CHERUBINI – MEDEA (SELEZIONE LIVE, 1959, OPERAVIVA)

CHERUBINI – MEDEA (SELEZIONE LIVE, 1959, OPERAVIVA)
CHERUBINI – MEDEA (SELEZIONE LIVE, 1959, OPERAVIVA)

CHERUBINI – MEDEA (SELEZIONE LIVE, 1959, OPERAVIVA)

ARMANDO CURCIO – OPERAVIVA – OPV-012 – 1989

Registrazione dal vivo del 30 giugno 1959 al Teatro Covent Garden di Londra.

Allegato al fascicolo n. 12 di OperaViva Armando Curcio Editore.

TRACKLIST

1 Ouverture 6:57

2 O Amore, Vieni A Me! 4:52

3 Or Che Più Non Vedrò 3:27

4 Signor! – Qui Tremar Devi Tu 6:35

5 Taci, Giason 12:53

6 Soffrir Non Posso 15:52

7 Medea! Oh Medea! È Tutta Vinta E Affranta – Solo Un Pianto Con Te Deve Versare 8:10

8 Numi, Venite A Me, Inferni Dei 6:59

9 E Che? Io Son Medea! 8:49

ACCREDITI

MEDEA: MARIA CALLAS

GLAUCE: JOAN CARLYLE

NERIS: FIORENZA COSSOTTO

PRIMA ANCELLA: MARY WELLS

SECONDA ANCELLA: ELIZABETH RUST

GIASONE: JON VICKERS

CREONTE: NICOLA ZACCARIA

UN CAPITANO: DAVID ALLEN

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO COVENT GARDEN ROYAL OPERA HOUSE

DIRETTORE: NICOLA RESCIGNO

REGISTRAZIONE DAL VIVO EFFETTUATA IL 30 GIUGNO 1959 AL TEATRO COVENT GARDEN DI LONDRA

LIBRETTO

PRESENTAZIONE p. 1

SOMMARIO p. 2

LA VICENDA p. 3

LA FONTE LETTERARIA p. 6

CHERUBINI E BERLIOZ p. 13

UN’OPERA CARA AI COLLEGHI MA DIMENTICATA DAL PUBBLICO p. 17

PROFILO MUSICALE DELL’OPERA p. 18

IL DOPO CALLAS p. 28

LA RIVOLUZIONE CALLAS p. 35

I PROTAGONISTI DEL CD p. 47

LA «MEDEA» CINEMATOGRAFICA PASOLINI-CALLAS p. 50

I TESTI DAL LIBRETTO p. 53

TRAMA

ATTO PRIMO

CORINTO. REGGIA DI CREONTE

Le ancelle cercano invano di rincuorare Glauce, figlia di re Creonte, destinata l’indomani alle nozze con Giasone… “Imen sarà domani / cagion d’aspre lagrime al cor”, dichiara infatti quella affranta… Poi, però, invoca Amore affinché faccia cessare i suoi timori tenendo lontana Medea e la maledizione che ha scagliato su Giasone dopo il ripudio da lui patito…

Creonte entra in sala assieme a Giasone, promettendo la massima protezione per i due figli che quello ha avuto da Medea…

Un Argonauta parla in disparte a Giasone che chiede il permesso di offrire in dono a Glauce i tesori accumulati durante il viaggio a bordo della nave Argo…

Alla consegna del vello, udendo nominare la Colchide, Glauce è presa da nuova angoscia, certa dell’imminente vendetta di Medea. Ma Giasone la rassicura. La maga è ormai stata vinta dall’amore…

Giasone si dichiara lieto di poter dimenticare con lei la brutta esperienza di matrimonio con Medea. Anche Creonte interviene rassicurando la figlia…

Creonte prima, gli altri poi, invocano la benedizione sul matrimonio. A interromperli è l’arrivo del capo delle guardie che annuncia la presenza di una misteriosa e lugubre donna il cui volto è coperto da un velo… La donna entra in sala, guardandosi intorno… Tolto il velo, si mostra essere Medea che pretende il ritorno di Giasone. Questi si dichiara libero da vincoli e Creonte minaccia la nuova venuta di porla agli arresti se all’alba sarà ancora in città. Medea non si scompone e promette a sua volta di far morire Glauce qualora sposi Giasone…

Furente il re si allontana con la disperata figlia dichiarando a Medea “Per te spuntò il fatal dì mortal”…

Rimasta sola con Giasone, Medea cerca di ravvivare in lui il ricordo dell’amore passato…

Medea implora Giasone di tornare insieme, lei che ha tradito la patria, il padre e perfino ucciso il fratello per lui… Ma l’uomo è inamovibile: “Son vane qui minacce, prieghi, duol! Va via di qui![…] Me lieto aspetta all’alba al talamo di Glauce mia diletta”…

Medea minaccia di far saltare il matrimonio, pronta a morire felice dopo aver ottenuto la sua vendetta…

Ma prima di morir

la mia vendetta avrò!

morirò con piacer

se il ciel mi dà

la vendetta goder!

ATTO SECONDO

Medea scende in fretta i gradini del palazzo, furente per la perdita dei figli ai quali sarà insegnato a odiarla…

Sol a uno strazio – regger non posso:

che ai figli s’apprenda – d’odiare la madre

è tale dolor che soffrire non posso…

Raggiunta la fida Neris, apprende da questa che il popolo vuole la sua morte. Medea rifiuta di fuggire e riceve la visita di Creonte a tentare per l’ultima volta di convincerla a lasciare Corinto…

Medea chiede invano al re di concederle un posto isolato dove poter rimanere, ottenendo unicamente un ulteriore giorno di permanenza a Corinto…

Al culmine dell’emozione, Medea resta assorta nei propri pensieri, destando la preoccupazione di Neris che promette di esserle sempre fedele, commossa dal dolore che ha fin lì provato…

Medea si desta, promettendo di uccidere Cleone… Giunge poi Giasone a chiederle il motivo del giorno di permanenza richiesto. Quando l’uomo rifiuta di rendere i due figli, Medea trova con gioia un motivo di vendetta… Fingendo sommo dolore, lo induce a lasciargli in affidamento i bambini fino all’indomani. Mentre Giasone si allontana per pregare anche per lei, Medea intima a Neris di condurle i figli e di donare poi a Glauce il diadema e il peplo di Apollo…

Più tardi, in disparte, con odio la maga assiste al corteo che compie sacrifici al Tempio di Giunone. Augurandosi che Glauce si cinga il capo con il diadema che le darà la morte, avvelenato, appropriatasi di una torcia la agita minacciosamente in cielo lasciando dietro di sé una sinistra scia luminosa…

ATTO TERZO

Mentre il cielo si fa cupo di tempesta, Medea osserva Neris condurre i due bambini al palazzo con i doni per Glauce. Dovrà ucciderli, ma la loro morte ricadrà sull’empio Giasone… Poco dopo l’ancella ritorna, traendo seco i due bambini… Medea li respinge, poi, addolorata li abbraccia. Sta per ucciderli, ma il pugnale le cade di mano, sopraffatta dall’istinto materno. Neris comprende ora le trame della padrona, invitandola a risparmiarli. Appreso dell’avvenuta apposizione del diadema sul capo e, quindi, della prossima morte per avvelenamento di Glauce, Medea intima a Neris di allontanarsi nel Tempio con i bambini… Rimasta sola, biasima il momento di debolezza avuto, invocando le Erinni affinché le diano la forza di compiere la progettata vendetta. Del resto, a sua avvenuta partenza, Giasone potrebbe uccidere a sua volta i bambini per vendetta…

Dal palazzo giungono intanto grida disperate per la morte di Glauce… Medea annuncia l’assassinio dei figli, rinchiudendosi poi nel tempio di Giunone. Lì appare sulla soglia, levando in alto il pugnale insanguinato con le tre Eumenidi al fianco, fiera di essersi vendicata di Giasone sul quale lancia una nuova maledizione: che vaghi addolorato e da tutti scacciato fino alla morte… Non gli lascia neanche la possibilità di piangere sui cadaveri dei figli, appiccando il fuoco all’edificio dove trova la morte…