese i bagagli e le vostre mani,
vi riportò indietro
nella terra degli Dei.Eri una ragazzina assai robusta.
Non sapevi ancora di essere divina…
ci hai spezzato per sempre il cuore.
Ti strinse forte il successo
ballò fino a sera con te
la musica non ti scorderà mai.
Viaggiasti e il mondo stringesti.
Ti accoglievano navi, aerei e treni,
invidie, gelosie e devozione.
Un vile ti rubò serenità e talento.
Un vile ti rubò serenità. Un vile ti rubò.
Divinità dalla suprema voce
la tua temporalità mi é entrata nelle ossa.
resti immobile sul centro
provi a fare un giro su te stesso, un giro su te stesso.
You miss me and I miss you
Fingi di riandare avanti con un salto,
poi a sinistra con la finta che stai andando a destra,
che stai andando a destra.
You miss me and I miss you
Poi si aggiungono i pensieri
con un movimento indipendente dalla testa, dalle gambe
con un movimento dissociato dalla testa, dalle gambe.
con un rito di socialità,
tranquilli fumano l’erba.
Here it is manifesting itself as the progenitor of the universe.
It is divided into Yin (the dark) and Yang (the light) which signify
the negative and positive poles.
Pairs of opposites, passive and active, female and male,
Moon and Sun.
con un rito di fertilità
vi lasciano il loro sperma.
Il cerchio simbolizza T’ai Chi che è informe e al di sopra di ogni dualità.
Qui esso manifesta se stesso, come il progenitore dell’universo.
E’ diviso tra Yin (il buio) e Yang (la luce) che significa
polo negativo e polo positivo.
Coppie di opposti, passivo e attivo, femmina e maschio,
Luna e Sole
la mia attenzione.
Dormo solo poche ore.
La caffeina scuote le mie voglie
sto sempre sveglio, ho voglia di arditezze.
Non saremo più né tu né io.
lento il respiro all’unisono rallenta il cuore.
Muta la furia in ebbrezza in tenerezza
lasciati andare
lasciati andare
piano
fino ad arrivare all’estasi
con me.
senza luoghi comuni né vane parole.
Si intrecciano lenzuola come sacre bende di sacerdoti
egiziani.
Non saremo più né tu né io
pastore di ombre e di sotterranei segreti
parlavi di una vita trascorsa.
Intona i canti dei veggenti cedi alla saggezza, alle scintille di fuochi ormai spenti,
règolati alle temperature e alle frescure delle notti:
lascia tutto e seguiti.
Lasci un’orma attraverso cui tu stesso ti segui nel tempo e ti riconosci.
Correvi con la biga nei circhi.
E fosti pure un’ape delicata,
il gentile mantello che coprì le spalle di qualcuno.
Lascia tutto e seguiti.
ed ozi come una spiga.
Intona i canti dei veggenti cedi alla saggezza, alle scintille di fuochi ormai spenti,
règolati alle temperature e alle frescure delle notti:
lascia tutto e seguiti.
splendono alla luce
e mille barbagli
trafiggono le palpebre
il fuoco che bruciò Roma è solo sprazzo.
Così mi incendi.
Con bugie di suoni mi possiedi.
finisce la tarda estate.
E’ stato molto bello
si prolungano le ombre oltre la sera.
Non domandarmi dove porta la strada
seguila e cammina soltanto.
niente più m’imprigiona.
dove il mio rifugio presso di te
fu quello che fu,
dove la polvere più pura sulla tua soglia,
fu quella che fu.
Duri come pietre
come due amici eravamo insieme.
Preso del tuo cuore
ho detto che il nostro legame
fu quello che fu.
non ci poteva niente,
non potevo immaginarmi senza.
La follia
fu quella che fu,
fu quella che fu.
la distinzione tra bene e male
la ripida discesa dal cielo alla terra
disperata
verso l’incarcerazione
fu quello che fu
la circumnavigazione
i nomi che si diedero alle cose
la gioia e il dolore dell’esistere
l’enigma del consenso
le emozionali imprese della specie
fu quello che fu,
tutto fu quello che fu.
il sorgere della città di Dio
l’emblema che ci fa forti e sicuri
oppure pazzi e disperati.
disperso.
la mia anima le attraverserà
e su una di esse vivrà eterna.
tocco l’infinito con le mani
aggiungo stella a stella
sbucherò da qualche parte,
sono sicuro,
vivremo per l’eternità.
vivo vite parallele
ciascuna con un centro, con un’avventura
e qualcuno che mi scalda il cuore.
addormentato o stanco
braccia che mi stringono.
in quel lungo percorso che fa vivere vite in quantità
ma temo sempre l’oblìo
la dimenticanza.
ci sarà pure un Motore immobile.
vivo vite parallele
ciascuna con un centro, una speranza
la tenerezza di qualcuno.
esclusività di sentimenti
non me ne volere
perché sono curioso, bugiardo
e infedele.
vivo vite parallele
ciascuna con un centro, con un’avventura
e qualcuno che mi scalda il cuore.
mi sbatte contro le mura del tempo.
Vigilo, nel sonno vigilo.
Sentinella, sentinella che vedi?
Una catastrofe psicocosmica
contro le mura del tempo.
nel Gennaio del 1915,
alle estremità settentrionali un forte vento spingeva grandi blocchi di ghiaccio galleggianti
imprigionando per sempre la nave dell’audace capitano Shakleton.
con due soli compagni,
navigò fino a raggiungere la Georgia Australe;
mentre i 22 superstiti dell’isola Elefante
sopportavano un tremendo inverno.
mi sbatte contro le mura del tempo.
Vigilo, nel sonno vigilo.
Sentinella, che vedi?
Profondità 370 metri 72° di Latitudine Est).
per sopravvivere.
Ma il 30 Agosto del 1916, il leggendario capitano,
compariva a salvarli con un’altra nave.
Der garten ist gefrohren
Die Rosen erlitten
Sage mir warum
in einem verlorenen Garten
Sage mir warum
deine Stimme hören
Sage mir warum
schweige bitte nicht.